I BRICS hanno annunciato la nascita di istituzioni alternative al FMI e alla Banca mondiale
Nel corso del VI summit dei Paesi BRICS a Fortaleza, in Brasile, i capi di stato e di governo di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica hanno annunciato la creazione della Banca BRICS, articolata nella New Development Bank(o NDB) e in un fondo di riserva monetaria chiamato Accordo sui Fondi di Riserva (Contingent Reserve Arrangement, CRA). De facto, i BRICS prendono le distanze dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca Mondiale, istituzioni nate 70 anni fa nell’orbita del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America. In piena crisi, le due iniziative aprono spazi alla cooperazione finanziaria, a fronte della volatilità del dollaro, e al finanziamento alternativo di Paesi in crisi, senza sottoporli alle condizioni dei programmi di adeguamento strutturale e ristrutturazione economica.
Come spiega Putin, questo fa parte di “un sistema di misure che potrebbe aiutare a prevenire le pressioni sui paesi che non sono d’accordo con alcune decisioni di politica estera degli Stati Uniti e dei loro alleati”. “L’istituzione della Banca per lo sviluppo dei paesi BRICS permette ai suoi membri di essere più indipendenti dalla politica finanziaria dei paesi occidentali”.
Il capitale iniziale della Banca dei BRICS sarà di 50 miliardi di dollari, finanziato in parti uguali tra i cinque membri. La nuova Banca di Sviluppo avrà sede a Shangai, in Cina.. “Il primo presidente del consiglio dei governatori sarà un russo. Il primo presidente del Consiglio di Amministrazione sarà un brasiliano. Il primo Presidente della Banca sarà un indiano. La Nuova Banca di Sviluppo avrà una sede regionale in Sudafrica. La NBS avrà lo scopo di mobilitare risorse per finanziare grandi progetti infrastrutturali nei paesi BRICS e nelle altre economie emergenti e in via di sviluppo. Sulla base di sani principi bancari, la NDB rafforzerà la cooperazione tra i paesi BRICS e integrerà gli sforzi delle istituzioni finanziarie multilaterali e regionali per lo sviluppo globale, contribuendo in tal modo a conseguire l’obiettivo di una crescita forte, sostenibile ed equilibrata”. La banca è aperta all’adesione di altri membri delle Nazioni Unite, ma la quota dei BRICS non potrà mai essere inferiore al 55%. Tutte le decisioni dovranno essere approvate dalla maggioranza speciale, ossia, con il supporto di quattro dei cinque rappresentanti BRICS, o due terzi dei voti. La banca potrebbe entrare in funzione il prossimo anno se tutti i partecipanti ratificheranno i documenti in tempo e stanzieranno i fondi necessari.
L’idea di una banca è partita dall’India e si propone di essere un simbolo della crescente influenza delle economie emergenti nell’architettura finanziaria globale, dominato finora dagli Stati Uniti e in Europa.
Il fondo di riserva monetaria chiamato Accordo sui Fondi di Riserva (Contingent Reserve Arrangement – CRA) dovrebbe poter contare su un capitale iniziale di 100 miliardi di dollari così finanziati: 41 miliardi di dollari dalla Cina, 5 miliardi dal Sudafrica mentre Russia, Brasile e India contribuiranno ciascuno per 18 miliardi di dollari in riserve ufficiali
“Obiettivo dell’Accordo”, come si legge nel comunicato rilasciato dopo il vertice, ”sarà quello di aiutare i paesi a prevenire le pressioni a breve termine sulla liquidità, promuovere ulteriormente la cooperazione tra i Paesi BRICS, rafforzare la rete di sicurezza finanziaria globale e completare gli accordi internazionali esistenti …. L’accordo è un quadro per la fornitura di liquidità attraverso lo scambio di valute in risposta a potenziali squilibri della bilancia dei pagamenti.
Per inciso, precisa il blog Zerohedge, il ruolo del dollaro in un mondo del genere è nullo. E per coloro che hanno dimenticato chi sono i BRICS, a parte una sigla creata da un ex banchiere di Goldman, ecco un promemoria dei paesi nei quali vivono 3 miliardi di persone
La nuova istituzione finanziaria dei BRICS nasce in un momento in cui il sistema finanziario mondiale è in stallo a seguito della mancata riforma del FMI della quale i leader dei BRICS si dicono “delusi e seriamente preoccupati in quanto incide negativamente sulla legittimità, la credibilità e l’efficacia del FMI”.
La riforma del FMI, sostengono i BRICS, deve portare alla modernizzazione della sua struttura di governance in modo da rispecchiare meglio il crescente peso dei paesi in via di sviluppo nell’economia mondiale. Pertanto invitano i membri del FMI a trovare il modo di attuare la 14esima revisione generale delle quote senza ulteriori ritardi, al fine di garantire una maggiore voce e rappresentanza ai Paesi in via di sviluppo.
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