Ecco che viene a galla il vero motivo per cui il Sign. Busato ha organizzato la farsa del plebiscito sull’indipendenza dell’ Ente Territoriale italiano “Regione Veneto” .
Come immaginavamo era uno stratagemma che gli avrebbe portato un bel po’ di voti per le prossime tornate elettorali; una bella presa per i fondelli al Popolo Veneto per il proprio tornaconto personale !!!
La Costituzione Italiana riconosce esplicitamente il ruolo dei Partiti Politici quando scrive, all’art. 49, che «tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale”.
Di questi soggetti politici noi del MLNS diffidiamo assolutamente perché, anche nel caso fossero in buona fede e convinti di seguire un percorso che li porterebbe a raggiungere l’obiettivo della liberazione dallo Stato nemico italiano, illudono il popolo di poterli portare all’indipendenza attraverso un percorso referendario nell’ambito delle istituzioni straniere italiane. Questa strada è impercorribile attualmente in Italia e perderemmo solo ancora tempo. E’ alto, inoltre, il rischio di ritrovarci, come nel caso dell’Egr. Sign. Busato, a che fare con abili cacciatori di poltrone, pronti a cavalcare la causa indipendentista pur di “galleggiare politicamente” o per godere di visibilità mediatica; questi personaggi non servono alla causa indipendentista.
Nel caso che un partito che si “definisce” indipendentista, attraverso le elezioni italiane, riuscisse a controllare l’apparato governativo, anche di una sola parte di territorio, avrebbe raggiunto tale posizione di potere con le loro regole e ad esse sarebbe quindi assoggettato.
Proprio in virtù di quelle stesse regole, per le quali il partito politico ha accettato la competizione elettorale, non può poi violarne i principi costituzionali e, nello stato straniero occupante italiano, non vi sono norme che prevedono alcuna possibilità di dichiarare indipendente una parte del territorio.
Mi sembra assolutamente chiaro che un partito politico italiano che si presenta apertamente come indipendentista sia anti-Costituzionale e quindi legalmente irricevibile per qualsiasi tornata elettorale italiana.
Inoltre….perchè indire un referendum per mettere ai voti un diritto che è già nostro ?
Le contraddizioni dei partiti “indipendentisti” sono evidenti per i seguenti motivi:
1) sono partiti italiani, perché costituiti secondo norme del diritto straniero italiano;
2) ambiscono ai seggi negli enti locali territoriali dello stato straniero occupante italiano, quali l’ente Regione;
3) quand’anche riuscissero a mantenere fede al proprio programma politico con la proposizione di un referendum popolare consultivo regionale o di una dichiarazione d’indipendenza, lo stato italiano ne impedirebbe da subito anche la sola indizione, perché sarebbe in stridente contrasto con la carta costituzionale;
4) l’ente italiano “Regione” ( che sia sarda, veneta, siciliana, ecc.) non rappresenta in alcun modo né l’intero Territorio della Repubblica Sarda, Veneta, Siciliana, ecc. né i rispettivi popoli.
Sergio Pes (Presidente MLNS e GSP)
Il promotore della consultazione annuncia la nascita di “Veneto sì”
Il comico genovese: «La Padania non esiste, la Repubblica di Venezia sì»
Domenica 23 Marzo 2014
VENEZIA – «Il soggetto politico che si muoverà dopo la vittoria dei sì al referendum per l’indipendenza si chiamerà Veneto Sì, che si trasforma da comitato per il Sì all’indipendenza, ad organizzazione politica che difenderà i risultati ottenuti con la proclamazione di indipendenza». Lo annuncia il promotore della consultazione On line “Plebiscito.eu“, Gianluca Busato.
Anche Beppe Grillo nel suo blog ha parlato del referendum veneto: «In Italia l’idea di decentralizzare i poteri dello Stato centrale prima del prossimo naufragio economico e istituzionale e di mantenere allo Stato poteri fondamentali è una soluzione per bloccare le spinte centrifughe in atto. Non è secessione, come non lo è negli Stati federali come gli Stati Uniti e la Svizzera. La Padania non è mai esistita, ma la Repubblica di Venezia è durata mille anni». Beppe Grillo ci riprova, dopo il post di due settimane fa in salsa leghista con cui aveva tuonato: «Basta Roma, torniamo alla Repubblica di Venezia e alle Due Sicilie».
Grillo si sofferma sulla situazione in Ucraina, perché da lì, secondo il leader stellato, arrivano delle lezioni. «Mentre in Veneto si stanno facendo le prove generali per la secessione sotto gli occhi stupiti di giornalisti post datati e di storici da strapazzo – scrive sul blog – dall’Ucraina arrivano due lezioni: il colpo di Stato ‘democratico’ e l’autodeterminazione dei popoli ‘antidemocratica’. La parola democrazia è diventata la foglia di fico degli analisti cicero pro domo sua. La usano come in cucina si usa il prezzemolo, un po’ qua, un po’ là, male non fa». In particolare, il referendum in Crimea «è stato bollato dalle democrazie occidentali come illegittimo. Ora, se passasse il principio che attraverso un referendum un popolo possa decidere di non far parte di una Nazione ed eventualmente ricongiungersi a un’altra, per l’Europa costruita sul concetto ottocentesco di Nazione dopo il crollo degli Imperi, sarebbe una catastrofe. C’è la fila per l’autodeterminazione, dalla Catalogna, alla Scozia, ai Paesi Baschi, alla Bretagna, al Veneto, a Trieste».
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