I vaccini rendono più del cancro; a ben vedere lo causano perciò sono due piccioni con una fava. Abbiamo la ministra più invischiata nella versione nostrana della vaccinopoli planetaria, di cui ci ha resi capofila offrendo i nostri bambini come cavie gratuite e persino grate.

 

2018.04.20 - US AND THEM. L’insostenibile sheepletudine dell’italcefalo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’elefante nella stanza e i tracciatori di vite

Lo stivaletto italico, marcio e puzzolente mentre lucida lo stivalone coloniale fatto di presidi (im)morali prima che militari e grande come il famoso elefante nella stanza, può anche affondare nell’irrimediabilmente inquinato (dalle navi dei veleni di cui Lannes scrive da anninel silenzio generale) e svenduto o scippato ex mar Mediterraneo senza che i cosiddetti cittadini se ne rendano conto, rincitrulliti dalla loro dose di soma quotidiana arricchita dalla partitella truccata fra un piduista e una stellina caduta dal cielo d’occidente per ammaliarci tutti con il piffero magico e condurci nella montagna da cui saremo neutralizzati nell’azione, mentre il paesello eterodiretto implode. Non è levarsi un sassolino da linguista segnalare il dilagante contagio della pronuncia anglicizzata della “montagna di zucchero” che imperversa nei media mainstream proprio nelle ultime settimane, a ridosso dello scandalo silenziato di Camdridge Analytica che ha messo in luce il problema dei Big data, i tracciatori onniscenti delle nostri azioni e persino intenzioni a caccia di psicoreati che nel macro-ossimoro dell’antisocialità di tutto ciò che è targato – o taggato? – ‘social’, prima ancora di nebulizzare le relazioni dentro al vuoto umano del disimpegno paradigmatico, liquefanno le nostre esistenze in codici in-umani.

 Psicoreato e prove di arrendevolezza alla dittatura.

Mentre si attendono ancora reazioni umane e non alla Relazione finale della commissione uranio impoverito e vaccini (che denunciando il “negazionismo dei vertici militari” e “l’assordante silenzio delle Autorità di Governo” ha concluso, come riassunto in questo pannello, che 5 vaccini causano gravi alterazioni ossidative al DNA, varie tipologie di tumori, linfomi, sindromi autoimmuni ed altri danni neoplastici e neurodegenerativi con conseguenze anche mortali in un militare adulto in salute, mentre per i neonati-cavia italioti vanno benissimo 10+4 vaccinazioni senza anamnesi prevaccinale né verifica postvaccinale nonché vaccini polivalenti la cui ratio, come dichiara cinicamente ildirettore GSK Jean Stèphane, è meramente lucro), continuano le prove tecniche di idiotizzazione ed arrendevolezza all’eterodirezione. E così, quando uno pensa di avere già detto e denunciato tutto sulla dittatura sanitaria via Legge 119 e sulla intrinseca sheepletudine dell’italiano medio (la fusione fra sheep e people è ormai ontologica nel popolo da soma -in senso lato e più letterale huxleyano), ecco che in questo paese senza senno accade anche questo.

 Accade che venga radiato un Medico per reato d’opinione, ma non i medici assassini, gli spaccatori di femori di anziani, gli sperimentatori su pazienti ignari nel business del dolore e i dopatori di bambini per un tablet né i recenti interventisti delle cliniche milanesi inventori di infezioni inesistenti corrotti per una borsa Vuitton.

Reato di opinione. Avevano detto che l’avrebbero fatto e l’hanno fatto. Era la terza della lista dei medici scomodi. Il Grosso Inquisitore, che certo non può dirsi il ritratto della salute (ed è persino cardiologo, chissà se conoscerà gli studi di Esselstyn e Ornish), ha proceduto alla radiazione della Dottoressa Gabriella Lesmo, il cui peccato originale è quello di essere “Medico, Specialista in Pediatria e Anestesia e Rianimazione, nonché madre (vedova ndr) di un ragazzo con la vita rovinata da una reazione avversa alle vaccinazioni anti-infettive eseguite per obbligo di legge” (ecco la sua lettera al Corriere in risposta a Paolo Mieli).

Nessun risposta anticorpale di massa.

Accade che in una scuola di Taranto, anziché preoccuparsi della strage di bambini e del dato allarmante sul mesotelioma pleurico del registro tumori, la ASL sia entrata a vaccinare direttamente durante l’orario di lezione per Papilloma (con il pericolosissimo [1] vaccino anti HpV, causa della sindrome ASIA secondo il padre dell’autoimmunologia Dr Sheonfeld [2], vaccino i cui studi di sicurezza sono stati manipolati come denunciò il Nordic Cochrane [3] e che dopo le sperimentazioni sulle bambine indiane – Orwell docet, alcuni bambini sono “più uguali di altri” – è finalmente sotto accusa come causa accertata di morte anche con sentenze definitive) e, già che c’erano, per meningite (non è chiaro se anche MPRV-Morbillo, Rosolia, Orecchioni, Varicella), aggiungendo un carico di danno iatrogeno con rischio mortale a bambini che già muoiono per tumori di origine epigenetica.

 I vaccini rendono più del cancro (e lo alimentano)

 Del resto non è un mistero che la nuova Starkiller del più corrotto e malvagio Impero Galattico, la Glaxo-Galaxy, finanziato dal Gruppo Vanguard (che in un imperdibile riassunto Marcello Pamio chiama i padroni del mondo) e che si espanderà ulteriormente da noi con nuovi uffici direzionali a Verona, stia barattando l’oncologia per i vaccini, di gran lunga il business meno rischioso (morti e danni li paga il VICP, programma federale di compensazione creato dal Congresso nel 1986 per sollevare di fatto medici e produttori da ogni responsabilità e ironicamente sovvenzionato da una percentuale su ogni vaccino somministrato) e più profittevole (“profittoso” direbbe forse la neolingua vischiosa della ministra più invischiata nella versione nostrana della vaccinopoli planetaria, di cui ci ha resi capofila offrendo i nostri bambini come cavie gratuite e grate, persino) in un cinico e truccato [4] gioco di carte dove i pochi eletti vincono sempre.

I vaccini rendono più del cancro. A ben vedere lo causano perciò sono due piccioni con una fava. Basti citare la presenza di formaldeide, dichiarata altamente tossica e cancerogeno tipo 1 dallo IARC, tanto che si parla di inquinamento indoor, ma diventa magicamente innocua se viene inoculata in un organismo di poche settimane di vita. Stessa trasmutazione alchemica del mercurio delle amalgame dentali, anch’esso inoculato con altre nano-fetenzie non biodegradabili ma biopersistenti, la cui pericolosità ci è stata rivelata da altri ricercatori scomodi , e con tutte le restanti immuno e neurotossine cancerogene o teratogene o sterilizzanti che slatentizzano malattie: alluminio, arsenico, squalene, glifosato, glutammato, polisorbati 20 e 80, neomicina, cellule di feti abortiti, endotossine batteriche, virus a DNA ricombinante, proteine e virus eterologi e materiale genetico da tessuti di pollo, vacca, cane, scimmia, coniglio, etc).

La madre di Bubu non era vaccinata per humana pietas (e non gli ha trasmesso i dovuti anticorpi)

 “Non è Cicciobello [5], non è un bambolotto… l’ha contagiato proprio la madre. Non vaccinata.”

Accade poi che a Catania un caso di malasanità che ha coinvolto un bambino di 10 mesi lasciato 5 gg in attesa in un pronto soccorso pediatrico insieme a bambini affetti da morbillo (forse vaccinati di recente? Ricordiamo che gli untori sono i vaccinati MPR infettivi per 4-6 settimane come sottolinea la Guida per i pazienti dell’ospedale Johns Hopkins), divenga da un lato ennesimo oggetto di sciacallaggio da parte di questo minuscolo e massonico pozzo inumano di corruzione e protervia che ha il coraggio di accusare la madre non vaccinata (stesso format dello sciacallaggio sulla morte del bambino di Monza della quale si incolparono assurdamente i fratellini non vaccinati!), dall’altro pretesto per realizzare il sogno dei produttori di vaccini: la MPR a 6(sei) mesi . Così nessun genitore potrà mostrare video e documenti in cui il bambino “parlava o camminava” prima del vaccino.

Anche qui, nessuna risposta anticorpale di massa.

Così, mentre si radiano medici che hanno tenuto la schiena diritta , si sequestrano [6] i PC di ricercatori scomodi (ecco le nanopatologie illustrate in modo chiaro dalla Dr Gatti al recente Convegno Internazionale dei biologi, ma poer chi volesse approfondire consiglio caldamente Il pianeta impolverato di Stefano Montanari), si bullizzano famiglie e pargoli davanti alle scuole, nei centri ricreativi, negli ospedali italiani (dove nel 2018 si può morire per morbillo affrontabile persino nei paesi ben più critici con vitamina A [7]) e si strumentalizzano allo stesso modo bambini e bambolotti, l’azione repressiva si sintonizza coi vertici e mostra i muscoli dopati delle élites al timone del pianeta schiacciando da un lato le medicine cosiddette alternative (vedi ultima puntata dell’ormai inguardabile presa diretta per i fondelli allineata alla Pensée Unique i cui annichiliti sudditi farebbero bene a leggere sul tema questa lettera dei medici omeopati ai cittadini ), cioè quelle usate fino alla dittatura sanitaria imposta nel Flexner Report nel 1910, e dall’altro il Parlamento europeo approva la Proposta di risoluzione sulla riluttanza nei confronti dei vaccini e il calo del tasso di vaccinazioni in Europa. Gioverebbe ricordare ai seguaci vaccinisti-europeisti-globalisti la ribellione di Leicester contro il Vaccination Act del 1867 e i suoi effetti benefici:

«Contrariamente alla convinzione popolare, il vaiolo non è stato eradicato dalla vaccinazione di Massa» (“History Today”, marzo 1999).

Non solo radiazioni: negli USA chi si oppone a Big Pharma e Big Food viene fatto fuori. Letteralmente.

Nulla è stato detto non solo sullo strano suicidio di Dan Olmsted [8], ma sulla scia di morte che negli ultimi due anni e mezzo ha visto cadere come mosche 80 medici olistici (ma il numero è in continuo aumento) come denunciato da Erin Elizabeth in questo enorme lavoro di documentazione (a partire da quel giugno 2015 in cui Dr. Jeff Bradstreet fu trovato morto con un colpo di arma da fuoco al petto ed altri seguirono nel giro di appena due settimane), molti dei quali avevano in comune l’aver scoperto la connessione tra vaccini autismo cancro nella proteina nagalase introdotta proprio con le vaccinazioni per impedire l’azione antitumorale naturale della proteina umana GcMAF (Globulin component Macrophage Activating Factor, Fattore di attivazione dei macrofagi derivato dalla proteina Gc), attivata dalla proteina Gc legata alla vitamina D.

CDC di Atlanta: il deep state dei vaccini.

Non c’è dubbio, chi tocca i vaccini muore, professionalmente o letteralmente (e negli USA, si sa, sono sempre un passo avanti).

«Abbiamo programmato incontro per distruggere i documenti di studio vaccino autismo»

La riprova di quanto scottante sia lo scandalo di quel “pozzo di corruzione” e porte girevoli che sono i CDC di Atlanta (organizzazione militare che serve i più oscuri potentati del pianeta, mentre per chi non lo sapesse decidono le misure di “prevenzione” – induzione? – delle malattie), la frode scientifica divulgata dal censuratissimo documentario Vaxxed [9], è la recente morte di un altro ricercatore dei CDC, Timothy Cunningham , trovato in un fiume presso Atlanta: forse stava per confermare pubblicamente ciò che il whistleblower Dr William Thompson ha denunciato nel 2014 ovvero lo scandalo dei dati manipolati dai CDC (vedete assolutamente questa dichiarazione del senatore Posey) per nascondere la correlazione vaccini-autismo con particolare riferimento ai bambini afroamericani? Mike Adams di Naturalnews non ha molti dubbi:

In essence, the CDC is the vaccine deep state. And they find all sorts of sinister ways to silence scientists, whistleblowers and so-called journalists [10]

Sostanzialmente, i CDC sono il deep state dei vaccini e usano ogni mezzo per quanto bieco per silenziare scienziati, informatori e cosiddetti giornalisti.”

Oltre a ricordare la strage silenziosa degli attivisti ambientali (un migliaio in 10 anni, con 3 morti a settimana nel 2016 e soprattutto in America Latina), fra i medici e naturopati la maggioranza si opponeva anche all’industria Biotech degli OGM, industria che semina morte probabilmente non solo attraverso le organismi geneticamente modificati e il monopolio sulle sementi: è 13 aprile la notizia della morte, anche questa in circostanze misteriose, di una nota attivista anti-OGM , la 45enne Mila de Mier, finita in una piscina proprio alla vigilia della presentazione all’EPA di una petizione contro l’introduzione delle zanzare modificate in Florida.

Anche chi tocca la Monsanto muore, in ogni possibile senso.

 US AND THEM (da Waters a Jovanotti)

Viviamo in un mondo dove la propaganda sembra più importante della realtà di quello che sta accadendo sul posto“ (Roger Waters)

E per concludere, US AND THEM, quel noi e loro dell’epopea floydiana che si interroga sul dentro e fuori, sul muro e sull’alterità in un frangente come quello della guerra: mentre un sempre grandissimo Roger Waters, nella tappa spagnola del suo tour, sgancia la sua pacifica “bomba”[11] antifake sulla Siria (suggerendo ciò che in pochi, fra cui Robert Fisk, hanno avuto il coraggio di ammettere, e cioè che i caschi blu siano attori nella sceneggiatura dell’attacco chimico usato come movente per i bombardamenti sulla Siria), noi italiani che ci beviamo tutto ci meritiamo il Jovanotti no-global/globalista sosorsiano-rotschildiano che, non contento di aver preso parte al Summit Lilly- Builderberg 2015, in un concerto a Milano qualche giorno fa ha fatto una dichiarazione provax incassando l’elogio dell’amico virologo manciuriano al soldo della Pomona per gli anticorpi monoclonali.

God only knows
It’s not what we would choose to do

 

Emanuela Lorenzi

 

tratto da: (clicca qui)

 

 

 

 

 

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Martin Luther King moriva 50 anni fa, assassinato pur di sostenere fino in fondo il suo sogno, quello di una Nazione libera dalle discriminazioni

Era il 4 aprile del 1968 quando Martin Luther King, icona della lotta per i diritti dei neri, veniva assasinato, sulla terrazza di un hotel di Memphis, in Tennessee, a soli 39 anni.

L’emblema della battaglia anti razzista aveva iniziato la sua lotta nel 1955, con il boiccottaggio degli autobus dove erano previsti posti a sedere separati tra bianchi e neri, che riuscì a far abolire la segregazione raziale sui mezzi di trasporto. Le proteste contro le discriminazioni continuarono e il leader nero fu più volte incarcerato. Nel 1963, King organizzò una marcia a Washington per il Lavoro e la Libertà, a cui parteciparono 250 mila persone, al termine della quale pronunciò il suo discorso più celebre I have a dream. Grazie a quella mobilitazione, nel 1964 venne approvato il Civil Rights Act, la legge che poneva fine alle disuguaglianze tra bianchi e neri negli Stati Uniti. Nello stesso anno ricevette il premio Nobel per la pace, ma non smise di continuare a lottare contro le tante discriminazioni e persecuzioni che ancora si consumavano a danno degli afroamericani.

La non violenza usata per alzare la voce contro troppe ingiustizie, la preghiera contro le armi, le parole gentili contro gli insulti: così combatteva Martin Luther King. Tutto per un sogno. Un sogno che, 50 anni dopo resta un esempio saldo nella storia del mondo, come ha sottolineato il premier uscente Paolo Gentiloni, che scrive su Twitter: “I suoi sogni ne hanno fatta di strada. Il suo esempio resta attuale”.

Per l’anniversario della morte del leader nero, numerose iniziative si svolgeranno oggi in tutto il mondo. Alle 18 e un minuto, ora in cui un proiettile colpì Martin Luther King, decine di campane suoneranno all’unisomo 39 rintocchi, uno per ogni suo anno di vita. Un gesto che vuole commemorare l’uomo con un sogno che sembrava impossibile, ma che ha dimostrato che possiamo essere in grado “di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi”.

tratto da: (clicca qui)

218.03.06 – Isola di SARDEGNA e Penisola ITALICA

Posted by Presidenza on 6 Marzo 2018
Posted in articoli 

 

29 ottobre 2013

 La Sardegna é ,sua sponte, parte dello Stato Italia oppure per scelte di terzi (Papato)?

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ISOLA di SARDEGNA:

SARDEGNA, una Nazione senza Stato, una Nazione inglobata con l’inganno (da più di 150 anni) dentro allo Stato ITALIA, Stato plurinazionale nonostante il suo territorio (da sud a nord della penisola) sia un … “continuum”.

PENISOLA ITALICA:

MERIDIONE del Continente Europeo, ITALIA SpA ma non Nazione Italiana, formatasi con la forza delle armi, dove il POTERE Centrale, nel comandare e nell’imporre, non ha tenuto e non tiene in alcun conto la specificità delle periferie.

DUE SOGGETTI TERRITORIALI DISTINTI:

Li separa il Mare Mediterraneo – un confine Reale e Concreto tra le Coste SARDE e quelle della penisola Italica – un canale d’acque internazionali di qualche centinaio di kilometri, a cavallo tra le 12 miglia marine della sponda sarda e rispettivamente di quella italica, in cui tutti possono navigare senza chiedere il permesso di nessuno.

Il Mar Mediterraneo – CONFINE fra due soggetti territoriali diversi.

 DUE STRUTTURE SOCIALI:

L’Italia e la Sardegna sono strutture sociali differenti, dove Storia, Lingua, Tradizioni, Cultura, Bandiera, Geografia, Geologia, Arti, Monumenti hanno caratteristiche molto differenti e, spesso, non complementari.

DUE STRUTTURE ORGANIZZATIVE:

Per l’analisi delle specificità delle due strutture socio-territoriali che sono anche  strutture Organizzate, ovvero Italia e Sardegna, dobbiamo soffermarci a valutare i cosiddetti PRINCIPI di Legittimità su cui si fonda il POTERE di chi governa.

TALI  PRINCIPI DI LEGITTIMITA’ sono:

  1. il principio elettivo,
  2. il principio ereditario,
  3. il principio aristocratico-monarchico
  4. il principio democratico.

Vogliamo valutate se la Sardegna è diventata parte dello Stato Italia attraverso uno di questi principi?

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La 1° domanda a cui rispondere é: “tali Principi possono essere accettabili in forma e sostanza e, una volta risposto, dobbiamo capire se l’accettazione sia stata generale oppure sia diversificata, generando conflitto con una delle due strutture ma non necessariamente anche con l’altra?”

La 2°domanda è: “le Norme derivanti da tali principi devono essere accettate passivamente senza che le due parti pongano limiti, nonostante che i due soggetti territoriali identificati, abbiano o possano avere interessi diversi e del tutto opposti?”

La 3°domanda è: “se qualcosa va bene per la Popolazione più numerosa (quella della Penisola) deve essere accettabile anche per la Popolazione meno numerosa?” Ancora …” la Popolazione sarda – la meno numerosa – deve sempre accettare la parte più vessatoria (vedi servitù militari, vedi carceri nuove da riempire con i rifiuti della penisola, vedi utilizzo del territorio come discarica di altri rifiuti pericolosi) senza potersi opporre?

Ha o non ha il Diritto di resistenza (da non confondere con la ribellione) di cui parla anche la Costituzione Italiana?

I Principi di Legittimità se esistono devono valere solo se vi è accettazione completa da parte dei vari soggetti.

 Prendendo ad esempio il caso Sardegna, discriminata, nella maggioranza dei casi, dal Governo Italiano, vale più l’interesse della Nazione SARDA sul suo proprio territorio (che non lede i diritti dell’ITALIA peninsulare, che occupa un territorio differente del tutto diverso) oppure vale più l’atto di imperio dei Governi Italici, che da sempre hanno preteso di porre in essere comportamenti contrari al contratto sociale, descritto nelle sue norme costituzionali?

 

Detti comportamenti, applicati dal POTERE espresso dallo Stato Italia nei confronti della Nazione Sardegna, non possiedono alcuna legittimità ma sono un atto d’imperio non giustificato, ne dai principi del Diritto italiano e, ancor meno, dal Diritto Internazionale che regola le interazioni fra Popoli diversi.

 

La domanda sorge spontanea: perché un Soggetto si prende il Diritto di comandare (senza legittimità) su un altro Soggetto che non ha altra scelta che il Dovere di obbedire altrimenti va costretto con la forza?

La risposta: Il Diritto di comandare deriva dai Principi di Legittimità ma non possiede una derivazione logica: è solo un Atto d’Imperio.

 

ORGANIZZAZIONE e POTERE.

Il rapporto di organizzazione (per FERRERO) si caratterizza per gli status-ruoli, la cui complementarietà di uno con tutti gli altri di un insieme dato, determina quel rapporto sociale basato sull’ accettazione individuale delle regole.

 

Il rapporto di Potere (secondo FERRERO) è caratterizzato dal fatto che esiste un’antitesi tra uno status-ruolo della organizzazione (che è funzionale agli interessi del gruppo) e una situazione di deviamento, estranea agli interessi comuni del gruppo, esterna e disfunzionale.

 

Il Rapporto Sociale su cui si fonda qualsiasi ORGANIZZAZIONE è un momento completamente autonomo, del tutto indipendente rispetto al Rapporto Sociale su cui si fonda il POTERE.

Qualunque Organizzazione, sia politica – sociale che economica si definisce come legittima quando:

    (1) – gli interessi perseguiti dalla organizzazione sono accettati da tutti i membri di un insieme.

    (2) – i procedimenti  stabiliti per acquisire un status-ruolo all’interno del sistema sono accetti da tutti. 

ORGANIZZAZIONI SOCIALI E TERRITORIO

L’organizzazione sociale, in linea teorica, dovrebbe derivare dalla INTER-RELAZIONEcongiunta tra gli interessi di due o più soggetti (Popoli, Nazioni, Associazioni, Stati, Società); ciò significa che ciascun dei soggetti (Nazione Sarda e Stato Italia, per esempio) dovrebbero avere interesse a che l’interesse dell’altro Soggetto venga soddisfatto (di fatto si verifica un continuum di situazioni conflittuali).

La INTER-RELAZIONE congiunta degli interessi tra due o più soggetti (QUANDO ESISTE)presuppone quindi che:

(A) – gli interessi dei due Soggetti siano comuni, diretti cioé verso lo stesso oggetto (Servitù militari, Carceri per mafiosi e malavitosi ad alto rischio, utilizzo del territorio sardo come discarica di rifiuti pericolosi), ma anche ..

(B) – positivamente coinvolti, cioè connessi in modo tale che il soddisfacimento dell’interesse del Soggetto UNO (Italia) implichi il soddisfacimento dell’interesse del Soggetto DUE (SARDEGNA).

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C’è qualcuno ancora convinto che gli Interessi italo-romani siano quelli di NOI Sardi ?

C’è chi pensa che ITALIA E SARDEGNA abbiano Interessi COMUNI  e quali ?

Si può pensare che i sardi non abbiano Avuto finora una pazienza INFINITA?

 

Paolo Leone Biancu (Capo Dip. Economia GSP)

2018.02.20 – La Turchia minaccia di invadere la Grecia

Posted by Presidenza on 20 Febbraio 2018
Posted in articoli 

La voce più grossa l’ha fatta ovviamente Erdoğan , che sembra incoraggiato dalla sua invasione di Afrin, nel nord della Siria, andata praticamente indisturbata.

 

La Turchia minaccia di invadere la Grecia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Due settimane fa, il ministero della Difesa greco ha annunciato che la Turchia ha violato lo spazio aereo ellenico 138 volte in un solo giorno. Ebbene, il 13 febbraio una pattuglia della guardia costiera turca ha speronato una nave della guardia greca al largo di Imia, una delle tante isole greche su cui la Turchia rivendica la sovranità.

La gran parte delle aree nei confini attuali della Grecia erano sotto l’occupazione dell’Impero Ottomano, nel periodo che va dalla metà del XV secolo fino alla Guerra d’Indipendenza Greca del 1821 e l’istituzione dello stato greco moderno del 1832. Le isole, tuttavia, come il resto del paese, sono legalmente e storicamente greche, come indicano i loro nomi.

Il partito turco al governo, Giustizia e Sviluppo (AKP), ed anche gran parte dell’opposizione, sembrano però intenzionati, quasi ossessionati, ad invadere e conquistare queste isole greche, dicendo che in realtà siano territorio turco.

A dicembre, ad esempio, Kemal Kılıçdaroğlu, leader del principale partito di opposizione, ha dichiarato che, quando vincerà le elezioni del 2019, “invaderà e conquisterà 18 isole greche nel Mar Egeo, proprio come l’ex Primo Ministro Bulent Ecevit invase Cipro nel 1974”. Ha detto che non c’è “alcun documento” che dimostri che quelle isole appartengano alla Grecia.

Meral Akşener, a capo del neonato partito di opposizione “Good Party”, ha anche lei invocato l’invasione e la conquista delle isole. “Bisogna fare quel che è necessario”, ha twittato il 13 gennaio.

La voce più grossa l’ha fatta ovviamente Erdoğan, che sembra incoraggiato dalla sua invasione di Afrin, nel nord della Siria, andata praticamente indisturbata.

“Mandiamo un avvertimento a chi ha superato la linea nell’Egeo ed in Cipro”, ha dichiarato, proseguendo:

“Il loro coraggio persisterà solo fino a quando non vedranno il nostro esercito, le nostre navi ed i nostri aerei… Qualsiasi cosa sia Afrin per noi, i nostri diritti su Egeo e Cipro sono gli stessi. Non pensiate mai che l’esplorazione di gas naturale nelle acque del Cipro ed i tentativi opportunistici nel Mar Egeo lascino il nostro radar.

“Proprio come stiamo distruggendo le zone [di Afrin] con le Operazioni Scudo d’Eufrate e Ramoscello d’Ulivo, e presto di Manbij ed altre regioni, possiamo distruggere, e lo faremo, i territori di chi fa calcoli sbagliati sul nostro confine sud…

Le nostre navi da guerra e forze aeree tengono d’occhio l’area da vicino, per intervenire al momento necessario”.

Riferendosi ai tempi dell’Impero Ottomano, Erdoğan ha proseguito:

“Chi pensa che ci siamo dimenticati delle terre da cui ci ritirammo a malincuore cent’anni fa, sbaglia di grosso”.

“Diciamo in ogni occasione che Siria, Iraq ed altri luoghi sulla mappa geografica dei nostri cuori non sono diversi dalla nostra patria. Stiamo lottando affinché una bandiera straniera non venga sventolata in alcun posto dove sia recitato un adhan [la chiamata islamica alla preghiera nelle moschee]”.

“Le cose che abbiamo fatto finora impallidiscono di fronte agli attacchi ancor più grandi che stiamo programmando per i prossimi giorni, Inshallah [se Allah lo vuole]”.

La dinastia e l’Impero Ottomano vennero istituiti da un capo nomade turcomanno attorno all’anno 1300. Nel corso degli oltre 600 anni della sua durata, i turchi ottomani, che rappresentavano anche il califfato islamico, hanno regolarmente lanciato jihad, invadendo ed occupando terre in cinque continenti.

I seguaci del neo-ottomanesimo in Turchia abbracciano ancora con orgoglio il concetto di jihad (guerra santa islamica) contro i kafir (gli infedeli).

Il capo di Diyanet, la Direzione degli Affari Religiosi, finanziata dallo stato, ha apertamente descritto la recente invasione militare di Afrin da parte della Turchia come una “jihad”.

Questo definizione ha senso, se si considera che i musulmani turchi devono la propria maggioranza demografica in Asia Minore a secoli di persecuzione e discriminazione contro gli abitanti cristiani, yazidi ed ebrei dell’area. Nell’XI secolo, i jihadisti turchi dell’Asia centrale invasero e conquistarono l’Impero Bizantino, cristiano e di lingua greca, aprendo la strada alla graduale turchificazione ed islamizzazione della regione, tramite metodi quali omicidio, rapimento, stupro e conversioni forzate.

Il più grande assalto turco del 20° secolo contro i cristiani è avvenuto nel periodo 1914-1923 , col genocidio di greci, armeni ed assiri (siriaci/caldei) nella Turchia ottomana. Ciò non ha impedito al paese, che continua a negare il genocidio, di diventare membro NATO nel ’52. L’attacco non le ha neanche impedito, tre anni dopo l’adesione alla NATO, di commettere un selvaggio pogrom anti-greco ad Istanbul, o, nel ’64, di  espellere a forza i greci rimanenti.

E proprio perché i turchi non hanno mai risposto delle proprie azioni ed aggressioni criminali, continuano a minacciare la sicurezza e la sovranità dei paesi vicini. È giunto il momento che l’Occidente si svegli prenda Ankara di petto.

Uzay Bulut

tratto da: (clicca qui)

La tragedia dell’austerità europea è che assicura che chi è indebitato non sarà mai in grado di ripagare

 

 

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Se non capite subito questo titolo, non avete afferrato qual è l’obiettivo primario del capitalismo neoliberale degli ultimi 40 anni circa.

Smettetela di dare per scontato che l’1% voglia un’economia di crescita… per favore. Veramente, basta.

L’interesse dell’1% risiede nel sostenere il modello “mi tengo tutto quello che ho”. Accettate questa regola e sarete a metà della strada per l’illuminazione, e vedrete attraverso la menzogna tecnocratica secondo cui “l’economia è troppo difficile da capire”.

Eppure, il fondamento erroneo per il quale l’alta finanza effettivamente voglia un modello di “alta crescita” – solo che non riesca a capire come diavolo fare – è probabilmente destinato a persistere. Ciò è favorito dalla divinizzazione che i media mainstream da lungo tempo operano nei riguardi dei tassi di crescita economica; ma il colpo di scena recente è la loro ritrovata insistenza sul fatto che il tasso di crescita dell’1,7% previsto per l’Eurozona costituisca una svolta, ripresa, storia di successo, bla bla bla.

Parlatene con l’uomo della strada ed egli non saprà cosa sia questa ripresa tanto sbandierata. Che diamine, Cuba fa meglio dell’1,7%, anche con un embargo internazionale!

Questa divinizzazione del tasso di crescita non era mai stata preordinata – altre alternative erano state respinte: il tasso reale di disoccupazione (che include la sottoccupazione), il tasso di povertà, l’indicatore del potere d’acquisto, ecc.

Giochiamo al loro gioco: sicuramente saranno stati capaci di vincere seguendo le regole che hanno fissato?

Ovviamente…no. O come a loro piace dire: “Non ancora.”

Quindi, quando la Francia e l’Eurozona vedranno una vera crescita diffusa? Trattandosi della più grande macro-economia mondiale, la sua stagnazione dopotutto rallenta le economie di tutto il globo (che non fa uso della pianificazione socialista).
In poche parole, posso garantirvi che l’attuale quasi-depressione/recessione dell’Eurozona non rallenterà finché non saranno stati drasticamente ridotti i salari e peggiorate le condizioni dei lavoratori, questa è la capacità collettiva di pretendere una minore ridistribuzione della ricchezza consentita dal capitalismo.

Le mie due garanzie sono, dopotutto, essenzialmente quello che Juncker, Merkel, Schauble, Macron, Draghi, Dijsselbloem (Chi? Esatto.) e altri leader dell’Eurozona hanno ripetutamente ammesso… la gente semplicemente non vuole crederci (o diffonderle). L’economia, voi lo capite, non è costretta da imperativi economici ma da scelte politiche e culturali.

Vorrei tornare a citare l’ex Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis – ho usato il suo libro del 2016, “I poveri soffrono quanto devono?” come punto di partenza per questa serie di 7 articoli, che si conclude qui. Il primo articolo si è burlato di lui per il fatto che preferisce essere una rock star anziché un vero uomo di sinistra. Il secondo articolo ha sostituito la sua analisi falsamente di sinistra riguardo alla formazione dell’Eurozona con un’analisi che invece di sinistra lo è per davvero. Ma per la maggior parte, il resto degli articoli ha elogiato, rilanciato ed ulteriormente elaborato il suo ammirevole grido d’allarme riguardo alla natura spaventosamente corrotta e pericolosamente precaria dell’Eurozona di oggi.

Varoufakis ha riferito di una discussione avuta con un interlocutore della BCE e del FMI sulla natura economicamente controproducente dell’innalzamento dell’imposta sul valore aggiunto (tassa sulle vendite) in un paese come la Grecia. La metto qui per mostrare che l’introduzione di misure economiche chiaramente controproducenti e inefficaci – le politiche di austerità – è parte del progetto. Ma qual è il progetto?

“’Qualcuno le cui opinioni qui contano vuole dimostrare a Parigi cosa è in serbo per la Francia se si rifiuterà di mettere in atto riforme strutturali.”

Per prendere tempestivamente una citazione dall’essenziale economista moderno Michael Hudson – dal suo nuovo, superbo, completo articolo su The Saker “Socialism, Land and Banking: 2017 compared to 1917” [Socialismo, Terra e Sistema Bancario: il 2017 paragonato al 1917 in inglese]:
La parola ‘riforme’ come viene utilizzata dai media neoliberali di oggi significa annullare le riforme dell’Era Progressista, smantellando i regolamenti pubblici e il potere del governo – eccetto che per il controllo della finanza e gli altri interessi coincidenti (grassetto aggiunto).

Lo scopo di questa serie era di chiamare alle armi in Francia, ma la guerra è già finita

Questa serie era stata scritta per la maggior parte alla fine di agosto, quando le notizie si diffondono lentamente.

Ci si aspettava che la Francia sarebbe tornata dalle vacanze estive e avrebbe organizzato manifestazioni infernali contro le “riforme” del codice del lavoro di quell’automa neoliberale di nome Emmanuel Macron. Ma siamo a inizio novembre e la lotta è già finita da tanto tempo. “Per ora, sta vincendo la partita, non ha senso nasconderlo,” ha detto Jean-Luc Mélenchon, il più famoso politico di sinistra della Francia, lo scorso weekend.

Macron ha firmato la conversione del suo decreto sul codice del lavoro in legge a fine settembre. Non solo non era stato approvato dal ramo legislativo, non era stato neanche discusso. Ma alcuni dei media nel governo francese non hanno tenuto a freno del tutto la lingua riguardo alla falsa affermazione che i sindacati e i gruppi di base avrebbero aiutato a scrivere la legge: “… i ‘partner sociali’ hanno avuto appena due ore per leggere la versione finale di 159 pagine dei 36 cambi alla legislazione francese sul lavoro.”

Macron si era mosso molto rapidamente. È stato piuttosto intelligente… ma non intelligente al punto che io già ad agosto non chiedessi a tutti: “Perché i sindacati, i gruppi di sinistra e Mélenchon aspettano fino a fine settembre per programmare le loro proteste? È ovvio che è troppo tardi!”

Quindi, o io sono un genio, o loro sono degli incompetenti, oppure sono collusi, o i francesi hanno deciso di accontentarsi semplicemente di finirla con il regno multi-decennale dei partiti socialista e conservatore, e avevano solo voglia di affidarsi alla clemenza di Macron.

Cattiva idea… nonostante i sondaggi costantemente mostrassero un’opposizione significativamente maggioritaria ai cambiamenti, Macron ci ha riso in faccia e ha firmato la loro conversione in legge ancora prima di quando aveva anticipato, e in diretta TV.

Ma… comunque… torniamo alla settima parte – il vero obiettivo delle “riforme”.

“Le riforme strutturali” di Varoufakis non sono state inventate in Francia, naturalmente. Penso che tutti noi abbiamo un’idea molto precisa riguardo alla natura pro capitalista neoliberale/anti-socialista delle misure che sono state realizzate in tutta l’Eurozona negli ultimi anni nonostante una massiccia opposizione democratica.

Quindi non ha senso spiegarle – dopo sei anni di risultati in Francia abbiamo un insieme di dati abbastanza grande per tratteggiare delle conclusioni solide: queste riforme e misure di austerità sono controproducenti ai fini della creazione della crescita, e perfino la crescita ottenuta in futuro sarà necessariamente limitata: non puoi rendere più facile il licenziamento delle persone e non aspettarti che questo contrasti con i tuoi previsti aumenti occupazionali, no?

Le due condizioni proposte da me per terminare l’austerità – lo sbudellamento di salari/condizioni dei lavoratori e la assicurata impossibilità di rinegoziare – combinati con l’impossibilità di mettere fine democraticamente a queste politiche, rende inevitabile che l’Eurozona presto raggiungerà un “Decennio Perso”. E poi anche un “Ventennio Perso”, proprio come già successo al Giappone.

In entrambe queste importanti regioni economiche, la recessione è stata fabbricata al fine di muovere una guerra sociale contro il 99%. Torneremo alla citazione del Dott. Hudson di sopra per una spiegazione più approfondita.

Perché l’Occidente crede che il Giappone sia su un altro pianeta?

Un altro economista moderno tra i pochissimi veramente indispensabili è Richard Werner [in inglese].  Lui è noto per aver inventato il termine Quantitative Easing, ma il suo più grande contributo è aver stabilito il collegamento tra Europa e Giappone, due giganti economici. Il suo libro “Princes of the Yen” è un resoconto di prima mano dell’improvviso cambiamento subito dal Giappone, che in economia è passato dal ruolo di generatore di energia economica energetica a quello di malato – i giapponesi da che erano destinati a comprarsi tutto il mondo, si sono ritrovati in stagnazione perpetua. Il libro di Werner del 2001 è così interessante da aver ottenuto un risultato impossibile: è stato un libro di economia arrivato al numero uno nelle classifiche di vendita (in Giappone).

Sarà forse perché sono iraniano e sono abituato a sentir parlare delle glorie del 500 A.C., ma sento che perfino un’era di 16 anni fa possa avere ancora qualcosa da insegnarci oggi….

Ma Varoufakis non menziona Werner, non sembra avere una visione internazionale del capitalismo, del socialismo o dell’economia: si evince anche un pregiudizio eurocentrico. Nel suo libro menziona la Banca del Giappone solo due volte:

“Dalla fine degli anni ’90 in poi, le banche in Europa hanno copiato le pratiche del settore finanziario dell’anglo-sfera tutto balli e canti senza che avessero la rete di sicurezza di una Federal Reserve, di una Banca di Inghilterra o anche solo di una Banca del Giappone che li afferrasse quando avrebbe avuto luogo l’inevitabile caduta dalla grazia.”

Questa è una bella citazione, ma come si fa a dire “anche solo una Banca del Giappone “? Da quando, quella che per lungo tempo è stata la seconda economia più grande del mondo, vale quanto le patatine? Non c’è vergogna a essere sorpassati dalla Cina, e la Banca del Giappone è di gran lunga più potente della Banca di Inghilterra. L’unica ragione per questo atteggiamento di sufficienza a cui riesco a pensare è l’eurocentrismo. E questa sufficienza arriva da un ipotetico marxista… ed economista!

Ma se tutti noi studiassimo le scelte economiche degli ultimi anni in Giappone, non avremmo dubbi riguardo a due questioni chiave: l’Eurozona sta stupidamente seguendo le orme del Giappone, e i banchieri sono gli stessi ovunque. Sì, quelle caricature del 1917 sono ancora corrette….

L’ascesa, sostituzione & declino del modello giapponese

Devo ripetere che queste “riforme” non erano state inventate in Europa. Piuttosto, l’Europa sta mettendo in atto/ha già messo in atto le stesse riforme con la stessa ideologia, obiettivi e strumenti del “Ventennio Perso” giapponese – le uniche differenze sono colore della pelle, forma degli occhi e consumo di riso pro capite.

In modo molto simile alla Germania del dopoguerra, il Giappone era stato scelto dagli Stati Uniti per essere una centrale produttiva… nonostante entrambe le nazioni con il loro imperialismo immorale avessero provocato sconvolgimenti e decenni di sofferenza e repressione. Ma erano state entrambe sconfitte e pertanto facili da manipolare; entrambi i paesi tutt’ora ospitano il maggior numero di forze americane nel mondo, ancor più che una nazione “occupata” come l’Afghanistan.

Fino al 1985 il sistema industriale/bancario giapponese funzionava in modo superbo, con risultati ben noti. Era una versione più forte dell’”economia mista” della Francia, con una direzione governativa ancora più rigida riguardo a dove, a chi e quanto denaro prestare al fine di creare crescita diffusa.

Ciò che cambiò fu il declino della dominazione del dollaro, la fine di Bretton Woods e la creazione statunitense dell’economia neoliberale al fine di mantenere il dominio americano.

Con gli Accordi del Plaza del 1985, il Giappone adottò i cambiamenti neoliberali orchestrati dagli Stati Uniti, che erano stati progettati allo scopo di risucchiare i surplus del Giappone nuovamente verso gli Stati Uniti. (Anche la Germania (Ovest), la Francia, gli Stati Uniti & il Regno Unito aderirono, ma il Giappone era quello che aveva di più da perdere.) Dal punto di vista di un capitalista dell’1% aveva perfettamente senso e funzionava ottimamente, per questo l’1% del Giappone vi aderì. Ma da un punto di vista nazionalista o del 99% fu un suicidio economico.

Come riferì Michael Hudson nel 2008, il Giappone “agiva come il Tredicesimo Distretto della Federal Reserve e il Comitato per la Rielezione Repubblicano” attenendosi ad un piano che era chiaramente contro i propri interessi nazionali e la propria sovranità. Una tale affermazione dovrebbe fare infiammare i nostri lettori giapponesi, come anche le vittime dell’imperialismo americano in tutto il mondo. Ma è comunismo da manuale che l’1% si preoccupa più dei propri soldi che dei loro vicini e concittadini, che sia in Giappone o altrove.

Quale fu il più grosso cambiamento (e sbaglio) specifico che fece il Giappone? Rendere la Banca del Giappone “indipendente” dal Ministero delle Finanze, cioè dal governo… cioè da responsabilità, supervisione, dal popolo, dalla legge, dalla giustizia, dalla moralità, dall’influenza dei voti democratici, ecc.

Deridete il comunismo come ‘dominazione governativa’, ma esaminate il suo opposto

Il fondamento a cuore del capitalismo neoliberale significa una cosa su cui tutti noi saremo d’accordo: il governo si oppone al denaro (alla sua forza, e alla capacità degli individui di guadagnarne).

Pertanto, il sistema più sicuro di aiutare il grande capitale è di avere un governo fatto da politici e non da burocrati/servitori dello Stato.

Potrete aver sentito molte cose brutte riguardo agli impiegati pubblici, ma essi spesso conoscono il loro territorio limitato meglio dei tecnocrati nelle loro torri d’avorio o dei lobbisti/ricercatori al soldo di specifici interessi. E – fatto cruciale – per lo meno loro non stanno lì solo per i soldi. Qualcuno può dire lo stesso riguardo alle porte girevoli tra “politici/lobby/affari” occidentali?

Nessuno potrà affermare onestamente e giustificatamente che TUTTI i servitori dello Stato sono “corrotti”, naturalmente. La narrazione del mainstream è che il socialismo produce corruzione endemica, ma in special modo ai livelli più alti.

Ma (e io presumo che tutti noi questo lo sappiamo ma semplicemente non ne discuteremo) nel capitalismo occidentale non solo non è chiamata “corruzione” perché i vizi del capitalismo – unilateralismo (iniziativa personale), avidità, distruzione “creativa”, una rivalità di ispirazione mafiosa “famiglia contro società” che è l’eccezione più piccola all’individualismo sfrenato, che ignora i deboli e i vecchi, e troppi altri peccati da nominare – sono lodati come virtù. Tutto quello che dobbiamo fare è scatenare quelle “energie animali” dell’economia, giusto…?

Il fondamento centrale del capitalismo finanziario che non può essere negato è: gli azionisti e i banchieri regnano (anche i banchieri centrali).

È per questo che disfarsi dei ministri delle finanze indipendenti è un obiettivo reale – quelli buoni non lavorano per il profitto ma per il popolo. I banchieri possono essere certi di quello che motiva altri banchieri: non sono sicuri da dove arrivino persone come Varoufakis (a suo grande credito).

Quindi sappiamo tutti che il disaccoppiamento di finanza/banche commerciali negli Stati Uniti ha compiuto un grande passo avanti con l’abolizione del Glass-Steagal Act, e che la riduzione della supervisione governativa ha causato la crisi dei mutui subprime negli USA.

Ma quanti si ricordano questa “storia antica” di pochi anni addietro dall’altra parte del Pacifico? Cosa è successo quando il Giappone nel giro di una notte ha eliminato la supervisione governativa sulle banche seguendo gli accordi del Plaza? I banchieri giapponesi crearono il boom e il fallimento delle Tigri Asiatiche.

Come? Inondarono l’area di crediti facili, e dopo li revocarono. Non essere in grado di pagare i tuoi conti in effetti è una crisi….

E chi ha organizzato la Crisi del Debito Sovrano Europeo nei PIIGS? I banchieri nordeuropei: inondando l’area di crediti e poi revocandoli.

Molti dicono che la Crisi del Debito Sovrano dell’Eurozona sia finita, a dispetto di tutte le evidenze contrarie. (Le precedenti sei parti di questa serie hanno tentato di portare più prove possibili per questa tesi.)

Dunque i paralleli multinazionali, regionali tra il sudest asiatico e la crisi europea sono del tutto corretti.

Ma adesso dobbiamo aggiungerci gli USA: anche qui hanno inondato il proprio mercato con prestiti immobiliari, poi di finanziamenti per automobili e di crediti per elettrodomestici, e infine di carte di credito al fine di cannibalizzare il proprio ricco mercato interno.

Quindi si dovrebbe pensare che la lezione da adesso dovrebbe essere chiara, perché vediamo chiaramente gli stessi risultati in tutte e tre le regioni che sono i frutti delle stesse motivazioni – capitalismo neoliberale.

In tutte e tre il governo avrebbe potuto utilizzare i propri poteri per mettere fine alla crisi, ma non lo ha fatto/non lo fa. Il motivo si ritrova nel mio titolo: recessione forzata come strumento di guerra sociale contro il 99%, o, attuare “le riforme”.

Chiamate l’obiettivo finale come preferite – peonaggio da debito moderno, nuova servitù della gleba, Il Sistema del Latifondo Moderno – è innegabile che gli Occidentali vivono (soffrono) all’apice della dominazione globale del capitalismo.

Ma l’Eurozona è messa molto, molto peggio del Giappone, e continua a peggiorare

Questo perché la Banca Centrale Europea, creata nel bel mezzo del periodo d’oro del neoliberalismo americano e la morte dell’URSS, purtroppo custodisce l’indipendenza nel proprio statuto. Visto quanto vi ho riferito, questa cosa fa ridere – dovete ridere per non piangere!

La BCE non può essere limitata da nessun Parlamento nazionale, né i suoi uffici possono essere sottoposti a perquisizioni – è totalmente al di sopra della legge… proprio come l’ONU, al netto della solidarietà internazionalista. Il futuro dell’Eurozona è quindi senza speranza perché la BCE è esclusivamente controllata dai banchieri – e da banchieri esteri – più di quanto il Giappone o gli Stati Uniti siano mai stati.

Grazie all’allarme lanciato da Varoufakis, che abbiamo lodato nel terzo articolo di questa serie, è stata esposta alla luce quella cricca orribilmente antidemocratica di banchieri chiamata l’Eurogruppo.

Dunque adesso dovremmo capire che quelli al timone a Bruxelles/Eurogruppo hanno sempre avuto le risorse, il potenziale e la volontà di essere ancora più intenzionalmente distruttivi in modo capitalista che i loro colleghi di New York e Tokyo.

E questo è quanto hanno fatto con questo potere.

(Come verrà ulteriormente illustrato nella prossima sezione) Esattamente come il Giappone, il fallimento quasi decennale delle politiche di austerità dell’Eurozona sta producendo abbastanza apatia, paura, disperazione, e acquiescenza da riuscire a forzare importanti “riforme” alla rete di sicurezza e sociale e alla struttura sociale/lavorativa guadagnate a caro prezzo nell’Europa del dopoguerra:

I diritti dei lavoratori e dei sindacati non miglioreranno in un momento in cui i licenziamenti di massa vengono resi più facili; i lavoratori non avranno la forza per pretendere la loro quota di profitti se non riescono ad ottenere neanche una settimana lavorativa intera; quando la “disoccupazione piena” (i media mainstream non fanno mai menzione della “sottoccupazione”) fa ritorno, ciò avviene senza la stabilità dei contratti a tempo indeterminato, la norma in posti come la Francia; la consapevolezza che i rifugiati saranno felici di abbandonare le loro tende e prendere il vostro lavoro – combinata con il razzismo anti-sociale – sarà un’altra carta divisiva che i caporioni si giocheranno; e come possono “cadere” gli standard di vita quando quelli del 99% cadono tutti assieme? Questa sarà la nuova “normalità” e, naturalmente, un successo per l’1%.

Ma va ancora peggio: un’altra crisi è in arrivo per l’Europa – una crisi politica. In un grosso tradimento delle promesse dell’era del 1991, un’Europa a molte velocità è già stata annunciata dalle quatto maggiori economie. I paesi leader semplicemente si prenderanno i loro soldi, se ne torneranno a casa, e inizieranno a mandare le loro fatture mensili, e vi ho riferito di questa indiscutibile traiettoria nel quinto articolo di questa serie, “L’Eurozona è probabilmente entrata nel suo anno finale, contrazione in arrivo”.

A un certo punto l’Asia si disaccoppierà dall’Occidente

Ma non subito. Forse perché la Cina socialista non è abbastanza forte da costituire un partner migliore? Il Giappone dovrebbe rendersi conto che, con amici come questi, che bisogno ha di nemici?

Il giapponese Shinzo Abe può essere visto come un chiaro precursore di Macron: dopo 15 anni di quasi-recessione, una popolazione percossa, disperata e male indirizzata ha votato la Abenomics, che è basata sull’alleggerimento quantitativo e sullo stesso tipo di “riforme” strutturali contro cui i Francesi hanno resistito tanto a lungo.

Abe è stato appena rieletto Primo Ministro questa settimana. Il QE, proprio come in Europa oggi, è stato celebrato come un campione semplicemente per avere raggiunto il patetico obiettivo di “aver evitato la recessione”.  Ha anche tratto beneficio dalla crisi appena fabbricata con la Corea del Nord che gli ha dato la tipica spinta elettorale di un paese fortemente nazionalista come il Giappone. Abe è arrivato al potere solo nel 2012 quando il partito “di finta sinistra” da lungo tempo al potere,  è stato finalmente punito per aver continuato con le scelte economiche conservatrici, regressive e disprezzate successive all’Accordo del Plaza.

I risultati dell’Abenomics sono chiari: tristi per gli standard capitalisti, criminali per quelli socialisti.

Il QE di Abe – a parte i cambiamenti sociali alla struttura del lavoro che lo accompagnano – è astronomico se confrontato con quello della BCE e quello della FED: in percentuale al PIL del paese è tre volte più grande di quello delle sue controparti occidentali, approssimandosi al 100%.

Ma se pensate che il Giappone sia peggio dell’Europa, state sbagliando – la ragione è il nazionalismo economico, forse l’unica difesa rimasta contro la globalizzazione (assumendo che voi stupidamente respingiate il socialismo, la soluzione):

Il fatto è che il popolo giapponese possiede il debito giapponese. Il 95% del debito pubblico è detenuto da cittadini giapponesi; non si rischia quindi la fuga dei capitali; i cittadini non faranno crollare i propri Buoni del Tesoro; non puoi ipotecarti entrambi i nonni perché non avresti dove passare le vacanze; il governo del Giappone pertanto ha una flessibilità enorme nel tirarsi fuori dai problemi con la stampa di denaro (il problema è che loro non stampano per fare investimenti produttivi); la Germania, gli Stati Uniti  o la Cina non possono imporre i propri voleri su Tokyo come hanno fatto con Atene.

Pertanto, il problema del Giappone non sono i capitalisti internazionali, ma i capitalisti nazionali; se riuscissero a sottomettere il loro 1%, il mondo seguirebbe il loro esempio come in tanti stanno seguendo quello di Pechino.

Il Giappone, è stato scritto tante volte da quando è stato ”aperto” all’Occidente alla fine del XIX secolo, apparentemente ha ancora una specie di complesso di inferiorità riguardo ad esso: hanno scelto di scimmiottarlo pateticamente a esclusivo beneficio del loro 1%. Dovrebbero leggere Franz Fanon per capire la psicologia dei colonizzati, che è ciò che sono culturalmente, anche se non economicamente.

Per tornare all’argomento di questa serie – le previsioni per il prossimo futuro dell’Eurozona: il Giappone ne è un chiaro modello anticipatore:

Il tasso di crescita del Giappone dal 1990 è circa uguale a quello della Francia dal 2010 – sempre attorno all’1%. Questo è sufficiente ad evitare che sui giornali titolino “recessione” che fa cattiva stampa, ma non è sufficiente a produrre una vera crescita. È abbastanza perché politici senza idee possano dire che i tempi buoni siano “proprio dietro l’angolo”, e abbastanza perché cittadini “ che sempre di più devono sforzarsi per mettere il cibo sulla tavola” preghino che finalmente i politici abbiano ragione.

Che siano in giapponese o in francese, i media capitalisti e le risposte ufficiali dei governi sono le stesse. Il filo conduttore comune è che hanno abbracciato il capitalismo neoliberale di stile anni ’80, la peggior forma di capitalismo realizzato nell’era post-industriale. Questo è anche noto come “la American Way,” o globalizzazione.

Dunque la crisi del debito sovrano europea è stata risolta o posticipata da Draghi?

Questa intera serie si basa sull’idea che Draghi dovrà mettere fine al QE prima o poi, e che quando lo farà, i mercati obbligazionari torneranno alla crisi del 2012 perché niente è migliorato fondamentalmente da allora.

Il 25 ottobre, il presidente della BCE Mario Draghi ha tenuto il suo tanto atteso discorso. Così, si è trattato di più “soldi gratis” all’1%, o inizieranno a cercare altri investimenti spietati, capitalisti, speculativi?

Quindi…. Prego, rullo di tamburi…

Posticipata [in inglese]!

Draghi si è rifiutato di usare la spaventosa parola “tapering” [assottigliamento, attenuazione]ma la BCE sta facendo proprio questo passando da 60 miliardi di euro a 30 miliardi di euro in acquisti di obbligazioni ogni mese, per nove mesi. Questo porterà l’intero ammontare dalla BCE a circa 2.600 miliardi di €. Draghi proprio non aveva scelta riguardo alla durata di nove mesi – il QE deve terminare perché non ci sono quasi più Titoli di Stato da acquistare secondo le regole attuali.

Dunque è stato semplicemente un posticipo, e un’ammissione che l’economia dell’Eurozona non è ancora preparata a reggersi in piedi senza quotidiani salvataggi governativi dei banchieri. Ma, state attenti a non ingannarvi – niente è stato dato al 99%.

Quando avranno esaurito i Titoli di Stato, magari cambieranno le regole per comprarne di più…? Difficile, perché la Germania (Ovest) capitalista dura e pura è stanca di rimandare l’ovvio – e oh-tanto-conveniente sbudellamento condotto dalla Troika nei confronti di molto più che la sola Grecia.

Oppure, la BCE potrà fare la mossa di comprare obbligazioni societarie? Forse questo terrà buoni temporaneamente gli speculatori, ma non cambierà il fatto che i mercati obbligazionari nazionali – totalmente disaccoppiati tra loro, nonostante convivano in un progetto multinazionale – torneranno a dove si trovavano nel 2012 il prossimo settembre. I governi avranno ancora necessità di vendere obbligazioni…

Quindi la dichiarazione di Draghi non ha scosso i mercati obbligazionari perché lo status quo non è stato cambiato – il barattolo è stato nuovamente scalciato per strada.

Ma niente cambia il fatto cruciale che cinque anni di QE sono andati verso l’1%, i mercati azionari e attività come gli immobili, i gioielli e le opere d’arte, anziché in investimenti produttivi congegnati per produrre lavoro, crescita e prosperità per il 99%… o qualunque altra cosa avrebbe migliorato l’”economia reale” e pertanto ridotto le possibilità di un’altra crisi.

Voilà…. Questa è la situazione in cui si trova l’Eurozona oggi – l’anello più grosso dell’economia globale, e anche il più debole.

Grazie per leggere questa serie, e posticipiamo il nostro appuntamento.

Vediamoci il prossimo settembre, Mario! Potreste sperare in un miracolo, ma non crescerà una coscienza all’alta finanza per quella data. Comprate Bitcoin, finché sono ancora a 4 cifre!

Spiacente di aggiungere qui che io non ho neanche parlato delle tre regioni occidentali, gli Stati Uniti, l’Eurozona e il Giappone, che non hanno un piano realizzabile per vendere tutto questo massiccio debito del QE al settore privato. Inonderanno il mercato nello stesso momento, quando non potrà esserci sufficiente domanda, e pertanto avranno reali difficoltà ad eliminare questi debiti dai loro registri. Qualcuno dovrà subire dei tagli – sotto il capitalismo tocca sempre al popolo. Ma… siccome il popolo ha già salvato le banche, i tagli li subiranno i salari e la stabilità.

Quindi da dove arriva questo “scarico del taglio del QE”? Ditemelo voi…

Gli errori pianificati non sono ‘errori’ – per questo è necessario il governo economico socialista

Alla fine, non c’è via d’uscita: la spesa pubblica è il solo modo. Dopotutto, riscuoteremo sempre le tasse.

Ma c’è la spesa pubblica nei paesi capitalisti (dove i banchieri decidono dove vanno i soldi – nelle loro tasche), e c’è la spesa pubblica nei paesi socialisti (dove burocrati eletti/nominati/licenziabili/imprigionabili decidono dove vanno i soldi): decidete voi qual è meglio.

Sia Werner che Hudson (con la sua essenziale critica moderna del settore FAI (Finanziario Assicurativo Immobiliare) che sta dissanguando l’Occidente con l’usura come aveva già fatto nel 500AC, nel 500 AD, nel 1500AD e in tutti gli anni in mezzo) non accusano l’alleggerimento quantitativo di per sé – denunciano il fatto che venga utilizzato a beneficio dell’1%. Questa è economia elementare e semplice storia economica….

Riguardo alla storia politica e al progetto pan-europeo: è conoscenza comune che i padri fondatori dell’Europa speravano che l’unione monetaria avrebbe condotto all’unione politica, al fine di sostenere la suddetta unione monetaria. È anche chiaro che speravano che una crisi economica avrebbe causato degli sforzi verso un’unione politica più stretta.

Ma questo non è un piano democratico, neanche per idea! Questo è un ricatto nei confronti del Popolo Europeo!

Questo è il mai discusso antidemocratico segreto a fondamento del progetto pan-europeo, simile alla schiavitù negli Stati Uniti, all’imperialismo nella Repubblica Francese, e forse alla fasciatura dei piedi nella moderna Cina Imperiale. Solo una di queste regioni ha messo in atto una rivoluzione popolare moderna per rigettare questo sistema empio….

E voi lo potrete chiamare prendere ostaggi, opportunismo, e pura e semplice crudeltà sadica, perché l’élite capitalista dell’Europa sapeva che quando sarebbe inevitabilmente arrivata la prossima crisi finanziaria nel capitalismo, in tutto il mondo sarebbe stata prodotta una grande sofferenza a causa di una mal congegnata unione monetaria.

Forse l’unico punto di questa serie è provare che niente è cambiato nell’Eurozona dal 2012, e che la Spagna e l’Italia sono ancora sulla soglia di un salvataggio punitivo ad opera della Troika. Proprio come le Tigri Asiatiche e la Grecia sono state buttate fuori – il pedaggio richiesto da banchieri/Troika è terribile, così terribile che le “riforme” vengono accettate in posti come la Francia in un appello per la carità preventiva.

Il che è il motivo per cui c’è una resistenza: la Brexit è stata seguita dalla Catalogna, che è stata seguita dalla Catalogna, che sarà seguita dalla partenza dell’Europa Centrale quando arriverà l’”Europa a velocità multiple”, che sarà seguita da qualche altra –exit finché esisterà questo atroce status quo in Europa.

Il comunismo è, dopotutto un intero sistema culturale e non solo un punto di vista economico. Perché lo scopo attuale di questo particolare progetto pan-europeo è così spietatamente capitalista eppure è stato così tanto assorbito senza neanche pensarci, che ci vorranno molti anni di rieducazione per imparare cosa sia la vera, armonica solidarietà pan-europea.

La giuria è pronta per quale verrà prima: solidarietà o rottura.

Conclusione: o aspiri all’1% imperialista oppure osi il sogno socialista

Ho recentemente intervistato un gestore di un importante fondo di investimenti, per il mio lavoro con Press TV. Dopo la nostra intervista i 15 minuti, me ne sono andato pensando che non ero d’accordo con niente di ciò che quell’investitore finanziario aveva detto – il che non è sorprendente data la mia adesione al comunismo. Dopo abbiamo chiacchierato mentre lui fumava, e ha sciorinato vari cliché e stereotipi per spiegare l’economia di ogni regione globale. Dovevamo filmare il suo ufficio per ottenere altre immagini per il nostro servizio e, poiché probabilmente aveva visto che stavo leggendo la sua rivista di investimenti per passare il tempo, stampò un articolo di 10 pagine che aveva scritto da poco tempo. Sono andato all’ultima pagina per leggere le sue conclusioni, ed eccovi la sua terzultima frase:

“Quando si considera il livello delle valutazioni del mercato azionario, scopriamo che si può individuare il momento per installare stabilmente le riforme fiscali che – finalmente mettere in atto il sistema americano.”

E questo tizio è un francese…. Non penso che “il sistema americano” fosse quello che voleva de Gaulle, o ciò per cui i francesi hanno combattuto contro i tedeschi e, cosa ancora più importante, è quello che vuole il popolo francese? Quest’ultimo argomento, dovuto ai dettami della sovranità nazionale, potrebbe essere più importante del punto chiave che il modello americano non funziona neanche per la persona media.

Penso che la frase finale dell’investitore finanziario riveli la ovvia collusione in atto tra l’alta finanza e le banche centrali:

“Sembra necessario che ci sia una maggiore chiarezza sulle politiche monetarie delle due banche centrali (US Fed & BCE) non solo nelle direzione verso cui conducono, ma sulle tempistiche e l’ampiezza di questo percorso.”

Siate pur sicuri che nessuno nella comunità di investitori, banchieri, o banchieri centrali leggerà questa serie di articoli.

Anche se solo ne sentissero l’odore, la scarterebbero immediatamente, poiché produrrebbe una dolorosa e immediata dissonanza cognitiva tra le loro false assunzioni e le loro egoistiche conclusioni.

Perché essi non riescono a tollerare idee differenti, vivono in una piccola bolla isolata, e non vogliono che niente li tocchi fisicamente o addirittura intellettualmente. Sembra che sperino di fare tanti soldi velocemente, al fine di sfuggire alla routine quotidiana, alle masse sudate, all’idea che tutto il lavoro sia uguale.

Terminerò questa serie di 7 articoli con una citazione da Varoufakis perché, a dispetto della mia esperienza-sul terreno da giornalista di inchieste quotidiane (in cui l’estensione e I’urgenza conferiscono reale virtù), le persone preferiranno ascoltare le sue parole (falsamente di sinistra) piuttosto che le mie.

“Credere che il problema dell’Europa sia il debito. Non il progetto architetturale dell’Eurozona. Non le sue regole inapplicabili. Ma il debito. Il debito non è mai stato il problema dell’Europa. Ma era un sintomo di un’orribile ingegneria istituzionale.”

La tragedia dell’austerità europea che vi ho riferito e che sto vivendo è che assicura che chi è indebitato non sarà mai in grado di ripagare: la Grecia non pagherà mai quello che deve – se ci credete, è la prova che siete stati ingannati dai media.

È stato detto loro “no salvataggi, e no bancarotte” … questo potrà finire solo con una rivoluzione o una sospensione della condanna a morte da parte dei loro padroni monetari. Il Terzo Mondo sa che il governatore non chiama mai in tempo….

L’imperialismo europeo si è rivolto al proprio interno. Questa lezione deve essere imparata. Il popolo deve pretendere nuove regole. Queste regole non possono essere capitaliste.

tratto da: (clicca qui)

Tu paghi le tasse, perché le paghi? Cosa ti spinge a pagarle? La psicologia del dominio, in realtà, è tutta qua. E’ vero: il dominio non è l’esercizio di un potente, è l’esercizio di un potente condizionato all’approvazione del suddito.

 

C’è un bel saggio di Tolstoj – il Tolstoj vecchio, quello più pericoloso – che in Italia è stato tradotto solo nel 1989, pensate: un terzo della produzione di Tolstoj non tradotta in Italia fino all’89 perché troppo pericolosa. Impressionante. Quindi, le biografie italiane di Tolstoj – compresa quella, famosa, di Citati, ancora nelle librerie – sono fatte su due terzi dell’opera di Tolstoj: manca un terzo, che sono i suoi saggi terribili, popolarissimi prima della Prima Guerra Mondiale, che hanno determinato un sacco di guai, per i regimi del tempo. C’era una vignetta interessante su “Le Figaro”, dove si vedeva lo Zar Nicola II piccolino così, spaventato, che scappava, e Tolstoj (enorme) che voleva dargli una pacca sulla testa, per punirlo – pensate che fama aveva. Ecco, è un saggio del 1908, che si intitola “Di chi è la colpa”. Era un periodo brutto, per la Russia: Nicola II era quasi impazzito, a quel tempo, e permetteva ai cosacchi di fare di tutto – dai pogrom alle sciabolate durante le manifestazioni, esecuzioni capitali ogni giorno. E Tolstoj fa un brevissimo elenco di 7-8 righe su quello che è terribile, in Russia, in quel periodo, e dice: quante pene di morte ci sono al giorno? Nove, dieci. Quanta gente viene deportata?

Lev-Tolstoj

Lev Tolstoj

Proprio Nicola II aveva cominciato a fare le deportazioni forzate. Tutta la popolazione di una regione viene presa e viene messa in fondo alla Siberia, in un posto che ha sempre l’isobara di gennaio totalmente negativa. Capitava alle sètte religiose. C’era quella dei Molochany, quella dei Duchobory – Molochany vuol dire “bevitori di latte”, perché erano ultra-vegetariani, mentre i Duchobory aborrivano le armi: si rifiutavano di usare persino i coltelli. Gruppi ritenuti pericolosi per la società russa, quindi deportati in massa. E Tolstoj, arrabbiato contro questo, scrive un libro, “Resurrezione”. Gli fanno dei contratti pazzeschi, in tutto il mondo. Tutti i soldi che prende da “Resurrezione”, Tolstoj li usa per comprare una nave e un pezzo di Canada. Dopodiché manda i suoi figli a raccogliere tutti i Duchobory lungo la strada della deportazione, li carica sulla nave nel Mar Nero e li porta in Canada, dove vivono ancora adesso i loro discendenti, che tuttora parlano russo. Tutto ciò, con “Resurrezione”: una cosa grandiosa. Era un pericolo vivente, Tolstoj: non potevano ammazzarlo, né arrestarlo, perché troppo famoso. E in Italia di questo s’è saputo pochissimo, tra l’altro, fino agli anni ‘90.

Il saggio “Di chi è la colpa” dice: le cose in Russia vanno male. Di chi è la colpa? Tutti quanti dicono: dello Zar. Ma lo Zar – dice Tolstoj, che era un nobile russo dell’alta società – è un ometto piccolo così, che gioca a tennis e a cricket tutto il tempo. Lui scrive diari, la Zarina segue Rasputin. Come fa, uno così, a dominare 180 milioni di russi? Non può essere tutta colpa sua, la colpa sarà della corte. Ci sono tremila persone, a corte, che fanno i loro maneggi – allora non c’erano le multinazionali, c’erano le corti. Colpa loro, quindi? Ma io, dice Tolstoj, sono vissuto in mezzo a questi fin da bambino: è gente che si fa gli affari suoi, che cerca vantaggi personali anche piccoli; sono tutti indebitati, si sono rovinati con il gioco tutti quanti, bevono come spugne. Come volete che facciano, queste duemilacinquecento persone, a dominare 180 milioni di russi? Allora la colpa è del governo, della Duma, del Parlamento. Inclusi sottosegretari e uscieri, sono settemila persone. Può darsi che sia colpa loro, dice Tolstoj.  Però, aggiunge, sono settemila, mentre i russi sono 180 milioni. Come fanno, ’sti settemila, a imporre il loro dominio su 180 milioni di persone?

Lo-Zar-Nicola-II-di-Russia

Lo Zar Nicola II di Russia

Dicono che esiste il potere, ragiona Tolstoj, che ha sempre odiato questa parola. Cos’è il potere? Nessuno l’ha mai definito. Napoleone sposta cinquecentomila uomini, dalla Franciaalla Russia, e ne muoiono 480.000. Napoleone, si dice, aveva un grande potere. Ma era un turacciolo, spinto da una marea di francesi che – chissà perché – volevano andare in Russia e sono morti tutti lì. Il potere? Io non ci credo, dice Tolstoj. E poi questi parlamentari, fisicamente, cosa fanno? Vanno dal russo e gli dicono “tu mi obbedisci”? Se vanno dal Mugik, quello li uccide: li mangia, se non c’è nessuno che guarda. Quindi il problema non sono quei tremila. Chi può essere, allora? L’esercito. Qui ragioniamo, dice: sono quattro milioni di persone. E quello russo era l’esercito più potente del mondo. Ma cos’è un esercito? E’ un insieme di soldati. Va bene, e cos’è un soldato? Questa era il modo di ragionare di Tolstoj, affascinante: sembra un bambino, che fa domande su domande. Dunque, che differenza c’è tra un soldato e un normale cittadino? Le armi: il soldato ha le armi. Le ha comprate lui? No. Gliele ha pagate lo Zar? No. Il governo? No. La corte? Nemmeno. Le armi gliele hanno pagate le tasse.  E quindi: chi ha pagato le armi, che fanno diventare un uomo un soldato? E’ chiaro che sei stato tu, perché le tasse le hai pagate tu. E allora: tu perché le paghi, le tasse?

E’ chiaro che questo libro qui non poteva uscire negli anni Trenta, non poteva uscire negli anni Settanta e non può uscire oggi. Io l’ho fatto nell’89, questo librone (“Perché la gente si droga”, sono 800 pagine di saggio di Tolstoj). Era un periodo buono, quello. L’Ottantanove, poco prima di Berlusconi. Lì è uscito, il libro. E’ andato molto bene, poi è sparito. E non lo ripubblicano più, perché è troppo pericoloso. Se tu metti una pagina di quel libro lì su Internet, su Facebook, il giorno dopo ricevi una comunicazione della questura, perché è un reato.

Oggi, fare questo discorso è un reato: perché è un’esortazione a non rispettare una legge della nazione. Non pagare le tasse? Grave: ti trovi subito nei guai. Tolstoj poteva, a quel tempo. E l’idea è questa: se tu paghi le tasse, perché le paghi? Cosa ti spinge a pagarle? La psicologia del dominio, in realtà, è tutta qua. E’ vero: il dominio non è l’esercizio di un potente, è l’esercizio di un potente condizionato all’approvazione del suddito. Anche la multinazionale può manipolarti, ma si regge sugli acquisti: e tu puoi smettere, di comprare. Sartre diceva: l’uomo è condannato a essere libero; se è servo, è perché ha scelto lui di esserlo.

Igor Sibaldi

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