A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali
Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”
La Grande Truffa – 1° parte La Grande Truffa – 2° parte
La Grande Truffa – 3° parte La Grande Truffa – 4° parte
La Grande Truffa – 5° parte La Grande Truffa – 6° parte
La Grande Truffa – 7° parte La Grande Truffa – 8° parte
La Grande Truffa – 9° parte
L’emissione monetaria
LA GRANDE TRUFFA
Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale
10° parte
………………
Quando il pescatore di Cabras mette in vendita i pesci, chiede 20 euro in cambio. Se nessuno riconosce ai suoi muggini quel valore, dovrà accontentarsi dei 15 o dei 10 che gli vengono offerti.
Quella cifra costituirà il prezzo, il punto di incontro tra domanda ed offerta.
Questa è però una trattativa libera, aperta, un accordo che può concludersi oppure no, ed i soldi offerti, da tempo in circolazione, hanno un valore già riconosciuto, accettato precedentemente da altri percettori.
I rapporti tra Stato Italiano e Banca Centrale seguono invece un iter burocratico ufficiale, che esautora lo Stato dalla propria sovranità monetaria.
La Banca d’Italia dà una merce che vale pochi centesimi ad un interlocutore che è obbligato ad accettarla, secondo accordi precedentemente siglati.
Lo Stato Italiano, oltre ad essere obbligato, avendo esso stesso designato la Banca d’Italia come unica emittente della valuta statale, è anche il primo percettore. Accettando di scambiare quei biglietti con una cambiale, diciamo di 100 milioni di euro, riconosce ufficialmente quel valore ad un prodotto tipografico che vale invece solo pochi centesimi.
La Banca d’Italia è una società privata ingannevolmente spacciata come banca degli italiani.
Quei biglietti di carta valgono pochi centesimi ma il popolo inconsapevole è costretto con l’inganno a pagarli 100 milioni di euro più interessi a degli anonimi Usurai internazionali.
Tutto ciò può naturalmente avvenire grazie alla complicità di una classe politica e di una magistratura che, remunerati con alti stipendi ed una lunga serie di privilegi, non vedono o preferiscono non vedere l’inganno.
Come il cliente che accetta di pagare solamente un prezzo adeguato al valore di una qualsiasi merce, un popolo consapevole non accetterebbe mai di pagare i 100 milioni del nostro esempio per quella carta colorata.
Ma le regole scritte insieme da banchieri e politici, con quella aureola di ufficialità necessaria per ingannare un popolo ingenuo, lo obbligano all’acquisto. Solo il sistema bancario emette cartamoneta.
E la maggior truffa di tutti i tempi continua a compiersi.
Gli anonimi banchieri che controllano il sistema monetario concludono il loro “malaffare” ricevendo un valore certo, la cambiale firmata dai cittadini.
Le banconote, richieste di merci e servizi, entreranno in circolazione alla ricerca dei propri debitori, i lavoratori che daranno delle merci in cambio. Continueranno a circolare come un credito/debito per i singoli individui che ne verranno momentaneamente in possesso, ma solo come debito per la società nel suo insieme, perché il credito corrispondente le è già stato sottratto in origine.
Il primo percettore, il popolo, consegna a degli anonimi Usurai internazionali proprietari delle banche centrali e degli istituti di credito, un valore di oltre 100 milioni di euro senza ricevere in cambio nessun corrispettivo.
O se preferite, una merce di costo zero.
Come si può sottrarre 100 milioni di valore alla società senza dare niente in cambio?
Chiunque di noi ha varie possibilità di procurarsi denaro: lavorare, chiederlo in prestito o vendere qualche bene di proprietà.
Il popolo ha una possibilità in più che gli viene dalla sua qualità di essere sovrano: può stampare a titolo originario la valuta ufficiale del paese, valida su tutto il territorio nazionale, a costo zero.
I nostri politici da lungo tempo hanno però deciso di chiederla in prestito, indebitando noi e le generazioni future di un debito inestinguibile.
Il governo, il potere esecutivo dello Stato, ha bisogno di soldi. Servono per la costruzione di un nuovo ospedale, di un ponte, di un aeroporto, di una università.
Come abbiamo visto in precedenza i soldi sono solo mezzi di scambio che permettono la circolazione delle merci. Dal momento che si stanno producendo nuovi beni, è assolutamente necessario creare una pari quantità di mezzi di scambio.
Questo equilibrio è fondamentale per la stabilità dei prezzi, che in sua assenza, come abbiamo visto con l’inflazione (più soldi che beni), si alterano.
Lo Stato, che ha il diritto e l’obbligo di dotarsi di una valuta ufficiale all’interno del proprio territorio nazionale per non tornare al baratto, dovrebbe semplicemente stampare, attraverso il ministero del Tesoro, un numero adeguato di mezzi di scambio.
Una frase resa celebre da Ezra Pound, rende chiara la situazione:
“La frase non è mia, ma è troppo bella perché non sia messa in circolazione: quando un banchiere o un professore afferma che un paese non può fare questo o quello perché manca il denaro, afferma una menzogna vile e stupida quanto sarebbe dire che non si possono costruire strade per mancanza di chilometri.”
Perché dunque lo Stato non stampa la moneta necessaria a svolgere l’ordinaria amministrazione e far girare l’economia?
Noi saremmo pure il popolo sovrano, ma all’interno dello Stato il potere di decidere è delegato al governo.
Abbiamo affidato al governo il potere esecutivo, ma in questa falsa democrazia spesso, nei momenti cruciali, i ministri economici non sono uomini eletti da noi.
Quindi, le decisioni più importanti che riguardano il benessere del paese sono prese da uomini che non rappresentano il popolo sovrano.
Riporto da un qualsiasi dizionario della lingua italiana :
“Democrazia: forma di governo nel quale la sovranità spetta al popolo che la esercita mediante i suoi rappresentanti liberamente eletti”.
Vi sembra una rappresentazione di ciò che succede nel nostro paese?
Io non ho dubiti in proposito: assolutamente no.
Ciascuno di voi avrà la propria personalissima opinione in merito.
Aggiungo che ora, con il trattato di Maastricht e l’ancor più vergognoso trattato di Lisbona, la sovranità popolare è stata completamente cancellata a nostra insaputa. Noi naturalmente non ce ne rendiamo ancora conto perché su giornali e televisioni dei padroni va in onda la rappresentazione virtuale, non la realtà.
Il nostro governo, come quelli di tanti altri stati democratici, preferisce indebitare la popolazione chiedendo i soldi in prestito al grande capitale privato piuttosto che stampare da sé le banconote a costo zero.
Le banche centrali emittenti presteranno ai politici tutto il denaro che vorranno, fintanto che essi garantiranno il debito con il prelievo fiscale.
Chi garantisce che la cambiale verrà pagata alla scadenza?
Il popolo italiano, indicato dal governo come debitore.
Come pagheremo tutti noi il debito contratto subdolamente a nostro nome?
Con le imposte.
Il popolo italiano per usare dei semplici mezzi di scambio necessari a far girare l’economia si deve indebitare.
Ricordiamoci che i mezzi di scambio potrebbero essere, come già avvenuto in passato, semplici conchiglie o foglie di tè, e che non costituiscono ricchezza, che risiede nei beni.
Ci stiamo indebitando per usare il mezzo inventato dalla nostra mente come unità di misura del valore.
Ci indebitiamo per poter solamente usare tonnellate di conchiglie, di foglie di tè o, nel nostro caso, di carta, semplicissima carta colorata sulla quale vengono stampate delle cifre.
Immaginiamo per assurdo che esista un individuo che abbia tanta disponibilità di denaro da poter acquistare tutti i Bot emessi volta per volta dal governo. Gli è possibile coprire tutte le richieste di prestito dello Stato perché ha a disposizione la macchina per stampare moneta.
Darebbe carta stampata in cambio della cambiale firmata dal popolo ed onorata con il denaro guadagnato in una vita di duro lavoro.
Un individuo in tale posizione avrebbe un potere enorme, perché diventerebbe il finanziatore unico dello stato, colui che presta i soldi necessari al popolo per vivere, il dispensatore di vita.
Tutti dipenderebbero dalle sue arbitrarie decisioni di concedere o negare credito. Costui potrebbe decidere chi far diventare miliardario finanziandolo, o chi far morire di stenti negandogli il prestito del mezzo di scambio.Potrebbe comprarsi (o condizionare con la pubblicità) le società editrici di stampa e libri, le emittenti televisive, le produzioni cinematografiche, le scuole e le facoltà di economia e diritto, medicina ed ingegneria.
Condurre l’organizzazione sociale verso uno sfruttamento intensivo e sfrenato delle risorse disponibili invece che su un consumo ecologico sostenibile, decidere per convenienza personale di “bruciare” petrolio, gas, carbone o foreste invece che utilizzare una parte infinitesimale di una illimitata energia solare.
Mettere in piedi una enorme produzione di sofisticate armi da guerra, obbligando gli stati ad acquistarle, usarle e rimpiazzarle continuamente.
Finanziare eserciti, dittatori e leader politici per scatenare guerre, indebitando i governi prima per l’acquisto di armi, aerei e sottomarini atomici, poi per la ricostruzione dei paesi distrutti.
Fomentare l’odio invece della solidarietà per dividere la popolazione mondiale in comunisti e democratici, cristiani e musulmani, bianchi e neri, ricchi e poveri, destra e sinistra, “liberali” e conservatori, operai ed imprenditori, dipendenti pubblici ed autonomi.
Tutta una serie di tranelli nei quali continuiamo a cadere molto ingenuamente.
In definitiva, questo cambiavalute potrebbe manovrare a suo piacimento le classi politiche governanti che egli stesso finanzia verso il potere, avrebbe un dominio assoluto sulle popolazioni, interi paesi ai suoi piedi.
È così importante il controllo della moneta? I primi coloni americani, ben consapevoli del diritto inalienabile di creare il loro stesso mezzo di scambio, pur di non farselo sottrarre dai banchieri privati intrapresero una guerra di indipendenza contro la madrepatria inglese, già nella morsa degli Usurai.
Sentite cosa disse in proposito uno che di controllo totale era un maestro, Mayer Amschel Rothschild, capostipite della dinastia :
“Datemi il controllo sulla moneta di un paese, e non dovrò preoccuparmi di coloro che fanno le leggi”.
Più chiaro di così…
Tornando al nostro cambiavalute con la macchinetta per stampare denaro, la situazione nella quale ci troviamo è purtroppo molto più grave, perché se non una persona, esiste un sistema bancario che ha nelle proprie mani la possibilità di controllare l’emissione monetaria.
In tal modo è in grado di acquistare, quando e nella quantità che vuole, i buoni fruttiferi del Tesoro, o, se preferite, il debito di Stato.
Acquistare quei titoli equivale a prestare al popolo denaro ad interesse che il governo spenderà.
Il governo, tra avere una disponibilità illimitata a titolo gratuito di denaro, o prendere il denaro in prestito ad interesse dai banchieri indebitandoci, ha ritenuto più conveniente questa seconda opportunità.
Tutti sappiamo bene cosa significhi essere indebitati, e comprendiamo il rapporto di sudditanza che si crea tra colui che riceve e colui che concede il prestito.
Se il prestatore, come avviene nel nostro caso specifico, detta le condizioni e stabilisce arbitrariamente il tasso di sconto del denaro, cioè quanto far pagare il prestito, la sudditanza è totale.
Il ricevente è nella situazione di colui che si mette nelle mani di un usuraio, non ha margine di contrattazione, deve subire le pretese del più forte, prendere o lasciare.
Il popolo italiano è in una posizione di sottomissione totale nei confronti del sistema bancario e del grande capitale privato internazionale.
Questo sistema è così composto: alcuni istituti di credito italiani si dividono il pacchetto azionario della Banca d’Italia, la quale a sua volta, assieme alle banche centrali degli altri paesi membri, è proprietaria della Banca Centrale Europea.
Per evitare la falsa sensazione di un controllo italiano, faccio presente al lettore che c’è molto capitale francese nella proprietà delle più importanti banche commerciali italiane. E siccome è un mondo di scatole cinesi dove una scompare dentro l’altra, per sapere chi sono i controllori bisogna risalire ai proprietari delle banche francesi, e così di seguito.
Il mondo finanziario transalpino è dominato da secoli dal ramo francese della dinastia Rothschild.
Il sistema bancario internazionale ha un potere assoluto nel nostro paese, detta le regole dell’organizzazione sociale a politici succubi ai quali non rimane altro che eseguire e dai quali si era fatto consegnare la macchina stampante. In quanto sistema, è praticamente invisibile ai nostri occhi.
Naturalmente le decisioni che contano sono prese da uomini in carne ed ossa come noi, con un volto che noi difficilmente identificheremo. Sono i banchieri internazionali, i grandi finanzieri, gli Usurai e Parassiti che vivono di rendite provenienti dal nostro lavoro quotidiano.
Costoro da centinaia di anni stanno combattendo una guerra contro la popolazione mondiale per il controllo dello strumento monetario. Si tratta di continue battaglie condotte in modo vile e disonesto, non a viso aperto. Noi non sappiamo di essere in piena guerra perché non ci è stata mai dichiarata apertamente. Non sappiamo di preciso quali sono i nostri nemici e non ci stiamo difendendo. Coloro che abbiamo delegato a difenderci sono passati con il nemico, nonostante siano pagati da noi profumatamente.
Per tutti questi motivi stiamo vivendo tutti una situazione di estremo disagio.
“La popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse credo che prima di domani scoppierebbe la rivoluzione.”
Parole di Henry Ford, l’industriale automobilistico, pronunciate cento anni orsono …
Chi ha ceduto a nostra insaputa a private società anonime che lavorano per fare profitti il diritto di emettere gli euro?
Perché i politici non muovono un dito per proteggere il popolo che dovrebbero rappresentare e dal quale ricevono i loro scandalosamente alti compensi mensili?
Ci sarà mai in Italia un leader politico coraggioso ed onesto che porti clamorosamente alla luce questa truffa ignobile?
Negli Stati Uniti la lotta di onesti capi di stato agli Usurai internazionali è sempre stata accesa.
La morte di diversi presidenti è in qualche modo ricollegabile alla lunga guerra combattuta per cercare di restituire al popolo americano la proprietà della moneta.
La Costituzione americana attribuisce senza equivoci al Congresso il compito e l’obbligo dell’emissione monetaria, già nell’art. 1:
“Il Congresso avrà le seguenti attribuzioni: (…) battere moneta, stabilire il valore di quest’ultima e quello delle monete straniere (…)”.
Perché la Costituzione italiana omette clamorosamente di assegnare al popolo sovrano il diritto dell’emissione della moneta?
Perché da sempre questo argomento è clamorosamente assente dalle prime pagine dei giornali e dagli schermi televisivi?
Il popolo sovrano non ha bisogno di indebitarsi per avere denaro, non deve firmare nessuna cambiale.
In quanto sovrano, ha il diritto e la facoltà di dotarsi di una valuta ufficiale sul proprio territorio nazionale.
Non c’è nessuno al di sopra del popolo sovrano che possa impedirci di stampare la nostra moneta.
Il fatto che la Zecca di Stato possa coniare le monetine senza doverle acquistare dai banchieri, ne è una conferma. Le monete metalliche sono denaro emesso dallo stato, con il solo costo del materiale e del conio.
Lo stato non indebita il popolo per il conio delle monete metalliche.
Perché dunque non si emette più denaro metallico non gravato da debito?
I Parassiti internazionali ci hanno concesso gli spiccioli, ma li tengono ugualmente sotto controllo: è la Banca Centrale Europea a decidere il volume di denaro metallico che può entrare in circolazione.
Come già detto, sono varie le possibilità che abbiamo di procurarci il denaro necessario a portare avanti una esistenza dignitosa: prenderlo in prestito, lavorare, vendere delle proprietà.
Ciascuno di noi sceglie il da farsi, è responsabile delle proprie decisioni e ne subisce le conseguenze.
Indebitarsi con le banche è qualcosa di molto poco consigliabile.
Rimangono lavoro e vendita di proprietà.
Meglio il lavoro. La vendita delle proprietà è un’ultima risorsa alla quale non ci sarebbe necessità di arrivare, dal momento che la popolazione mondiale è potenzialmente ricchissima per il semplice fatto che una natura generosa ha messo a nostra disposizione tutto ciò che ci serve per vivere.
La vita si è sviluppata e conservata sul pianeta terra grazie all’abbondanza di risorse presenti.
Nel corso della propria storia l’uomo non ha fatto altro che monetizzare i beni che la natura gli ha offerto in maniera estremamente generosa.
Il nostro compito è semplice: dobbiamo solamente trarre dalla natura ciò che ci serve per vivere tutti dignitosamente, stando attenti a non prendere più del necessario per non pregiudicare l’approvvigionamento al quale hanno diritto le generazioni future.
Il consumo sostenibile di cui tanto parlano i politici, ma che non è possibile perché proprio loro lo impediscono permettendo alle multinazionali di saccheggiare le risorse di tutti per l’arricchimento di pochi.
Con poco lavoro da parte di tutti, e con la spinta decisiva di una tecnologia inarrestabile, una casa ed una alimentazione adeguata per tutti gli esseri umani sarebbe un obbiettivo facilmente raggiungibile.
Sofferenza e fame diventerebbero presto un lontano ricordo.
Non dovremmo più assistere a quei lunghi viaggi per mare di masse di disperati in fuga dalla loro terra, che così spesso si trasformano in tragedia.
I giovani americani, ingannati dai loro governanti, non avrebbero più necessità di spargere terrore e morte tra i civili in paesi lontani ed a costo della propria vita, combattendo una guerra dopo l’altra per procurare petrolio ed altre risorse alle avide multinazionali.
La sopraffazione dell’uomo sull’uomo impedisce una ripartizione onesta delle ricchezze offerte gratuitamente da madrenatura. Se noi occidentali continueremo a consumare senza freno petrolio, minerali e risorse naturali del pianeta sottraendole al resto della popolazione mondiale, non ci saranno mai giustizia e pace su questa terra.
Se continueremo a permettere a banchieri e speculatori di sottrarci tutta la ricchezza prodotta, povertà, sofferenza e disperazione saranno sempre più protagoniste anche della vita della società occidentale.
Perché firmiamo una cambiale per avere i soldi necessari?
Noi non la firmiamo.
Lo fanno per noi un esiguo numero di politici disonesti con la complicità di un ristretto gruppo di Parassiti internazionali.
Come possono indebitarci a nostra insaputa?
In virtù della delega a rappresentarci che noi diamo loro attraverso le elezioni democratiche.
La sovranità popolare si perde nei meccanismi di trasferimento del potere dal popolo ai politici.
Soprattutto i ministeri economici (tesoro, finanze, economia, bilancio) sono da sempre molto frequentati da uomini provenienti dal mondo delle banche che, mentre ricoprono incarichi di stato, continuano a lavorare per i banchieri privati, proponendo ed appoggiando leggi a loro favorevoli.
I ministri non sono obbligatoriamente parlamentari eletti da noi, possono essere dei tecnici chiamati a ricoprire tale incarico.
La massiccia presenza di banchieri nella politica è in costante aumento.
Gli esempi più clamorosi nel nostro paese sono Luigi Einaudi e Carlo Azeglio Ciampi.
Il primo, mentre ricopriva la carica di governatore della Banca d’Italia dal 5 Gennaio 1945 all’11 Maggio 1948, era pure deputato al parlamento. Riuscì a partecipare alla stesura della Costituzione italiana nel 1945/46, quindi ad essere vicepresidente del consiglio nel 1947, ministro del bilancio nello stesso anno, ministro delle finanze successivamente, e dall’11 Maggio 1948, secondo presidente della repubblica italiana.
Il capo dell’esercito del nostro acerrimo nemico ricopre pure incarichi di comando nel nostro governo.
Niente è impossibile nel nostro paese.
Un popolo distrutto e di proposito mantenuto ignorante, lontanissimo dai centri di potere, come poteva rendersi conto di ciò che avveniva sul ponte di comando?
Inspiegabilmente la Costituzione italiana non fa nessun accenno ad un argomento tanto importante come il sistema monetario, l’emissione della moneta, la sua proprietà.
Che senso dobbiamo attribuire alla partecipazione del Governatore in carica della Banca d’Italia alla stesura della Costituzione italiana?
Per Einaudi l’emissione monetaria era il pane quotidiano: avrà ritenuto l’argomento non abbastanza rilevante da meritare di essere citato nella Costituzione ? O doveva forse impedire che ciò accadesse?
Il secondo personaggio, Ciampi, ha lavorato per 47 lunghi anni in Bankitalia, dal 1979 al 1993 come governatore. Nel ’93 divenne Presidente del Consiglio di un governo “tecnico” di transizione, primo cittadino italiano non eletto in parlamento a ricoprire tale incarico. Dopo di lui anche Lamberto Dini, ugualmente proveniente da Bankitalia (direttore) e non eletto dagli italiani, presiederà nel 1995 un governo tecnico formato interamente da ministri non eletti.
Quali forze a noi invisibili hanno permesso a Ciampi di diventare l’uomo con maggior potere del paese senza essere stato eletto dal popolo, dopo aver ricoperto l’incarico di responsabile della banca che sta riducendo alla disperazione la popolazione italiana?
Sono gli stessi centri di potere che in seguito alla famosa riunione del 1992 sul “Britannia”, panfilo dei reali inglesi, al largo delle coste italiane hanno dato un impulso decisivo alla privatizzazione/spartizione di gran parte delle migliori aziende italiane a prezzi stracciati per la contemporanea svalutazione della lira? È quella stessa grande finanza internazionale che negli stessi anni ha portato avanti gli accordi sul trattato di Maastricht, primo esperimento mondiale di una dittatura delle banche, in un momento nel quale l’attenzione della popolazione italiana era tutta centrata sulle vicende di tangentopoli e sugli assassinii di Falcone e Borsellino?
Il governo “tecnico” di Ciampi era infarcito di uomini delle banche. Alcuni nomi: Piero Barucci, ministro del tesoro, Antonio Maccanico, vicepresidente del consiglio, Paolo Savona e Paolo Baratta, ministri dell’industria.
La maggior parte di loro non erano stati eletti dal popolo italiano.
Dove è finita la rappresentanza “democratica”?
Subito dopo essere stato presidente del consiglio dei ministri, Ciampi nel ’94 rientrava nei vertici bancari mondiali ricoprendo l’incarico di vicepresidente della “Banca dei Regolamenti Internazionali” di Basilea, la banca delle banche centrali.
Quindi un ritorno ai massimi livelli della politica italiana, ministro del Tesoro e del Bilancio nel governo Prodi dal ’96 al 1999.
Sin qui, 3/4 anni da uomo politico e quasi 50 nelle banche, quel che è peggio alternando incarichi nei posti di comando delle banche sfruttatrici ad altri nel mondo delle loro vittime.
Dal ‘99 Presidente della Repubblica, e quindi senatore a vita.
Le banche ed il popolo nell’organizzazione sociale si trovano ai poli opposti: il popolo è produttore di ricchezza, i banchieri si impossessano di gran parte della ricchezza prodotta.
È probabile che il nostro caro presidente Ciampi, riverito e mitizzato dalle televisioni di stato, stia ricevendo più pensioni che complessivamente non dovrebbero essere inferiori a qualche decina di migliaia di euro mensili: una offesa a quanti quotidianamente combattono per sfuggire ad una povertà dilagante.
continua…..
Paolo MALEDDU