di Sergio Cararo
L’incontro internazionale “Eurostop , popoli dell’Europa solleviamoci”, tenutosi a Barcellona sabato e domenica scorsi, è avvenuto in un clima politico che potremmo definire febbrile. L’esito delle elezioni in Catalogna e l’avvicinarsi di quelle generali fissate per il 20 dicembre, si sono interconnesse in molti aspetti con la discussione nei due intensissimi giorni del forum.
Il forum convocato dalla “Piattaforma per l’uscita dall’euro” nata tre anni da un appello sottoscritto da centinaia di attivisti ed intellettuali, intendeva mettere a fuoco una piattaforma e una strategia di azione coordinata con le forze che negli altri paesi europei –e in quelli del Sud Europa soprattutto – intendono portare nell’agenda politica l’opzione della fuoriuscita dalla gabbia della moneta unica ma anche dell’Unione Europea e della Nato. In questo senso sono andati gli interventi dei compagni della campagna italiana Eurostop.
L’affermazione delle forze indipendentiste in Catalogna, e soprattutto il risultato che ha reso la Cup (Candidatura Unitaria Popolare) decisiva per le sorti del governo catalano, condizionano la vita politica in quella che è un po’ la gallina dalle uova d’oro dello Stato Spagnolo.
Contestualmente, il venir meno dell’accordo tra Izquierda Unida e Podemos, ha rimescolato completamente le carte delle alleanze in vista delle prossime elezioni. Mentre Podemos conferma tutti i punti di ambiguità via via emersi, Izquierda Unida (e il Partito Comunista di Spagna, Pce) manifesta la necessità di ricavarsi uno spazio politico “a sinistra” per non vedere i propri consensi defluire verso Podemos. Questa virata di attenzione di Izquierda Unida/Pce verso i temi sollevati dal forum Eurostop, erano leggibili nella lettera inviata dal segretario del Pce Josè Luis Centella e dal videomessaggio di Anguita (che è stato un po’ il padre storico della piattaforma per l’uscita dall’euro).
Certo, in questi due interventi è emersa anche una apertura di credito verso il Piano B presentato a Parigi da Lafontaine, Melenchon, Varoufakis, Fassina, un passo in avanti sicuramente, ma anche il segno della preoccupazione della “socialdemocrazia di sinistra” di non poter più eludere la questione della rottura della gabbia dell’euro e dei trattati dell’Unione Europea come fatto fino ad oggi.
Per due giorni, a Barcellona, si è discusso molto ed a fondo con decine di interventi, sia di realtà dello Stato Spagnolo (da Euskadi all’Estremadura) che da paesi come Italia, Grecia, Francia. Anche la Cup ha partecipato alla discussione con due interventi (un deputato e un ex deputato). Assenti, ovviamente, gli esponenti di Podemos che hanno confermato di non voler mettere in discussione né l’euro né l’Unione Europea.
La discussione nel forum di Barcellona, ha prodotto alcuni passi in avanti importanti come il delinearsi una piattaforma che chiede la fuoriuscita dalla gabbia dell’euro, dall’Unione Europea e dalla Nato come pacchetto complessivo di una alternativa all’apparato edificato dalle classi dominanti in Europa. La sola richiesta di uscita dall’euro, infatti, portava con sé i limiti dell’economicismo e il rischio che si perdesse di vita la dimensione politica e strategica dell’Unione Europea così come è stata costruita e imposta in questi ultimi venti anni (dal Trattato di Maastricht in poi). Non solo. Esiste anche il rischio di ragionare su fotografie superate dalla realtà quando si parla di una Unione Europea perennemente in crisi o subalterna agli Usa. In tal senso la lotta per l’uscita dalla Nato è tornata ad essere punto di attualità e di piattaforma.
La realtà ci dice cose molto diverse, inclusa una capacità di egemonia dell’imperialismo europeo che non mostra solo il suo volto arrogante come in Grecia ma anche quello di “frontiera della speranza” come avvenuto nel caso dei profughi siriani.
Una parte della discussione, soprattutto nella giornata di domenica, ha ruotato anche intorno ai temi della sovranità con accezioni molto diverse tra loro. L’importanza e la sensibilità sulla questione nazionale nello Stato Spagnolo infatti non è riproducibile automaticamente nelle altre realtà, mentre si confonde spesso l’idea della necessità dell’alleanza dei Pigs – cioè i paesi debitori dell’Europa del Sud – come un ostacolo alla rottura in un singolo paese.
E’ il segno che la discussione sulle alternative e la “rottura della Ue e con l’euro” è cominciata e non è affatto conclusa, ma rispetto a solo un anno fa, oggi è entrata di forza nell’agenda politica in Italia, Grecia, Stato Spagnolo ed anche in Francia e Portogallo. Merito sicuramente della realtà e di quanto avvenuto in Grecia negli ultimi nove mesi, una realtà che ha spazzato via molte illusioni della sinistra europeista sulla riformabilità dell’Unione Europea.
Molto importante, in tal senso, sono stati anche gli incontri bilaterali che la delegazione italiana ha avuto con i compagni della Cup della Catalogna, i quali hanno assunto in pieno i temi della campagna Eurostop contro Euro, Unione Europea e Nato e li hanno portati anche dentro la campagna elettorale…. vedendosi premiati per questo.
L’intensa due giorni di discussione del forum Eurostop a Barcellona, ha prodotto anche un documento finale in via di approvazione definitiva e che verrà reso disponibile nei prossimi giorni. Il prossimo appuntamento sarà a Roma in occasione dell’assemblea nazionale di novembre – per costruire un movimento contro l’euro, l’Unione Europea e la Nato – che verrà definita nei prossimi giorni.
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