Manifesti di protesta sulle vetrine di tanti negozi. Il messaggio è molto semplice: «La Tares mi toglie il pane. Io non pago». Poi l’appello alla rivolta: «Quando l’ingiustizia si fa legge, la ribellione è un obbligo»

Foto da www.paradisola.it

11 Gennaio 2014

A Oristano, Marrubiu e Arborea la protesta contro la Tares finisce in vetrina. L’iniziativa è  dell’associazione culturale Terra Sarda che ha sede a Oristano nella stessa palazzina di via Dritta che ospita il Governo sardo provvisorio insediato lo scorso ottobre da un gruppo di indipendentisti e sta riscuotendo molto successo tra i commercianti prima di Oristano e ora anche del circondario, in particolare a Marrubiu e Arborea.

I primi manifesti di protesta sono apparsi proprio sulla  facciata della palazzina di via Dritta, la strada pedonale che collega piazza Roma e piazza Eleonora nel cuore commerciale della città. Poi a poco a poco sono finiti sulle vetrine di tanti negozi, ma anche di attività artigiane e non solo. Il messaggio è molto semplice, così come la grafica: «La Tares mi toglie il pane. Io non pago», ed è accompagnato da una sorta di appello alla rivolta: «Quando l’ingiustizia si fa legge, la ribellione è un obbligo».

«Gli striscioni sono soltanto il primo passo, ma la marcia anti tasse è lunga e potrebbe culminare con azioni eclatanti», spiegano dalla palazzina di via Dritta, dove chi vuole può ritirare liberamente le copie del manifesto, annunciando per martedì prossimo una riunione dei cittadini di Arborea contro la Tares. L’appuntamento è alle 15 presso le strutture della Fiera alla periferia del paese.

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