(ASI) Corsica – La Corsica può rendersi legittimamente indipendente dalla Francia secondo il diritto internazionale? Sembrerebbe di sì, almeno secondo una interpretazione data dai nazionalisti corsi al Trattato di Versailles del 1768 di cessione dell’isola alla Francia da parte della Serenisisma Repubblica di Genova che non sarebbe mai stato registrato all’Onu, come anche quello del 24 marzo 1860 del passaggio di Nizza e della Savoia alla Francia.
La questione impazza sui social. A tal proposito, si legge che secondo l’interpretazione data al concetto di “sovranità” francese sull’isola negli articoli 3 e 4 del Trattato di Versailles del 1768, essa sarebbe equivalente non al concetto di “proprietà”, ma, bensì di “possesso” nel diritto civile.
Dunque, la sovranità sulla Corsica acquisita dalla Francia col Trattato di Versailles del 1768, non equivarrebbe alla proprietà dell’isola, poiché la stessa Serenissima Repubblica di Genova che ha ceduto per i debiti contratti la Corsica alla Francia, avrebbe goduto solo del possesso temporaneo della Corsica, perché formalmente la proprietà dell’isola sarebbe rimasta “de iure” allo Stato Pontificio.
Tra l’altro, con l’art. 4, del Trattato di Versailles, la Serenissima Repubblica di Genova si sarebbe riservata il diritto di rientrare in possesso dell’isola non appena fosse stata in grado di pagare i debiti alla Francia.
Quindi, non avendo la “proprietà” dell’isola, ma solo il “possesso” temporaneo della Corsica, la Francia, non ha mai potuto registrare all’Onu il Trattato di Versailles del 1768.
Stessa situazione varrebbe in linea teorica per il territorio di Nizza e per la regione della Savoia che sono stati ceduti dal Regno di Sardegna alla Francia dopo la Seconda Guerra d’Indipendenza, ma in questo caso, si sono tenuti dei plebisciti di annessione, cosa che non è nemmeno avvenuta invece in Corsica., dove l’art 4 del Trattato di Versailles del 1768 ha lasciato la sovranità formale sulla Corsica alla Repubblica di Genova e la “proprietà” dell’isola allo Stato Pontificio, soppresso de iure col Concordato del 1929, che ha addirittura stabilito che le sue pertinenze giuridiche passassero allo Stato Italiano ! ! !
Precisamente, il possesso dell’isola, Genova lo avrebbe ceduto al Re di Francia, come prevedeva l’Assolutismo d’Ancien Regime, dove non c’era distinzione fra il patrimonio reale da quello dello Stato, a cui poi è seguito con l’avvento della Rivoluzione Francese giacobina il decreto di riunione della Corsica alla Francia del 30 novembre 1789 che comunque sia non sarebbe valido, poiché violerebbe l’art. 4 del Trattato di Versaillede del 1768.
La Francia, inoltre, avendo invaso la Repubblica di Genova nel 1797, avrebbe leso la sovranità della Serenissima, venendo meno agli accordi presi nel Trattato del 1768, in cui si impegnava a difendere i diritti e a garantire la piena sovranità genovese.
In 250 anni, secondo i nazionalisti corsi, la Corsica e il popolo Corso, avrebbero subito dalla Repubblica Francese una vera e propria francesizzazione forzata a livello etnico – linguistico con la despoliazione di ogni risorsa.
Nelle scuole di Ajaccio e di Bastia, il Corso non è una lingua obbligatoria, come non è la lingua ufficiale nei documenti della pubblica amminstrazione. Ci sono anche alcuni professori francesi che vietano agli studenti corsi di dire “Bonghjurnu” in lingua corsa, anziché “bonjour” ! ! !
Negli ultimi decenni, molti imprenditori francesi hanno investito in Corsica e negli ultimi anni molti cittadini Francesi, anche di etnia africana, si sono trasferiti a vivere in Corsica. Anche se le aree interne dell’isola, prevalentemente montuose, restano scarsamente popolate. Per capire esattamente la situazione demografica della Corsica, bisogna dire che ha una popolazione residente di poco superiore a quella del Molise, ma con circa il doppio del territorio e quasi la metà della densità di popolazione.
Implacabili sarebbero poi i numeri della popolazione dell’isola di origine corsa che continuando con questo andazzo rischia di scomparire: nel 1983 i Corsi erano 110 mila sul totale di 230 mila abitanti, cioè quasi la metà della popolazione; mentre attualmente l’isola è abitata da 320 mila abitanti, di cui i Corsi, ormai sono solo 80 mila ! ! !
Come abbiamo già detto, secondo i nazionalisti corsi, l’annessione della Corsica alla Francia non sarebbe regolare dal punto di vista del diritto internazionale, poiché non sarebbe comunque sia mai stata ratificata da un referendum popolare (plebiscito), a cui oggi potrebbero ricorrere invece i Corsi per dichiarare l’indipendenza della loro terra dalla Repubblica Francese, ricorrendo magari prima alla Corte Costituzionale di Parigi, o addirittura rivolgendosi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ad esempio tramite il governo italiano che potrebbe essere interessato e legittimato a farlo, in quanto “de iure” “proprietario” dell’isola, secondo l’interpretazione data al Trattato di Versailles del 1768 ! ! !
Di certo non sarà facile convincere la sciovinista Repubblica Francese a riconoscere nemmeno l’autonomia della Corsica che tra l’altro strategicamente riveste un ruolo molto importante nello scachiere mediterraneo anche nell’ottica dello scontro italo – francese incentrato sulla gesteione dei flussi migratori, sul nuovo governo libico e sul controllo delle risorse del Mar Ligure e di Sardegna, anche per la presenza della base dell’aeronautica militare francese di “Solenzara” nel Comune di Ventiseri.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia
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