L’esistenza e i fini di StratCap sono emersi grazie ai dispacci pubblicati da Wikileaks.
di Franco Fracassi
Avete presente i famosi mercati citati in continuazione da politici nazionali ed europei da qualche anno a questa parte? E lo spread lo avete presente? Ebbene, oggi tutto questo sistema può avere un nome. Si chiama Stratfor, la più grande agenzia di servizi segreti del mondo. Secondo quanto rivelato dai dispacci resi pubblici da Wikileaks, l’Agenzia avrebbe al suo interno una sezione super segreta che si occuperebbe di raccogliere informazioni su governi e aziende sparse in tutto il pianeta per poter investire pesantemente sul mercato valutario e su quello borsistico. Il tutto in collaborazione con la più potente banca del mondo: la Goldman Sachs. Politica societaria, questa, che costituisce reato in tutti i Paesi occidentali, il reato di insider trading.
221 West 6th Street, Austin. Nella suite numero 400 di un grattacielo al centro della capitale del Texas si trovano gli uffici di Stratfor. Undici analisti senior e decine di impiegati e agenti sul campo, oltre a migliaia di informatori dipendenti di governi, enti governativi, grandi aziende, forze armate, servizi segreti, giornali e televisioni. Un intero servizio segreto che lavora per far prosperare alcune centinaia di multinazionali, banche e governi, come quello dell’Arabia Saudita.
Un esempio? Quando in Bahrein si stava organizzando una protesta popolare in favore dell’introduzione della democrazia in quel piccolo, ma ricco, emirato del Golfo Persico, un serbo (Srdja Popovic) che stava aiutando, finanziando e addestrando quei rivoluzionari in erba passò all’Agenzia informazioni sui gruppi di protesta e sulle azione che avrebbero compiuto. Popovic fornì anche i nomi dei leader di questi gruppi. Quando, poi, centinaia di migliaia di persone manifestarono a favore della democrazia (come era accaduto pochi mesi prima in Egitto) intervennero direttamente i carri armati sauditi, invadendo il Bahrein e soffocando nel sangue la protesta. Inutile dire che tutti i leader che non erano riusciti a fuggire all’estero vennero catturati e imprigionati.
Un altro esempio? Il Dipartimento di Stato Usa nel 2010 decise che la crisi rappresentava un’ottima opportunità per mettere in ginocchio l’Europa, storica rivale economica e politica di Washington. Gli agenti di Stratfor a suon di milioni di euro corruppero centinaia di persone piazzate in posti chiave all’interno di alcuni Paesi europei «considerati a rischio». Le informazioni ottenute vennero passate al partner bancario dell’Agenzia (Goldman Sachs) che scatenò una specie di tempesta monetaria perfetta che mise in ginocchio quei Paesi. Uno dei quali era l’Italia.
Non si tratta di un complotto massonico internazionale. Si tratta di politica, si tratta do profitto e, soprattutto, si tratta di centinaia di migliaia di email rese pubbliche da Wikileaks.
Stratfor è così potente da aver avuto completo accesso ai documenti sequestrati nel presunto covo di Osama bin Laden in Pakistan, dove il leader di Al Qaida sarebbe stato ucciso.
Nell’agosto 2011 l’amministratore delegato dell’Agenzia texana George Friedman scrisse confidenzialmente ai suoi collaboratori: «Stiamo violando in continuazione la legge federale americana e anche le leggi internazionali, che vietano di corrompere funzionari pubblici per ottenere informazioni riservate. Voglio che tutto ciò sia chiaro. Per questo motivo da qui non deve uscire nulla, nemmeno un fiato su ciò che stiamo facendo».
L’accordo tra Freidman e il direttore finanziario di Goldman Sachs (Shea Morenz) risale al 2009. L’idea è quella di «utilizzare l’intelligence per fare soldi a palate». Goldman Sachs e Stratfor crearono un servizio super segreto all’interno della stessa agenzia: StratCap.
«StratCap utilizzerà le informazioni e le analisi di Stratfor per agire sul mercato azionario, e in particolare su quello delle monete e affini», scrisse in un’email confidenziale Friedman a un alto funzionario del Dipartimento di Stato, con cui Stratfor tutt’ora agisce in partnership alla pari. Sull’intestazione dell’email c’era scritto, maiuscolo: «Da non far leggere o discutere con nessun altro».
Da allora c’è una fitta corrispondenza elettronica tra Friedman e Morenz che sottolinea come Goldman Sachs, grazie alle informazioni ricevute da StratCap, e agli input del Dipartimento di Stato, investì miliardi di dollari nel mercato valutario europeo e in quello dei titoli di Stato.
In un’altra email, questa volta diretta a un analista senior di Stratfor, Friedman scrisse: «Quello che stiamo facendo non è alieno da Stratfor. Le informazioni servono per incrementare il portafogli dell’Agenzia e ad accreditarci sempre di più nel mondo dell’alta finanza».
L’ultima email resa pubblica risale al 2012. Friedman fa sapere a Morenz che «StratCap ha completato la sua creazione. Da questo momento potremo agire al massimo delle nostre possibilità».
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