F. Bruno Vacca
dal lontano passato rivendicano
La Liberta’ del Popolo Sardo
Solo in Sardegna e non in qualsiasi altra regione del nostro pianeta, l’antichità ha lasciato una così profonda impronta costruttiva che comprende migliaia e migliaia di imponenti torri megalitiche di epoca protostorica, a forma di tronco di cono che la gente sarda chiama nuraghi.
La presenza di queste costruzioni, infatti, si estende dalla linea di costa dell’isola, attraverso pianure, colline e altipiani, spesso fino ai recessi quasi inaccessibili dell’ intero entroterra montuoso, spesso assumendo,con il loro superbo aspetto, il ruolo dei più tipici elementi distintivi del paesaggio isolano.
Tutto questo ci fa capire chiaramente perché il nuraghe è spesso considerato quasi il simbolo araldico della Sardegna e dell’identità più intima del suo popolo.
Pertanto è lecito dire che che il nuraghe è l’elemento fondamentale delle sue più profonde radici culturali e spirituali del Popolo Sardo .
I nuraghi sono presenti in tutto il territorio della Sardegna da nord a sud e da est a ovest; si possono trovare anche tra le montagne del centro dell’isola a non grande distanza dalla cima del Gennargentu, che è la sua più alta montagna.
In Sardegna, sono sinora stati identificati e catalogati ufficialmente, operando spesso con scarsa precisione, più di 7000 nuraghi, di cui una gran parte è ancora in buone o discrete condizioni, a seconda dell’entità del danno subito dall’uomo e dal fluire del tempo .
Essi possono essere trovati con un’altezza residua che varia da un massimo di 16 m. per un minimo di 4 o 5 m.
Un’altra parte molto considerevole di queste costruzioni è, tuttavia, in cattive condizioni, perché risultano quasi completamente in rovina e di loro rimangono in piedi pochi metri di muratura, che, nella maggior parte dei casi, risultano quasi completamente coperti da una notevole quantità di materiale di crollo.
Vi è, infine, una terza porzione di non piccola entità numerica di queste costruzioni rappresentati da grandi mucchi di massi di medie e grandi dimensioni.
Il numero di nuraghi, in realtà ancora presenti in Sardegna, è molto più elevato rispetto a quello stabilito dagli investigatori ufficiali, perché moltissimi sono i nuraghi i non ancora censiti per la semplice ragione che non sono facili da trovare in molte zone isolane.
In realtà, ci sono numerosi nuraghi non ancora catalogati perché si trovano in zone di montagna non facilmente accessibili, come ad esempio il piccolo nuraghe di Serra e Nuratze e quello un po ‘più grande di Alleustra che sono presenti nel territorio di Aritzo (NU); ma ancora più numerosi sono quelli che sono nascosti nei boschi e quelli che sono completamente da cespugli di rovi o coperto da uno spesso strato di sporco e detriti.
Per dare un’idea del numero di quei nuraghi sconosciuti che sono sfuggiti al censimento per un motivo o l’altro, diciamo che a non grande distanza da Cagliari, nella zona compresa tra i comuni di Capoterra, Uta e Decimoputzu, ho trovato che ci sono i resti di circa 38 di questi edifici, mentre mappe I.G.M. (Istituto Geografico Militare) ne sono contrassegnati solo 3.
Allo stesso modo, nell’isola di S.Antioco è stata stabilita di recente, la presenza di oltre 80 nuraghi mentre le carte ‘I.G.M. ne riportano solo una dozzina.
Questo ci permette di dire che il numero di nuraghi presenti ancora in tutta l’isola di Sardegna, deve circa essere molto vicino a 10.000, esemplari, se non di più unità.
Molto maggiore doveva essere il numero dei nuraghi esistenti in origine nella isola, infatti, può essere facilmente dimostrato che molti di questi edifici, in particolare quelli che erano ubicati in prossimità delle grandi città o in località prive di pietrame da costruzione, come si verifica in genere nel Campidano, sono state fatti sparire completamente portando via pietra su pietra.
Così un gran numero di nuraghi sono stati completamente demoliti integralmente per riutilizzarne ogni concio in altri edifici, come ad esempio in nuove opere militari i, ponti, strade, case ,strade e recinti per il bestiame, e questo è successo, non solo in un lontano passato, come nel periodo punico e nel periodo romano, ma anche per tutto il Medioevo e in tempi più recenti, come quando negli anni del XIX secolo nel comune di Torralba hanno realizzato una fontana pubblica prelevando il materiale da alcune strutture del Nuraghe S.Antine.
Pertanto il numero di questi edifici originariamente presenti nell’isola doveva essere ben più elevato di 10.000 unità.
I nuraghi semplici ( costituiti da una sola torre) di solito sono presenti in alte posizioni da cui è possibile avere una vista dominante del territorio circostante, come, per esempio, nei pendii e contorni che definiscono le piccole jare e i grandi altipiani , come ad esempio la Jara di Gesturia e l’altopiano di Campeda.
In questo caso, sono quasi sempre posti in serie, non ad una considerevole distanza l’uno dall’altro; distanza che sembra determinata in funzione della conformazione topografica del luogo che pertanto, a seconda dei casi, può essere molto vicini e pertanto diversi dal meno di 400 metri a più di un chilometro o due.
Nuraghi complessi ( composti da due o più torri ) con altre due torri, al contrario sono spesso trovati in luoghi facilmente accessibili, come nel caso di Nuraghe Losa (Abbasanta), Nuraghe S.Antine (Torralba), Nuraghe Orrubiu (Orroli), Nuraghe Ortu Comidu (Domusnovas), Nuraghe Sa Domu Beccia (Uras) e molti altri troppo numerosi da menzionare.
Di solito i sardi, per molti secoli in qui fino ai primi decenni del XX secolo, erano poco in grado di dare alcuni chiarimenti circa i nuraghi, perché poco si sapeva su di loro.
Questo perché, per la maggior parte, attraverso un lungo periodo di acculturazione di ogni altra cosa è ancora presente, sono stati costretti a trascurare la loro vera identità culturale per assumere esteriormente e apparentemente quella dei loro colonizzatori,occupando così il ruolo di un popolo autodistruttivo che credendo così di potere preservare la loro continuità di esistenza solo negando se stessi rinunciando ad essere dovutamente i principali protagonista della storia della loro terra con la speranza di trovare un piccolo ruolo marginale in quello dei loro colonizzatori italiani.
Pertanto, non c’è da meravigliarsi che sia ancora nei due secoli precedenti quello attuale gli agricoltori ed i pastori sardi relativamente te ai nuraghi erano soliti dare delle risposte basate sulla fantasia perché l’archeologia ufficiale era come è ancora oggi lontana dalla verità.
Essi, infatti, erano soliti raccontare che i nuraghi erano le abitazioni di orchi giganti che avrebbero popolato l’Isola in un tempo remotissimo, per cui ancora oggi, in varie località dell’Isola alcuni di questi edifici sono chiamati Domu de Orcu .
La soluzioni del vari problemi relativi al nuraghi ed in particolare quella della loro funzione originaria a della non è ancora stata determinata con certezza malgrado oltre due secoli di studi e ricerche da parte di personaggi che impropriamente hanno assunto una certa notorietà non solo nell’ambito dell’ ma anche in quella internazionale.
Tale poco edificante
Ci sono molte teorie scientifiche picco edificante risultato conseguito della ricerca storica ed archeologica svolta nell’isola sotto l’egida di un genera di quella cultura italiana famosa per la sua eccellenza ma purtroppo di quel genere che risulta scadente per il suo dogmatismo e per il suo paternalismo.
Si deve infatti tenere precisare che coloro che in Sardegna hanno ricevuto e ricevono ancora l’incarico legale di dirigere le ricerche archeologiche, anche se sono muniti di risonanti titoli universitari, sono solitamente professionalmente impreparati per eseguire tali ricerche perché essendo d dei laureati in lettere antiche e pertanto sono privi di una preparazione professionale idonea.
Costoro infatti essendo solitamente privi di una adeguata formazione tecnico- scientifica non sono in grado di affrontare e risolvere i molteplici problemi tecnici e scientifici che si incontrano nel corso delle loro ricerche per cui quando talvolta lo fanno con impudente e vanagloria elaborano delle soluzioni prive di qualsivoglia validità scientifica e talvolta puerilmente inverosimili.
Assurdamente e irresponsabilmente lo fanno elaborare in primo luogo perché non hanno un’ adeguato background culturale, che di solito è basata in un corso di formazione letteraria perché un’investigatore del genere anche se è un grande esperto di greco, latino, storia, epigrafia, glottologia, ecc, in linea di principio, non è in grado di operare secondo il principio di causa ed effetto, mediante il quale studiando gli effetti è possibile individuare le cause ,così come non è in grado di capire le cause , specie se questi sono di natura tecnica scientifica ed implicano la conoscenza della fisica applicata,della topografia ,della scienza delle costruzioni, dell’antropologia. etc. mediante le quali si possono facilmente le risposte di numerosi problemi fondamentali che sono alla base della stessa ricerca archeologica.
A ciò bisogna aggiungere il fatto che molti investigatori ,proprio per la loro formazione letteraria hanno eseguito le loro indagini con i paraocchi di falsi assiomi e pregiudizi della cultura classica per cui viene considerata sub culturale tutte lei antiche manifestazione umane che come quelle della Sardegna nuragica non erano fondate sui presupposti della civiltà ellenica o latina.
Naturalmente tale la ricerca archeologica in Sardegna ha operato con questi criteri conformemente al quel processo di acculturazione imposto sui Sardi mediante quella radicale mistificazione della loro storia dettata dagli interessi coloniali che l’Italia ha sempre esercitato sulla Sardegna.
Pertanto non fa meraviglia che in tale clima sinora tutti gli investigatori che si sono occupati dei nuraghi non solo a livello ufficiale ma anche privato hanno elaborato delle strampalate teorie che anche di qualsiasi riscontro storico ed archeologico e quindi della minima validità scientifica vengono tuttora accolte acriticamente sia dal mondo culturale italiano che da quello internazionale.
Hanno quindi tutti dato per scontato che i nuraghi sono una rozza rudimentale di una primitiva ed icolta agro-pastorale che non conosceva la scrittura, perché sinora tutti gli investigatori, nessuno escluso,, non erano in grado di capire che queste costruzioni hanno implicato una progettazione preliminare che implica la conoscenza di tutte le leggi fondamentali della scienza delle costruzioni ed uno studio ponderato della conformazione geologica e topografica dei siti in cui sono stati edificati.
Fra le tante teorie elaborate quella che ancora va per la maggiore è quella proposta dal accademico G. Lilliu che ha sostenuto che gli antichi sardi politicamente erano organizzati secondo un primitivo sistema tribale perennemente turbato da lotte intestine per cui il nuraghe semplice era l’abitazione fortificate del pastori o dell’ agricoltore mentre quello complesso, essendo più ampio era riservato al capo tribù e al suo nucleo familiare ed a ospitare in caso di pericolo la popolazione di un villaggio circostante.
Riassumendo tutte le osservazioni fatte sulle principali teorie sviluppate sulla funzione originaria che avrebbero svolto i nuraghi si deve concludere che è assolutamente impossibile che, come si sostiene ancora, che i nuraghi sono stati edificati come abitazioni fortificate, o per essere utilizzati come tombe o templi adibiti a qualsiasi tipo di culto religioso, tra cui quello solare, lunare o di qualsiasi altro fenomeno astronomico.
Nonostante questa affermazione tuttavia non si può negare che alcune di queste costruzioni nel corso della loro millenaria esistenza possa essere stata utilizzata per scopi diversi da quello per cui originariamente erano state edificate.
Per individuare con certezza la loro reale originaria funzione , è indispensabile eseguire un’attenta attenta analisi razionale di tutte le loro caratteristiche costruttive e ambientali perché queste, come in qualsiasi edificio antico o moderno, risultano in funzione dell’utilizzazione principale a cui è stata destinato.
Naturalmente dopo aver eseguito questo studio il ricercatore, in mancanza di una documentazione scritta, è spesso portato a elaborare diverse ipotesi fra le quali la più veritiera potrà essere quella che da una valida risposta alla maggior parte dei perché che sorgono nel corso della ricerca.
Solo operando conformemente a tali criteri mi è stato possibile stabilire in maniera inconfutabile quale sia stata la reale funzione dei nuraghi e la ragione essi nel’Isola sono presenti in così grande numero. stabilire con un sufficiente grado di certezza, se non in modo permanente, il più probabile funzione originaria dei nuraghi.
Poiché non mi è qui possibile dilungarmi nel descrivere gli aspetti particolari della mia attività di di studioso ed investigatore indirizzo a stabilire quale sia stato il reale passato dei Sardi ,dirò sinteticamente che dopo avere studiato i nuraghi in svariate località isolane non solo esclusivamente uno per uno come a se stante , come hanno solitamente fatto la maggior parte degli studioso, ma anche nelle loro reciproche correlazioni, sono in grafo di dimostrare che essi in ogni distretto territoriale isolano sono stati distribuiti in modo da realizzare un efficiente sistema di comunicazione,controllo e difesa zonale atto a salvaguardare la sicurezza della popolazione locale.
Un’attenta analisi della distribuzione dei nuraghi in tutta l’isola abitata dai sardi mostra chiaramente che i sistemi difensivi zonali che abbiamo individuato sono lungi dall’essere isolato, in quanto non vi è alcuna delimitazione o confine fra l’uno e l’altro .
Sono cioè assenti quelle fasce territoriali prive di nuraghi,definibili come terre di nessuno,che dovrebbero circondare ogni sistema difensivo nel caso che ognuno di essi fosse stato a se stante quale espressione militare di una organizzazione tribale ,anzi ho riscontrato che ogni sistema difensivo zonale presenta delle ramificazioni mediante le quali appare strategicamente raccordato con quelli confinanti.
Pertanto l’indagine sui criteri che hanno guidato gli antichi ardi nella distribuzione dei nuraghi in tutto il territorio isolano conduce alla logica conclusione che i sistemi difensivi zonali facevano parte di una rete difensiva unitaria che partendo dai contorni costieri isolani si estendeva in tutto il territorio dei Sardi.
Ciò automaticamente sfata l’illazione , poco razionale, scientifica secondo la quale i Sardi in Epoca Nuragica erano organizzati secondo un primitivo sistema di molteplici tribù o cantoni aventi come unico fine esistenziale quello di autologorarsi in un interminabile.
Tale teoria d G.Lilliu, analogamente al giudizio sui Sardi pocos y mal unidos, espresso da Carlo, ha sempre riscontrato il tacito beneplacito del distruttivo neocolonialismo, perchè che comprovando che i dissidi campanilistici isolani sono connaturati nel DNA dei Sardi,di fato impedisce la loro unione rendendo valido il vecchio proverbio sardo che testualmente sostiene che:
kandu is tzeraccos kertant su mere este senpre bene serbiu ( quando i servi bisticciano il padrone è sempre ben servito)
infatti l’esistenza di una rete difensiva unitaria isolana implica automaticamente che i IN epoca nuragica erano organizzati unitariamente anche in campo militare e quindi anche politico, sociale, economico, rende cioè evidente che esisteva una nazione sarda e in uno stato sardo nel senso moderno della parola; tutto ciò d’altronde risulta confermato da tutti quegli altri dati archeologici e dagli aspetti della Civiltà Nuragica che pongono in risalto la omogeneità religiosa e culturale.
Inoltre l’esistenza di questa rete difensiva isolana, comprendente oltre una decina di migliaia di nuraghi, pone in risalto che tutto il territorio dei Sardi era poderosamente fortificato, e pertanto ciò spiega perché questa civiltà sia perdurata nell’Isola per circa 1400 anni e perche i Cartaginesi dopo aver conquistato una larga parte della Sicilia in pochi mesi,i impiegarono oltre cinquanta anni’ per conquistare solo le aree pianeggianti della Sardegna.
Tutto ciò lascia dedurre che anticamente,quando la maggior parte delle popoli europei compreso quello della penisola italiana non erano nessuno perché erano tutt’altro che avanzati sul piano civile i Sardi costituivano uno dei più avanzati popoli del Mediterraneo che tramite la sua potenza militar fu capace di salvaguardare e la propria libertà e ‘indipendenza della Sardegna per quasi un millennio e mezzo.
a come ho dimostrato, per la prima volta circa un ventennio fa, i Sardi nello stesso periodo storico furono tutt’altro che un popolo di rozzi pastori ed incolti contadini poiché costituivano anche la pIù grande potenza marinara del Mediterraneo come e confermato dagli antichi Egizi quando li definivano I Re del Mare.
Oggidì dopo circa due millenni e mezzo dalla fine della Civiltà Nuragica, forse per un incomprensibile nemesi storica, la vita della Sardegna risulta radicalmente degradata rispetto quella del suo lontanissimo passato perché da troppi secoli l’Isola non è più una terra libera ed indipendente; da troppo tempo essa soggiace quasi esclusivamente ai condizionamenti imposti da coloro ad arrivano d’oltremare per comandare su tutto e su tutti per depredarla di ogni sua risorsa attuale e potenziale.
La Sardegna non è una terra libera perché i Sardi a causa del plagio operato dagli inganni politici e culturali sono stati e vengono tuttora costretti a rinunciare ad essere se stessi e ad non essere più padroni della propria terra e del proprio destino credendo così di potere continuare a sopravvivere come popolo, senza però rendersi conto che da oltre un secolo sono soggetti a un a lento e progressivo genocidio operato senza spargimenti di sangue che li costringe unge a fuggire dalla loro terra per disperdersi nel mondo; genocidio che è rivelato in tutta la sua drammaticità quando si considera che la popolazione isolana è un quarto della popolazione del Piemonte o della Sicilia o del Piemonte che hanno rispettivamente una estensione territoriale quasi uguale a quella della Sardegna e che di questo una larga patte è costituita da gente di origine non sarda.
Oggi dopo oltre un secolo e mezzo sotto il governo italiano i Sardi mentre subiscono una lenta e progressiva distruzione della loro identità e vengono privati di tutte le risorse e possibilità economiche della loro terra sono costretti a viverci in un disperato stato di miseria di disperazione e di miseria non molto dissimile da quello di colui che muore di fame in un grande deposito di cibo in scatola perchè gli viene tassativamente vietato l’uso dell’apriscatole.
Per questa tragica condizione enorme è il numero dei Sardi che dl secolo scorso ad oggi sono stati costretti a fuggire dalla loro terra alla ricerca di pane e lavoro in tutta l’EUROPA
in più lontane contrade del mondo parrebbe infatti che questo numero comprende oltre un milione di persone e ciò indica quanto sia grande il danno che sta subendo la sopravvivenza del Popolo Sardo.
Tuttavia un uguale numero di Sardi non ha voluto abbandonare la propria e quasi tacitamente che quasi silenziosamente con grande abnegazione si ostinano a lottare per vivere nella loro terra animati da una misteriosa forza di oscure origini che pare destata nelle loro anime proprio dai nuraghi che ancor sono presenti nell’Isola.
sviluppo nella loro identità
Infatti i nuraghi che nell’Isola sono presenti ancora in buono stato hanno tutti l’aspetto tanto maestosamente imponente da denotare in essi la presenza di una grande misteriosa ed invisibile forza arcaica
E’ una forza che rivela l’ antica grandezza del popolo che li ha edificati; una grandezza soprannaturale che trascende che sembra emergere con evanescenti immagini di cruente battaglie vinte e parate trionfali accompagnate dall’eco di canti di vittoria accompagnate dall’eco di esultanti grida di e inni di vittoria, da un lontano e glorioso passato apparentemente dimenticato passato che è solo rimpianto nell’inconscio collettivo dei Sardi contemporanei.
Sembra che tale forza emerga da irruentemente da un mitico passato per trasferirsi nella coscienza dei Sardi contemporanei per destare in essa l’antica e fiera sarda opposizione antica volontà ad ogni ingiustizia economica e sociale, ad ogni corruzione morale ed inganno politico che viene oggi esercitato in Sardegna dal il vuoto spirituale e morale della moderna vita globalizzata ,ciò unitamente alla decisa volontà di rendere questa terra libera da ogni condizionamento e sfruttamento che le viene imposto d’oltremare.
In questa Sardegna degradata dove il lento fluire del tempo ha quasi ridotto in polvere le opere costruttive che vi hanno lasciato prima i Cartaginesi e ed i Romani e poi i successivi invasori emergono ancora maestosamente imponenti numerosi nuraghi sfidando l’opera distruttiva dell’uomo quasi a significare che la sardità di questa terra non può essere cancellata da nessuna forza umana e che, pertanto i Sardi malgrado tutto, possono risvegliare in se stessi’ fiera e grande fiera forza dei loro antichi antenati per rendere libera la loro sacra terra del le diventare liberi pad essere nuovamente un prossimo futuro liberi e responsabili fautori del proprio progresso e padroni de proprio futuro e di quello dei loro discendenti sino alla fine del mondo.
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