Veramente ridicolo il fatto che l’UE giudichi illegale il referendum per l’indipendenza dell’est Ucraina; da notare il fatto che anche alle prossime elezioni europee i cittadini eleggeranno il Parlamento Europeo che conta un po’ meno di niente mentre l’istituzione che veramente comanda è la Commissione Europea che non è eletta dal popolo.
In pratica ai posti di comando mettono le persone che fanno comodo a loro mentre i cittadini vengono presi per i fondelli con delle elezioni farsa facendogli credere di eleggere delle persone che li rappresentano mentre in realtà non rappresentano proprio nulla e devono attenersi alle disposizioni della Commissione Europea…
lunedì 12 maggio 2014
Plebiscito per l’indipendenza da Kiev nell’Est dell’Ucraina: come atteso, il referendum organizzato nelle regioni russofone e russofile della parte orientale del Paese ex sovietico ha portato ad una larghissima maggioranza di “sì” alla secessione. Secondo i dati diffusi dal Comitato elettorale allestito dai militanti separatisti, ieri ha votato a favore l’89,7%, il 10,9% è contrario, uno 0,74% delle schede è risultato nullo. L’affluenza è stata del 74,87% nella regione di Donetsk, dell’81% a Lugansk.
Un quadro che minaccia concretamente una ulteriore fase di instabilità sul fianco orientale dell’Ucraina e nell’intero Paese sconvolto da tensioni, disordini e violenze e dove nell’Est le autorità ad interim filo-occidentali hanno lanciato un’operazione militare per tentare di riprendere il controllo, per ora senza grandi risultati.
L’esito del voto sarà ufficializzato oggi nel primo pomeriggio, tra le 13 e le 17 italiane, prima a Donetsk, poi Lugansk. E dopo il Cremlino renderà pubblica la sua posizione al riguardo: Vladimir Putin la scorsa settimana ha chiesto un rinvio del referendum, richiesta respinta dai separatisti ucraini. Una dinamica che ha alimentato i dubbi occidentali di un “gioco delle parti” tra il Cremlino e i russofili ucraini e che ha portato il governo di Kiev a puntare il dito contro “una farsa”. Né l’Ue né gli Stati Uniti riconoscono il referendum che chiede, de facto, lo smembramento dell’Ucraina, anche se la domanda posta era solo sull’indipendenza, evitando riferimenti ad una eventuale annessione alla Federazione russa.
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