A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali
Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”
La Grande Truffa – 1° parte La Grande Truffa – 2° parte
La Grande Truffa – 3° parte La Grande Truffa – 4° parte
La Grande Truffa – 5° parte La Grande Truffa – 6° parte
L’emissione monetaria
LA GRANDE TRUFFA
Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale
8° parte
……………
L’obiettivo è distruggere le economie e le classi medie dei paesi europei e nordamericani, chiudendo fabbriche e lasciando milioni di persone disperate, coi debiti ma senza lavoro, spostato in lontani paesi ed eseguito ora da lavoratori non ancora consapevoli dei loro diritti, costretti a lavorare e sopravvivere con stipendi di cento dollari al mese.
Cina ed India da sole assicurano per chissà quanti anni a venire, un mercato di oltre due miliardi e trecento milioni di nuovi lavoratori e consumatori, con l’Africa come serbatoio di riserva.
Altro che liberal, con ideali di sinistra, venduti e diffusi dai media, di libertà, uguaglianza e fratellanza dei popoli, apertura a nuove esperienze sessuali, familiari, religiose, di facile presa sulle ingenue nuove generazioni, da contrapporre ad altrettanto preconfezionati ideali conservatori di destra: nazionalismo, militarismo, guerra, Dio, patria e onore, tutti buoni a fabbricare debito e odio al momento opportuno.
Divide et impera.
Destra e sinistra, capitalismo e comunismo, terribili strumenti di divisione e contrapposizione dei popoli, ma facenti parte di un unico progetto globale architettato e controllato dall’ invisibile Potere del Denaro.
Confusi ideali sui quali convogliare e scaricare lo stress quotidiano.
Cervelli anestetizzati, pance vuote e debiti inestinguibili.
Il semplicissimo processo economico, produzione, distribuzione e consumo, che ha come unico obiettivo quello di fornire adeguati mezzi di sostentamento alle popolazioni, stravolto dal mondo virtuale.
E guai a coloro che non si allineano al verbo ufficiale: l’unione europea delle banche dei grandi Usurai internazionali è in agguato, pronta a dare una dimostrazione di efficienza nell’attività preminente, quella repressiva, con attenti controlli portati avanti da apparati burocratici, messi in piedi naturalmente con i nostri soldi, e salate sanzioni comunitarie.
Così proprio coloro che da oltre un secolo ormai non fanno che magnificarci l’efficienza del libero mercato che tutto aggiusta con la sua famosa mano invisibile, ci costringono a seguire rigidi limiti produttivi ed una infinità di regole che servono solo a limitare le nostre libertà personali e fare i loro interessi.
Ottenendo contemporaneamente il doppio obiettivo di rendere schiavi sia i lavoratori dei nuovi paesi produttori, costretti ad orari di lavoro estenuanti per stipendi da fame, sia quelli dei vecchi grandi paesi occidentali, ridotti ad accettare lavori precari retribuiti con salari che non permettono loro allo stesso tempo di nutrirsi ed impedire la confisca per mancato pagamento delle proprietà precedentemente acquisite.
Mettono in atto l’opposto di ciò che predicano, avvantaggiandosi del fatto che i distratti sudditi europei non comprendono e subiscono passivamente ogni decisione presa da oscuri burocrati in anonimi uffici di chissà quali palazzi.
Ma guai ad opporsi alla “liberalizzazione”, si viene tacciati di essere conservatori, non al passo coi tempi, veri zoticoni, privi di una autentica apertura mentale moderna: liberal, appunto.
“Ai liberali (che non sono tutti usurai) chiediamo: perchè tutti gli usurai sono liberali?”
Grandissimo Ezra Pound, che già negli anni trenta del secolo scorso riusciva a distinguere chiaramente i meccanismi segreti del mondo reale dietro la cortina fumogena virtuale.
Totale stravolgimento del naturale processo economico.
Lo scopo dell’economia, distribuire le scarse risorse per soddisfare esigenze individuali e collettive, sostituito da un obiettivo diametralmente opposto: impedire, attraverso una insufficiente presenza di mezzi di scambio, il consumo dei beni prodotti.
Una sana economia si può mettere in atto solo se chi governa ha intenzione di servire i membri della società, perseguendo esclusivamente gli interessi della collettività.
“Merita di governare un popolo solo chi lo ama, perché solo chi ama è disposto a servire. (…)
Solo chi non ama è disposto a servirsi anziché servire”.
Giacinto Auriti in “Il valore del diritto”
I grandi usurai che governano il mondo non ci amano.
Amano solo il denaro ed il potere che ne consegue.
Ci sarebbe da congratularsi con loro per l’abilità con la quale manovrano la società umana, se la situazione non fosse tanto drammatica per i popoli coinvolti.
Cosa avrebbe a che fare tutto ciò con la semplice definizione iniziale di economia ?
Vogliamo andare a rileggerla?
Meglio lasciar perdere, ci sentiremmo a disagio per l’ingenuità con la quale ci facciamo ingannare dalle chiacchiere di politici, economisti e del “grande fratello” televisivo.
Con la regia della grande Usura.
Capitolo IV
SCOPO DEL DENARO, CREDITO E MANIPOLAZIONE DEI BANCHIERI
“I disordini non avranno mai fine, non avremo mai una sana amministrazione della cosa pubblica, se non acquisiremo nozione precisa e netta della natura e della funzione del denaro.”
Ezra Pound
Il poeta americano attribuiva grande importanza alla precisione nell’uso dei termini per esprimere chiaramente concetti e finalità:
“Se ignorate lo scopo del denaro, ve ne servirete in modo confusionario; soprattutto un Governo che ignora lo scopo del denaro farà una politica monetaria confusionaria.
Dal punto di vista statale, cioè dal punto di vista di un individuo o di un partito desideroso di governare con giustizia, un pezzo di denaro è un biglietto, tutto il denaro circolante nel paese è un mucchio di biglietti, che serve per assicurare l’equa ripartizione degli alimenti e degli altri beni esistenti nel paese.
(…)
Bisogna rendersi conto dello scopo del denaro.
Se pensate che è una trappola per acchiappare i gonzi, o un mezzo per sfruttare il pubblico, sarete ammiratori del sistema bancario operato dai Rothschild e dai banchieri di Wall Street. Se pensate che è un mezzo per estrarre profitti dal sudore del popolo, sarete ammiratori della borsa.
Infine, per mettere un po’ d’ordine nelle vostre idee, avrete bisogno di alcuni principi come punti di riferimento.
Scopo di un sistema economico razionale e decente è quello di sistemare le cose in modo tale che la gente possa nutrirsi, vestirsi, ed essere alloggiata, nei limiti concessi dalla massa dei beni disponibili nel paese”.
Ci auguriamo di aver fatto un po’ di chiarezza, nei capitoli precedenti, su concetti importanti quali il denaro e l’economia, e quali siano gli scopi che si prefiggono.
Una chiara visione dei principi fondamentali ci aiuteranno a non farci ingannare più tanto facilmente dai prestatori di denaro e dai loro fasulli mezzi di comunicazione, stampa e tv.
Come aveva già scritto Ezra Pound 70 anni orsono, chi voglia parlare di moneta non deve inventare niente di nuovo, ma solamente attenersi a cose già dette 20 o 2000 anni prima.
Non ci sono più segreti attorno alla materia monetaria.
Nonostante ciò, la nostra ignoranza è totale: constatare che siamo stati educati per rimanere dei perfetti analfabeti è sconcertante. Rendersi conto di come coloro che hanno il monopolio culturale della materia siano riusciti così bene a conseguire tale risultato, è inquietante.
Lo scopo del denaro, secondo Ezra Pound, è quindi “.. che la gente possa nutrirsi, vestirsi, ed essere alloggiata . .”.
Le aspettative e lo stile di vita odierno dei paesi più sviluppati immersi nella società dei consumi, il giocattolo regalatoci dagli usurai per anestetizzarci, sono sicuramente più ambiziose.
Ma pur riferendoci solamente a quelle che sono le necessità basilari, possiamo affermare che tutti i sette miliardi di abitanti del pianeta dispongano di un alloggio dignitoso e possano nutrirsi e vestirsi ?
Si può affermare che il denaro abbia raggiunto il suo scopo?
Cosa è il “credito”?
Riprendiamo in mano alcuni dizionari della lingua italiana:
(lat. credere). Il credere; l’essere creduto; considerazione; stima; il diritto ad avere una somma di denaro; prestito concesso da una banca; etc. etc.
Possiamo riassumere che il credito è la fiducia che riponiamo in qualcuno che, pensiamo, manterrà fede agli impegni presi, sarà capace di rispondere alle aspettative.
Chiediamo aiuto a Joaquìn Bochaca, il quale a sua volta lo aveva forse trovato in autori precedenti:
“La parola credito, deriva dal latino “credere”.
In poche parole: il credito di qualcosa o qualcuno non è altro che la fiducia che ispira – se si tratta di una persona – od il credere nella sua capacità di fare ciò che da essa ci si aspetta – trattandosi di una cosa. Il credito di una comunità è, quindi, il credere razionalmente nella sua capacità di produrre, distribuire e consumare le merci ed i servizi di cui hanno necessità i propri membri. È chiaro che la capacità di fare queste cose dipende esclusivamente da realtà come il talento dei membri della comunità e la loro capacità lavorativa, così come dalle risorse del suolo e del sottosuolo di detta comunità. Non dipende, nella maniera più assoluta, dal numero di biglietti di banca che questa comunità decida di stampare, né dalla quantità di oro che quel paese custodisca nei depositi della banca centrale.
Dovrebbe essere chiarissimo per qualsiasi cervello indipendente che, in qualsiasi comunità che non fosse un ricovero psichiatrico o il presente mondo capitalista-comunista, il denaro si deve basare sulla cifra che rappresenta il credito reale di tale comunità. Allora, e solo allora, la definizione di credito finanziario non sarebbe più una denominazione non appropriata. Al contrario, sarebbe l’unico nome che si dovrebbe dare al denaro, dal momento che il credito finanziario sarebbe, in tal caso, il riflesso, in biglietti, del credito reale. In una parola, le cifre rifletterebbero, esattamente, i fatti”.
Il credito di una nazione risiede nelle proprietà e laboriosità del suo popolo, non nei banchieri e nella carta che producono.
Ricordate le parole di Napoleone pronunciate oltre 200 anni orsono?
“ . . il credito è della Nazione, non dei banchieri . .”.
Ora, riguardo al credito, tutto è molto più chiaro: se prima i prestatori di denaro potevano ingannarci dicendo “l’oro è nostro e lo prestiamo a chi vogliamo a tale prezzo”, oggi anche questo mito è crollato.
Da quando, il 15 agosto 1971, il presidente americano Nixon fu costretto a dichiarare al mondo che il dollaro non era più convertibile in oro, il valore convenzionale della moneta è venuto alla luce in tutta la sua evidenza.
Siamo noi cittadini che diamo valore di denaro alle banconote accettandole come tale e facendole circolare, non esiste nessuna riserva aurea che dia valore al denaro.
È il cosiddetto “fiat money”, denaro convenzionale creato dal nulla senza riserva.
Il popolo è l’autentico ed unico proprietario del valore monetario, ed è quindi lo stato, in sua rappresentanza, che ha il diritto/dovere di stampare la moneta nazionale, spenderla e prestarla ai cittadini senza far loro pagare nessun interesse.
Invece succede che le banche emettono credito basato sulla nostra laboriosità e sulle nostre proprietà, e dobbiamo pagar loro pure un interesse.
Che c’entrano i banchieri usurai con il credito del popolo, ovvero la nostra capacità di produrre ricchezza?
I banchieri hanno facoltà di chiudere il rubinetto del credito in qualsiasi momento, e pretendere indietro soldi veri per le loro fasulle promesse di pagamento.
Dal momento che non vengono erogati ulteriori prestiti e con un opprimente prelievo fiscale continua ad essere ritirato dalla circolazione altro denaro, noi ci troveremo nell’impossibilità di ripagare i debiti, ed i banchieri, con l’autorità delle leggi che hanno fatto passare da politici sottomessi, si impossesseranno delle nostre proprietà immobiliari, messe insieme in anni di duro lavoro.
È la manipolazione del denaro del popolo attraverso il credito, reso possibile dal fatto che è stato alterato completamente lo scopo del denaro, che da strumento di distribuzione di lavoro e di benessere, è stato trasformato in strumento di sfruttamento e di schiavitù.
Il denaro è il mezzo inventato dalla mente umana per agevolare gli scambi di beni e servizi.
L’economia è l’equa ripartizione tra i membri della società delle risorse comuni disponibili.
La moneta funge da strumento di misura e di valore per distribuire, attraverso il lavoro, la ricchezza prodotta.
Il governo è l’ente preposto a far sì che una giusta ripartizione dei beni avvenga attraverso un corretto funzionamento del sistema monetario.
Lo stato è titolare della sovranità monetaria, il diritto/dovere di stampare moneta nella quantità idonea a permettere che tutti i cittadini abbiano accesso alle merci disponibili.
Questi sono in sintesi i presupposti necessari a raggiungere quel miglioramento generale della qualità della vita, motivo per il quale noi tutti abbiamo deciso di vivere in società. Per avere più benefici dal lavoro comune e meno problemi da affrontare singolarmente.
Possiamo oggi dire che la qualità della nostra vita sia adeguata a quella che potremmo avere se tutti questi presupposti venissero messi in atto?
Se già nelle ricche società occidentali una infinità di ingiustizie, disparità sociali ed il fenomeno della “miseria in mezzo all’abbondanza” sono un chiaro segnale di fallimento, la situazione di disagio di una buona metà della popolazione planetaria, con più di un miliardo di persone che è costretta a sopravvivere con uno o due dollari al giorno, penso siano sufficienti a toglierci qualsiasi dubbio in proposito.
Come siamo potuti arrivare ad una simile disastrosa situazione, se madre natura è capace di darci tutto ciò che ci serve per vivere, e la nostra tecnologia non pone limiti alla stampa del mezzo monetario necessario a distribuire il lavoro e far giungere a tutti la loro parte di beni?
L’organizzazione sociale è stata manipolata per cambiarne i meccanismi e dirottare gran parte delle ricchezze prodotte dal lavoro della popolazione mondiale verso le voraci casse del sistema bancario mondiale e la finanza internazionale. La Grande Usura.
Poche migliaia di grandi Usurai e i loro clan familiari vivono nel mondo sfruttando sette miliardi di persone che, caricate dell’onere di fare il lavoro per tutti ma private della giusta quantità di denaro a loro spettante, soffrono e patiscono la fame.
Come hanno potuto e possono continuare a farlo?
Grazie al controllo dello strumento monetario ed al potere che da esso ne deriva di poter manipolare gli altri elementi di controllo sociale: la comunicazione mediatica necessaria a indottrinare la popolazione planetaria, la classe politica per dettare le regole di comportamento, e la forza militare per tenerci a bada.
Dopo aver facilmente avuto ragione dei pochi uomini onesti che, riuscendo ad intravedere la realtà dei fatti dietro le apparenze virtuali, gli si sono opposti nel corso della storia, i Grandi Usurai manovrano a loro piacimento l’emissione monetaria.
Producono prima il mezzo di scambio nella quantità che vogliono, per poi farlo mancare ed ostacolare un normale sviluppo del sistema economico, produzione, distribuzione e consumo, impedendoci l’accesso alla ricchezza prodotta con il nostro lavoro.
Un esempio illuminante di come può avvenire questo condizionamento, si rinviene nelle parole di quel autentico maestro che risponde al nome di Giacinto Auriti, quando ci spiega che la moneta è come il sangue, la sua quantità deve essere proporzionale alle dimensioni dell’organismo da irrorare:
“ …se sul mercato vi sono dieci penne e dieci lire, si potranno mediamente vendere le penne al prezzo unitario di una lira; ma se si devono produrre altre dieci penne, si dovrà mettere sul mercato altre dieci lire, che altrimenti si potranno vendere le penne solo al prezzo di mezza lira. E se la penna costa ad esempio sessanta centesimi, è ovvio che il procedimento produttivo, in mancanza di incremento di liquidità monetaria, si arresta. Questo significa che, ogni libertà decisionale sullo sviluppo o la recessione economica dei mercati, non sta nelle mani dei produttori reali, ma in quelle del sistema bancario . .”
I banchieri, avendo sottratto il privilegio di emettere moneta al popolo sovrano grazie alla complicità di una classe politica venduta, lasciano di proposito in circolazione una quantità insufficiente di moneta, manipolando così a piacimento l’andamento dell’economia.
Decidono arbitrariamente quando farla espandere, incoraggiando un cosiddetto “boom” economico, o quando, privandola del sangue necessario, causare una recessione.
I famosi cicli economici non avvengono per chissà quali misteriosi motivi che solo gli “economisti” riescono ad interpretare, ma sono creati ad arte dagli Usurai.
Se le banche non stampano denaro o concedono credito, con quali soldi potremo noi avere accesso alle merci o saldare i nostri debiti?
Il costo del denaro in Europa è sceso in questi ultimi tempi ad un minimo storico, 1%, ma ciò non basta a risolvere la crisi. Il costo del denaro potrebbe anche scendere ulteriormente, ma se non ne viene messo in circolazione, come possiamo noi mantenere in vita le imprese, comprare il cibo o salvare le proprietà dal pignoramento?
Non potremo.
Lo sanno bene gli Usurai, perché è ciò che da sempre fanno: privarci dello strumento monetario per impedirci di pagare i debiti, farci vivere da precari al limite della sopravvivenza, sequestrarci le proprietà immobiliari.
Subito dopo la Guerra Civile americana, i banchieri fecero assassinare Abraham Lincoln, colpevole di aver stampato banconote in nome del popolo, rifiutandosi di prenderle in prestito da loro ad un interesse altissimo, tra il 24 ed il 36%. Vollero creare una grave recessione per mettere in ginocchio la popolazione e renderla disponibile ad accettare con rassegnazione qualsiasi decisione in materia monetaria.
“Nel 1866 vi erano 1,8 miliardi di dollari in circolazione negli Stati Uniti, circa 50 dollari e 46 centesimi pro capite. Solamente nel 1867 fu tolto dalla circolazione mezzo miliardo di dollari; dieci anni dopo, nel 1876, l’offerta monetaria era stata ridotta a soli seicento milioni di dollari, vale a dire che i due terzi del denaro degli Stati Uniti erano stati ritirati dai banchieri. Rimanevano in circolazione solamente 14 dollari e 60 centesimi pro capite. Dieci anni più tardi, l’offerta monetaria era stata ridotta a 400 milioni di dollari anche se c’era stata una forte crescita della popolazione. Questo significava che solo 6 dollari e 67 centesimi pro capite rimanevano in circolazione, una perdita del potere d’acquisto del 760% in 20 anni.
Oggi gli economisti cercano di spacciare il concetto che le recessioni e le depressioni siano una parte naturale di un qualcosa che essi chiamano il “ciclo economico”. La verità è che oggi la nostra offerta monetaria è manipolata com’è avvenuto prima e dopo la Guerra Civile. Come è potuto accadere tutto questo? Come ha fatto il denaro a diventare così scarso? Semplice: i prestiti delle banche furono ritirati e non ne furono concessi di nuovi”.
Questo brano è tratto da “The money masters”, un video documentario prodotto da Patrick Carmack e Bill Still, che potrete facilmente trovare in internet, con sottotitoli in italiano.
Ancora dalla stessa fonte:
“ . . i banchieri ricominciarono ad erogare prestiti e la depressione che seguì la Guerra Civile finalmente terminò.
Tre anni più tardi, il popolo americano elesse il repubblicano James Garfield come presidente. Garfield sapeva in che modo l’economia venisse manipolata. Come membro del Congresso, egli era stato Presidente della Commissione sulle Appropriazioni ed era un membro della Commissione sul Sistema Bancario e la Valuta. Dopo il suo insediamento, nel 1881 Garfield accusò pubblicamente i cambiavalute:
“Chiunque controlli la massa monetaria in qualsiasi paese è il padrone assoluto dell’intera industria e del commercio . . e quando vi rendete conto che l’intero sistema è controllato molto semplicemente, in un modo o nell’altro, da pochi uomini al vertice, non ho bisogno di spiegarvi come nascono i periodi di inflazione e di depressione”. James Garfield
Purtroppo, poche settimane dopo aver pronunciato queste parole, il 2 luglio 1881 il presidente Garfield fu assassinato.
(…)
I cambiavalute stavano rapidamente riguadagnando forza e iniziarono un ciclo di periodiche “tosature delle pecore”, così le chiamavano, in cui venivano creati boom economici seguiti da depressioni in modo da poter acquisire abitazioni e fattorie per pochi spiccioli. Nel 1891, i cambiavalute si preparavano ad abbattere ancora l’economia americana e i loro metodi e le loro motivazioni furono spiegati con una chiarezza sconcertante in una nota di servizio inviata dall’Associazione dei Banchieri Americani (ABA), una organizzazione in cui si ritrovano molti banchieri. Osservare come in questa nota venga richiesto ai banchieri di creare una depressione in una data prestabilita di lì a tre anni.
Eccone una parte estrapolata dai verbali del Congresso:
“Il primo settembre 1894 non rinnoveremo più i nostri prestiti per alcun motivo. Il primo settembre esigeremo il denaro, pignoreremo e diventeremo creditori ipotecari. Potremo acquisire i due terzi delle fattorie ad ovest del Mississipi, ed anche di altre migliaia ad est del Mississipi, al nostro prezzo . . Quindi gli agricoltori diventeranno degli affittuari come in Inghilterra . . “ – Associazione dei Banchieri Americani nel 1891, tratto dai verbali del Congresso del 29 aprile 1913”.
Niente di più convincente che le parole degli stessi prestatori di denaro. Tutte le depressioni, compresa quella storica del 1929, sono state create ad arte dai banchieri con il sistema di cui abbiamo appena letto.
“Effettivamente, la rovina calcolata della gente da parte dei poteri bancari mondiali fu scatenata dalla pianificata e improvvisa scarsità di denaro a brevissima scadenza nel mercato valutario di New York”.
Curtis Dall, genero di Franklin Delano Roosvelt ed agente di cambio della Lehman Brothers, presente nella sala di borsa di New York il giorno del crollo nell’Ottobre del 1929, nel suo libro del 1970, “FDR: my exploited father-in-law”.
Una ulteriore conferma dalle parole di Milton Friedman, premio Nobel per l’Economia (e principale responsabile delle immense sofferenze causate nel mondo dal neoliberismo), pronunciate nel 1996 in una intervista radiofonica:
“La Federal Reserve causò sicuramente la Grande Depressione poiché tra il 1929 e il 1933 contrasse di un terzo la quantità di moneta circolante”.
Piccola parentesi: il premio Nobel per l’Economia è un classico prodotto di promozione del mondo virtuale: a differenza degli altri assegnati dalla fondazione Nobel, viene assegnato dai banchieri svedesi. Potranno mai premiare un economista non allineato che riveli i meccanismi della truffa monetaria?
continua…..
Paolo MALEDDU