2016.08.30 – DICHIARAZIONE DI CONSTATAZIONE DELLO STATO DI BELLIGERANZA

Posted by Presidenza on 30 Agosto 2016
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Il documento è stato inoltrato in lingua sarda e in lingua inglese

 

TESTATA PRESIDENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

2016.08.04 – DECLARATION OF OBSERVATION OF THE STATE OF BELLIGERENCY

2016.08.04 – DECRARADURA DE APPURAMENTU DE ISTÉTTIU DE GHERRA

 

Cagliari, 04 agosto 2016

 

 

SPETT.LE

O.N.U

SECRETARY GENERAL                                                      

Mr Ban Ki-moon

 

O.N.U

 Human Rights Committee

 Petitions Team

Office of the High Commissioner for Human Rights

 

 

OGGETTO: DICHIARAZIONE DI CONSTATAZIONE DELLO STATO DI BELLIGERANZA

 

La popolazione della Nazione Sarda ha vissuto libera e sovrana per tanto tempo ma ha dovuto sottostare alla conquista della propria terra da parte di popoli ben più numerosi, l’ultimo dei quali è lo Stato Italiano.

Il Popolo sardo subisce da parte dello Stato italiano occupante l’imposizione della loro lingua, di usi e costumi estranei alla Gente sarda, la disgregazione delle comunità locali e dei  settori economici tradizionali, costruisce basi e servitù militari di vario tipo, in terra, in mare e in cielo, limitando i trasporti, le attività agricole e la pesca, testando armi di ogni tipo, inquinando il territorio e facendo subire alla popolazione inevitabili danni alla  salute, gestisce con disinvoltura le concessioni per la installazione di attività produttive industriali inquinanti e, per di più, anche di attività estrattive minerarie senza che le aziende beneficiarie dei permessi fornissero tutte le garanzie, pretende rafforzare l’operazione di genocidio del Popolo sardo, utilizzando altre porzioni del suo territorio come sito di stoccaggio per scorie nucleari, nonostante un referendum popolare che ne vieta l’uso.

La Nazione  Sarda è costretta a subire gli attacchi persecutori dello Stato occupante italiano sul territorio della nostra Patria, attacchi che si indirizzano, in modo particolare, a smembrare il già precario sistema economico della Nazione Sarda con atti di forza ingiustificata contro la proprietà individuale e collettiva dei suoi cittadini, l’arroganza fiscale italiana  sta portando la popolazione sarda alla disperazione, mettendo intere famiglie sulla strada, senza avere più la possibilità di lavoro e di un tenore di vita che ne garantisca l’indispensabile necessario.

Il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) costituitosi il 31 agosto 2011 al fine di rivendicare la sovranità del Popolo sardo sui suoi territori e portare la Nazione sarda a libere elezioni, in cui i cittadini avranno la possibilità di eleggere democraticamente i propri rappresentanti, ha sempre seguito la via diplomatica, nell’assoluto rispetto per la legalità internazionale e ottemperato alle norme del diritto internazionale, tra l’altro ratificate anche dallo Stato italiano (vedasi legge 881/77 di ratifica dei patti di New York), ma le autorità italiane insistono con l’abusare delle proprie funzioni e attaccano i membri del MLNS con inconsistenti pretesti.

Lo Stato straniero occupante italiano ha sferrato un violento attacco contro il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu con il pretesto di un’inchiesta giudiziaria strumentale, calunniosa e creata in modo subdolo al solo fine di poter ipotizzare, l’esistenza di circostanze fantasiose e reati di fatto inesistenti, quali la costituzione di una fantomatica associazione militare, in presunta violazione di una legge italiana del secondo dopoguerra, il decreto legislativo 14 febbraio 1948, n. 43. E’ intervenuta pesantemente in forze e con armamento da guerra contro il MLNS. Con una improvvisa incursione ha sottoposto a perquisizione il Presidente e fondatore del MLNS, più alcuni altri appartenenti al MLNS ed altri cittadini del Popolo Sardo, le loro abitazioni private, i luoghi dei loro posti di lavoro e i loro autoveicoli, sottraendo illegalmente beni ed effetti personali e strumentali di lavoro, terrorizzando le loro famiglie ed i loro conoscenti, e poi li ha sequestrati, segregati e sorvegliati a vista per molte ore, sottoponendoli ad informali interrogatori e a inaudite violenze morali e psicologiche

E’ in atto, da parte dello Stato straniero italiano nei confronti del Popolo sardo e del MLNS, una sistematica e volontaria opera di annientamento per mezzo di una cruenta e smisurata dominazione coloniale e razzista.

Questa opera di annientamento condotta con una serie interminabile e quotidiana di atti di guerra contro la Nazione sarda e contro il MLNS la si può tradurre solo in un vero e proprio STATO DI BELLIGERANZA  che lo Stato italiano, pur non affermandolo ufficialmente, ha dichiarato alla Nazione Sarda.

In base a quanto su esposto il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu, in rappresentanza di tutta la Nazione Sarda, prende atto di questa realtà e si dichiara, suo malgrado, parte in conflitto nello  STATO DI BELLIGERANZA  esistente tra lo Stato italiano e la Nazione sarda.

Questa situazione fa si che vengano in essere tutte le Convenzioni di Ginevra ed i successivi Protocolli aggiuntivi dal 1949 ad oggi

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2016.08.16 – La Grande Truffa – 30° parte

Posted by Presidenza on 16 Agosto 2016
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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate. Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti. C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi. Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”

“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

La Grande Truffa – dalla 1° alla 20°parte                            La Grande Truffa – 21°parte

La Grande Truffa – 22° parte                                              La Grande Truffa – 23° parte

La Grande Truffa – 24° parte                                              La Grande Truffa – 25° parte

La Grande Truffa – 26° parte                                              La Grande Truffa – 27° parte

La Grande Truffa – 28° parte                                              La Grande Truffa – 29° parte

 

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano

di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

30° parte

 

 

…………………

Ci vogliamo rendere conto della gravità della situazione?

L’acqua è un diritto, non una merce. Appartiene a tutte le specie viventi sulla terra, non a chi avrà il denaro per comprarla.

L’acqua è uno degli elementi base grazie ai quali si è potuta sviluppare la vita sul nostro pianeta. Noi veniamo dal mare e l’embrione umano si sviluppa nel liquido della placenta delle nostre madri.

Non può essere voluttuario, un bene assolutamente indispensabile al mantenimento della vita.

Ora che anch’essa è stata trasformata in merce, di liberamente fruibile è rimasta soltanto l’aria che respiriamo. L’aria non è commerciabile perché è talmente abbondante che ciascuno di noi ne può usufruire gratuitamente.

Da sola però non garantisce la continuità della vita.

Le regole dettate da un elite dominante  portano ad una interruzione della vita umana: la negazione del diritto alla vita per mancanza non di cibo e acqua, ma di un biglietto di carta colorata che ci fanno credere indispensabile per acquistarli.

L’acqua deve essere dichiarata un diritto di tutte le specie viventi, non può essere una merce.

 La proprietà della moneta, che pure era nostra, già ci è stata sottratta. Ora, in conseguenza del primo furto, siamo costretti a subirne una serie innumerevole di altri di importanza non certo trascurabile, come quello dell’acqua potabile.

Il controllo dell’emissione monetaria permette a banchieri criminali di allungare le mani su tutte le ricchezze del mondo.

Se noi non comprendiamo questi semplici meccanismi, il futuro dei nostri figli si farà veramente difficile.

 

Considerazioni finali

 

Spero che la lettura del libro possa in qualche modo contribuire ad un interessamento di sempre più persone alla materia monetaria. C’è bisogno del contributo di tutti per riappropriarci della moneta, dal momento che è una creazione del popolo che le dà valore accettandola e facendola circolare.

Gli appartiene a titolo originario in virtù della sua qualità di essere sovrano sul proprio territorio nazionale.

In quanto mezzo di scambio, è la linfa vitale per il buon funzionamento dell’economia, processo essenziale per una equa ripartizione della ricchezza prodotta.

Monarchi e politici corrotti, hanno consegnato ai Banchieri la sovranità monetaria, e di conseguenza anche quella popolare, all’insaputa dei popoli, tenuti volutamente ignoranti in materia.

I Banchieri, depositari del monopolio dell’emissione monetaria, creano denaro dal nulla, a costo zero, scambiando carta con la ricchezza prodotta dal lavoro dei popoli.

Emettendo il vuoto simbolo monetario come debito per di più gravato da un interesse inestinguibile.

Il popolo, costretto a riconoscere inconsapevolmente la banca come proprietaria della moneta, viene trasformato da proprietario in debitore della stessa.

Controllando l’erogazione della moneta della quale tutti hanno bisogno, i Banchieri condizionano i principali governi mondiali, vuotandoli di ogni potere decisionale e costringendoli ad accettare norme che permettono loro di creare credito da immettere e ritirare dalla circolazione a proprio piacimento.

Prestando a interi  popoli o singoli individui denaro inesistente, credito creato dal nulla negli schermi dei computer, e ritirandolo una volta che questi soggetti siano abbondantemente indebitati, impediscono loro di vivere una vita serena impoverendoli ed espropriando le proprietà date in garanzia.

È  la creazione ad arte delle crisi economiche, spacciate per naturali e cicliche dai media di proprietà, e della trasformazione della società civile in una grande esattoria dove i politici, camerieri dei banchieri, fungono da esattori di una scandalosa quantità di tributi imposta al popolo.

Con la globalizzazione e l’apertura dei mercati, imposte dagli Usurai per impossessarsi delle principali risorse del pianeta espropriandole alla popolazione mondiale, tutto è vendibile.

Settori fondamentali della vita pubblica come sanità, cultura, istruzione, patrimonio demaniale ed artistico, patrimonio genetico, sementi ed acqua, di per sé invendibili, sono ridotti a semplici merci cedute alle multinazionali della Finanza internazionale.

 

Il lavoro precede il capitale e non dipende da esso. Il capitale è semplicemente il frutto del lavoro, e non potrebbe mai esistere se non fosse prima esistito il lavoro.”

                                                                   Abraham Lincoln

 

Dobbiamo comprendere che il miglioramento delle condizioni di vita dell’intera società mondiale sarà impossibile da raggiungere se non impediremo a Usurai ed economisti prezzolati di mettere come obiettivo primario la retribuzione del capitale piuttosto che il benessere dell’uomo.

Il sistema capitalistico, come pure quello comunista ormai estinto, funziona come un gran parassita che per nutrirsi deve succhiare il sangue ad un organismo il quale, per questo motivo, è destinato a consumarsi e morire.

 Il capitalismo ha quindi necessità di sempre nuova linfa vitale: una vittima dopo l’altra della quale nutrirsi.

L’organismo del quale la Grande Finanza ha bisogno per poter vivere da parassita è il popolo che, consumato ma rinnovato generazione dopo generazione, produce quella ricchezza necessaria a retribuire il capitale, trasformando e consumando le risorse naturali. Ma:

“I bisogni reali dell’uomo raggiungono un punto di saturazione naturale, dopo il quale – per quante suggestioni e trucchi metta in scena la pubblicità – è difficile convincere il consumatore a consumare di più. Così, il sistema bancario alimenta di capitali soprattutto settori dove la saturazione può essere rimandata all’infinito o con suggestioni psicologiche (la moda, le auto ultimo modello, i superflui gadget elettronici che non potete fare a meno di avere se volete apparire all’altezza: in una parola, la società dello spettacolo che vi vende illusioni), o con manovre politiche. È questo il caso, tragico, dell’industria dell’armamento. L’arsenale di armi di uno Stato non basterà mai, finchè sarà possibile far credere ai politici che il nemico si sta armando ancora di più.  Per decenni, il gioco è riuscito ingigantendo la minaccia del nemico sovietico; oggi, il gioco continua con un nemico ancora più fantastico, il terrorismo globale. La guerra globale al terrorismo proclamata dall’amministrazione Bush jr. è la grande, estrema invenzione per stimolare l’economia usuraria e retribuire sempre più il capitale. Mentre nei settori civili il capitale investito non può lucrare più del 5%, nel settore militare non sono rari ritorni del 50 per cento: specie se è in corso una guerra globale e senza fine.

 Ma la vera grande invenzione per retribuire il capitale a danno di tutti, è la speculazione finanziaria. Il gioco della Borsa, continuamente alimentato da nuovi strumenti finanziari creativi. Questo gioco, proprio perché non soddisfa alcun bisogno naturale, ma suscita una fame insaziabile di arricchimento, può essere condotto realmente senza fine. I fondi e le società  d’investimento propongono tassi elevati per attrarre i capitali dei risparmiatori; qui comincia tutta la giostra. Segue, periodica e ineluttabile, una bolla finanziaria, che in sé favorisce ulteriore eccessiva retribuzione del capitale.

Per un po’, gli incauti risparmiatori si sentono ricchi, e vogliono essere più ricchi. I loro consulenti, fondi e banche li allettano con frutti sempre maggiori  che in qualche modo, e per qualche tempo, devono anche poter esibire.

Bisogna ripetere ancora una volta che tutta la crescita in campo finanziario è falsa.  La finanza non produce ricchezza: chi guadagna con essa, lo fa a spese di qualcun altro, che s’impoverisce. In realtà, ricchezze incredibili vengono distrutte dalla Borsa e dalla speculazione. Peggio: la bolla finanziaria ha bisogno di sempre nuovi incauti entranti, li risucchia perché è a loro spese che si gonfia e i pochi s’arricchiscono.”

                                    Maurizio Blondet, “Schiavi delle banche”

 È nostro dovere sforzarci di capire e diffondere la comprensione della funzione del denaro all’interno della collettività, specialmente tra i giovani, per iniziare a dissolvere quella ignoranza costruita con una educazione virtuale. Per poterci opporre con possibilità di successo all’ideologia imposta dall’elite dominante che, attraverso una vastissima rete di migliaia di “think tanks” (serbatoi di pensiero) e altre organizzazioni complementari che letteralmente pianificano e controllano incessantemente la geopolitica planetaria, continua a spingere verso organizzazioni sociali dove l’uomo-massa viene totalmente emarginato.

Tra questi numerosi centri di elaborazione di potere, finanziati dalla Grande Usura, i più importanti sono il “Bilderberg”, la “Trilateral Commission”, ed il “Council for Foreign Relations”. Quest’ultimo, fondato nel 1919, ha pesantemente condizionato, controllato od organizzato tutti i maggiori eventi degli ultimi 90 anni in ogni angolo della terra.

Questa sorta di “club di gentlemen” riuniscono capi di stato, banchieri, monarchi, economisti, direttori di giornali e televisioni, amministratori di grandi multinazionali, speculatori internazionali ed ogni genere di personaggi influenti, in località sempre diverse del pianeta, sufficientemente appartate dagli occhi indiscreti dei cittadini, per decidere le linee guida delle politiche mondiali.

Decidono chi saranno i capi di stato, come organizzare la società degli uomini, dove far scoppiare una crisi o una guerra, quali popoli dovranno soffrire o morire di fame.

Rendendo tutti i partecipanti corresponsabili di sofferenze e privazioni inflitte all’intera popolazione planetaria.

Un elite selezionata di persone che rappresentano i maggiori gruppi di potere economico/finanziario, dettano ai politici le regole da seguire nelle scelte politiche mondiali.

 

In uno dei primi rapporti a metà degli anni ’70 intitolato “La crisi della democrazia“, la Commissione Trilaterale affermava che il problema politico più importante negli Stati Uniti fosse  rappresentato da un “eccesso di democrazia”.

Avete capito bene, troppa democrazia infastidisce i manovratori.

Per questo motivo, mentre continuano ad abbattere tutte le barriere e le leggi promulgate da fastidiosi governi nazionali che rallentano la libera circolazione dei loro capitali e delle merci, riempiono la vita di noi cittadini di migliaia di regole e paletti che limitano le nostre libertà civili.

 

Gli Usurai possono spostare  centinaia di milioni di euro o dollari alla ricerca di fruttuose speculazioni in giro per il mondo, gentile omaggio della globalizzazione da loro imposta, mentre ai cittadini viene impedito di spostare poche migliaia di euro con la scusa della lotta all’evasione.

Con grande enfasi sugli schermi tv, per meglio ingannare una massa perennemente sintonizzata, si presentano evasione fiscale e stipendi della casta come principali responsabili dello sfacelo generale.

Non che non siano importanti, ma costituiscono solo un arma di distrazione di massa per distogliere l’attenzione dalla causa principale, la moneta di proprietà privata emessa come debito.

Si dà una facilmente condivisibile valvola di sfogo alla montante rabbia popolare, troppo pericolosa se repressa, per deviarla verso bersagli secondari.

Ci tengono in pugno con una infinità di norme e balzelli, ingerenze continue nella nostra vita privata, che sfociano in una conflittualità permanente all’interno di una società esasperata e appositamente divisa in mille fazioni in guerra tra loro.

Così succede che a livello nazionale continuiamo ad essere divisi in opposti schieramenti in appoggio a governi di destra e sinistra, che ormai possono solamente decidere su questioni tanto determinanti come i colori da dare alle panchine del parco pubblico, visto che le regole importanti vengono dettate dall’alto.

Una produzione abnorme di leggi che non risolvono niente, dal momento che la soluzione del problema principale, la proprietà del denaro, è accuratamente evitata di essere presa in esame, esasperano quotidianamente lo stato d’animo di noi sudditi.

Le comunità locali vengono lacerate da conflitti tra cittadini che rappresentano le istituzioni e che si sentono investiti del sacro compito di far rispettare le regole che arrivano chissà da dove, e altri che percepiscono quelle norme come veri e propri abusi e vessazioni, e devono subirle.

Divide et impera.

 

Così succede che un figlio del popolo con la divisa da vigile urbano o poliziotto deve infliggere delle sanzioni pecuniarie spropositate a suoi compaesani per “far rispettare la legge” e per procurare per i comuni quei soldi che non possono più arrivare dal governo perché impegnati a pagare gli interessi sul debito pubblico.

Si va dal ritiro del libretto di circolazione e dal sequestro dell’auto perché non ci siamo ricordati della revisione biennale, con l’aggiunta di una sanzione astronomica, al terrore di bere un aperitivo con gli amici ed incappare in un controllo alcolemico che potrebbe sfociare in un ritiro della patente di guida con le ripercussioni che ciò comporta nella vita lavorativa e privata di ciascuno di noi.

Se il telegiornale ha di proposito appena presentato un servizio su una strage del sabato sera con il conducente ubriaco, chi ha il coraggio di non essere d’accordo subito dopo con le restrizioni?

Vorresti poter obiettare che è giusto punire i colpevoli, anche se sarebbe bene indagare, alla luce di tutto ciò che abbiamo letto sino ad ora, sulle cause all’origine dell’alienazione, emarginazione, infelicità dei giovani che trovano rifugio in bevande alcoliche e droga alle quali viene facilitato l’accesso.

Chi si vuol penalizzare in realtà, il singolo individuo o l’insieme della popolazione che non ha commesso il reato e che era a casa a dormire?

Si vuole limitare la velocità, continuando a sfornare bolidi da 200 chilometri all’ora, invece di confinarli dentro i circuiti delle corse automobilistiche.

Perché continuare con ipocrite campagne televisive pagate dal contribuente contro le mine antiuomo in assenza di autorità e volontà di impedire alle multinazionali degli usurai di fabbricarle e venderle?

Forse per poter finanziare l’immancabile ONG dei padroni?

Perché  far finta di combattere la fame con elemosine ed ipocrite campagne di “aiuti internazionali” invece di permettere alla popolazione mondiale l’accesso al cibo consegnando ciò che già le appartiene, il mezzo di scambio?

 

 

Non è il caso di dilungarsi in esempi di situazioni esasperanti che tutti siamo costretti a subire quotidianamente nei rapporti con banche, poste, società elettriche e di telefonia, amministrazioni comunali, forze dell’ordine, etc. etc.

Quel che è utile far rilevare però, è il fatto che questi piccoli grandi contrattempi quotidiani, erroneamente considerati banali, incidono profondamente sull’equilibrio psico-fisico personale di tutti noi, costringendoci la sera a rientrare a casa distrutti e rifugiarci dietro il telecomando di un televisore che ci rifila in dosi massicce insulsi programmi di intrattenimento. Per seguire i quali, il cervello non ha neanche bisogno di attivarsi, iniziando così il cammino verso uno stato di coma profondo, una completa atrofia per mancato utilizzo.

Proprio ciò che vogliono i manovratori.

Non lasciarci forze e tempo per pensare, potremmo risvegliarci improvvisamente e renderci conto che questa non è una vita da uomini liberi.

 

Attraverso il controllo dei governi, si è già di fatto trasferita la sovranità dei popoli ad entità sopranazionali guidate da banchieri, di cui l’Unione Europea rappresenta solo la fase iniziale.

Sempre più lontani dal controllo popolare perché non eletti e coperti da ogni genere di immunità che li rendono non responsabili delle loro azioni, i Grandi Manovratori  stanno costruendo un mondo globale con un Governo Mondiale non eletto, una moneta unica virtuale, senza contanti, ed un esercito planetario per mantenere la “pax romana”.

Siamo nel bel mezzo di una grande lotta di classe tra una ricchissima oligarchia e noi massa senza volto, della quale solo ultimamente, a causa di continue nuove disposizioni ormai così palesemente anti-popolari, stiamo forse iniziando finalmente a renderci conto.

Ciò che dobbiamo fare è portare al più presto alla luce l’esistenza dell’enorme truffa che si compie tutti i giorni a nostro danno, divulgarla in maniera quanto più semplice possibile specialmente tra i giovani, in modo da poter esporre pubblicamente la classe politica di fronte alle proprie criminali responsabilità.

Un popolo consapevole è praticamente impossibile da sottomettere.

 

La proprietà popolare della moneta significa emissione del denaro dello stato non come debito, ma come pagamenti delle infrastrutture necessarie a rendere più vivibile il pianeta senza distruggerlo.

Significa eliminazione totale delle imposte dirette perché accantonate alla fonte dallo stato al momento dell’emissione, con conseguente eliminazione totale dell’enorme apparato repressivo messo in piedi per l’esproprio dei beni della collettività.

Vuol dire prestito di denaro dello Stato senza interesse alla popolazione, con mezzi e modalità facilmente identificabili.

Significa un giusto sostegno finanziario garantito a tutti per coprire le necessità primarie di ogni essere umano.

In estrema sintesi, una illimitata disponibilità di denaro per il benessere delle popolazioni.

Tutto ciò non è un sogno, ma è qualcosa di assolutamente realizzabile, come hanno ammesso gli stessi Usurai.

Ricordate l’articolo dei banchieri apparso su un loro giornale, il London Times nel 1862, del quale abbiamo fatto cenno nel capitolo dedicato alla Federal Reserve americana?

Leggete con attenzione:

 

..il governo fornirà il suo denaro senza alcun costo. Ripagherà i suoi debiti e rimarrà senza debito. Avrà tutto il denaro necessario per mandare avanti il suo commercio. Diventerà prospero come non mai nella storia del mondo.”

 

Lo dicono gli stessi Usurai, cos’altro serve a convincerci?

Mettiamo fine alla più grande truffa di tutti i tempi.

continua………..

 

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Paolo MALEDDU

 

La repressione ha oramai raggiunto punti estremi e impossibili da sopportare. Fino a quando la popolazione riuscirà a sopportare questo stato di cose ? Possibile che non esista più un briciolo di dignità’ che ci spinga a ribellarci ? A che punto bisognerà arrivare affinchè le persone sarde che continuano ad affermare “sono fiero di essere anche italiano” capiscano l’immensità della loro dabbenaggine ?

 

Sei anni di carcere per i cittadini, i blogger e le testate che pubblichino anche una sola informazione in grado di violare i dati personali o di ledere l’onore e la reputazione di qualsiasi soggetto, con confisca del telefono, del computer e rimozione del contenuto obbligatoria. È questa la novità di agosto (in realtà del 27 luglio) della proposta di legge C 3139 (prima firmataria la senatrice Dem Elena Ferrara) che, con l’accordo di tutte le forze politiche, eccetto alcuni parlamentari di opposizione che ne hanno contestato l’applicazione, verrà votato dalla Camera a partire dal 12 settembre prossimo. La norma che dovrebbe occuparsi di cyberbullismo, quindi teoricamente di tutela del minore, transitando alla Camera, con i relatori Dem Micaela Campana e Paolo Beni è divenuta, con i profondi ritocchi dei relatori e della Commissione riunite Giustizia e Affari sociali, una vera e propria norma ammazza-web, che riguarda anche e soprattutto ogni maggiorenne che si affaccia alla rete Internet.

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La senatrice Pd Elena Ferrara

 

 

E sì, perché diversamente dalla disposizione originaria approvata anche dal Senato, che era incentrata principalmente sulla tutela del minore, il testo uscito il 27 luglio,  è stato completamente stravolto, divenendo una norma repressiva sul web a tutti gli effetti. Le Commissioni hanno approvato diversi emendamenti tra i quali questo testo: “2-bis. Ai fini della presente legge, con il termine ‘cyberbullismo’ si intende qualunque comportamento o atto, anche non reiterato, rientrante fra quelli indicati al comma 2 e perpetrato attraverso l’utilizzo della rete telefonica, della rete internet, della messaggistica istantanea, di social network o altre piattaforme telematiche. Per cyberbullismo si intendono, inoltre, la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione on line attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali effettuate allo scopo di offendere l’onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operate mediante mezzi informatici e rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, nonché pubblicare informazioni lesive dell’onore, del decoro e della reputazione della vittima”.

Nel testo e nelle altre disposizioni scompaiono i riferimenti ai minori al fine di delimitare l’ambito di applicazione della norma. In base a questa questa, qualsiasi attività, anche isolata (e quindi effettuata anche una sola volta), compiuta dai cittadini anche maggiorenni sul web conferisce la possibilità a chiunque (altra innovazione portata dalla Camera) di ordinare la cancellazione di contenuti, salva la possibilità che questa attività venga ordinata dal garante privacy. E chi non si adegua? Rimozione e oscuramento dei contenuti e sanzione sino a 6 anni di carcere. In pratica le attività di critica sui social network, attraverso blog o testate telematiche, farà scattare la possibilità di richiedere la rimozione del contenuto, dell’articolo, del messaggio, di qualsiasi cosa insomma sia presente sul web, con la possibilità di far bloccare il contenuto anche rivolgendosi al garante privacy.

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L’avvocato Fulvio Sarzana

 

 

Un blog scomodo, una commento troppo colorito sul forum, una conversazione un po’ ardita tra maggiorenni su Whatsapp, qualsiasi pubblicazione di dati a opera di maggiorenni, qualsiasi notizia data su un blog o su una testata, e che riguardano maggiorenni, ricadranno in quella definizione e saranno oggetto di possibile rimozione. Da Facebook a Whatsapp ai blog tutto viene inserito nella furia iconoclasta del legislatore pronto a punire le attività peccaminose dei maggiorenni sul web. Con buona pace del cyberbullismo sui minori che è divenuto un elemento del tutto residuale della norma. Un bavaglio in piena regola. Per essere sicuri che chiunque potesse essere assoggettato a sanzione i relatori personalmente hanno pensato bene di far approvare una nuova norma (l’articolo 6 bis della proposta) che prevede per tutti i cittadini la possibilità di essere sanzionati con un reato che prevede il carcere fino a 6 anni, e – si badi bene – la confisca di tutto quanto sarebbe servito per commettere il reato.

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Donatella Agostinelli, 5 Stelle

 

 

A opporsi a questa deriva sono stati solo un drappello di parlamentari del Movimento 5 Stelle, Baroni, Lorefice e Agostinelli, che si sono battuti duramente per il ritorno allo spirito originario della norma, ovvero alla tutela attraverso azioni di sostegno e di reazione rapida a beneficio dei minori. Senza però ottenere risultati a quanto pare, dal momento che a partire dal 12 settembre la Camera potrebbe varare definitivamente il testo uscito dalle Commissioni. C’è tempo fino all’8 settembre per emendamenti. Con la speranza che settembre non porti con sé, insieme al fresco, anche la prima norma liberticida per il web del 2016.

tratto da: (clicca qui)

 

2016.08.03 – IL GRANDE BOTTINO

Posted by Presidenza on 3 Agosto 2016
Posted in articoli 

È la vecchia politica del colonialismo ottocentesco, aggiornata in funzione neocoloniale dalla strategia Usa/Nato, che ha demolito interi Stati nazionali (Jugoslavia, Libia) e frazionato altri (Iraq, Siria), per controllare i loro territori e le loro risorse.

 

 

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Libia. Petrolio, immense riserve d’acqua, miliardi di fondi sovrani. Il bottino sotto le bombe

«L’Italia valuta positivamente le operazioni aeree avviate dagli Stati uniti su alcuni obiettivi di Daesh a Sirte. Esse avvengono su richiesta del governo di unità nazionale, a sostegno delle forze fedeli al governo, nel comune obiettivo di contribuire a ristabilire la pace e la sicurezza in Libia»: questo è il comunicato diffuso della Farnesina il 1° agosto. Alla «pace e sicurezza in Libia» ci stanno pensando a Washington, Parigi, Londra e Roma.

Gli stessi paesi che, dopo aver destabilizzato e frantumato con la guerra lo Stato libico, vanno a raccogliere i cocci con la «missione di assistenza internazionale alla Libia». L’idea che hanno traspare attraverso autorevoli voci. Paolo Scaroni, che a capo dell’Eni ha manovrato in Libia tra fazioni e mercenari ed è oggi vicepresidente della Banca Rothschild, ha dichiarato al Corriere della Sera che «occorre finirla con la finzione della Libia», «paese inventato» dal colonialismo italiano. Si deve «favorire la nascita di un governo in Tripolitania, che faccia appello a forze straniere che lo aiutino a stare in piedi», spingendo Cirenaica e Fezzan a creare propri governi regionali, eventualmente con l’obiettivo di federarsi nel lungo periodo. Intanto «ognuno gestirebbe le sue fonti energetiche», presenti in Tripolitania e Cirenaica. È la vecchia politica del colonialismo ottocentesco, aggiornata in funzione neocoloniale dalla strategia Usa/Nato, che ha demolito interi Stati nazionali (Jugoslavia, Libia) e frazionato altri (Iraq, Siria), per controllare i loro territori e le loro risorse. La Libia possiede quasi il 40% del petrolio africano, prezioso per l’alta qualità e il basso costo di estrazione, e grosse riserve di gas naturale, dal cui sfruttamento le multinazionali statunitensi ed europee possono ricavare oggi profitti di gran lunga superiori a quelli che ottenevano prima dallo Stato libico. Per di più, eliminando lo Stato nazionale e trattando separatamente con gruppi al potere in Tripolitania e Cirenaica, possono ottenere la privatizzazione delle riserve energetiche statali e quindi il loro diretto controllo.

Oltre che dell’oro nero, le multinazionali statunitensi ed europee vogliono impadronirsi dell’oro bianco: l’immensa riserva di acqua fossile della falda nubiana, che si estende sotto Libia, Egitto, Sudan e Ciad. Quali possibilità essa offra lo aveva dimostrato lo Stato libico, costruendo acquedotti che trasportavano acqua potabile e per l’irrigazione, milioni di metri cubi al giorno estratti da 1300 pozzi nel deserto, per 1600 km fino alle città costiere, rendendo fertili terre desertiche.

Agli odierni raid aerei Usa in Libia partecipano sia cacciabombardieri che decollano da portaerei nel Mediterraneo e probabilmente da basi in Giordania, sia droni Predator armati di missili Hellfire che decollano da Sigonella. Recitando la parte di Stato sovrano, il governo Renzi «autorizza caso per caso» la partenza di droni armati Usa da Sigonella, mentre il ministro degli esteri Gentiloni precisa che «l’utilizzo delle basi non richiede una specifica comunicazione al parlamento», assicurando che ciò «non è preludio a un intervento militare» in Libia. Quando in realtà l’intervento è già iniziato: forze speciali statunitensi, britanniche e francesi – confermano il Telegraph e Le Monde – operano da tempo segretamente in Libia per sostenere «il governo di unità nazionale del premier Sarraj».

Sbarcando prima o poi ufficialmente in Libia con la motivazione di liberarla dalla presenza dell’Isis, gli Usa e le maggiori potenze europee possono anche riaprire le loro basi militari, chiuse da Gheddafi nel 1970, in una importante posizione geostrategica all’intersezione tra Mediterraneo, Africa e Medio Oriente. Infine, con la «missione di assistenza alla Libia», gli Usa e le maggiori potenze europee si spartiscono il bottino della più grande rapina del secolo: 150 miliardi di dollari di fondi sovrani libici confiscati nel 2011, che potrebbero quadruplicarsi se l’export energetico libico tornasse ai livelli precedenti.

Parte dei fondi sovrani, all’epoca di Gheddafi, venne investita per creare una moneta e organismi finanziari autonomi dell’Unione Africana. Usa e Francia – provano le mail di Hillary Clinton – decisero di bloccare «il piano di Gheddafi di creare una moneta africana», in alternativa al dollaro e al franco Cfa. Fu Hillary Clinton – documenta il New York Times – a convincere Obama a rompere gli indugi. «Il Presidente firmò un documento segreto, che autorizzava una operazione coperta in Libia e la fornitura di armi ai ribelli», compresi gruppi fino a poco prima classificati come terroristi, mentre il Dipartimento di stato diretto dalla Clinton li riconosceva come «legittimo governo della Libia». Contemporaneamente la Nato sotto comando Usa effettuava l’attacco aeronavale con decine di migliaia di bombe e missili, smantellando lo Stato libico, attaccato allo stesso tempo dall’interno con forze speciali anche del Qatar (grande amico dell’Italia). Il conseguente disastro sociale, che ha fatto più vittime della guerra stessa soprattutto tra i migranti, ha aperto la strada alla riconquista e spartizione della Libia.

Manlio Dinucci

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