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09 novembre 2013
Il via in primavera sulla rotta Porto Torres-Marina di Carrara I promotori: «Faremo tutto da soli senza aiuti della Regione»
di Gianni Olandi
ALGHERO. Continuità territoriale delle merci senza alcun supporto di natura pubblica cambiando soltanto il sistema, da quello tradizionale del trasporto gommato su Tir e articolati che imbarcano a costi altissimi sui traghetti passeggeri, a quello dei container. Basta un pianale.
Sembra l’uovo di Colombo, e forse lo è, ma un gruppo di imprenditori del Nord Sardegna ci sta provando con una nuova linea marittima di trasporti Porto Torres – Marina di Carrara. L’iniziativa è stata presentata ieri mattina in una sala decisamente affollata da operatori del settori trasporti nel ristorante Acquatica sulla banchina del vecchio porto di Alghero. A destare tanta attenzione un elemento che, dati i tempi, non può passare in secondo piano: un risparmio del 50 per cento circa sugli attuali costi di trasporto.
La potenziale utenza è quella delle merci pesanti, dalla sabbia ai marmi, al graniti, ai chimici. Produzioni che, è stato detto, spesso finiscono sul mercato d’oltre Tirreno a costi inferiori rispetto a quelli del solo trasporto. Quindi meglio non produrre e chiudere le cave. Non è un caso che il settore stia attraversando una durissima crisi.
La sfida alla tradizione del trasporto merci e la scelta del container è stata presentata da Andrea Virdis, titolare della Sarda Ponteggi di Usini, impresa che si occupa della costruzione di strutture di ferro. »La soluzione che stiamo proponendo – ha detto – può essere praticata immediatamente e sarà messa a disposizione anche delle altre aziende di autotrasporti e produzione». Virdis ha tenuto a precisare che il progetto non rappresenta una concorrenza verso gli altri operatori, ma casomai un supporto che consentirà enormi risparmi.
Sulla parte operativa, quella delle navi, è intervenuto Angelo Carta, imprenditore del settore . »Abbiamo raggiunto un accordo con un armatore greco che opera nel Mediterraneo – ha detto – le cui navi, guarda caso, ora transitano proprio davanti a Porto Torres, e se il nostro progetto dovesse decollare, e dai contatti in corso pensiamo proprio di sì, ci metterà a disposizione i cargo necessari. Il meccanismo è semplice: se i produttori sardi condivideranno la scelta dei container e gli indubbi vantaggi economici che ne derivano, Porto Torres diventerà base di spedizione, ma anche di arrivo, e Marina di Carrara svolgerà le stesse funzioni attraverso una rete logistica per le consegne sulla quale abbiamo svolto uno studio mirato e che ha confermato le nostre previsioni. Intendiamo usufruire anche del trasporto ferroviario a seconda delle destinazioni».
Resta da capire quali saranno i tempi di attuazione del progetto.
«Non prima dei primi tre mesi del prossimo anno non saremo operativi. I segnali che giungono dal potenziale bacino di utenza sono estremamente confortanti e credo che riusciremo a portare a buon fine la nostra “rivoluzione“ nel trasporto low cost». Alla presentazione del progetto hanno partecipato tra gli altri il consigliere regionale Paolo Maninchedda del Partito dei sardi e il leader di Irs, Gavino Sale.