22 Marzo 2013
Alcuni amici produttori di vino , formaggi, e pasta fresca mi hanno chiamato per chiedersi se avessi indirizzi all’estero dove spesso frequento , per la commercializzazione dei loro prodotti.
Mi sono chiesto a cosa servisse portare in continente europeo i nostri prodotti se per contro importiamo 87 % dei prodotti alimentari in Sardegna.
E mi sono posto una domanda ?
Perche’ portare al di fuori della Sardegna i nostri prodotti , con un notevole aggravio di spesa , e non venderli in loco cercando spazi in quel 87 % di mercato aperto locale ?
Ho provato ad accertarmi che fossero veritiere le cifre e tramite il sito della regione, ho visto che gli anni scorsi la media dei prodotti importati era di circa 500 mila euro giornalieri.
Quindi e’ vero , il mercato esiste e chi lo sta occupando ?
Faccio un giro per i GDO che sono le aziende che piu’ di tutti importano i prodotti dall’estero, quindi dall’Italia dalla Spagna e da altri ameni luoghi di produzione.
Controllo le lattughe quelle normali che tutti in campagna diamo alle galline ed ai maiali , 2 euro al kg. .
Porca Miseria , ed allora controllo la loro provenienza e la data di produzione , ed ho scoperto che mediamente la merce e’ esposta tra i 10 ed i 20 giorni dalla produzione.
Strano perchè la nostra verdura dopo una settimana e’ appassita.
Questa no’ e’ bella verde petrolio, dentro il cellophan , e si mantiene viva per strani giochi genetici.
C’era qualche studioso che diceva che noi esseri umani siamo cio’ di cui ci nutriamo.
Per logica se mangiamo mondezza siamo mondezza .
Quindi ho deciso di dedicarmi allo studio di come operare in merito, ovvero creare un mercato di prodotti locali, guardandolo però da tutti i punti di vista.
Non solo la qualità quindi, ma anche la possibilità di sbocchi mercatali e quant’altro sia implicato in tale commercio.
Faccio un giro al mercato ed ho aguzzato le orecchie ai commenti dei compratori ed alle risposte dei venditori.
“ Ma questa merce e’ Sarda ? “
“ Certo signora da dove vuole che venga ? “
Controllo la cassetta ed arrivava dalla Sicilia , erano agrumi siciliani .
Controllo le melanzane , prodotto di cui abbiamo abbondanza , ed arrivavano dalla spagna.
Minchia, ed allora perche non ci creiamo noi i nostri piccoli mercati
Il margine come abbiamo visto e’ di 1 milione di euro ogni due giorni
Se vi sembra poco provate a considerare solo che ci camperebbero 6000/7000 persone più l’indotto locale .
Ovvero non più frigo merci dall’estero ma piccoli camioncini con padroncini locali.
Ed allora mi sono dedicato alla ricerca di un piccolo spazio per adibire a questa mia idea che tanto originale non e’ , ma che non e’ stata ancora realizzata perchè non ci sono le volontà politiche di attuarla.
In quanto tutti i politici tutti o quasi ma diciamo indicativamente il 99 % di essi sono al servizio dei potentati e gli ordini li ricevono solo dai loro capi partito .
Il male che stanno facendo alla nostra terra e’ incommensurabile .
Stiamo perdendo 10000 posti di lavoro e quindi 10000 famiglie senza pane e dignità.
Di certo da un piccolo punto di vendita forse potremo guadagnare lo 0,2 / 0,3 % del mercato in questione .
Ma l’esempio potrà essere ripetuto in qualsiasi comune .
I sindaci la prima risposta che daranno sarà questa e scrivetevela per ricordarvela.
“ E’ una idea superata abbiamo già i mercatini di prodotti locali una volta alla settimana realizzata dalla confcommercio o similari “
Perchè la gente mangia solo di venerdì ?
E’ stata la prima domanda che mi e’ salita in mente andando al mercatino in questione di Sassari .
Comunque pensavo, almeno quella volta alla settimana la gente mangia prodotti locali.
Mi avvicino a quel mercatino.
Una decina di piccolissimi produttori locali ed una marea di venditori di professione che occupava , per me abusivamente quegli spazi , che invece avrebbero dovuto essere dedicati ai prodotti locali .
Non mi credete ?
Andateci voi stessi e poi mi date la risposta .
Comunque torniamo a noi ed a questo micro progetto che vorrei portare avanti se possibile in maniera e forma sinergica ovvero senza che nessuno debba rovinarsi , anzi, per parteciparvi.
Ho trovato un piccolo locale in centro da restaurare , bello alto , e ben disposto ovvero largo 8 metri e lungo una quindicina.
Perfetto come location e non distante dal centro storico , insomma di facilissima reperibilità .
Quindi faccio una proposta , ai produttori .
Facendo alcune premesse che credo debbano essere precisate forse in maiuscolo .
1) il sito e’ destinato esclusivamente a prodotti locali
2) meglio se a km zero , comunque non devono essere prodotti fuori dalla Sardegna.
3) Il canone di affitto e’ abbastanza agevole (500 euro ) e potrà essere condiviso da tutti coloro che vorranno partecipare alla realizzazione di questo punto vendita sperimentale.
4) L’intento di questa iniziativa e’ quella di creare spazi per le merci locali e creare di indotto qualche posto di lavoro , oltre a quelli che si formeranno dalla produzione e vendita dei prodotti.
5) Agli inizi sarà dedicato ai prodotti alimentari ed artigianali di piccola e media pezzatura.
6) Potrà essere anche dedicato a promozioni ed iniziative del settore.
7) La associazione sarà formalizzata come negozio , senza la creazione di debiti o crediti , ne’ nei medi e ne nei lunghi tempi, ovvero le merci saranno pagate cash alla vendita giorno per giorno, nessuna dilazione, pagamenti quotidiani.
8)Tutti potranno aderire sino ad esaurimento degli spazi preposti.
9) Non e’ a scopo di lucro bensì , per favorire la diffusione dei prodotti locali.
10) La gestione non avrà dipendenti ma persone pagate in base alle merci vendute.
11) I prezzi saranno fissati dai produttori , prezzi che saranno ritoccati di una percentuale minima in aumento , esclusivamente per pagare le spese vive ovvero affitto eventuali tasse e spese varie amministrative e come dicevamo escluse le spese del personale operante che e’ invece computato come precisavamo prima percentualmente.
12) Se vi saranno residui saldi attivi essi saranno devoluti alla apertura di nuovi punti vendita in tutta la Sardegna
In pratica per meglio chiarire il tutto significa in soldini quanto segue.
L’ attività è di tutti i produttori e del personale che vi opera , benchè l’amministrazione venga condotta solo dal personale operante .
Annualmente verrà indetta una riunione per stabilire nuove forme e metodologie di mercato ed anche per la ricerca di nuovi spazi mercatali in base alle esperienze pregresse.
Poche regole e semplici.
Tutti ci dividiamo le spese .
Gli incassi vengono registrati per produttore
L’indomani mattina vengono fatti bonifici ad ognuno dei produttori che fornirà secondo le sue logiche o necessita o come crede le merci al punto vendita’.
Gli agi ovvero gli utili non esisteranno , ci sarà solamente una piccolissima percentuale rispetto al prezzo proposto per pagare , affitto, spese organizzazione, energia elettrica irpef e basta.
Abbiamo a disposizione anche un locale in pieno centro di Oristano di 400 mq .
Se poi dovessimo organizzarla con associazione e soci sarebbe ancora meglio , ma di questo se ne può discutere .
Posso dirvi che hanno aderito alla iniziativa già alcune persone.
Una cantina di vini meravigliosi ed unici ,
un’altra cantina di vini eccellenti
un produttore di pizze imbustate, a scadenza giornaliera.
un venditore di prodotti dolciari dell’est della Sardegna
un produttore di pasta fresca e dolci che fa parte di slow food , di un paesino vicino Sassari
un produttore di pane tipo carta da musica molto noto nel nord Sardegna
un piccolo coltivatore di Sassari
ed adesso vi chiedo ?
cosa ne pensate , si può fare ?
o dobbiamo sempre andare a chiedere alla sisa ed Auchan , col berretto in mano, di venderci i nostri prodotti , guadagnando più loro che noi ?
in questo caso tutti i proventi saranno i nostri e vendendo meno guadagneremo di più
se volete discuterne fatelo pure al 3287019406
Antonio Bassu