I REFERENDUM per l’Indipendenza (distinguendo i diversi status – dall’accettazione di quello Scozzese al negato/improbabile catalano) quando fatti secondo le Leggi dello Stato di appartenenza, devono seguire le regole e i principi che tutti accettano come LEGALI.
Ma allora a cosa servono tutte le manifestazioni in Sardegna se si ha di fronte uno scenario europero, con tali situazioni?
Credo che non si possa pretendere di essere “FUORI E DENTRO” le Regole dello Stato di appartenenza, ovvero contestare ciò che non ci piace e accettare contemporaneamente ciò che conviene.
Per tutti valga l’esempio delle Marinerie che stanno attorno alla Base di Teulada, contrarie quando non ricevevano niente, adesso d’accordo/in silenzio perché ricevono indennizzi in moneta, mentre tutt’attorno il mare e la terra sono pieni di ordigni di ogni genere.
L’unica scelta valida (ma ci vogliono le “bolas”) è non accettare il Sistema di Regole dello Stato di appartenenza, in cui non c’é più spazio per il Diritto Naturale che spetta ad ogni essere umano dalla sua nascita, sepolto dalla “Finzione Giuridica” a cui si é artatamente sottoposti al momento della nascita, in cui ci tolgono la sovranità individuale; l’assenza della stessa permette agli stati moderni di far ciò che vuole dei propri cittadini.
Se ci si vuol liberare, ci vuole molto coraggio e conoscenza di cosa si può fare legalmente (attinenti ai principi di Diritto internazionale). Le manifestazioni, più o meno oceaniche, portano a risultati risibili, ma non modificano quelli che sono gli equilbri esistenti.
TANTI continuano a credere che quella sia l’unica via. La scelta di una via diversa e alternativa ancora non ha sfondato perché ci son da cambiare i paradigmi mentali e i comportamenti correlati.
Penso che, prima o poi, ci si renda conto che si perde troppo tempo nell’inseguire le chimere, ma forse il tempo non é ancora maturo.
Paulu Biancu (Capo Dip. Economia GSP)