7 gennaio 2014

Alzi la mano chi pensa di riuscire a cambiare il sistema restando all’interno delle regole che il sistema stesso si è dato (per proteggersi). Come scrivevo in questa nota, nonostante ci abbiano fatto credere di essere in una democrazia, e nel migliore dei mondi possibili, dove le cose sono, se non perfette, perlomeno quanto di meglio ci possa essere, mi sembra evidente che il sistema sia fatto ad arte per non permettere alcun cambiamento. Quando con una nota (questa: “Elogio del bel gesto“) ho dimostrato di apprezzare un ragazzo coraggioso (e intelligente e preparato, fra l‘altro, come si vede qui) che ha avuto l’ardire di staccare una bandiera europea, sono stato prontamente ripreso da un difensore ad oltranza del regime che ha parlato di legalità, che non si può andare contro le leggi, che i poliziotti fanno il lor dovere, e bla, bla, bla. E tutto questo, oltre a darmi il voltastomaco, mi ha fatto vedere come ci sia ancora chi mette da una stessa parte legale, morale, etico, contrapposto a illegale, immorale, non etico. Dimenticando che ci sono molte cose legali (uccidere un bambino nella pancia della mamma? Uccidere un afgano con la scusa che siamo in una missione di pace?) che con la moralità non hanno niente a che vedere.

La discesa in piazza delle persone del 9 dicembre, molto apprezzabile, non sembra però sortire quell’effetto che alcuni auspicavano. Anche lì, poca preparazione, poco coordinamento, programmi confusi, obiettivi poco chiari, e tutto sommato, poca copertura mediatica e pochissima adesione. Bravi lo stesso, non critico per nulla, anzi.

Per sconfiggere un nemico bisogna conoscere i suoi punti deboli: non bastano le buone idee o la bontà di un ideale. Bisogna sapere ciò a cui l’avvesario tiene veramente, quai sono i colpi che accusa, altrimenti si fa tanta fatica per niente. e questa casta ladra, corrotta, incapace, di cosa vive, se non del nostro denaro? Del denaro che ci sottrae quotidianamente, a ritmi sempre più alti, con motivazioni sempre più ingiustificate, sempre più odiose? Da soli non saprebbero fare nulla: hanno bisogno di noi, del nostro lavoro, della nostra sottomissione. E perchè proprio dei nostri soldi? Ma perchè dalle grandi corporations non prelevano nulla, come detto in questa nota, dove si spiega molto bene che, grazie alle leggi fatte dalla stessa casta, le multinazionali non pagano pressochè nulla di tasse, in maniera perfettamente legale.

E allora dobbiamo escogitare qualcosa che li affami. Qualcosa che ponga fine a questa depredazione delle nostre vite, del nostro tempo, delle nostre risorse, in ultima analisi della nostra libertà di vivere in pace come ci pare. E se qualcuno avesse ancora dubbi che le tasse sono giuste, sono dovute, o, come diceva Padoa-Schioppa (pace all’anima sua) “le tasse sono bellissime“, pensi che in realtà le tasse servono per pagare gli interessi sul debito e gli oneri finanziari dello stato, che negli ultimi 20 anni il bilancio dello stato sarebbe stato sempre in positivo, se non fosse stato per tali oneri, e che uno stato che non avesse delegato a privati la produzione del denaro non schiavizzerebbe i suoi cittadini sotto il giogo di un debito eterno. Vi pare che stia esagerando? Nando Ioppolo, in questa videointervista, faceva notare che, secondo dati Istat, la somma di Iinteressi sul debito e oneri finanziari per il 2009 ammontava a 230 miliardi di Euro.

Quando imprenditori, liberi professionisti, sono costretti a pagare per redditi che non hanno fatto, solo perchè Befera & C. si inventano “redditi presunti“, e questi si indebitano sempre di più per non perdere tutto, case, capannoni, attività, magari ereditate dai propri genitori o dai propri nonni, e si vedono sottrarre tutto solo perchè i falchi dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia si arrogano il diritto di decidere quanto uno deve guadagnare, ritenete che si sia ancora in democrazia? Quando lo Stato, da una parte committente di lavori, non paga i fornitori, ma pretende che questi paghino l’IVA anche se non hanno incassato nulla delle fatture emesse, e costringe questi nelle mani degli strozzini banche a fare factoring del loro credito, e poi, se questi non pagano contributi, gli blocca l’attività o gli pignora i beni con Equitalia, ritenete di avere ancora un dovere nei confronti di questo stato? E se mi imponi, in virtù della legge sulla privacy, a tenere aggiornato l’archivio dei fornitori e dei clienti, perchè quando si fa un passaggio di proprietà di un’auto, per un semplice aggiornamento su una linea di un archivio mi chiedi 400 €? Quando lo stato impone cifre assurde solo per esporre un cartello, o per un cambio di destinazione di un capannone, o per un passaggio di proprietà, non sta contravvenendo al primo principio di ogni imposta sui redditi, e cioè che il presupposto dell’imposta deve essere un reddito? Ma se il reddito non ce l’ho, perchè sto aprendo una attività, perchè mi tassi ancora prima che cominci?

Ecco perchè ci fanno così tanta campagna contro l’evasore: perchè vogliono identificare questa cosa come una cosa degna del peggior essere umano, spregevole, antisociale, pericoloso. Pericoloso sì, ma per loro.

Perchè questa è l’unica cosa di cui hanno veramente paura: che smettiamo, come gregge belante, di correre a pagare ogni volta che qualche funzionario ci scrive o qualche nuova leggina ci impone una nuova tassa. Perchè noi samo in tanti, ma proprio tanti, e loro pochi, ma proprio pochi. E proprio perchè sono in pochi, come le organizzazioni criminali, hanno bisogno di fiancheggiatori, affiliati, salariati, caporali, che mantengono il controllo sul territorio per loro in cambio di qualche garanzia: uno stipendio, una pensione a fine carriera, l’assunzione del figlio, un permesso di edificabilità concesso con maggior velocità, cosucce di questo genere.

A tutti questi io chiedo: non vendete la vostra anima per una sicurezza passeggera effimera, non vendete la vostra primogenitura per un piatto di lenticchie. A forza di mandar giù bocconi amari, che non siete in grado di digerire, potrebbe venirvi l’ulcera, o anche di peggio. Esempi nobili ce ne sono: ad esempio un sindaco che decide di pagare i fornitori, con i soldi propri del comune, e per non essersi sottomesso alla casta (patto di stabilità) si vede decurtare il suo stipendio per un anno intero.

A tutti noi che non siamo nè casta nè fiancheggiatori io dico: non so se invitare alla rivolta fiscale. Non so se fare apologia di reato. Non voglio arrivare a tanto. Ma probabilmente non ce n’è bisogno: nel giro di poco ci avranno privati di tutto, e allora non avremo, materiamente, nulla con cui pagare. A quel punto sarà forse troppo tardi.

Pubblicato in DOMINIO E POTERE, ECONOMIA E FINANZA, Nuovo Ordine Mondiale

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