L. Da Vinci – Uomo vitruviano
Il tema del diritto alla sovranità individuale che supera e sostituisce ogni altro diritto legato alle varie giurisprudenze adoperate fino ad oggi nella nostra civiltà, è per quasi tutti ancora da scoprire e approfondire, soprattutto nel nostro paese in cui vige una scienza giuridica dissimile da quella del mondo anglosassone. Molti ricercatori hanno trovato infatti in Australia, Nuova Zelanda, Inghilterra, Canada e Stati Uniti una strada efficace per dialogare correttamente con le leggi locali al fine di subordinarle alla rivendicazione della propria unica e insuperabile sovranità.
Per essere più chiari, in questi paesi numerosi attivisti sono riusciti a rendere inapplicabili le leggi dello stato, e quindi autoproclamarsi al di sopra di esse, per la semplice ragione che nel momento in cui si dichiara al giudice o al pubblico ufficiale di essere una persona in carne ed ossa, rigettando l’identificazione col proprio nome e cognome, in quel momento si è sovrani di se stessi, perciò liberi dai molti vincoli che il sistema ha elaborato per trattarci come schiavi ignoranti.
Riteniamo il tema essere fondamentale per traghettarci definitivamente in una nuova era e lasciarci alle spalle l’epoca buia della manipolazione di massa operata dal potere. In rete è possibile visitare il sito one-heaven che riporta il risultato raggiunto fino ad ora nella scrittura di un nuovo codice giuridico basato sul valore che l’essere umano ha di fronte all’Assoluto, piuttosto che di fronte al potere temporale dei pochi.
In Italia non mi risulta che ci siano ancora gruppi di lavoro che si stanno adoperando in tal senso. Per questo l’iniziativa di Italo Cillo di occuparsene nel suo podcast settimanale Tempo di cambiare è senz’altro benemerita, tanto più che nel suo ultimo resoconto ha voluto intervistare uno dei protagonisti di questa ricerca, Santos Bonacci, di cui abbiamo già pubblicato un’importante conferenza qui su Pickline.
In questa intervista Santos Bonacci, australiano di genitori calabresi, ha ammesso di non conoscere la materia giuridica italiana e quindi di non sapere bene ancora come applicare da noi ciò che si sta facendo nei paesi anglosassoni. In ogni caso si tratta di studiare la nostra storia del diritto per trovare certamente anche qui il tallone d’Achille, dal momento che è dal diritto romano e canonico che derivano la maggior parte delle giurisprudenze del mondo.
In effetti Bonacci è partito dallo studio della storia per iniziare la sua ricerca, in particolare dai sincretisti rinascimentali, Giordano Bruno, Pico della Mirandola, Marsilio Ficino. Ma prima ancora di mettersi a studiare c’è stato un suo risveglio rispetto al fatto in primo luogo che le chiese che si dicono cristiane, in realtà non lo sono; inoltre che la funzione essenziale dei governi è ormai diventata quella di coprire il terrorismo e garantire a loro modo la protezione dei cittadini.
La consapevolezza che tutto questo mondo è organizzato esattamente al contrario di come dovrebbe essere, l’educazione, la religione, la politica, la finanza, l’ha condotto ad occuparsi di legge, di scienze occulte e di astro-teologia, una materia che ha rappresentato uno dei cavalli di battaglia di Jordan Maxwell. Tutto ciò viene collocato da Bonacci in una prospettiva, appunto, sincretista, che unifica i risultati di molte discipline quali la filosofia, la scienza e le religioni. Pico della Mirandola incontrò la Chiesa di Roma alla fine del Quattrocento per cercare di convincerla che tutti i sistemi di pensiero possono essere sincretizzati in uno solo e che alla fine Tutto è Uno. I cardinali non accolsero la proposta, ma in fondo fu fortunato perché non lo bruciarono come fecero con Giordano Bruno.
E’ da questo retroterra culturale che comunque Bonacci ha iniziato ad avvicinarsi al tema della sovranità personale, in particolare dando prova che tutta la sapienza di origine greca ed ebraica in fondo voleva esprimere la verità dell’unità del micro e del macrocosmo, come in alto, così in basso. In altre parole il vero segreto sacro, che oggi non si può più ignorare è questo: il Cristo che giace dentro di noi. Ciò si traduce nel fatto che come individui abbiamo noi stessi la responsabilità di salvarci. Si tratta di un atteggiamento che produce automaticamente un risveglio personale. Bonacci cita nell’intervista la frase del vangelo in cui si dice che i morti risorgeranno; ma i morti siamo noi! Ed è con il risveglio personale che possiamo resuscitare.
Detto ciò, consideriamo ciò che accade nei tribunali giudiziari. Tutto il sistema vigente in realtà è un sistema ecclesiastico, tanto è vero che il giudice è sempre vestito di nero perché in realtà è un prete. Ecco perché in ogni tribunale è presente il simbolo della croce nella corona, dal momento che rappresenta il potere dell’elite del mondo, costituita da poche famiglie imparentate fra loro, divenute ricchissime attraverso l’inganno sistematico. E’ il potere delle corporations, le multinazionali, di cui il Vaticano probabilmente è la più potente. Questa elite ha organizzato il mondo attraverso il modello ecclesiastico, coprendosi sotto le spoglie laiche delle forze politico-finanziarie, i re del mondo. Un matrimonio infernale, lo definisce Bonacci.
Con riferimento alle leggi anglosassoni, una persona che si presenta in tribunale è considerato a tutti gli effetti come qualcuno perduto in mare, un ignorante, uno schiavo, un imbecille. Nel momento in cui essa rilascia delle dichiarazioni, è come se affermasse uno stato di belligeranza, come se contestasse la loro autorità. A questo punto loro possono benissimo rivalersi su di essa decretando la pena che vogliono, la prigione o la multa. Quel che accade in realtà è che, con le proprie dichiarazioni, la persona accetta lo status di non risvegliato, ovvero di chi non sa chi è veramente e quindi si sottopone al giudizio della corte.
Tutti i personaggi che operano nei tribunali si rifanno allo stesso sistema in auge ai tempi dell’inquisizione, il giudice, il cancelliere, il pubblico magistero, quando si amministrava la giustizia in nome di dio. Il fatto è che si tratta del loro dio, non di Dio, creatore dell’universo, primo motore immobile assoluto. E’ in nome del loro dio, del loro sistema, che loro applicano su di noi le loro leggi. Le loro leggi infatti non valgono per loro. Essi non a caso risultano sempre impuniti davanti ai tribunali. Si tratta insomma di un sistema fittizio. Tanto è vero che il loro sistema può sottomettere gli individui attraverso i loro nomi e cognomi, stampati sui documenti ufficiali ma non può sottometterli in quanto carne ed ossa.
Accettando l’identificazione con il proprio nome e cognome è come se si ammettesse il fatto di non essersi risvegliato alla propria sovranità. In altre parole sottomettersi al tribunale non è degno di un sovrano, di un essere che porta la divinità in sé. E’ in questo senso che non c’è mai stato un salvatore vicario, ma siamo noi a doverci salvare, ricordandoci chi siamo veramente e non riconoscendo il valore del tribunale, espressione del sistema corrotto che non espleta la vera giustizia, ma contempla soltanto l’affarismo economico.
Con questi presupposti Bonacci delinea un modello di comportamento da dover seguire davanti al tribunale che conduca fuori dai parametri consueti. Per prima cosa bisogna proclamarsi amico della corte e pacifico abitante del mondo, in modo da escludere subito la presupposta belligeranza dell’accusato contro la corte. Poi occorre far presente che si è venuti davanti alla corte per la questione relativa al proprio nome e cognome, perché, verosimilmente c’è un errore proprio in relazione a ciò. Questo, perché si tratta appunto di un nome, non di una persona viva in carne ed ossa. La corte infatti può trattare solo pezzi di carta, morti in se stessi, non la realtà e la verità che esce dalla viva bocca della persona.
Dopo tale prolusione, è importante tener testa al giudice non rispondendo alle sue domande ma fare a lui delle domande. Questo è importante: non deve essere il giudice a fare le domande! Occorre far presente la propria posizione fin dalla prima domanda del giudice, quella relativa al nome dell’accusato, perché da parte sua il giudice ha la necessità di identificare la persona con il proprio nome, dando vita ai suoi documenti cartacei morti. Ma il nome è una finzione, che si riferisce a tutta la finzione propria del sistema burocratico. Se si accetta l’identificazione col proprio nome, si è sconfitti e si entra automaticamente nel suo sistema, quindi si accetta di sottomettersi alle decisioni arbitrarie del tribunale.
Per questo è importante mettersi nella posizione di fare le domande. Bonacci fa notare che in inglese il verbo domandare si dice asking, che letteralmente significa come un re. Esattamente ciò che siamo e dobbiamo provare di essere. Una delle domande che si possono porre al giudice è questa:
Con quale autorità state utilizzando questo nome e cognome come identificazione personale?
Bonacci puntualizza che questo vale nei paesi anglosassoni, è quindi da verificare bene se la stessa impostazione può valere anche in Italia. Per esempio sul certificato di nascita in Australia è stampata chiaramente la dicitura: Non deve essere utilizzato come identificazione personale. A quella domanda il giudice non può rispondere perché a quel punto è il governo dello stato ad essere posto sotto accusa.
Il sistema dominante, occorre ricordare, fondamentalmente porta avanti solo e sempre una motivazione economica, per questo siamo trattati come un’istituzione commerciale. Quando si giudica una persona in tribunale in realtà il sistema sta giudicando una corporation, una personalità giuridica, quella data dal nome e cognome. Ecco perché, conoscendo le domande giuste da porre, si potranno vincere le cause nel 100% dei casi. Occorre tuttavia studiare bene il sistema di leggi del paese in questione per formularle e presentarsi onorevolmente ed amichevolmente davanti alla corte da sovrano, ed evitare di dare per scontato il presupposto di essere colui che non sa chi è, quindi essere trattato da schiavo imbecille, come in maniera assai ingegnosa il sistema ha da sempre predisposto.
Per chi vuole essere in contatto con Santos Bonacci, il suo sito web è: http://www.universaltruthschool.com/
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