01-12-2013
Ancora tensioni pilotate dall’Estero in Ucraina. Ue e Usa non ci stanno e usano le leve già sperimentate al tempo dell’abortita ‘rivoluzione arancione’ per ‘destabilizzare’ l’Ucraina.
In tutta l’Ucraina migliaia di eurofanatici finanziati protestano contro la decisione sovrana del governo di non firmare l’accordo di associazione con la Ue ed avvicinarsi alla Russia.
Il premier Mykola Azarov ha annunciato che Yanukovich si recherà presto a Mosca per discutere di un rafforzamento dei rapporti economici, dopo il “no” al trattato di associazione con l’Ue. “Yanukovich vuole firmare una roadmap per la cooperazione che presuppone il ritorno alla normalità nei rapporti economici e commerciali”.
“L’Ucraina ha fatto la sua scelta geopolitica, siamo un popolo europeo e la nostra strada è stata tracciata dalla storia – ha aggiunto il presidente – ma al tempo stesso è mia profonda convinzione che il nostro governo debba far valere il suo ruolo di partner alla pari nell’associazione alle nazioni europee”.
Le manifestanti non sono pacifiche, e alcuni attivisti ‘arancioni’ si sono introdotti nel palazzo del municipio di Kiev, occupandolo.
A dimostrazione di come queste contestazioni siano costruite a tavolino per ‘forzare’ il governo ucraino a svendersi alla Ue, l’entrata in scena dell’organizzazione globalista con oscuri finanziamenti delle ‘paolini in gonnella’ di Femen. Davanti all’ambasciata di Kiev a Parigi, cinque ‘militanti’ hanno, infatti, urinato su altrettante gigantografie del presidente Ianukovich gridando “Ucraina in Europa”. A seno nudo, con scritte contro il presidente ucraino sul corpo, le attiviste del movimento, tutte e cinque ucraine, hanno spiegato di voler dire all’Europa che “l’Ucraina ha bisogno di aiuto” e “denunciare la violenza di Kiev contro i manifestanti”.
La Ue è cinque fanatiche che urinano in piazza.
Per quale motivo un paese appena liberatosi dal giogo sovietico dovrebbe passare a quello di Bruxelles è misterioso. Ovviamente ci sono motivazioni storiche a spingere parte della popolazione ucraina a non fidarsi dei Russi, ma oggi i ‘nuovi russi’ sono a Bruxelles.
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