Giannina Puddu, 7 maggio 2024.

Il consumo di energia elettrica della Regione Sardegna è pari a 1,5 GW annui e la sua attuale produzione è già pari a circa il 140% del fabbisogno.

Il Tyrrhenian Link, se fosse realizzato, sarebbe in grado di trasferire 3GW.

In Sardegna, pendono procedimenti autorizzativi per la produzione di oltre  58 GW come riferito dal nuovo Presidente Todde che, purtroppo, non li ha fermati, mentre ha scelto di prendere tempo per stabilire dove e quanti appovarne.

Il “parere sardo” è, invece, semplice e trasparente: stop agli impianti industriali eolici e fotovoltaici, in linea con la sentenza del TAR regionale che  aveva magistralmente motivato nella Sentenza 573/2020 della seconda sezione del Tribunale amministrativo della Sardegna con presidente Francesco Scano e giudici Marco Lensi e Grazia Flaim.

Il Piano per la Transizione Ecologica (PTE di marzo 2022) del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica  prevede di innalzare gli obiettivi del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), predisposto dai ministeri, con un incremento del 72% di fonti rinnovabili nella generazione elettrica, attraverso l’installazione di circa 70 GW di ulteriori centrali elettriche rinnovabili entro il 2030.  

E’ molto semplice, a fronte della sproporzione di questi numeri, concludere che la Sardegna sia sotto attacco speculativo energetico che espone l’isola e il Popolo sardo al rischio di devastazione dell’habitat naturale con totale trasformazione di esso in una landa industriale desolata.

Il messaggio trasmesso dall’ MLNS (Movimento di Liberazione Nazionale Sardo) vuol ricordare ai sig. Sindaci che le Comunità, che li hanno eletti come “amministratori” del territorio, si aspettano che vengano sviluppate le capacità economico-produttive, una migliore funzionalità e resa, difendendo il proprio HABITAT naturale, base di tutto il sistema socio-culturale locale. 

C’è una relazione diretta tra Biodiversità e Diritti Umani.

Questo è ampiamento riconosciuto anche dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei Popoli Indigeni.

La Dichiarazione afferma il diritto dei popoli indigeni a conservare e proteggere le proprie terre, territori e risorse.

Qualsiasi azione che sia caratterizzata da un potenziale impatto sui diritti umani deve essere intrapresa in consultazione con le popolazioni indigene e con il loro consenso liberopreventivo e informato e dovrebbe prevedere la loro partecipazione alla gestione e alla proprietà delle attività corrispondenti.

nativi, residenti in Sardegna, per unanime riconoscimento internazionale, sono un Popolo e non un semplice ed eterogeneo insieme di persone che abitano l’isola. 

Il MLNS, autore della recente missiva,  è una entità giuridica costituito come “Soggetto di Diritto Internazionale”, pertanto destinatario legittimo delle norme di Diritto Internazionale, che agisce al pari di uno Stato e, a livello giuridico internazionale, rappresenta l’Insieme del Popolo Sardo, in relazione al quale vuol esercitare il “Diritto di autodeterminazione”, come previsto dalle norme di Diritto internazionale

Il MLNS, in ciò si differenzia da un “partito” o da un “movimento culturale”.

In qualità, quindi, di “legittimo rappresentante” del Popolo Sardo, il MLNS ha fatto presente ai sindaci sardi che, con riferimento al Principio di Autodeterminazione dei Popoli e alle norme di Diritto Internazionale a esso collegate, intende denunciare la situazione coloniale – sempre più accentuata – che sta venendosi a creare in Sardegna, con l’accettazione di vari progetti di  Costruzione di immensi Parchi Eolici, per il totale di 57GW [aggiornati a 58 GW da Todde – NDR] di potenza, del tutto contrari all’interesse dei Residenti, come della sua Fauna e Flora.

Il comunicato dell’MLNS è stato trasmesso, per conoscenza, alle Prefetture della Sardegna,  alla Presidenza della Regione sarda, all’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano.

Tant’è che in specifici periodi a questi indirizzati, sintetizza:

Inoltre, da parte delle Autorità Centrali del Governo italiano, s’intendono considerare privi di qualsiasi importanza gli interessi generali del POPOLO Sardo (maggioranza in Sardegna), a cui spetta decidere sul proprio modello di equa distribuzione delle sue Risorse, a livello interno e Internazionale, in modo da implementare la crescita economica del Popolo Sardo, non di distruggerla per favorire interessi esterni. 

Nelle definizioni di Diritto Internazionale, contenute nel “DICTIONNAIRE DE LA TERMINOLOGIE DU DROIT INTERNATIONAL ” si fa riferimento, di volta in volta, alla estensione del Diritto dei Popoli Indigeni, che esplicitano i seguenti concetti: – il fatto che tutti i Popoli devono essere consultati sulle cessioni territoriali che li interessano; – che solo i Popoli hanno il diritto di scegliere – senza imposizioni – la loro forma di governo; – che i Popoli hanno diritto a essere protetti contro interventi esterni che minano la sua integrità ; – che i Popoli hanno il diritto di liberarsi da una dominazione esterna che li opprime.

Ne consegue che se viene applicata una norma di “JUS GOGENS”, solo il Popolo Sardo, nel suo Territorio in cui abita da millenni, deve considerarsi come l’unico soggetto di Diritto –sia Internazionale che Italiano- in grado di decidere quali scelte fare in difesa del suo Ambiente, non certo di vedersi imporre da Poteri e Forze esterne (illegittimi secondo il Diritto Internazionale), decisioni contro il suo interesse generale, che comincia dalla difesa del suo Habitat, da considerare come fattore di carattere sociale, culturale e economico, del tutto infungibile e non sostituibile con alcun altro. 

Si argomenta, inoltre che il corpo sociale sardo (POPOLO SARDO) intende implementare e far conoscere sul Piano Internazionale, a ogni livello e a tutti gli Stati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, la volontà di esercitare il Diritto all’Autodeterminazione sul suo Territorio (Isola di Sardegna e Isole minori), del tutto distinto e separato dagli altri territori mediterranei, da alcune centinaia di miglia marine, e che possiede, al suo interno precise caratteristiche comuni, come:

(a) una tradizione storica unica, distinta da quella di altri Popoli Mediterranei;
(b) una sua propria identità etnica, geneticamente dimostrabile;
(c) una omogeneità storico- culturale, che si può definire interamente Sarda;
(d) affinità e/o credenze religiose e ideologiche simili sul tutto il territorio;
(e) legami territoriali senza alcuna separazione fisica.
(f) una vita economica comune a tutta l’isola;
(g) una lingua propria, riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dall’ Unione Europea.

Un ruolo centrale, nella redazione del testo trasmesso alle istituzioni regionali e nazionali, è stato del prof. Paolo Leone Biancu, Economista UNI.CA (Università di Cagliari) e Ingegnere di sistemi produttivi, in specie turistici, presso la prestigiosa  Universidade Federal de Santa Catarina – UFSC (Brasile- América Latina).

Nel tema dei Diritti Umani violati attraverso la devastazione dell’habitat di appartenenza dei Popoli Indigeni , si colloca la sentenza del gennaio di quest’anno che ha riconosciuto alla tribù Osage dell’Oklahoma una vittoria storica contro Enel, accusata di aver sfruttato la loro terra senza il loro permesso, collocando 84 turbine eoliche che ENEL, per effetto della sentenza,  dovrà rimuovere con costi a suo carico e successivo risarcimento di danni in fase di calcolo.

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