venerdì 30 maggio 2014

LONDRA – “Lunedì sera, il messaggio di Hollande alla nazione era triste. Non ha dato risposte oltre qualche riferimento proforma a “crescita, posti di lavoro e investimenti”, immediatamente smentiti dalla sua volontà di insistere tenacemente con la stessa politica restrittiva che ha portato al disastro. Il suo primo ministro, Manuel Valls, ha anche annunciato che il Presidente avrebbe portato a termine il suo mandato di cinque anni, come se questo fosse già in dubbio.

Molti sostengono che il Front National sia euroscettico solo in superficie. Forse, ma quando ho chiesto alla signora Le Pen che cosa avrebbe fatto il primo giorno del suo mandato se fosse mai arrivata al Palazzo dell’Eliseo, la risposta è stata incisiva. Avrebbe dato istruzioni al Tesoro francese per pianificare l’immediato ritorno al Franco, quel grande simbolo dell’emancipazione dall’occupazione inglese (l’etimologia del termine deriva dall’”affrancarsi” dagli Inglesi).

Ha promesso di confrontarsi con i leader europei, mettendoli subito davanti a una scelta netta: lavorare con la Francia per una “uscita concertata” o smantellamento coordinato dell’Unione Monetaria Europea, oppure resistere e lasciare che l’”Armageddon finanziario” faccia il suo corso. “L’euro cessa di esistere nel momento in cui la Francia se ne va, e questa è la nostra  incredibile forza. Cosa faranno, manderanno i carri armati?” ha detto.

La Le Pen ha detto che non ci può essere nessun compromesso con l’Unione Monetaria, ritenendo impossibile restare una nazione sovrana all’interno delle strutture dell’UEM e impossibile effettuare le politiche di reflazione necessarie per sconfiggere la crisi economica. “L’euro blocca tutte le decisioni economiche. La Francia non è un paese che possa accettare la tutela di Bruxelles. Stiamo cedendo a uno spirito di schiavitù,” ha detto.

Le autorità dell’UE sono ora in una situazione quasi senza speranza”.

Ambrose Evans Pritchard – The Telegraph. 

tratto da: (clicca qui)

mercoledì 28 maggio 2014

BRUXELLES – Sono seduto in una stanza ad ascoltare i funzionari UE che commentano le elezioni del Parlamento Europeo – e mi sembra che siano in uno stato di totale rifiuto della realtà. Barroso ha appena dichiarato che l’euro non ha nulla a che fare con la crisi, che è tutto un problema di politiche sbagliate a livello nazionale; pochi minuti fa ha detto che il vero problema dell’Europa è la mancanza di volontà politica.

Questo è piuttosto sorprendente, in senso molto negativo.

Spiacente, ma prima dell’avvento dell’euro in Europa non ci sono state recessioni a livello di vera depressione. E sappiamo esattamente quel che è successo: all’inizio, la creazione dell’euro ha incoraggiato grandi flussi di capitali verso il sud Europa, ma poi il flusso si è interrotto – e l’assenza di valute nazionali ha costretto i paesi debitori ad attraversare un processo estremamente doloroso di deflazione. Com’è possibile che qualcuno possa negare il ruolo della moneta unica?

E se c’è una cosa di cui l’Europa non manca, è proprio la volontà politica. In tutti i paesi mediterranei, i governi hanno diligentemente imposto un’austerità incredibilmente dura nel nome del “ce lo chiede l’Europa”. Cosa avrebbero dovuto fare che non hanno fatto?

Immagino che la tesi sia che se i Greci, i Portoghesi o gli Spagnoli si fossero impegnati davvero, con convinzione, con ferma volontà nelle riforme e nell’aggiustamento, le loro economie sarebbero cresciute vigorosamente nonostante la deflazione e l’austerità. La possibilità che le cose stiano andando così male – e che i movimenti radicali si siano affermati – perché le politiche imposte sono fondamentalmente sbagliate, semplicemente sembra che non sia neanche presa in considerazione.

Paul Krugman – New York Times, oggi. 

tratto da: (clicca qui)

movimento

2014.05.16 – DENUNCIA ALLA INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE E ALLA INTERNATIONAL CRIMINAL COURT

Aristanis,  16 maggio 2014

 SPETT.LE

INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE PEACE PALACE

-O.N.U

Human Rights Committee

Petitions Team

Office of the High Commissioner for Human Rights

United Nations Office at Geneva

ICRC

International Committee of the Red Cross

E TUTTI GLI STATI TERZI

Oggetto: DENUNCIA E APPELLO

Illeciti internazionali commessi dallo Stato italiano contro la Nazione Sarda, contro il                 

Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS), e contro il Popolo Sardo;

Crimini contro l’umanità e violazione dei diritti umani, civili e politici da parte dello Statoitaliano contro i cittadini del Popolo Sardo e contro i militanti del Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu

Eventi storici millenari della storia qualificano gli abitanti dell’Isola di Sardegna come “Popolo Sardo” o anche “NATZIONE SARDA”. Esiste una Lingua sarda e le diverse varianti locali, più alcune lingue alloglotte portate da popolazioni con una origine differente, ma sardi da secoli. Storia, tradizioni, cultura, lingua, geologia, archeologia, genetica, fanno dell’ isola-territorio Sardegna un “unicum”, e differenziano così il Popolo Sardo da qualunque altro popolo vicino.

       Il Popolo sardo è una comunità umana libera, accomunata dal sentimento di far parte del Territorio e della Gente di Sardegna, le cui frontiere geografiche sono il Mediterraneo e che, come

affermato in precedenza, si basano su storia, tradizioni, lingua, cultura, geologia, genetica e

archeologia monumentale uniche, che le derivano dal suo importante passato.

       La Nazionalità Sarda esprime l’identità collettiva del Popolo Sardo, ma anche di ciascun singolo individuo che ne sia parte senziente, ovvero sia conscio di appartenere a tale specifica collettività, per gli elementi precedentemente sottolineati come unici e particolari.

       La Nazionalità Sarda si estrinseca nel concetto “NATZIONE SARDA”, che ha una sua propria valenza, in quanto identifica, qualifica e valorizza la pluralità della Gente Sarda, stanziata nel Territorio dell’Isola di Sardegna e nelle Isole minori che ne sono parte.

       I Sardi hanno vissuto liberi e sovrani per tanto tempo, ma hanno dovuto sottostare alla conquista della propria terra, da parte di popoli ben più numerosi, tra i quali bisogna ricordare i Catalani, gli Aragonesi, gli Spagnoli, i Piemontesi e, ultimi, gli italiani.

       Storicamente, non ci sono atti referendari nei quali il Popolo Sardo abbia affermato di voler essere parte di altri Stati, ma il Papato, l’Impero Asburgico, i Savoia, in modo disgiunto ma con accordi non ufficiali hanno determinato l’attuale stato di cose.

       La prima Guerra Mondiale ma anche la Seconda hanno determinato il rafforzamento dello “Status quo”, iniziato con i Piemontesi e proseguito dallo Stato italiano, ansioso di poter omologare il Popolo Sardo alle Genti della penisola, con l’imposizione della lingua italiana, di usi e costumi estranei alla Gente sarda, che hanno ulteriormente disgregato le comunità locali e i settori economici tradizionali.

       Il Popolo Sardo, negli anni 60, subisce l’attacco finale dello Stato italiano che espropria ampie fette del Territorio Sardo per costruire basi e servitù militari di vario tipo, in terra, in mare e in cielo, limitando i trasporti, le attività agricole e la pesca, testando armi di ogni tipo, inquinando il territorio e facendo subire alla popolazione inevitabili danni alla  salute.

       Negli anni 70 una formazione politica indipendentista sarda, fondata da reduci sardi della 1° guerra Mondiale, appartenenti alla Brigata Sassari, prese atto che lo Stato italiano stava imponendo, sotto traccia, un modello culturale esterno dove mentalità, usi e costumi erano estranei  e non appartenenti al contesto socio-ambientale del Popolo Sardo.

       Per tali motivi il 31 agosto 2011 noi Patrioti del Popolo Sardo abbiamo costituito il “Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) ai sensi delle norme del Diritto Internazionale e con gli effetti che ne derivano, avente lo scopo di liberare la Terra della ”Isola di Sardegna” dalla occupazione straniera italiana, oggi non più giustificata e ne’ giustificabile, in modo da ripristinare la sovranità del Popolo Sardo sul territorio, che gli appartiene da tempo immemore.

       Il MLNS, dopo la sua costituzione, ha depositato la “Denuncia di occupazione, dominazione e colonizzazione della Nazione Sarda da parte dello stato straniero italiano, Rivendicazione di Sovranità del Popolo Sardo ” presso la sede O.N.U. di Ginevra in data 04 giugno 2012 ed ha notificato il “Monito e Diffida” allo Stato straniero italiano in data 20 agosto 2012.

       A seguito dei ripetuti atti di aggressione commessi dallo Stato italiano contro il Popolo Sardo e contro il MLNS e i suoi militanti, si è costituito il Governo Sardo Provvisorio (GSP) quale apparato istituzionale del MLNS, ai sensi e per gli effetti dell’art.96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977.

Il MLNS ha quindi notificato la richiesta di “Accreditamento del Governo Sardo Provvisorio”

presso la sede O.N.U. di Ginevra e presso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in data 06 novembre 2013.

    Ciò premesso, il Movimentu de Liberatzione Natzionali Sardu (MLNS), tramite il suo apparato istituzionale Governo Sardo Provvisorio (GSP)

 DENUNCIA

 lo Stato italiano per i seguenti illeciti internazionali:

 1 – VIOLAZIONE DELL’INTEGRITA’ TERRITORIALE DELLA SARDEGNA

        Con una cruenta invasione e repressione e la successiva annessione di territori di altri stati preunitari della penisola italiana, nel 1861 nasceva il Regno d’Italia dal Regno di Sardegna.

       Gli accordi verbali di Plombières prevedevano, per la realizzazione di un comune progetto politico, un accordo tra Francia e Regno di Sardegna contro l’Austria che, nel frattempo, occupava i territori della Repubblica di Venezia dovuti a precedenti accordi del 17 aprile 1796 fatti con Napoleone a Leoben, ai quali fu data attuazione dal Congresso di Vienna del 1815.

Dopo il congresso di Vienna la penisola italiana fu divisa in una decina di Stati.

       Il regno di Sardegna, con i Savoia, riottenne Piemonte e la Savoia e fu ulteriormente ingrandito con i territori della ex Repubblica di Genova, senza che gli stessi potessero esercitare opposizione e senza plebiscito. Il progetto naufragò, nonostante quella che la storiografia italiana definisce come “seconda guerra di indipendenza”, a causa della decisione unilaterale di Napoleone III di uscire dal conflitto (armistizio di Villafranca).

       In Sardegna non fu svolto alcun plebiscito, ma il cosidetto Regno d’ Italia cancellò i confini nazionali sui territori occupati e impose il proprio dominio, con l’adozione del regio decreto nr.3300 del 4 novembre 1866.  Per questo specifico caso della Sardegna è importante rammentare che il diritto alla integrità territoriale di una Nazione si affermò già agli albori delle prime norme del diritto internazionale con la cosiddetta “Pace di Westfalia” del 1648.

       In particolare, in quei tempi del diritto internazionale classico, la libertà giuridica giungeva fino al punto che gli Stati potevano concordare con altri soggetti statali la propria estinzione.  Nel caso di specie preme rilevare come l’antico Regno di Sardegna non abbia mai concordato con il Regno d’Italia e con nessun’altro la propria estinzione.

       La costituenda e prossima Repubblica Sarda ha il diritto di pretendere da tutti gli Stati il rispetto della sua integrità territoriale (chiaramente visibile)  e della piena indipendenza politica; inoltre, l’occupatio bellica non conferisce titolo all’occupante italiano di potersi annettere i Territori Sardi occupati.

Le annessioni effettuate, pendente bello, sono nulle. L’occupazione del territorio Sardo non si traduce nel suo contemporaneo trasferimento allo Stato occupante italiano, anche se l’ITALIA si comporta animo domini, nonostante la protesta del Popolo Sardo sovrano.  Altrimenti si riconoscerebbe effetto normativo (cioè il modo di acquisto della sovranità territoriale) al principio di effettività.

      Il Diritto Naturale e il titolo giuridico che ne deriva, fanno prevalere le ragioni del Popolo Sardo sovrano sull’effettività della situazione. Pertanto, è da respingere la tesi secondo cui il mero trascorrere del tempo (una prescrizione acquisitica sui generis) comporta il  trasferimento del territorio, qualora vi sia inerzia da parte del Popolo Sardo Sovrano.

2 – IMPEDIMENTO E SOPPRESSIONE DELL’ESERCIZIO DELLA SOVRANITA’ NAZIONALE DEL POPOLO SARDO NEI TERRITORI DELLA NAZIONE SARDA

 Il Regno d’Italia, dopo l’occupazione militare del territorio Sardo, privò la Nazione Sarda della sua sovranità e della sua libertà. Violò e impedì l’esercizio della piena sovranità del Popolo Sardo, impose un’altra sovranità e un’altra amministrazione, le proprie istituzioni e la propria bandiera alla Sardegna, così come oggi continua a fare lo Stato italiano.

Lo Stato straniero italiano, oggi, impedisce al Popolo Sardo l’esercizio della propria sovranità, l’interazione fra i suoi membri per perseguire il proprio sviluppo, secondo usi, costumi e tradizioni che gli sono propri, e gli impedisce di legiferare e stabilire il proprio ordinamento con statuti, codici, norme, e regolamenti con valore legale per l’insieme di coloro che si sentono membri della società Sarda e che, liberamente, hanno deciso di farne parte.

       La costituenda Repubblica di Sardegna, privata della sua sovranità e libertà, è stata suddivisa dallo Stato colonialista italiano, straniero e occupante in ben sette (7) enti territoriali regionali.

3 – SOPPRESSIONE DELLA NAZIONALITA’ SARDA

Premesso che:

a) una qualsiasi comunità umana se, accomunata dallo stesso sentimento di appartenenza, fondato  su una propria cultura, lingua e  tradizione storica e vivente su un territorio geograficamente determinato, costituisce un Popolo;

b) che la nazionalità è l’espressione dell’identità di un Popolo e dell’insieme dei suoi membri;

c) che la nazionalità si estrinseca nel concetto di Nazione e identifica, qualifica e valorizza la pluralità dell’insieme dei Popoli universalmente intesa come umanità;

d) che, quindi, la nazionalità Sarda deve ritenersi, per un principio universale e naturale,espressione della tipicità del Popolo Sardo e della sua identità.

Lo stato straniero italiano ha fatto di tutto per sopprimere e cancellare la nazionalità Sarda e il Popolo Sardo, sostituendo all’identità Nazionale sarda, con una imposizione amministrativa, un’inesistente identità nazionale italiana.

4 – OCCUPAZIONE BELLICA E REPRESSIONE ANCHE MILITARE DELLA NAZIONE SARDA

 Aggiustamenti territoriali seguirono alla Guerra di successione spagnola del 1713.  Per un breve

periodo, dal Trattato di Utrecht del 1713 e fino al 1718, il regno di Sardegna fu degli Austro-asburgici, quando si sancì la  separazione della Spagna dal suo impero.  Filippo V di Spagna nel 1717 occupò Sardegna e Sicilia, ma il trattato di Londra del 2 agosto 1718 assegnò la Sardegna al duca di Savoia, Vittorio Amedeo II.

Si sottolinea che il Trattato di Londra prevedeva, tra le risoluzioni, una consultazione popolare tra la popolazione sarda, che non fu mai fatto. Quindi, se i sardi non furono mai consultati e il Plebiscito non avvenne, si configura di fatto un vero e proprio illecito Internazionale.

       La Sardegna e il suo Popolo non concordarono mai, né con il Regno d’Italia e con nessun altro stato, sulla propria estinzione.  Semmai, bisogna ricordare che, fin dalla prima occupazione, con l’esautoramento del legittimo “Parlamento Sardo” vi furono numerose insurrezioni del Popolo Sardo contro la dominazione straniera. L’Italia, ancora oggi, tenta falsamente di far passare tali battaglie risorgimentali per moti filo italiani.

5 – COLONIZZAZIONE DELLA SARDEGNA E DEL POPOLO SARDO

Il Potere italiano ha, da sempre, eretto un muro di silenzio sulle vere cause della forzata unità nazionale, nascondendo la resistenza che le Nazioni pre-unitarie esistenti e i loro Popoli opposero all’invasione italiana.

       Il Risorgimento italiano è in realtà solo un mito, che nasconde veri e propri genocidi, massacri, campi di concentramento e l’esodo di popoli, tale da essere un marchio indelebile e il prezzo della forzata unità d’Italia.

       La mistificazione dell’unità d’Italia è un insulto a vittime innocenti, a quei combattenti/patrioti di ieri che hanno difeso, anche con l’estremo sacrificio della vita, le loro Patrie che l’Italia ha voluto inutilmente cancellare dalla storia.

       L’Italia continua ancor oggi a colonizzare la Sardegna, per agevolare il dominio economico delle sue classi al potere sulle risorse umane, finanziarie, economiche, patrimoniali, naturali, storiche e artistiche del Popolo Sardo, impedendogli di decidere liberamente sul proprio territorio, distinto da quello della Penisola Italica, al fine di perseguire un proprio sviluppo economico, sociale e culturale, con i propri mezzi di sussistenza.

       Oltre a questo aspetto, volto al saccheggio delle risorse economiche e naturali, si verifica dell’altro, a livello socioculturale, non meno devastante.

       Avvalendosi del potere economico, politico e militare lo stato  italiano esercita un vero e proprio imperialismo culturale con l’imposizione della lingua italiana  e di una cultura egemonica non appartenente al Popolo Sardo. In tal modo i Popolo Sardo diventa vittima di tale aggressione, viene privato dei propri beni e diritti, indotto ad assumere i valori non suoi e quindi ad auto-colpevolizzarsi e a sviluppare un umiliante senso di inferiorità.

       Ogni occasione viene usata per far vergognare i Sardi della propria identità e della propria lingua, oggetto di forte discriminazione a causa della politica nazionalista italiana.

       La lingua Sarda, con i suoi dialetti, essendo un forte collante dell’Identità del Popolo, è stata sistematicamente vietata nelle scuole, in qualsiasi ambito ufficiale e spesso ridicolizzata.

      Le poche norme di tutela della lingua Sarda non vengono attuate.  Attacchi e omissioni alla lingua Sarda fan parte di una strategia aggressiva non solo agli aspetti linguistici, ma alla sottrazione complessiva di beni e diritti, con particolare riguardo al diritto inalienabile del Popolo Sardo all’autodeterminazione e alla libertà.

6 -CRIMINI CONTRO L’UMANITA’

Da subito, il Regno d’Italia e, poi, la Repubblica Italiana hanno tentato di coercire, in modo intenzionale, il Popolo Sardo a condizioni di esistenza che ne comportassero l’estinzione sia fisica che culturale (diaspora Sarda), da definirsi –  secondo la definizione adottata dall’ONU – come genocidio, in quanto «Atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».

       Il genocidio è considerato crimine specifico; come tale recepito nel diritto internazionale e nel diritto interno di molti Paesi.  Gli storici italiani, asserviti alle attuali classi di potere, e lo stesso Stato italiano, ne escono in forme del tutto negative. Con vari pretesti, anche oggi, lo Stato straniero italiano col pretesto di attuare politiche di accoglienza  per i migranti, impone e agevola tali insediamenti  sui territori Sardi, anche se questi stranieri non sono disposti ad accettare tradizioni, costumi e consuetudini del Popolo Sardo. Particolarmente mal tollerata dal Popolo Sardo è la residenza in Sardegna di criminali di matrice mafiosa, in regime di soggiorno obbligato.

7 – RIPETUTI ATTI DI AGGRESSIONE E DI GUERRA CONTRO IL MOVIMENTU DE LIBERATZIONI NATZIONALI (MLNS), CONTRO IL VENETO FRONTE DI LIBERAZIONE (VFL), CONTRO IL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NAZIONALE DEL POPOLO VENETO (MLNV) E CONTRO IL MOVIMENTU SICILIANU DI LIBIRAZIONI NAZIONALI (MSLN)

I Movimenti di Liberazione Nazionale, legittimamente autorizzati dalle norme del Diritto Internazionale, incentrato sul diritto all’autodeterminazione, hanno una posizione rilevante a livello internazionale per i loro scopi politici, quali la liberazione dalla dominazione coloniale, da un regime razzista o dall’occupazione straniera.

 L’autodeterminazione del Popolo Sardo è Diritto inalienabile, incedibile e imprescrittibile, appartenente allo JUS COGENS (diritto internazionale imperativo).

       Al solo Popolo Sardo spetta il legittimo esercizio di tale diritto “erga omnes” (nei confronti di tutti gli altri Stati) tramite i movimenti di liberazione nazionale, legittimati ad agire in nome di un intero popolo anche e, soprattutto, a livello internazionale.

      Secondo tali principi, per decisione e volontà di alcuni Patrioti Sardi, il 31 agosto 2011.è stato costituito il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) ai sensi e agli effetti delle norme del diritto internazionale, quale legittima espressione del diritto all’autodeterminazione dei popoli, sancito dall’articolo 1 paragrafo 2 della Carta delle Nazioni Unite, firmata a San Francisco in data 26-06-1945, entrata in vigore il 24-10-1945, e dal “Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici” adottato e aperto alla firma a New York il 19-12-1966 (ratificato anche dallo stato straniero italiano con la legge n. 881/77).

       Il MLNS ha seguito rigorosamente il percorso previsto dal diritto internazionale ma lo Stato straniero italiano continua i suoi violenti e repressivi attacchi contro questo MLNS e contro il Popolo Sardo.

       L’attività repressiva italiana si è sviluppata contro il MLNS e i suoi militanti con atti di aggressione armata, sottoponendo gli stessi a perquisizioni e ispezioni.

       Lo Stato straniero italiano ha limitato illegalmente la libertà personale ad alcuni militanti del MLNS, li ha sequestrati, segregati e sorvegliati a vista, sottoponendoli  ad interrogatori informali e a inaudite violenze morali e psicologiche, li ha schedati come criminali, violando i fondamentali e inviolabili diritti umani, civili e politici di cui al “Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici” adottato e aperto alla firma a New York il 16/19 -12- 1966 (ratificato dallo stato italiano con la legge n. 881/77) e sancito dalla costituzione italiana al suo art. 10.

       In data 02-04-2014, lo Stato straniero italiano ha sferrato, tramite un reparto speciale militare della propria 4^ forza armata, un ulteriore atto di aggressione e repressione contro il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu, il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto, il Movimentu Sicilianu di Libirazioni Nazionali e il Veneto Fronte di Liberazione (VFL), nonché contro varie associazioni e aggregazioni spontanee di Cittadini Veneti (Comitato 9 dicembre), organizzazioni sindacali Venete (LIFE), e contro i loro militanti anche con provvedimenti di natura restrittiva in carcere e in regime di isolamento.

       Inoltre, in spregio alle norme di diritto internazionale è stato arrestato con “false” accuse per resistenza, minacce e oltraggio a pubblico ufficiale, nella notte di Pasqua, un cittadino sardo che ha, da tempo, esercitato il suo diritto di autodeterminazione restituendo alle istituzioni occupanti il nostro territorio i suoi documenti di identità italiani, registrandosi all’Anagrafe Sarda e sottoscrivendo una “Dichiarazione di Sovranità Personale e Nazionalità Sarda”, ed esibendo i suoi documenti di riconoscimento rilasciati dal Governo Sardo Provvisorio, alle Forze della Polizia straniera italiana che lo arrestavano.

       Tali documenti furono notificati fin dal 06 novembre 2013 alla Sede O.N.U. di Ginevra per l’accreditamento. Questi documenti sono stati calpestati e scaraventati a terra in segno di disprezzo e derisione, con atteggiamenti arroganti e razzisti nei confronti del cittadino che esercita i propri diritti e della autorità che ha emesso tali documenti.

PER QUESTI MOTIVI

Considerato che, nel Diritto Internazionale, spetta solo alla Nazione vittima di aggressione far valere i propri diritti e le proprie pretese nei confronti dello Stato autore delle violazioni delle norme del diritto internazionale e che, nella fattispecie, questa prerogativa spetta ai soli movimenti di liberazione nazionale, agenti in nome di un intero popolo sulla base del diritto all’autodeterminazione, il MLNS, tramite il suo apparato istituzionale Governo Sardo Provvisorio

CHIEDE

In nome dell’intero Popolo Sardo la cessazione della violazione della sovranità nazionale della costituenda Repubblica Sarda e la riparazione dell’illecito;

ESIGE

Che lo stato straniero italiano consenta l’esercizio del diritto di autodeterminazione del Popolo Sardo e che la comunità internazionale riconosca allo stesso il Diritto all’Autodeterminazione.

SI APPELLA

Agli stati della comunità internazionale affinché sostengano, appoggino ed assistano il MLNS  nella sua lotta intrapresa per il diritto all’ Autodeterminazione del Popolo Sardo.

Considerato inoltre che nel diritto internazionale i movimenti di liberazione nazionale vantano diritti maggiori rispetto agli stati oppressori

CHIEDE

Agli stati della comunità internazionale di astenersi dall’aiutare lo Stato oppressore italiano.                    Atteso che i movimenti di liberazione nazionale, quali soggetti di diritto internazionale, per loro natura non possono essere soggetti alle autorità di occupazione straniere, il MLNS, per il tramite del suo apparato istituzionale Governo Sardo Provvisorio

CHIEDE

agli stati della comunità internazionale di pretendere dallo Stato straniero italiano l’immediata cessazione delle ostilità nei confronti dei Patrioti Sardi combattenti del movimento di liberazione nazionale,  indagati a motivo della loro lotta per la liberazione della Nazione Sarda, con la cessazione di ogni azione repressiva.

CHIEDE

inoltre di essere ospitato da Stati terzi al fine di poter proseguire il suo legittimo percorso di liberazione della Patria Sarda dall’occupazione italiana e invoca le norme sulla protezione e immunità delle persone che agiscono per conto dei movimenti di liberazione  nazionale coinvolti, comprese quelle del Movimento di Liberazione Nazionali del Popolo Veneto (MLNV), del Movimentu Sicilianu di Libirazioni Nazionali  (MSLN) e del Veneto Fronte di Liberazione (VFL).

                                                                                       Per il

                                                              Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu

                                                                                      e per il

                                                                        Governo Sardo Provvisorio

                                                                           Il Presidente – Sergio Pes

                                                                   

                                                                          

                                                                      

BENTORNATO LUIGI !!!

Martedì 20 Maggio 2014

VICENZA – Luigi Faccia, tratto in arresto due mesi fa con altre 21 persone nel corso di un’indagine della Procura di Brescia sui cosiddetti “secessionisti, è stato scarcerato. Ne ha dato notizia all’Ansa il suo legale di fiducia Andrea Arman. Al momento dell’arresto Faccia, già protagonista dell’assalto dei ‘Serenissimi’ a San Marco nel 1997, si era definito prigioniero di guerra. Faccia, in carcere a Vicenza, verrà sentito dal proprio legale tra qualche ora.

tratto da: (clicca qui)

 

 

2014.05.18 – Comunicato Dip. Finanze del Guvernu Sardu Provvisoriu

Posted by Presidenza on 18 Maggio 2014
Posted in articoliNEWSLETTER 

       Pubblicazione1    Dipartimentu de is Finantzas e de sa Crèscida

      

                                                                                    Aristanis, 18 novembre 2013

  Il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) tramite le Istituzioni di Guvernu Sardu Provvisoriu (GSP) da esso costituite ai sensi e per gli effetti dell’art. 96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977

RENDE NOTO

 che disponendo di risorse finanziarie pressoché illimitate, e tramite il Dipartimento delle Finanze, è in grado di acquisire al suo patrimonio tutti i debiti dei cittadini e aziende Sarde in sofferenza con lo Stato italiano e con le banche .

     PERTANTO

 Il Governo Sardo Provvisorio è disponibile ad esaminare tutte le richieste dei cittadini e delle aziende sarde che intendono cedere qualsiasi tipo di debito, anche fiscale, nei confronti delle banche e dello Stato italiano, sostituendosi così quale soggetto debitore.

                                                                                            

                                                                                    Il Capo Dipartimento

                                                                                      Pier Paolo ORRU’      

2014.05.18 – Comunicato Dip. Finanze

                



Il primo caso in Abruzzo, la scelta di una coppia dopo una complessa procedura:«Nostra figlia è indipendente dall’Italia»

di Katia Giammaria

CHIETI

Non hanno voluto cedere la loro piccola allo Stato italiano come ogni genitore fa quando iscrive il proprio figlio appena nato all’anagrafe del Comune di nascita. È accaduto a Ortona, una giovane coppia, Davide impiantista e Ilenia casalinga, si è affidata all’assistenza legale di Sos utenti, l’associazione con sede nella città di San Tommaso, che combatte con successo i casi di usura bancaria. Ed è proprio il presidente onorario del sodalizio Gennaro Baccile e la moglie che hanno fatto da testimoni a questa singolare procedura, la seconda in Italia – il primo caso si è verificato nel Comune di Milano – che ieri mattina ha bloccato per un paio d’ore l’ufficio municipale ortonese.

La piccola da ieri è sovrana, appartiene a sé stessa e deve sottostare alle leggi del diritto internazionale e non a quello dello Stato italiano. Per essere chiari, non è che sia esente dal rispetto delle regole civili e penali cui ogni uomo è tenuto, anche se vivesse in Inghilterra o in India, ma non a quelle dello Stato fiscale, che all’atto di nascita già ti carica di un debito quello pubblico. «Esisti per questo ti tasso». Ecco la piccola ortonese ha rotto uno schema: non sarà compresa in quelle statistiche che ti trasforma in un debitore ancora prima della nascita. Cosa succede quando i genitori iscrivono all’anagrafe il proprio figlio? L’atto viene stilato con il nome e cognome del nato in lettere maiuscole. «Con questo documento», spiega Baccile, «si permette la completa cessione del bimbo alla Corporation Italia, una società privata a sua volta associata alla Sec (Securities and Exchange commission, l’ente statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori ndr), contestualmente si emette un bond, una obbligazione e sulla testa del neonato, solo perché esiste, su di lui grava già il debito pubblico.

Ecco questo David e Ilenia Seccia non lo hanno permesso, non hanno permesso che la loro bambina, potesse perdere la sua indentità umana per diventare una finzione giuridica». Naturalmente la volontà dei genitori ha creato qualche problema ai dipendenti dell’anagrafe ortonese, forse all’oscuro di questo singolare vincolo cui ogni italiano all’atto di iscrizione all’anagrafe resta imbrigliato. Questo è il secondo caso in Italia, il primo è avvenuto a Milano. Ma ad Ortona è successo qualcosa di più. Infatti mentre a Milano, l’ufficiale dell’anagrafe ha preso atto della volontà dei genitori con un verbale, e segnalato il fatto alla procura della repubblica, quello di Ortona, anche guidato dai legali di Sos utenti, ha iscritto la bambina in un altro foglio, con diverso numero di protocollo, il numero 1 di un registro che probabilmente avrà altri adepti. In quel documento è scritto il nome della piccola «della dinastia Seccia». «Tutto rigorosamente con maiuscole e minuscole a loro posto», aggiunge Baccile, «e non come un McDonald’s, o una qualsiasi società quotata in borsa». La storia è molto singolare e sembra che questa situazione giuridico-fiscale esista dalla crisi del 1929. «Quando», osserva Baccile, «per salvare gli Stati alleati dal disastro economico, i banchieri si accollarono il debito ma ipotecando le ricchezze dei cittadini degli Stati delle corporate. Per il quale ogni cittadino, ancora prima di nascere, ha un debito».

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