Gli Stati Uniti hanno iniziato il processo di destabilizzazione della Russia fomentando conflitti ai suoi confini e creando motivi di dissapore in Europa. Per la Cina è stato elaborato un piano diverso
di Yurasumy
“Washington ha nettamente perso la corsa alla leadership mondiale, contro avversari vecchi e nuovi”
Solo i più pigri non stanno commentando gli evnti che si svolgono nei “centri scommesse” mondiali. Dal momento che tali eventi sono stati preparati ad arte con anticipo e non mancheranno di avere conseguenze di lungo raggio, io non starò certo da parte. Certamente però non li affronterò dalla prospettiva consueta, ma piuttosto attraverso la lente del confronto globale che oppone USA e l’allenza di Russia e Cina.
Lunedì scorso il mondo intero seguiva gli eventi sulle borse mondiali. Asiatici, Europei e poi Americani, tutti a scommettere sul collasso della borsa Cinese. Non varrebbe nemmeno la pena di parlarne se non fosse per un forte sentore di artificalità attorno alla faccenda.
Cosa mi ha messo in guardia
La bolla del mercato borsistico Cinese non avrebbe affatto avuto un tale impatto globale se fosse stata solo una bolla delle borse Cinesi.
Per prima cosa, il collasso della borsa Cinese è avvenuto a fine Giugno, a Luglio il mercato navigava già più saldamente nella tempesta. Ma la leadership Cinese ha reagito puntualmente come un orologio. L’enorme somma di tremila miliardi di Yuan (circa 483 milioni di $) è stata allocata per prevenire vendite dettate dal panico. Molti possessori, come uniti in team, annunciano che stanno cercando di stabilizzare il mercato e quasi tutto si calma.
Nonostante il crollo del 30% della borsa di Shangai, i mercati globali hannor risposto in maniera lenta e riluttante. L’impressione è stata che il Governo Cinese abbia fatto esplodere in maniera programmata una bolla che li preoccupava sin dalla fine del 2014.
Per comprendere l’essenza del problema è necessario rivedere la storia recente. La crisi attuale iniziata nel 2007 arrivò in Cina in maniera molto più smorzata che non in Russia, Europa, Stati Uniti. Comportò un rallentamento del tasso di crescita Cinese, e questo è tutto. Nemmeno il collasso del 2009 causò una recessione. Il Governo Cinese reindirizzò rapidamente l’economia verso il mercato interno, stimolandola attraverso il rialzo dei salari. Tra il 2007 ed il 2015 il salario minimo della nazione è salito di quasi due volte e mezzo, a un tasso di aumento tra l’11 ed il 15% annui. Considerando l’industria nel suo complesso i salari sono aumentati di quasi tre volte. Infatti, la crisi globale, iniziata dagli USA nel 2007 non ha avuto effetti sulla Cina. Al contrario, l’ha resa più forte nei confronti dei suoi competitors. Il punto è che era tempo di reagire a questo.
Non c’è dubbio che il potenziale bellico Russo sia cresciuto negli ultimi anni. Insieme, l’economia Cinese e le forze armate Russe hanno iniziato a rappresentare la Minaccia Numero Uno per Washington che ha palesemente perso la corsa alla leadership mondiale sia con i vecchi che con i nuovi competitors.
Il fatto che gli USA non facciano altro che peggiorare la situazione deliberatamente in qualunque punto del mondo intervengano non significa automaticamente che possano permettersi impunemente di farlo. Ci dice soltanto che non possono permettersi di giocare in maniera attendistica. Il momento è vicino in cui Cina e Russia non chiederanno agli USA di farsi da parte sul trono, ma bensì innalzeranno un nuovo trono proprio a fianco.
Gli Stati Uniti hanno iniziato il processo di destabilizzazione della Russia fomentando conflitti ai suoi confini e creando motivi di dissapore in Europa.
Per la Cina è stato elaborato un piano diverso. Una bolla della borsa ha iniziato a gonfiarsi dal nulla verso fine estate del 2014, ci fu un potente “attacco informativo” da parte della stampa che consigliava come investire con profitto sul mercato Cinese, risolvendo al cliente (gli USA) un difficile compito: il trasferimento degli investimenti dal settore dei consumi reali nel paese al mercato borsistico virtuale. Così è stato ottenuto un successo multiplo: la decelerazione dell’economia Cinese e il gonfiamento di una bolla che ne ha messo a repentaglio la stabilità.
Non c’è bisogno di essere uno scienziato balistico per predirre la conseguenza che l’economia prima o poi rallenterà, e sarà seguita da un potente attacco informativo che causerà una tempesta globale e spazzerà via tutti i competitors rimanenti.
In Dicembre era chiaro che gli USA fossero in grado di accendere una reazione a catena di gonfiamento delle borse Cinesi. Era solo questione di tempo prima che pensassero che fosse il momento giusto per scatenare tempesta. La Cina pare abbia avuto la saggezza di non attendere e ha preso l’iniziativa mentre Washington non era pronta, così la tempesta non si è scatenata a Luglio. E questo ci dice che Washington non ha parte nel collasso di Luglio dei mercati borsistici Cinesi. E’stato un passo falso che ha messo a repentaglio l’intera strategia di Washington. La leadership Cinese, applicando la stretegia pro-attiva di sgonfiare la bolla ha infatti riportato la situazione sulla sua traiettoria originaria. I soldi sono tornati a spingere l’economia reale, risolvendo il problema della crescita. Gli USA non potevano permettersi di attendere.
E poi, in Agosto, un calo minore della borsa di Shangai ha provocato uno tsunami finanziario globale.
Il 18 Agosto i mercati USA hanno iniziato a scendere (anche i Cinesi in questo stadio, ma non in maniera febbrile e critica, ma piuttosto seguendo naturalmente il trend senza strappi). Il 20 Agosto ha seguito e per il 24 Agosto il “panico” ha invaso i mercati mondiali.
Ma prima di tutto ciò, sin da Luglio, la Cina ha accusato l’Occidente e gli USA in particolare di tentare di destabilizzare l’economia Cinese ed ha iniziato una vendita di buoni del tesoro USA senza precedenti; 106 miliardi d i$ in due settimane, e 140 miliardi nei soli mesi di Luglio-Agosto. In aggiunta, ha svalutato lo Yuan del 4% circa.
Fine del preludio. Al presente siamo alla normalità: gli USA attaccano e la Cina si difende, e con successo.
Adesso che ho presentato questa visione degli eventi potremmo applicare la stessa logica ad altri eventi dello scorso anno, cercando di capire cosa sia successo.
Come sappiamo, la sfida è tra gli USA e Russia e Cina insieme. Nel 2013 il colpo principale è stato servito alla Russia. La fase più acuta della crisi per Mosca è stata Febbraio-Marzo 2014. Dalla metà di Giugno è diventato piuttosto chiaro come gli obiettivi principali USA in Ucraina non sono stati velocemente raggiunti e resteranno lì irrisolti per un bel pò di tempo a venire. La Russia si è nettamente ostinata a non entrare in un confronto diretto in Donbass ed ha evitato ad ogni modo il rischio di un confronto diretto coi paesi Europei. Al contrario, ha cercato di raccogliere l’iniziativa acconsentendo agli accordi formato Normandia di Minsk, il 6 Giugno 2015. Questo ha portato gli Stati Uniti a perdere il ritmo dell’escalation e possibilmente l’intero gioco.
Dalla loro prospettiva, la strategia di distruggere gli avversari era necessaria. In linea con questo gli USA stanno mantenendo lo stato di guerra in Ucraina, tentando di seminare problemi a tutti i confini della Russia e nel contempo conducendo guerra economica alla Cina. L’economia mondiale ha raggiunto un nuovo stadio di crisi acuta e i mercati delle materie prime sono in caduta libera seguendo il trend Cinese. Gli “alleati” sono rimasti privi di un solido piede a terra, nella forma di solide economie e solide finanze. Luglio ed Agosto sono già costate alla Cina il 20% delle sue riserve estere. Inoltre, la crisi in Russia e Cina cresce, scatenando problemi politici interni.
Il momento più opportuno per un nuovo colpo sarebbe Ottobre-Novembre 2015. A quanto sembra una nuova acuta crisi economica sia pianificata. Come nel 2008.
Ed alla fine assistiamo ad un leggero capovolgimento della situazione in favore degli Stati Uniti, che simultaneamente, con la disfatta di uno dei maggiori avversari, resterebbe l’unico posto sicuro (in termini finanziari) sullo sfondo di una supercrisi in Eurasia.
Questo è come le cose erano state previste. Ma la Cina ha preso l’iniziativa e adesso dovremmo guardare alle sue mosse. Ha certo perdite, ma sono tollerabili. Un fatto concreto pare che accelleri il ritiro “dei pezzi di carta USA” ancor più di quanto la Cina non stia già facendo.
La scia del petrolio
A buttare benzina sul fuoco c’ha pensato il mercato petrolifero. Bisognava garantirsi il collasso di Arabia Saudita e Iran al momento giusto….uno secondo piano, e il secondo sotto il giogo delle circostanze. A Giugno 2014 gli Stati Uniti e l’Europa annunciano di sollevare le sanzioni contro la Repubblica Islamica dell’Iran. La decisione chiaramente non apre automaticamente il mercato petrolifero Iraniano, ma consente ai governi Occidentali di fungere da “valvola” che ad ogni momento potrebbe aprirsi e, inondando i mercati di nuovo petrolio, spingere i prezzi ad un ulteriore ribasso sui mercati delle materie prime. Il 2015 è stato un anno di scarsa crescita per il mercato Iraniani dell’export energetico, ed il principale attacco ai “competitors” è previsto al 1 Gennaio 2016, ovvero la data in cui il petrolio Iraniano potrà legalmente essere esportato verso l’UE.
Recentemente l’Arabia Saudita ha creato un surplus di petrolio sul mercato, ignorando qualsiasi richiesta dei colleghi dell’OPEC sul consenso a un programma di riduzione della produzione. Adesso, tutti questi segni (la guerra in Ucraina, l’inibizione artificiale della Cina, consentire all’Iran l’accesso ai mercati internazionali di petrolio e gas, la frenetica ed apparentemente irragionevole corsa Saudita al petrolio) trovano posto senza difficoltà come diversi livelli di scontro nel quadro della guerra ibrida USA per l’egemonia mondiale.
Conseguenze
E quali sarebbero le consequenze? A mio parere non sta accadendo nulla di inatteso. C’è una guerra globale in forma ibrida in corso. I contendenti si scambiano reciprocamente colpi, cercando di capire le altrui debolezze e si difendono dai contrattacchi nemici.
Russia: Mi sembra chiaro che se gli eventi si sviluppano secondo le linee delineate assisteremo a un tentativo di destabilizzazione della Russia questo autunno (abbondano i segni di simili preparazioni). Probabilmente avverrà senza successo (perchè mi pare che anche le contromisure non siano scarse), ma questo non deve in ogni caso comportare alla Russia di distogliere l’attenzione da quello che accade appena fuori dai suoi confini: Ucraina, Kazakistan, Medio Oriente etc
Con la parola destabilizzare, intendo attacchi terroristici sistematici nel tentativo di giocare la carta della discordia interna.
USA: per Washington c’è semplicemente tutto in gioco. Niente è cambiato dal loro punto di vista. Stanno cercando di difendere il loro diritto all’egemonia mondiale e alla rapina del mondo intero. Considerato questo, non possiamo fidarci molto degli accordi esistenti, li rispetteranno solo quando gli conviene. Nessuno si fa illusioni su questo punto. Le maschere sono cadute e le pistole (ibride) sono cariche. Le azioni degli USA saranno certamente influenzate dalle elezioni, che si svolgeranno solo a un anno di distanza.
Il problema principale degli Stati Uniti in questo momento, sono d’accordo con Brzezinski e Kissinger e che i tempi della pianificazione si spostano rapidamente. Tutte le operazioni politiche della casa bianca sono prodotte in un tempo incluso tra 4 e 8 anni e non più. Questo spiegà già la sconfitta in Cina (Cina ha già decisamente scelto a favore di un’alleanza con la Russia) e se supponiamo che la Germania possa a un certo punto decidere di entrare nell’alleanza, a quel punto ogni guadagno sul breve termine che questa strategia potrebbe aver portato sarebbe del tutto annullato dalle perdite sul lungo termine.
Europa: L’Europa subirà un altro salasso nella forma di declino economico continuato. La recessione economica vera e propria, ci stiamo sulla soglia, è praticamente una conclusione ovvia delle condizioni generali. Quanto è profonda sarà dipende dalle vicessitudini sui campi di battaglia principali. Se l’Europa “non ubbidisce” verrà destabilizzata dall’interno, su tutto, questo è del tutto garantito.
Cina: Pechino, come abile alleato ha giocato la tattica dell’attesa e ha raccolto le sue forze mentre gli Stati Uniti colpivano la Russia. Non è certo colpa sua se il primo colpo è stato sferrato alla Russia, ma nel frattempo la Cina ha fatto di tutto per riceverne il massimo dei benefici. Adesso il fronte economico Cinese, unito alla minaccia di destabilizzazione dei suoi confini sta piano piano aumentando il livello di coinvolgimento degli alleati nella guerra globale. Si può decisamente ammirare il modo in cui la Cina ha risolto il problema delle borse: prontamente, con chiarezza e scrupolosamente. Questo non significa che la Cina sia al sicuro contro tutti i problemi, ma certamente che, se non altro, sa come gestirne gli effetti ed alleggerirli.
Ucraina: Capisco il vostro sorriso (E’acqua stagnante e veramente poco dipende dall’Ucraina in sè per sè). Ma è la mia patria e non posso evitare di considerarla in modo speciale. Il fronte Ucraino contro la Russia è stato il maggiore fronte degli Stati Uniti nel 2013 e per la prima parte del 2014. Dalla fine dell’anno scorso in poi, non è che uno di molti fronti aperti. Se si verificherà una destabilizzazione globale il fronte Ucraino svanirà del tutto dalla lista dei problemi degli Stati Uniti, con tutte le conseguenze che inevitabilmente ne seguiranno per i problemi del paese.
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