La Commissione Europea non fa mistero del fatto che riceve istruzioni dalle lobby dell’industria come “BusinessEurope e European Services Forum”. Non sorprende che i negoziati TTIP sono impostati per servire gli interessi corporativi, e non i bisogni pubblici.

 

Pubblicazione1Cecilia Malmström

L’Independent riporta le inquietanti parole del Commissario Europeo (C. Malmström) che decide il nostro destino in materia di trattati commerciali. La Malmström ammette tranquillamente che il popolo europeo non vuole la firma del TTIP, ma questo non importa perché lei (come tutti gli altri membri della Commissione) non deve rispondere delle sue azioni al popolo. Pertanto il Commissario proseguirà nella firma del trattato, perché così le viene richiesto dai suoi veri mandanti, ossia le élite, i lobbisti delle grandi multinazionali che impongono al popolo di fare ciò che ritengono sia giusto. Il buon vecchio metodo paternalistico europeo, già da tempo denunciato da Bagnai, viene ormai ammesso apertamente senza che l’informazione mainstream dia il giusto risalto alla sua gravità.

 

di John Hilary , 13 ottobre 2015

 

Recentemente ho potuto gettare uno sguardo dietro la facciata ufficiale dell’Unione Europea, avendo incontrato il Commissario per il commercio nel suo ufficio di Bruxelles. Ci sono stato per discutere l’accordo transatlantico su commercio e investimenti (TTIP), il controverso trattato attualmente in fase di negoziazione tra l’UE e gli USA.

Come Commissario al commercio, Cecilia Malmström occupa una posizione importante nell’apparato dell’Unione Europea. Lei è a capo della direzione del commercio della Commissione Europea, essendo succeduta a Peter Mandelson, da quando egli fu costretto ad abbandonare la politica di prima linea nel Regno Unito. Questo fa di lei la responsabile della politica commerciale e di investimento per tutti i 28 Stati membri dell’UE, e sono i suoi funzionari che stanno attualmente cercando di finalizzare l’accordo TTIP con gli Stati Uniti.

In questo nostro incontro, ho interrogato la Malmström riguardo l’enorme opposizione al TTIP in tutta Europa. Nell’ultimo anno, il numero record di tre milioni e 250 mila cittadini europei hanno firmato la petizione contro di esso. Ci sono state centinaia di riunioni e proteste in tutti i 28 Stati membri dell’UE, inclusa una spettacolare dimostrazione di 250.000 persone a Berlino in questo fine settimana.

Interrogata a riguardo, la Malmström ha riconosciuto che nessun accordo commerciale ha mai suscitato un’opposizione così appassionata e diffusa. Ma quando le ho chiesto come avrebbe potuto continuare il suo continuo appoggio all’accordo, di fronte a tale massiccia opposizione pubblica, la sua risposta mi ha gelato: “Il mio mandato non viene dal popolo europeo.”

Allora da dove prende il suo mandato Cecilia Malmström?

Ufficialmente, i commissari dell’UE sono tenuti a riportare ai governi eletti dell’Europa. Ma la Commissione europea sta portando avanti i negoziati TTIP a porte chiuse senza un adeguato coinvolgimento dei governi europei, figuriamoci quindi quello dei parlamentari o membri del pubblico. I funzionari britannici hanno ammesso di essere stati tenuti all’oscuro durante i colloqui del TTIP, e che ciò rende impossibile il loro lavoro.

In realtà, come ha appena rivelato un nuovo rapporto di War on Want, la Malmström riceve gli ordini direttamente dai lobbisti delle aziende multinazionali che pullulano intorno a Bruxelles. La Commissione Europea non fa mistero del fatto che riceve istruzioni dalle lobby dell’industria come BusinessEurope e European Services Forum, proprio come una segretaria scrive sotto dettatura. Non sorprende che i negoziati TTIP sono impostati per servire gli interessi corporativi, e non i bisogni pubblici.

Entro i prossimi due anni, il popolo britannico dovrà decidere se uscire o rimanere nell’Unione Europea. Sono fiero di essere europeo e non ho legami con l’allarmismo xenofobo di quei piccoli “nativi inglesi” che vorrebbero chiudere i nostri confini. Io credo in un’Europa dei cittadini, un’Europa sociale dove possiamo collaborare con gli altri nel nostro continente – e al di fuori di esso – per costruire un futuro comune di là degli interessi commerciali di una piccola élite.

Ma la domanda a cui dovremo rispondere al referendum non è se vogliamo rimanere europei, come se una domanda del genere potesse avere un significato. Piuttosto, ci verrà chiesto se desideriamo restare soggetti alle istituzioni dell’Unione Europea, tra cui la Commissione non eletta. Come ha imparato il popolo greco attraverso l’amara esperienza, quelle istituzioni non accetteranno alcuna riforma o modifica dal loro modello di austerità permanente e dominio delle multinazionali.

Il TTIP offre uno scorcio dell’incubo che la Commissione Europea ha in serbo per ognuno di noi. Cecilia Malmström ci ha mostrato il disprezzo con cui lei e i suoi colleghi commissari vedono il popolo europeo.

Siamo stati avvertiti

tratto da: (clicca qui)