L’euro ha portato solo poverta’ e recessione e di conseguenza chi puo’ cerca in tutti i modi di restarne fuori
lunedì 8 dicembre 2014
LONDRA – Dopo la Polonia e la Repubblica Ceca anche l’Ungheria ha deciso di rimanere fuori dall’euro tant’e’ che nonostante siano passati dieci anni dall’ingresso nell’Unione Europea il governo ungherese non ha ancora la ben che minima intenzione di adottare la moneta unica.
A gelare gli entusiasmi di coloro che si ostinano a sostenere che l’euro e’ stato un enorme successo e’stato Zoltan Kovacs il quale in un’intervista rilasciata pochi giorni ha dichiarato che l’adesione alla moneta unita non e’ piu’ una priorita’ per il governo ungherese non fosse altro che al momento l’Ungheria sta traendo grosso vantaggio dal fatto di avere una propria moneta.
Il portavoce del governo ungherese ha poi precisato che il debito pubblico ungherese, che al momento e’ dell’83% del pil, renderebbe impossibile l’ingresso nella moneta unica visto che e’ di gran lunga superiore al 60% previsto dai trattati di adesione e anche se il governo ungherese sta lavorando per abbattere il livello del debito pubblico le previsioni piu’ ottimistiche fatte dall’OCSE stimano che nei prossimi due anni il rapporto debito pil raggiungerebbe il 75% e quindi anche volendo l’Ungheria non avrebbe i parametri richiesti per aderire alla moneta unica. Ma è del tutto evidente che si tratti di una vera e propria “scusa formale”.
Effettivamente, cio’ che sta succedendo nell’Europa dell’est dimostra che oramai sono molto pochi coloro che credono nel successo della moneta unica perche’ e’ chiaro che l’euro ha portato solo poverta’ e recessione e di conseguenza chi puo’ cerca in tutti i modi di restarne fuori. E la libertà d’azione data all’Ungheria dal possedere la propria valuta è dimostrata dal seguente caso finanziario.
Mancherebbe solo la firma di Viktor Orbán per sancire l’acquisizione da parte dello stato ungherese di Budapest Bank, la più piccola tra le grandi banche del Paese, il cui proprietario di maggioranza è dal 2001 General Electrics, la potente multinazionale americana. Lo scrive nol.hu, il sito del principale quotidiano ungherese.
La Budapest Bank è stata la meno esposta a progetti di finanziamento in valuta estera ed immobiliari e potrebbe generare profitti anche nei prossimi anni, nonostante la tassa sulle banche mantenuta dal governo. L’utile netto della Budapest Bank è di 9,5 miliardi di fiorini del 2013, proveniente prevalentemente dal finanziamento delle PMI dell’Ungheria. Comprarla è un ottimo affare. A novembre Orbán ha dichiarato che il 60% delle banche presenti in Ungheria dovrebbe diventare ungherese di proprietà “nel vicino futuro” (in precedenza l’obiettivo era stato indicato per il 50%). E quindi lo Stato si starebbe apprestando ad acquistarla in contanti. Cosa che può fare senza chiedere permesso a nessuno, nè alla Ue e tanto meno alla Bce.
Per tutti questi motivi, sarebbe opportuno che anche gli italiani seguissero l’esempio dei cittadini cechi, ungheresi e polacchi e chiedano a viva voce di uscire dall’euro e ritornare alla valuta sovrana, la nuova lira.
GIUSEPPE DE SANTIS
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