Giannina Puddu, 7 maggio 2024.

Il consumo di energia elettrica della Regione Sardegna è pari a 1,5 GW annui e la sua attuale produzione è già pari a circa il 140% del fabbisogno.

Il Tyrrhenian Link, se fosse realizzato, sarebbe in grado di trasferire 3GW.

In Sardegna, pendono procedimenti autorizzativi per la produzione di oltre  58 GW come riferito dal nuovo Presidente Todde che, purtroppo, non li ha fermati, mentre ha scelto di prendere tempo per stabilire dove e quanti appovarne.

Il “parere sardo” è, invece, semplice e trasparente: stop agli impianti industriali eolici e fotovoltaici, in linea con la sentenza del TAR regionale che  aveva magistralmente motivato nella Sentenza 573/2020 della seconda sezione del Tribunale amministrativo della Sardegna con presidente Francesco Scano e giudici Marco Lensi e Grazia Flaim.

Il Piano per la Transizione Ecologica (PTE di marzo 2022) del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica  prevede di innalzare gli obiettivi del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), predisposto dai ministeri, con un incremento del 72% di fonti rinnovabili nella generazione elettrica, attraverso l’installazione di circa 70 GW di ulteriori centrali elettriche rinnovabili entro il 2030.  

E’ molto semplice, a fronte della sproporzione di questi numeri, concludere che la Sardegna sia sotto attacco speculativo energetico che espone l’isola e il Popolo sardo al rischio di devastazione dell’habitat naturale con totale trasformazione di esso in una landa industriale desolata.

Il messaggio trasmesso dall’ MLNS (Movimento di Liberazione Nazionale Sardo) vuol ricordare ai sig. Sindaci che le Comunità, che li hanno eletti come “amministratori” del territorio, si aspettano che vengano sviluppate le capacità economico-produttive, una migliore funzionalità e resa, difendendo il proprio HABITAT naturale, base di tutto il sistema socio-culturale locale. 

C’è una relazione diretta tra Biodiversità e Diritti Umani.

Questo è ampiamento riconosciuto anche dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei Popoli Indigeni.

La Dichiarazione afferma il diritto dei popoli indigeni a conservare e proteggere le proprie terre, territori e risorse.

Qualsiasi azione che sia caratterizzata da un potenziale impatto sui diritti umani deve essere intrapresa in consultazione con le popolazioni indigene e con il loro consenso liberopreventivo e informato e dovrebbe prevedere la loro partecipazione alla gestione e alla proprietà delle attività corrispondenti.

nativi, residenti in Sardegna, per unanime riconoscimento internazionale, sono un Popolo e non un semplice ed eterogeneo insieme di persone che abitano l’isola. 

Il MLNS, autore della recente missiva,  è una entità giuridica costituito come “Soggetto di Diritto Internazionale”, pertanto destinatario legittimo delle norme di Diritto Internazionale, che agisce al pari di uno Stato e, a livello giuridico internazionale, rappresenta l’Insieme del Popolo Sardo, in relazione al quale vuol esercitare il “Diritto di autodeterminazione”, come previsto dalle norme di Diritto internazionale

Il MLNS, in ciò si differenzia da un “partito” o da un “movimento culturale”.

In qualità, quindi, di “legittimo rappresentante” del Popolo Sardo, il MLNS ha fatto presente ai sindaci sardi che, con riferimento al Principio di Autodeterminazione dei Popoli e alle norme di Diritto Internazionale a esso collegate, intende denunciare la situazione coloniale – sempre più accentuata – che sta venendosi a creare in Sardegna, con l’accettazione di vari progetti di  Costruzione di immensi Parchi Eolici, per il totale di 57GW [aggiornati a 58 GW da Todde – NDR] di potenza, del tutto contrari all’interesse dei Residenti, come della sua Fauna e Flora.

Il comunicato dell’MLNS è stato trasmesso, per conoscenza, alle Prefetture della Sardegna,  alla Presidenza della Regione sarda, all’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano.

Tant’è che in specifici periodi a questi indirizzati, sintetizza:

Inoltre, da parte delle Autorità Centrali del Governo italiano, s’intendono considerare privi di qualsiasi importanza gli interessi generali del POPOLO Sardo (maggioranza in Sardegna), a cui spetta decidere sul proprio modello di equa distribuzione delle sue Risorse, a livello interno e Internazionale, in modo da implementare la crescita economica del Popolo Sardo, non di distruggerla per favorire interessi esterni. 

Nelle definizioni di Diritto Internazionale, contenute nel “DICTIONNAIRE DE LA TERMINOLOGIE DU DROIT INTERNATIONAL ” si fa riferimento, di volta in volta, alla estensione del Diritto dei Popoli Indigeni, che esplicitano i seguenti concetti: – il fatto che tutti i Popoli devono essere consultati sulle cessioni territoriali che li interessano; – che solo i Popoli hanno il diritto di scegliere – senza imposizioni – la loro forma di governo; – che i Popoli hanno diritto a essere protetti contro interventi esterni che minano la sua integrità ; – che i Popoli hanno il diritto di liberarsi da una dominazione esterna che li opprime.

Ne consegue che se viene applicata una norma di “JUS GOGENS”, solo il Popolo Sardo, nel suo Territorio in cui abita da millenni, deve considerarsi come l’unico soggetto di Diritto –sia Internazionale che Italiano- in grado di decidere quali scelte fare in difesa del suo Ambiente, non certo di vedersi imporre da Poteri e Forze esterne (illegittimi secondo il Diritto Internazionale), decisioni contro il suo interesse generale, che comincia dalla difesa del suo Habitat, da considerare come fattore di carattere sociale, culturale e economico, del tutto infungibile e non sostituibile con alcun altro. 

Si argomenta, inoltre che il corpo sociale sardo (POPOLO SARDO) intende implementare e far conoscere sul Piano Internazionale, a ogni livello e a tutti gli Stati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, la volontà di esercitare il Diritto all’Autodeterminazione sul suo Territorio (Isola di Sardegna e Isole minori), del tutto distinto e separato dagli altri territori mediterranei, da alcune centinaia di miglia marine, e che possiede, al suo interno precise caratteristiche comuni, come:

(a) una tradizione storica unica, distinta da quella di altri Popoli Mediterranei;
(b) una sua propria identità etnica, geneticamente dimostrabile;
(c) una omogeneità storico- culturale, che si può definire interamente Sarda;
(d) affinità e/o credenze religiose e ideologiche simili sul tutto il territorio;
(e) legami territoriali senza alcuna separazione fisica.
(f) una vita economica comune a tutta l’isola;
(g) una lingua propria, riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dall’ Unione Europea.

Un ruolo centrale, nella redazione del testo trasmesso alle istituzioni regionali e nazionali, è stato del prof. Paolo Leone Biancu, Economista UNI.CA (Università di Cagliari) e Ingegnere di sistemi produttivi, in specie turistici, presso la prestigiosa  Universidade Federal de Santa Catarina – UFSC (Brasile- América Latina).

Nel tema dei Diritti Umani violati attraverso la devastazione dell’habitat di appartenenza dei Popoli Indigeni , si colloca la sentenza del gennaio di quest’anno che ha riconosciuto alla tribù Osage dell’Oklahoma una vittoria storica contro Enel, accusata di aver sfruttato la loro terra senza il loro permesso, collocando 84 turbine eoliche che ENEL, per effetto della sentenza,  dovrà rimuovere con costi a suo carico e successivo risarcimento di danni in fase di calcolo.

Cari lettori, se siete arrivati a leggere fin qui, è perché, evidentemente, avete trovato interessante il contenuto di questo articolo.

Se scorrete le pagine di ifanews.it potete trovare conferma del fatto che questo sito ha spesso anticipato fatti e versioni che la stampa ufficiale italiana ha taciuto o manipolato.

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tratto da: (clicca qui)

2024.05.01 – POSIZIONE POLITICA AVVERSA AI PARCHI EOLICI

Posted by Presidenza on 8 Maggio 2024
Posted in articoli 

Cagliari, 01 Maggio 2024

 

Alla c.a. dei Signori Sindaci

dei Comuni della Sardegna

e p/c

– alle Prefetture della Sardegna

– alla Presidenza R.A.S.

– all’ Assessorato R.A.S. della Difesa dell’Ambiente

– al Ministero Italiano dell’Ambiente

e della Sicurezza Energetica

 

OGGETTO: Posizione politica del “Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu” (MLNS) avversa

alla Costruzione di grandi Parchi Eolici in Sardegna.

 

Si Premette che il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) non è un partito politico e ne’ un movimento culturale. Il MLNS è una entità giuridica costituito come “Soggetto di Diritto Internazionale”, pertanto è destinatario legittimo delle norme di Diritto Internazionale, quindi agisce al pari di uno Stato e, a livello giuridico internazionale, rappresenta l’Insieme del Popolo Sardo, in relazione al quale intende esercitare il “Diritto di autodeterminazione”, come previsto dalle norme di Diritto internazionale.

Il MLNS è nato per creare le condizioni “giuridiche e materiali” per l’Autodeterminazione del Popolo Sardo, e quindi ha iniziato quel percorso legittimo che gli permetta di scegliere i propri portavoce locali per, poi, giungere a libere elezioni al fine di avere un governo che rappresenti la Nazione sarda. Ha, perciò, la piena facoltà di agire in rappresentanza dell’Insieme del popolo sardo, per liberarlo dallo stato di occupazione e di oppressione esercitata da potenze straniere.

Il MLNS ha istituito, in data 07 gennaio 2012, il GSP quale proprio apparato istituzionale provvisorio, in linea con quanto previsto dall’articolo 96, paragrafo 3, del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, allo scopo di gestire le relazioni internazionali, al fine di garantire la formazione e i lavori di una sua”Costituente”, che regolamenti la propria sicurezza nazionale e che possa fornire tutti i servizi fondamentali alla popolazione, al fine di consegnare al Popolo Sardo il pieno e legittimo ripristino della propria sovranità sui territori della Nazione Sarda, fino a condurlo alle prime libere elezioni.

Quindi, in qualità di “legittimo rappresentante” del Popolo Sardo, il MLNS fa presente alle S.V. che – con riferimento al Principio di Autodeterminazione dei Popoli e alle norme di Diritto Internazionale a esso collegate, intende denunciare l’attuale situazione coloniale – sempre più accentuata – che sta venendosi a creare in Sardegna, con l’accettazione di vari progetti per la Costruzione di immensi Parchi Eolici, per un totale di 57Mw di potenza, del tutto contrari e discriminanti dell’interesse dei Residenti, come della sua Fauna e Flora.

Il MLNS, pertanto, vuole ricordare che tale principio di riferimento – da NOI citato – viene sinteticamente individuato come “Principio Fondamentale della Carta delle Nazioni Unite” e che, codificato in altre Fonti Normative di Rilievo Internazionale, si presenta con un aspetto specifico e delicato del Diritto Internazionale Moderno, contenente una forza dirompente perché dotato di portata potenzialmente illimitata, per le conseguenze giuridiche e politiche a livello internazionale.

Si ricorda alla S.V. che il Diritto Internazionale, nel riferirsi al Principio di Autodeterminazione dei Popoli, nella sua interezza normativa, consente di fare una Opposizione legittima e legale alla costruzione di codesti Parchi Eolici in Sardegna, e che per la loro estensione andranno a arrecare danni enormi, distruggendo l’habitat della Sardegna e le sue incommensurabili risorse naturali. Si sottolinea ancora che il già citato Principio di Autodeterminazione dei Popoli (indigeni) viene sinteticamente individuato come la libertà dei Popoli di scegliere/definire il proprio Regime politico, economico e sociale e che, al pari del Principio di Nazionalità, sottolinea la Libertà dei Popoli tutti (incluso il Popolo sardo) di accedere alla propria Indipendenza come Stato separato e/o di distaccarsi da uno Stato per unirsi ad un altro Stato, tenendo conto delle sue specifiche esigenze.

Nel voler approfondire tali tematiche e ricercando una definizione la più esaustiva possibile tra le varie e innumerevoli esistenti, il MLNS afferma che il “Principio di Autodeterminazione” è quel principio – in forza del quale – ciascun Popolo (incluso il Popolo Sardo) ha Diritto (in senso a-tecnico) di vivere libero da qualsiasi tipo di oppressione, sia interna che esterna, identificabile nel caso in oggetto, come un voler imporre norme illegittime “ERGA OMNES”, valide per la costruzione di grandi Parchi Eolici in Sardegna, pretendendo di definirli come  BENI di “Pubblica utilità”, ma essendo del tutto pregiudizievoli per gli interessi del Popolo sardo residente, considerato come una “RES NULLIUS”, quindi non avente importanza alcuna, senza propri diritti sul suo territorio.

Ne consegue che, le Autorità Centrali del Governo italiano, intendono considerare privi di qualsiasi importanza gli interessi generali del POPOLO Sardo (maggioranza in Sardegna), a cui invece spetta decidere sul proprio modello di equa distribuzione delle sue Risorse (a livello interno e Internazionale), promuovendo la crescita economica del Popolo Sardo, non la “decrescita” che interessi esterni vorrebbero imporre.

Le definizioni di Diritto Internazionale, tratte dal “DICTIONNAIRE DE LA TERMINOLOGIE DU DROIT INTERNATIONAL ” fanno riferimento, di volta in volta, alla estensione del Diritto dei Popoli Indigeni, che si basa sui seguenti concetti: (a) Tutti i Popoli devono essere consultati sulle cessioni territoriali che li interessano; (b) Solo i Popoli hanno il diritto di scegliere, senza alcuna imposizione esterna – la loro forma di governo; (c) Tutti i Popoli hanno diritto a essere protetti da interventi esterni che minano la sua integrità; (d)-  Tutti i Popoli hanno il diritto di liberarsi da una qualsiasi dominazione esterna che li opprime.

Una prima questione da esaminare, osservando la materia in oggetto, è se i Diritti enumerati siano da considerare principi d’ordine esclusivamente politico o morale, o siano da considerare una norma cogente di diritto internazionale positivo. Ne consegue che, se viene applicata una norma di “JUS GOGENS”, solo il Popolo Sardo – nel suo Territorio in cui abita da millenni – deve considerarsi come l’unico soggetto di Diritto – Internazionale e Italiano – in grado di decidere quali scelte fare in difesa del suo Ambiente, opponendosi a Poteri e Forze esterne (illegittimi secondo il Diritto Internazionale), che siano contrarie  al suo interesse generale, che inizia con la difesa del suo Habitat, considerato come un fattore di carattere sociale, culturale e economico, del tutto infungibile e non sostituibile con alcun altro.

Il corpo sociale sardo, nella sua maggioranza, intende opporsi per difendere le sue esigenze relative al Territorio Sardo nella sua interezza, contro la costruzione di Grandi Parchi Eolici, da respingere in “toto”, in quanto distruggerebbero per sempre un AMBIENTE NATURALE UNICO (sia Marino che Terrestre), situato nel centro del MAR MEDITERRANEO.

Si argomenta, inoltre, che sul Piano Internazionale il POPOLO SARDO vuol far conoscere – a tutti gli Stati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e ad ogni livello – la volontà di esercitare il Diritto all’Autodeterminazione sul suo Territorio (Isola di Sardegna e Isole minori), in quanto territorio a sé, separato da tutti gli altri territori mediterranei da alcune centinaia di miglia marine, il cui Popolo possiede, al suo interno, precise caratteristiche comuni, come:

(a) una tradizione storica unica, distinta da quella di altri Popoli Mediterranei;

(b) una sua propria identità etnica, geneticamente dimostrabile;

(c) una omogeneità storico- culturale, che si può definire interamente Sarda;

(d) affinità e/o credenze religiose e ideologiche simili sul tutto il suo territorio;

(e) legami intra – territoriali senza alcuna separazione fisica.

(f) una vita economica comune a tutta l’isola;

(g) una lingua propria, riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dall’ Unione Europea.

IL MLNS CONCLUDE che:

Il concetto di “Popolo Sardo”, espresso costantemente in questa comunicazione, lo si deduce dagli atti di un seminario Unesco a Parigi, del 1989. In base a questi atti “Il POPOLO SARDO”, come altri Popoli con un proprio Territorio, viene descritto nei modi seguenti:

(1) Il gruppo di esseri umani che, senza bisogno di essere numericamente considerevole, è molto di più di una semplice associazione di individui in seno allo Stato, a cui territorialmente non appartiene). Il caso Sardegna è un UNICUM, cioè di una Regione Autonoma senza poteri effettivi.

(2) Il gruppo di esseri umani (POPOLO SARDO come tale) deve desiderare di essere identificato come Popolo o avere coscienza di essere Popolo, restando inteso che piccoli gruppi o membri di questi Gruppi, pur condividendo le caratteristiche sopraindicate, possono non avere questa volontà o questa coscienza.

(3) Il Popolo deve avere istituzioni o altri mezzi per esprimere le sue caratteristiche comuni ed il suo desiderio di identità. Si ricorda che il Diritto Internazionale nasce come Diritto di stati e non come Diritto di Popoli.

Con riferimento al Popolo Sardo si ricorda che esso fu già Stato indipendente per quattro secoli; la sua Occupazione non fu mai ben accetta. La pretesa del Diritto all’Autodeterminazione del Popolo Sardo, non sottrae alcuna superficie ai Territori di altri Popoli, compresi quelli dei territori peninsulari italiani, separati e non confinanti con l’ISOLA di SARDEGNA, ma determina solo una diversa configurazione politica della Repubblica, con due Stati e non più di uno solo.

Il MLNS vuol ricordare ai Sindaci che le Comunità, che li hanno eletti come “amministratori” del Comune, si aspettano lo sviluppo delle capacità economico-produttive del Territorio, la migliore funzionalità per la difesa del proprio HABITAT, base di tutto il sistema socio-culturale locale.

 

Per il MLNS/GSP

Il Presidente

Sergio Pes

In questo infuocato clima dell’attuale conflitto russo-ucraino e anche se, in verità, le ostilità provengono dal lontano 2014, allorchè per anni la comunità russa ha subito nel Donbass, perdite e massacri nel silenzio delle istituzioni internazionali, arrivano anche segnali di solidarietà e fratellanza per la Federazione Russa. Il segnale arriva sorprendentemente da associazioni e movimenti storici a forte connotazione territoriale, radicati da decenni nell’italica penisola. Abbiamo scelto tra i tanti, di pubblicare integralmente quelli di del “Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu” e quello del “Veneto Serenissimo Governo“. In questo ci permettiamo di cogliere un segnale a nostro avviso importante: quello che spesso raccontano istituzioni e governi, non sempre è il sentimento dei Popoli.

 

2022.03.10 – CONFLITTO UCRAINO – DAI SARDI E DAI VENETI SOLIDARIETA’ ALLA FEDERAZIONE RUSSIA

 

Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu

SOLIDARIETA’ CON LA FEDERAZIONE RUSSA 

Quando si verifica una tragedia, come una guerra, è basilare ricercare le ragioni e le possibili cause e individui che l’hanno determinata. L’emozione del fatto non deve far travisare le cause e il “perché” lasciandosi guidare dai luoghi comuni inerenti alla mera informazione. Una guerra non è solo una bomba che esplode, ma piuttosto sono gli innumerevoli fattori determinanti che hanno portato alla bomba. La veridicità è un’altra risorsa importante quando si tratta di faccende internazionali. Se non c’è veridicità non può esserci fiducia, e quando la fiducia tra le comunità è sostituita da intimidazioni, prepotenze, vessazioni e violenze, per far obbedire i suoi membri, è seriamente in gioco la base ultima della collaborazione.

Il gruppo criminale che ha guidato il mondo occidentale nelle vesti degli USA, il “simbolo di democrazia e libertà”, e della NATO, la “portatrice di pace”, ha creato una rete di illusioni, bugie e verità arbitrarie, imposte con violenza, il cui interesse principale non è più – e forse non è mai stato – il popolo ed i sui bisogni, ma di alimentare un’avidità maniacale ed espansiva di potere e controllo. Per raggiungere i loro obiettivi sono pronti a sacrificare tutti e tutto sul loro altare, anche gli stessi valori per i quali affermano di lottare. La loro mentalità da arconte, come esposto dagli gnostici, non è focalizzata sull’unione, sulla collaborazione e sulla pace, ma sulla separazione, la sfiducia e la violenza. Ecco perché gli USA, come loro “nave ammiraglia”, non hanno causato altro che guerre sulla scia del loro impegno internazionale: in Iraq, Siria, Yemen e Libia, solo per citarne alcuni. Il recente conflitto in Ucraina è solo un altro esempio.

Sappiamo molto bene che la trama di quello che sta succedendo in Ucraina non è quella riportata dai media mainstream occidentali, che sono controllati dagli USA, che a loro volta non sono altro che il principale burattino gestito dai gruppi criminali. In effetti, tutte le manovre occidentali che hanno portato a questa situazione possono essere lette come il manuale su come infiltrarsi in uno Stato straniero, rovesciare un governo legittimamente eletto, sostituirlo con un burattino che fa il gioco di questi gruppi creando caos, violenza e uno stato generale di confusione e paura, che alla fine consente di incolpare la Federazione Russa per qualsiasi escalation.

La Russia è stata all’ordine del giorno per molto tempo per tutte le sue risorse naturali e il suo status di potere dominante nel continente asiatico: appetitosa come una risorsa deliziosa e ricca che fa gola, e nello stesso tempo fastidiosamente scomoda come controparte potente, che è sulla loro strada per il dominio mondiale.

L’Ucraina sembrava perfetta per ottenere entrambi gli obiettivi in Russia: assimilarla economicamente e liberarsene come ostacolo. Non c’è da stupirsi che l’Europa si sia astenuta dal costringere l’Ucraina a rispettare gli accordi di Minsk, quando la Russia lo ha chiesto. Sfortunatamente, l’Unione Europea è solo un altro tentacolo delle forze avide che agiscono nell’ombra, servili alla politica estera statunitense e leali a mantenere una rigida struttura di potere che garantisca la supremazia occidentale di pochi. Quasi nessuno dei governi statali dell’UE lavora per il bene del suo popolo ma soddisfa gli interessi della piccola ma potente élite dietro le quinte, che cerca di mettere il proprio marchio su tutto ciò su cui riesce a metterci la mano, pronta a cancellare la storia a loro vantaggio e presentare una narrativa distorta, che vada bene alle loro agende. Esattamente quello che stanno cercando di fare ora in Ucraina e nella regione del Donbass.

Oggi anche l’Italia scende in campo con armi e soldati. Vuole forse vendicarsi della famigerata campagna russa di memoria fascista? Oppure è, come diceva Mussolini: “Vogliamo qualche migliaio di morti per sederci al tavolo dei vincitori”? Oppure il governo italiano sta semplicemente seguendo il corso predefinito stabilito dai suoi burattinai? Qualunque sia il caso, noi non lo approviamo!
In un periodo così grave di eventi, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Provisoriu Sardu si sente vicino al popolo russo nella regione del Donbass, al governo russo e alle sue motivazioni che hanno portato ai passi compiuti nel recente conflitto ucraino. Come il Donbass, anche il popolo sardo deve affrontare le stesse problematiche e situazioni minacciose, almeno per quanto riguarda la violenza economica e psicologica, l’occupazione, l’intimidazione e la tirannìa da parte dello Stato occupante italiano.
Pertanto, in qualità di supremo rappresentante della Nazione Sarda, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Provisoriu Sardu (MLNS /GSP) esprime la massima solidarietà alla Federazione Russa e al Presidente Putin, e prende contemporaneamente le distanze dalla propaganda russofoba guidata dagli Stati Uniti, dai suoi burattini europei
e dai segugi della NATO.

Se questo mondo è ancora un posto in cui vivere, è grazie alla politica della Federazione Russa, che eroicamente resiste a tutti gli sforzi e alle provocazioni dell’élite criminale occidentale, che da anni cerca di trascinare la Federazione Russa in una guerra apocalittica . Noi, il MLNS/GPS, confidiamo in questa capacità eccezionale e vorremmo far parte di una comunità, in cui i popoli e i loro bisogni siano una priorità da mettere al primo posto. Siamo convinti che la Nazione Sarda, in quanto membro potenziale, in una posizione strategica come il centro del Mediterraneo, possa contribuire a ristabilire un certo equilibrio nell’opinione pubblica e nei confronti della campagna denigratoria contro la Federazione Russa, nonché essere di ispirazione ed esempio per altri popoli per portare una svolta all’interno della comunità e a livello mondiale. Pertanto noi, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Sardu Provisoriu, chiediamo alla Federazione Russa ed al suo presidente Vladimir Putin di riconoscere ufficialmente la Nazione Sarda e le sue istituzioni di MNLS/GSP. Questo documento sarà spedito alla Presidenza della Federazione Russa ed all’ambasciata russa in Italia.

Il Presidente
Sergio Pes 

 

 

VENETO SERENISSIMO GOVERNO: Fermiamo i golpisti di Kiev

La Federazione Russa sta attuando un’azione di autodifesa contro le continue provocazioni dei golpisti di Kiev e della NATO.
Il Presidente Vladimir Putin ha, con questa iniziativa, ribadito i diritti dei popoli all’autodeterminazione e a vivere in pace e nella libertà.
È chiaro a tutti che bande neonaziste foraggiate principalmente dagli Stati Uniti stanno operando, da prima del 2004 in Ucraina, e sono responsabili del massacro di Odessa, (con 48 operai arsi vivi nella sede del sindacato), e di oltre 20.000 morti provocati nel Donbass, nel tentativo d’imporre la loro dittatura sulla volontà del popolo del Donbass.
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica è a fianco di tutte le forze che lottano per i loro diritti contro le canaglie nazifasciste.
Noi del Veneto Serenissimo Governo abbiamo voluto e vinto il referendum per l’autodeterminazione della nostra Patria nel 2017, con il 98,1% di SI. Stiamo lottando e lotteremo per la nostra libertà e i nostri diritti. Questa nostra lotta ci affraterna ai popoli del Donbass e della Federazione Russa.

Venezia-Longarone
Per il Veneto Serenissimo Governo
Ufficio di Presidenza

tratto da: (clicca qui)

Il documento è stato inviato in lingua sarda, inglese e italiana

 

2022.03.08 – SOLIDARIETÀ ALLA FEDERAZIONE RUSSA E RICHIESTA RICONOSCIMENTO

 

OGGETTO: SOLIDARIETA’ CON LA FEDERAZIONE RUSSA E RICHIESTA DI         

                RICONOSCIMENTO

Quando si verifica una tragedia, come una guerra, è basilare ricercare le ragioni e le possibili cause e individui che l’hanno determinata. L’emozione del fatto non deve far travisare le cause e il “perché” lasciandosi guidare dai luoghi comuni inerenti alla mera informazione. Una guerra non è solo una bomba che esplode, ma piuttosto sono gli innumerevoli fattori determinanti che hanno portato alla bomba.

La veridicità è un’altra risorsa importante quando si tratta di faccende internazionali. Se non c’è veridicità non può esserci fiducia, e quando la fiducia tra le comunità è sostituita da intimidazioni, prepotenze, vessazioni e violenze, per far obbedire i suoi membri, è seriamente in gioco la base ultima della collaborazione.

Il gruppo criminale che ha guidato il mondo occidentale nelle vesti degli USA, il “simbolo di democrazia e libertà”, e della NATO, la “portatrice di pace”, ha creato una rete di illusioni, bugie e verità arbitrarie, imposte con violenza, il cui interesse principale non è più – e forse non è mai stato – il popolo ed i sui bisogni, ma di alimentare un’avidità maniacale ed espansiva di potere e controllo. Per raggiungere i loro obiettivi sono pronti a sacrificare tutti e tutto sul loro altare, anche gli stessi valori per i quali affermano di lottare. La loro mentalità da arconte, come esposto dagli gnostici, non è focalizzata sull’unione, sulla collaborazione e sulla pace, ma sulla separazione, la sfiducia e la violenza. Ecco perché gli USA, come loro “nave ammiraglia”, non hanno causato altro che guerre sulla scia del loro impegno internazionale: in Iraq, Siria, Yemen e Libia, solo per citarne alcuni. Il recente conflitto in Ucraina è solo un altro esempio.

Sappiamo molto bene che la trama di quello che sta succedendo in Ucraina non è quella riportata dai media mainstream occidentali, che sono controllati dagli USA, che a loro volta non sono altro che il principale burattino gestito dai gruppi criminali. In effetti, tutte le manovre occidentali che hanno portato a questa situazione possono essere lette come il manuale su come infiltrarsi in uno Stato straniero, rovesciare un governo legittimamente eletto, sostituirlo con un burattino che fa il gioco di questi gruppi creando caos, violenza e uno stato generale di confusione e paura, che alla fine consente di incolpare la Federazione Russa per qualsiasi escalation.

La Russia è stata all’ordine del giorno per molto tempo per tutte le sue risorse naturali e il suo status di potere dominante nel continente asiatico: appetitosa come una risorsa deliziosa e ricca che fa gola, e nello stesso tempo fastidiosamente scomoda come controparte potente, che è sulla loro strada per il dominio mondiale .

L’Ucraina sembrava perfetta per ottenere entrambi gli obiettivi in ​​Russia: assimilarla economicamente e liberarsene come ostacolo. Non c’è da stupirsi che l’Europa si sia astenuta dal costringere l’Ucraina a rispettare gli accordi di Minsk, quando la Russia lo ha chiesto.

Sfortunatamente, l’Unione Europea è solo un altro tentacolo delle forze avide che agiscono nell’ombra, servili alla politica estera statunitense e leali a mantenere una rigida struttura di potere che garantisca la supremazia occidentale di pochi. Quasi nessuno dei governi statali dell’UE lavora per il bene del suo popolo ma soddisfa gli interessi della piccola ma potente élite dietro le quinte, che cerca di mettere il proprio marchio su tutto ciò su cui riesce a metterci la mano, pronta a cancellare la storia a loro vantaggio e presentare una narrativa distorta, che vada bene alle loro agende. Esattamente quello che stanno cercando di fare ora in Ucraina e nella regione del Donbass.

Oggi anche l’Italia scende in campo con armi e soldati. Vuole forse vendicarsi della famigerata campagna russa di memoria fascista? Oppure è, come diceva Mussolini: “Vogliamo qualche migliaio di morti per sederci al tavolo dei vincitori”? Oppure il governo italiano sta semplicemente seguendo il corso predefinito stabilito dai suoi burattinai? Qualunque sia il caso, noi non lo approviamo!

In un periodo così grave di eventi, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Provisoriu Sardu si sente vicino al popolo russo nella regione del Donbass, al governo russo e alle sue motivazioni che hanno portato ai passi compiuti nel recente conflitto ucraino. Come il Donbass, anche il popolo sardo deve affrontare le stesse problematiche e situazioni minacciose, almeno per quanto riguarda la violenza economica e psicologica, l’occupazione, l’intimidazione e la tirannìa da parte dello Stato occupante italiano. Pertanto, in qualità di supremo rappresentante della Nazione Sarda, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Provisoriu Sardu (MLNS /GSP) esprime la massima solidarietà alla Federazione Russa e al Presidente Putin, e prende contemporaneamente le distanze dalla propaganda russofoba guidata dagli Stati Uniti, dai suoi burattini europei e dai segugi della NATO.

Se questo mondo è ancora un posto in cui vivere, è grazie alla politica della Federazione Russa, che eroicamente resiste a tutti gli sforzi e alle provocazioni dell’élite criminale occidentale, che da anni cerca di trascinare la Federazione Russa in una guerra apocalittica . Noi, il MLNS/GPS, confidiamo in questa capacità eccezionale e vorremmo far parte di una comunità, in cui i popoli e i loro bisogni siano una priorità da mettere al primo posto. Siamo convinti che la Nazione Sarda, in quanto membro potenziale, in una posizione strategica come il centro del Mediterraneo, possa contribuire a ristabilire un certo equilibrio nell’opinione pubblica e nei confronti della campagna denigratoria contro la Federazione Russa, nonché essere di ispirazione ed esempio per altri popoli per portare una svolta all’interno della comunità e a livello mondiale.

Pertanto noi, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Sardu Provisoriu, chiediamo alla Federazione Russa ed al suo presidente Vladimir Putin di riconoscere ufficialmente la Nazione Sarda e le sue istituzioni di MNLS/GSP.

Questo documento sarà spedito alla Presidenza della Federazione Russa ed all’ambasciata russa in Italia

                                                                                   

                                                                                     Il Presidente

                                                                                      Sergio Pes

 

 

 

2021.09.05 – Ma poi, con l’Indipendenza della Sardegna, di cosa vivremo?

Posted by Presidenza on 5 Settembre 2021
Posted in articoli 

Di cosa vivremo?

 

di Paolo Maleddu

Sono convinto che in ogni sardo ci sia un
potenziale indipendentista. Ciononostante, gli
indipendentisti dichiarati e consapevoli sono
ancora una esigua minoranza della popolazione.
C’è da chiedersi: come mai?
 
Io stesso sono arrivato con grande ritardo
all’Indipendentismo Sardo. 
Partecipai, invitato, come curioso spettatore ad un
primo incontro una decina di anni fa. L’incontro
si tenne ad Oristano con la partecipazione dei
principali leader dei vari movimenti
indipendentisti del momento. Il livello degli
argomenti trattati poteva non essere
particolarmente entusiasmante, ma rimasi
favorevolmente sorpreso dalla passione e
dall’amore per la Sardegna che si apprezzavano
negli interventi dei vari partecipanti.
Dopo quel primo incontro, iniziai a frequentare
più assiduamente l’indipendentismo, col
proposito di introdurre e far presente
l’importanza della  moneta come strumento di
libertà o, al contrario, di dominio sui popoli;
argomento che brillava per la sua assenza negli
sporadici incontri.
 
Ho frequentato per qualche anno il Movimentu
de Liberatzioni Natzionali Sardu di Sergio Pes,
per poi dover abbandonare l’ambiente
indipendentista per risolvere problemi di carattere
personale nel frattempo sopraggiunti. Ora che
sono libero da preoccupazioni ed impegni, ho
deciso di riprendere in mano il Progetto Nuraghes
di cui già mi occupavo in precedenza. Il progetto
ruota attorno a un sistema di misurazione del
valore che consente di offrire un lavoro dignitoso
e stabile alle migliaia di disoccupati sardi senza
utilizzare euro e senza entrare in contrasto con
leggi nazionali e trattati internazionali.
 
Sono diventato un indipendentista convinto
quando ho iniziato ad intravedere una risposta
accettabile alla domanda che, prima o poi, tutti i
dubbiosi sulla convenienza o meno di staccarsi
dallo Stato italiano si pongono. 
 
La domanda è: ma poi, con l’indipendenza, di
cosa vivremo?
 
L’intera popolazione mondiale ha sempre vissuto
e vive dei doni di Madre Natura. Anche noi Sardi
continueremo a vivere dignitosamente delle
risorse della nostra Terra, questa volta meglio
ripartite per non permettere che nessun nostro
conterraneo sia abbandonato a sé stesso nel
bisogno e nella sofferenza. 
 
L’uomo è da sempre vissuto dei doni che questo
Pianeta dell’Abbondanza ci offre dall’inizio dei
tempi in maniera continua e del tutto gratuita.
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere lo
troviamo nell’ambiente in cui siamo immersi e di
cui siamo parte. 
 
Qualcuno ha, in origine, risolto per noi ogni
problema.
 
Il primo fondamentale insegnamento da trarre da
questa verità è quindi il seguente: mai svendere
ad estranei la Terra che ci dà da vivere.
Proveniente dallo studio della moneta e degli
inganni che ne caratterizzano l’emissione, mi
sono reso conto che con un sistema tutto nostro di
misurazione del valore, in Sardegna potremmo
eliminare per sempre la disoccupazione e
raggiungere l’autosufficienza alimentare
abbastanza facilmente.
 
Un popolo autosufficiente nell’alimentarsi è un
popolo libero.
 
Perciò, la risposta alla domanda “Come
vivremo?” è: vivremo, come ogni altra
popolazione, dallo sfruttamento intelligente e
sostenibile delle risorse della nostra Terra
meravigliosa.
 
Sono perfettamente consapevole che in un mondo
globalizzato e materialista, straripante di finte
necessità indotte, l’autosufficienza alimentare
potrebbe non essere una motivazione sufficiente
per convertire all’Indipendentismo coloro che
danno l’alimentazione quotidiana per scontata.
Il progetto però si rivolge inizialmente a una
fascia piuttosto numerosa di persone
svantaggiate, più sensibili e più interessate a farsi
coinvolgere: gli oltre 140 mila disoccupati sardi. 
Inoltre, l’autosufficienza alimentare non
rappresenta il traguardo finale, ma piuttosto un
indispensabile punto di partenza verso traguardi
più ambiziosi.
 
La disponibilità di risorse naturali e della forza
lavoro necessaria a trasformare tali risorse in beni
materiali utili, non sono però sufficienti a far
decollare una normale economia di scambi di
merci e servizi. Manca ancora qualcosa: un
mezzo di scambio che permetta un fluido
avvicendarsi delle tre fasi di produzione,
distribuzione e consumo dei beni prodotti.
Dal momento che la cronica carenza di euro in
circolazione è di proposito programmata e
imposta dall’alto proprio per ostacolare e limitare
la prosperità economica delle popolazioni
mondiali, ci possiamo creare un sistema tutto
nostro di misurazione del valore. Infatti, in
presenza di risorse, persone desiderose di
lavorare e prodotti da acquistare, non c’è nessun
valido motivo per cui non si possa godere dei
benefici di una semplice economia di scambi in
ogni attiva comunità locale. 
Una buona disponibilità di risorse, unita ad una
corretta emissione monetaria a vantaggio della
popolazione per trasformare i progetti in opere,
rappresenta un mix esplosivo che si traduce in
una abbondante produzione di beni utili e in un
benessere diffuso per tutta la comunità umana.
I Grandi Usurai internazionali hanno sempre
temuto e cercato di impedire che nelle
popolazioni  maturasse la consapevolezza di
essere proprietarie delle risorse naturali e, di
conseguenza, tutte potenzialmente ricche in
questo Pianeta dell’Abbondanza. È il motivo per
il quale nessuno mai in tanti anni di scuola
dell’obbligo ci ha mai insegnato cosa sia la
moneta e quale la sua funzione. Questo è il
motivo per cui l’oligarchia di banchieri che
stanno al vertice della piramide di potere non
hanno esitato ad eliminare fisicamente capi di
Stato e altri personaggi che potevano mettere in
pericolo il sistema di emissione monetaria
consolidato sin dal 1694 con la fondazione della
Bank of England.
 
Prima di addentrarci nella conoscenza del
Progetto Nuraghes, credo che una escursione
sintetica e istruttiva su concetti quali ricchezza,
economia e moneta sia più che opportuna. Sono
concetti abbastanza semplici, ma resi
intenzionalmente sfuggenti e complicati da una
omertosa narrazione mainstream, resa
intenzionalmente complessa e infarcita di
vocaboli inglesi col proposito di confondere e
allontanare i curiosi. Noi invece, mossi da
interessi opposti, cercheremo di trattare la
materia monetaria con un linguaggio quanto più
chiaro e semplice possibile.
Anche perché è l’unico che conosciamo.

 

tratto da: (clicca qui)

Il FLNC sta emergendo dall’ombra, a tre mesi dall’ultima presunta comunicazione dei clandestini. Questa volta, un video e un testo di cinque pagine sono stati inviati ai nostri colleghi in Corse-Matin.

Individui incappucciati e armati che affermano di essere l’FLNC del 22 ottobre e l’FLNC “Unione dei combattenti” si filmano in un comunicato stampa nel settembre 2021

 

 

 

 

 

 

Come annunciato in un brevissimo comunicato di inizio giugno, il “fronte” riprende la parola. A firma della lettera, come nel giugno scorso, due slogan scritti in lingua corsa. Quello del FLNC “Union des Combattants” e l’altro del FLNC dice “Dal 22 ottobre”. Nel video possiamo vedere una trentina di sagome nere incappucciate e alcune armate.

Un’apparizione mediatica del movimento clandestino, senza pretese, annunciata anche dall’ultima comunicazione dei due FLNC nel giugno 2021, prima delle elezioni territoriali. 

Il testo analizza innanzitutto i risultati delle elezioni dell’assemblea corsa, nonché la situazione politica dell’isola e del movimento nazionalista. I clandestini denunciano soprattutto il modo in cui la maggioranza nazionalista ha ampliato il proprio campo politico. Ma brandiscono anche negli occhi dello Stato la minaccia di un ritorno agli attacchi e alle armi. 

L’intestazione di un comunicato stampa contrassegnato con “FLNC”

 

 

 

 

 

 

 

 

Il “credo” della maggioranza e il “postnazionalismo”

Se riconoscono il successo di Gilles Simeoni e della sua maggioranza, anche i clandestini li criticano: “Pensiamo di essere di fronte all’avvento di un nuovo clan” , afferma una voce truccata nel video, leggendo sobriamente il testo. Il presidente dell’Esecutivo e leader del Femu avrebbe, si legge nel testo, utilizzato “tutte le molle dei suoi predecessori” per allargare la presa. 

Ritenendo che “i fondamenti della lotta di liberazione nazionale siano gettati nel dimenticatoio” , i clandestini parlano dell’avvento di una “era di post-nazionalismo” .

“La Corsica farebbe dei corsi” sviluppa il testo, “e qualunque sia la linea politica, purché sia ​​rassicurante per gli abitanti della nostra isola e per lo stato francese. Questo è il nuovo credo della maggioranza in Francia. ‘Assemblea”. 

“Considerare la nostra discrezione come un segno di abbandono dei nostri valori ha fatto commettere allo Stato e ai funzionari neoeletti un grave errore politico”, si legge nel testo. Inoltre, vengono presi di mira gli speculatori, ma anche i mafiosi ei loro legami con “certi elementi del movimento nazionale” . Si brandiscono minacce di rappresaglia, se gli attivisti dovessero soffrire. Inoltre, e va notato, si sviluppa più avanti una sorta di appello agli anziani della lotta sotterranea e ai giovani che la rivendicano.

“Allo Stato francese diciamo chiaramente…”

Questo comunicato stampa è anche mutuato dalle minacce di un ritorno alle azioni violente. Le prime frasi, inoltre, sono citazioni di ministri. Il primo è di Marylise Lebranchu nel 2015, allora ministro del Decentramento. Si era rifiutata di fare “un gesto” dopo la deposizione delle armi, credendo che “per me è normale che non ci siano armi”. Il secondo è di Jacqueline Gourault, ministro dei Rapporti con gli enti locali lo scorso luglio, nel senso che lo Stato era “in dialogo da quattro anni”.

Il comunicato castiga lo Stato, “cieco e sordo”, anche se i voti dei nazionalisti alle elezioni sono sempre più alti e anche se le azioni violente sono cessate.

L’analisi suona come un riconoscimento del fallimento. “Lo Stato si frega le mani”, dicono i clandestini. Colpa anche della politica dell’assemblea corsa, secondo loro. Le visite successive dei ministri sono qualificate come “visite di cortesia coloniali non necessarie”, chiudi le virgolette. Se i due FLNC ricordano che la smilitarizzazione è stata decisa per consentire il progresso democratico, sembrano dirsi pronti oggi a riprendere le azioni armate. “[…] Nessuno degli obiettivi per i quali [il FLNC] è stato creato è stato raggiunto” si scrive inoltre, “se la politica dello Stato continua, concluso dall’autore (s).

 

Di Olivier Castel France Bleu RCFM France Bleu

 

tratto da: (clicca qui)