In vigore dal primo gennaio prossimo, l’applicazione della normativa potrebbe slittare di qualche mese. Molte le lacune, anche informative, da compensare
18-12-2013
Manlio Cafiero
Il primo gennaio 2014 scatta l’obbligo per gli agricoltori di applicare la difesa integrata. In pochi, per la verità, ne sono a conoscenza e nemmeno è chiaro come verranno effettuati i controlli. L’applicazione della normativa potrebbe essere rimandata di qualche mese; ecco, intanto, un breve cenno su cosa potrebbe cambiare per gli agricoltori con l’inizio del nuovo anno.
Brevi cenni normativi. Seguendo quanto espresso dal Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009, che ha istituito un “quadro per l’azione comunitaria ai fini di un utilizzo sostenibile dei pesticidi”, il primo gennaio entrerà in vigore l’obbligo per gli agricoltori di adottare metodi di difesa integrata. In Italia, il Decreto Legislativo n. 150 del 14 agosto 2012 è l’attuazione della Direttiva 2009/128/CE. In riferimento all’art. 1, 3, 14 e all’allegato III della di tale direttiva e agli articoli 18, 19, 20 e 21 e dell’allegato III del Dlgs. 150/2012, viene ripreso il concetto di agricoltura sostenibile attraverso la promozione di tecniche colturali integrate e di approcci alternativi alla difesa chimica. La difesa integrata, secondo la norma, sta chiusa negli 8 punti citati nell’allegato III:
1. Uso di tecniche integrative (mezzi agronomici, genetici, igienici, impiego di organismi utili);
2. Monitoraggio, previsione e allertamenti;
3. Soglie di intervento territoriali;
4. Priorità ove possibile a mezzi biologici, fisici;
5. P.F. selettivi e a minor rischio possibile;
6. Dosi ridotte, ridotto n° di trattamenti per limitare l’insorgenza di resistenze;
7. Diversificazione delle s.a. per limitare l’insorgenza di resistenze (diverso meccanismo d’azione);
8. Verifica del grado di successo delle strategie impiegate;
Tutela ambientale e riduzione degli agrofarmaci. Nel PAN (Piano di Azione Nazionale), il vero volano applicativo della legge, realizzato dal governo italiano, questa norma assume il titolo di “Strategie fitosanitarie sostenibili”, che include la difesa integrata e la difesa biologica. Gli obiettivi primari sono la tutela dell’ambiente, degli operatori e dei consumatori, unita alla protezione della biodiversità attraverso la riduzione dell’utilizzo di agrofarmaci. L’applicazione della difesa integrata obbligatoria prevede l’adozione di tecniche di prevenzione, contenimento e lotta alle infestanti, l’utilizzo di mezzi biologici contro i parassiti e l’uso di agrofarmaci che presentino una minore pericolosità per l’uomo e per l’ambiente.
PAC, ministeri e Regioni. Le linee guida per la difesa integrata, la realizzazione di modelli da seguire e la parte informativa sono un compito dei relativi ministeri di ogni paese membro. Molto cambierà anche nei prodotti disponibili, ed è stato necessario aggiornare la banca dati degli agrofarmaci. Le regioni avranno il compito di ricevere le disposizioni ministeriali, attuando i Piani di Azione Regionali (PAR), attivare i sistemi di divulgazione per le aziende e attivare delle strutture territoriali per organizzare l’assistenza tecnica sulla difesa fitosanitaria, anche grazie al supporto della nuova PAC 2014-2020 sosterrà la consulenza tecnica dei professionisti.
Informazioni per le aziende. Le aziende agricole dovranno farsi carico di tutti gli obblighi legislativi riguardanti le limitazioni del numero e delle tipologie di interventi e dei volumi di adacquamento e le osservanze delle soglie di intervento previste dalla difesa integrata. Per loro sarà possibile aderire al marchio di qualità SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata) e in tal caso gli agricoltori dovranno tenere fede a disciplinari ben precisi. Gli agricoltori dovranno avere accesso a una vera e propria rete informativa che li aggiorna su dati meteorologici, tempi di rientro e bollettini informativi.
Molti degli obiettivi indicati dal PAN richiederanno ingenti risorse economiche specificamente finalizzate a coprire i costi, che si annunciano rilevanti. Sono stati rilevate perplessità sulla disponibilità di tali risorse. I problemi di applicazione del decreto legislativo sono anche derivati da una mancanza di comunicazione e coordinazione sul territorio. La difesa integrata obbligatoria potrebbe mutare il panorama generale di gestione dell’agricoltura ma, al momento, sono davvero pochissimi coloro a conoscenza di ciò che sta accadendo.
tratto da : (clicca qui)