2017.02.11 – Cipro baciata dalle onde

Posted by Presidenza on 11 Febbraio 2017
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“Ciò che è in gioco oggi a Cipro non è che la vera anticipazione di ciò che accadrà a breve ed a medio termine, cioè l’uccisione (voluta dai globalizzatori) degli Stati e delle nazioni attraverso mezzi diversi dalla guerra convenzionale.”

 

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Nicosia aeroporto fantasma – aereo atterrato e mai più decollato dopo l’invasione turca

di Panagiotis Grigoriou

A Ginevra si sta svolgendo dall’inizio di gennaio il nuovo round di negoziati per la “sistemazione” delle controversie relative all’assetto dell’isola di Cipro. Panagiotis Grigoriou ha dedicato all’argomento tre successivi articoli, pubblicati in francese, come di consueto, sul suo blog www.greekcrisis.fr . Perché questi negoziati sono così importanti? Ciò che è in gioco oggi a Cipro, non è che la vera anticipazione di ciò che accadrà a breve ed a medio termine, cioè l’uccisione (voluta dai globalizzatori) degli Stati e delle nazioni (sic), attraverso mezzi diversi dalla guerra convenzionale. Proponiamo di seguito un riassunto del contenuto dei tre post, frutto di alcuni interventi pubblici avvenuti sul tema ad Atene, che possono essere letti integralmente sul blog http:\\cosivailmondo.wordpress.com ai link indicati a fine testo.

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Cipro è sempre stato un territorio cruciale per la geopolitica della regione mediterranea, tanto da essere direttamente sottoposta al dominio inglese fino al 1960, quando nacque la Repubblica di Cipro. La popolazione è sempre stata in gran maggioranza di lingua greca e religione cristiano-ortodossa, affiancata da una minoranza di lingua turca e religione musulmana (non sempre). Le due popolazioni vivevano mischiate su tutta l’isola e più di una volta hanno lottato unite contro dominatori stranieri non graditi; l’ultima volta, ciò accadde nel 1834 e la resistenza fu guidata da un Imam. Nel 1960 fu sancita l’indipendenza dell’isola, garanti Gran Bretagna, Turchia e Grecia.

Il momento cruciale della storia recente di Cipro è il 1974, quando il regime greco dei Colonnelli tenta (su precisa istigazione americana, e precisamente dell’allora Segretario di Stato, Kissinger, con i Colonnelli nel ruolo di “utili idioti”) di rovesciare con la violenza il governo in carica del patriarca Makarios. Il tentativo fallisce, e provoca la caduta del regime in Grecia, ma soprattutto fornisce il pretesto alla Turchia per invadere militarmente il nord dell’isola. Al momento dell’invasione, la popolazione conta l’80% di greco-ciprioti (800.000 persone circa), il 18% di turco-ciprioti (200.000 persone) e il 2% di altre etnìe. L’esercito turco, però, occupa il 36% del territorio dell’isola e dà inizio alla “polarizzazione” degli insediamenti, inducendo i propri connazionali a trasferirsi al nord, affiancati da corpose masse di colonizzatori che vengono indotti a trasferirsi a Cipro dalla Turchia.

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Cipro mappa dal 1974

 

 

 

 

 

I greco-ciprioti sono, oggi, circa 700.000, mentre non è nota la popolazione della parte settentrionale dell’isola, anche se è noto che più della metà dei turco-ciprioti originari è emigrata dopo l’ingresso di Cipro nella UE, grazie al passaporto europeo, che è stato concesso a tutti gli abitanti (meno di 100.000 sono ancora a Cipro nel 2015). L’entità che si forma al nord è stata riconosciuta ufficialmente solo dalla Turchia, mentre la Repubblica di Cipro è membro dell’ONU e della UE.

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Nicosia, la zona di confine

 

 

 

 

 

“Quello che viene poi presentato come “piano di riconciliazione”, soprattutto da parte del funesto Presidente Anastasiadis (della … Repubblica di Cipro), prevede l’insediamento di 210.000 turco-ciprioti (la proporzione di 1 ogni 4 secondo i testi, ma la popolazione dei greco-ciprioti non è di 840.000 persone, ma di 700.000), ignorando che il numero di veri turco-ciprioti non supera le 100.000 persone, e legalizzando di fatto la colonizzazione e, detto fuori dai denti, l’invasione del 1974. Inutile dire che i turco-ciprioti sono diventati una minoranza, prima controllata e poi sottomessa, nella parte settentrionale dell’isola, dove la popolazione complessiva è stimata in oltre 500.000 persone (è previsto che vi rimanga l’intera popolazione, anche dopo la “soluzione”), e, come noto, nessun censimento ha mai avuto luogo nella parte settentrionale dell’isola! “

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Cipro nord – zona di occupazione Turca

 

 

 

 

La soluzione in discussione a Ginevra non menziona in alcun modo la sovranità popolare, né proviene da una qualunque forma di partecipazione o consultazione pubblica di nessuna delle due parti del paese; essa ricalca in gran parte il piano presentato nel 2004 dall’allora Segretario dell’ONU, Kofi Annan, che fu bocciato con un referendum dalla popolazione cipriota. Il piano prevedeva (e prevede) il mantenimento di tutta la popolazione oggi nel nord dell’isola e abbandona ogni preventiva richiesta di evacuazione delle forze militari turche (finora sempre portata avanti dai ciprioti del sud). Allora, Cipro doveva essere la contropartita per il permesso di aprire un “fronte turco” della campagna USA in Iraq. Oggi (in cambio di cosa?) Erdogan, non contento di avere conquistato manu militari il 36% del territorio e di averlo, di fatto, mantenuto nei negoziati, ha richiesto il controllo del 45% della ZEE, ovvero la Zona Economica Esclusiva di Cipro, che comprende anche ampi tratti di mare antistante, ricco di risorse.

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Cipro – la ZEE – Zone Economica Esclusiva

 

 

 

 

 

“(…) su di loro in particolare la Turchia impone che le parti 6, 8 e 9 di questa zona siano incluse … nel quadro della “soluzione”, ed esclusivamente sotto il suo controllo. (…) Ad oggi mentre si svolgono le … negoziazioni in Svizzera, la Turchia continua la costruzione accelerata di nuove basi militari e di infrastrutture (porti, aeroporti e altre zone militari esclusivi) nella parte occupata della cosiddetta “Repubblica turca di Cipro Nord “, il che la dice abbastanza lunga sui malcelati piani reali della Turchia. Vale a dire, il controllo assoluto dell’isola con un sistema politico neo-coloniale” “Più precisamente, la presunta “soluzione” attualmente in discussione a Ginevra al Mont Pelerin, prevede una presidenza a turno (tra greco-ciprioti e turco-ciprioti) e la “effettiva partecipazione dei turco-ciprioti nel governo dell’isola” (sic) come dicono i testi ufficiali del progetto, e dunque il diritto di veto. Inoltre, la Turchia questa volta richiede che l’applicazione delle quattro libertà fondamentali dell’Unione europea, sia valida anche a Cipro per i propri cittadini (della Turchia) e che essi (sempre i cittadini della Turchia) possano anche essere nominati in cariche pubbliche del … nuovo Stato federato cipriota. (…) In breve, la Turchia avrebbe ottenuto in questo modo il controllo totale di Cipro, e attraverso questo, cioè tramite il veto interno, e per estensione tramite il veto esterno (Cipro, paese … membro dell’Unione Europea) questo paese potrà bloccare e/o influenzare le decisioni e le direttive CEE che non saranno compatibili con i propri interessi. La stampa tedesca, parla già del caso … come un modo di far entrare la Turchia nell’UE dalla porta di servizio (Eleni Theocharous, Atene il 22 e 23 gennaio 2017).”

Anastasiadis, di fatto, sarebbe il primo presidente che si presenta ad una conferenza internazionale in tempo di pace con lo scopo di …. auto-abolirsi. Obiettivo, probabilmente, quasi raggiunto. Decisione spontanea? Il fatto che si notoriamente affetto da problemi di alcolismo (ecco perché va così d’accordo con Juncker…) non fa che aggiungere motivi di preoccupazione. Si tratta certamente di un uomo ampiamente ricattabile.

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Nikos Anastasiadis

 

 

“Alcune fonti internazionali ritengono che la… nipote spirituale di Henry Kissinger, Victoria Nuland, molto attiva nel nuovo processo di Cipro, abbia minacciato direttamente il presidente Anastasiadis, potenzialmente “ricattabile” per certi affari del suo studio legale negli Stati Uniti. Il golpe in corso è (in caso di successo) anche questo: il Presidente Anastasiadis chiederà alle Nazioni Unite di adottare una nuova risoluzione che approvi il piano attuale e annulli le sue precedenti decisioni (comprese quelle di condanna dell’occupazione militare turca di Cipro del Nord)”

“(…) a Cipro, la Conferenza di Ginevra ‘ha compiuto il suo miracolo’, vale a dire, in primo luogo la produzione di un nuovo protettorato, dopo l’auto-soppressione della Repubblica di Cipro, l’unica entità statale riconosciuta a livello internazionale. Un colpo di stato completato con la responsabilità di tre paesi: la Grecia, paese diventato un protettorato economico, la Gran Bretagna, paese con interessi vitali a Cipro, tra cui basi militari, e, infine, la Turchia, i cui interessi vitali (quelle dell’invasione, occupazione e colonizzazione della parte settentrionale dell’isola dal 1974) saranno pertanto mantenuti e consolidati. ” “(…) Nel gennaio 2017, il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias, a seguito dei negoziati di Ginevra, ha detto che la minoranza avrà lo stesso potere decisionale rispetto alla maggioranza e che “noi” ci accingiamo a preparare una nuova costituzione per Cipro. “Noi” chi? … I tre paesi (Grecia, Turchia, Gran Bretagna), che si riuniranno per… “offrire” il testo fondamentale ad un quarto paese. Senza nessuna assemblea Costituente senza alcun referendum, al di là di ogni sovranità popolare, (…) I paesi poveri riempiti di elettori futuri. (…) “Possiamo quindi considerare, purtroppo senza esagerazione alcuna, che stiamo assistendo al colpo di stato più radicale in Europa dopo le aggressioni del 3° Reich”, ha detto Dimitris Konstatakopuolos, e mi permetto di aggiungere a questo, la cosiddetta “costruzione europea”. Ciò che distingue l’attuale Putsch di Ginevra da quello (per esempio) della Giunta dei Colonnelli in Grecia nel 1967, è che sotto i colonnelli, la Costituzione fu sostanzialmente sospesa, non abolita. Tutti sapevano che il periodo della dittatura sarebbe passato e che la Costituzione non sarebbe tornata in vigore. Mentre il progetto … (pseudo) federalista Cipro, ha introdotto da subito la morte dello stato esistente, come quella della sua Costituzione.”

“(…) Già a suo tempo, il Piano Annan per Cipro nel 2004 aveva molti punti in comune con il Trattato di Maastricht, sia nella filosofia che nel metodo utilizzato. L’attuale piano discusso a Ginevra, come tutti i testi, a partire dai memoranda imposti alla Grecia, è portatore di questa filosofia giuridica che stabilisce un nuovo regime a partire dal colpo di stato e dalla violenza (di qualsiasi tipo) specifico di Carl Schmitt (1888-1985), noto giurista ufficiale della Germania nazista, il filosofo e intellettuale della dottrina del decisionismo sotto il regime nazista. Dimitris Konstantakopoulos ricorda che, secondo alcune fonti ancora da verificare, sia il piano Annan, sia il Trattato di Maastricht ed anche i memoranda imposti dalla troika in Grecia e Portogallo sarebbero usciti dallo stesso studio legale con sede a Londra. Un dritta per … giornalisti!”

Come ciliegina sulla torta, il nuovo “pseudo-stato” non sarebbe dotato di forza militare propria, né sotto forma di esercito (assente) né sotto forma di polizia. I compiti di ordine pubblico verrebbero garantiti da forze dell’ordine composte solo da agenti stranieri (!), per metà provenienti da paesi cristiani e per l’altra metà da paesi musulmani. Per quanto tempo resisteranno alla tentazione di spararsi l’un l’altro e si eviterà di fare di Cipro il prossimo Libano?

“Ecco la condizione finale e letale in cui sono le nostre democrazie e quindi i paesi, i popoli e le nazioni, a seguito di un buon mezzo secolo di “conquiste europee”, nel corso degli anni della Troika, con il pretesto di debito, infiniti anni di “riforme strutturali” e austerità. Avendo … compiuto un ulteriore passo verso il baratro, i greci sanno per esperienza che le future elezioni ormai saranno inutili in ogni caso, e non lo saranno più senza un rimodellamento radicale della vita politica del paese, il che non è facile. Altri popoli … a quanto pare, ancora votano e questo è importante. Sulla base della nostra avanzata, e avariata, esperienza, dovrebbero essere più accorti prima di compiere certe scelte politiche.”

tratto da: (clicca qui)

La vecchia Unione Sovietica era più trasparente dell’UE…

 

 

 

Pubblicazione1

 

L’Unione Europea non è mai stata così impopolare quindi sarebbe logico pensare che i suoi burocrati stiano cercando di essere più democracitici e operare alla luce del sole per provare a far riguadagnare consensi a questa disprezzata istituzione autoreferenziale e dispotica.

E invece non e’ affatto così..  Una investigazione fatta da EUobserver mostra che e’ aumentato di parecchio il numero di leggi e regolamenti approvato in segreto così che nessuno possa contestare cosa decidono i parassiti di Bruxelles.

Di solito tutte le leggi europee sono redatte dalla Commissione europea e poi dibattute dal Parlamento europeo e dal consiglio d’Europa che e’ composto da ministri e capi di governo.

Tali proposte di legge sono poi dibattute due volte dal Parlamento europeo e poi il consiglio d’Europa ha la possibilità di modificarle, ma secondo i dati ottenuti da EUobserver, nel 2016 nessuna legge europea e’ stata sottoposta a una seconda lettura da parte del Parlamento europeo e il consiglio d’Europa in modo che venissero dibattute dai suoi membri.

Se questo non fosse abbastanza grave, negli ultimi mesi e’ aumentato l’uso del cosiddetto “trilogo”, un meccanismo secondo cui rappresentanti della Commissione europea, del Parlamento europeo e del Consiglio d’Europa si incontrato a porte chiuse e raggiungono accordi e compromessi in segreto senza che i parlamentari europei abbiano la possibilità di dare una loro opinione. E scriviamo opinione perchè – speriamo lo sappiate – il cosiddetto “parlamento Ue” è un organo consultivo, non decisionale.

Nel 2015 ci sono stati 144 incontri di triloghi mentre nel 2016 sono saliti a 230.

Di fronte a questi numeri agghiaccianti, di centinaia di decisioni prese in segreto, senza che i cittadini d’Europa ne abbiano saputo alcunchè, forse dire che la vecchia Unione Sovietica era più trasparente non è poi così lontanto dalla verità.

In ogni caso, tale fenomemo e’ stato fortemente criticato da Malcolm Harbour, ex europarlamentare conservatore e da Jorgo Riss di Greenpeace i quali si sono mostrati piuttosto preoccupati per la deriva autoritaria intrapresa dall’Unione Europea. Per tutta risposta, e a far infuriare gli euroscettici c’e’ stata la proposta fatta dall’europarlamentare laburista Richard Corbett di aumentare anzichè fermare l’uso del trilogo.

Questa notizia e’ stata riportata dal Daily Express allo scopo di convincere i cittadini britannici del perchè sia essenziale uscire dalla UE il più presto possibile, ma censurata in Italia perchè i giornali di regime sono sottomessi al potere.

Noi ovviamente non ci stiamo e abbiamo riportato questa storia perché vogliamo convincere gli italiani che e’ ora che il nostro paese esca dalla UE.

GIUSEPPE DE SANTIS – Londra

tratto da: (clicca qui)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2017.01.26 – Il ParadisoTerrestre – 8° parte

Posted by Presidenza on 26 Gennaio 2017
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Foto della terra da internet

Dopo “La Grande Truffa” proponiamo un altro libro di Paolo Maleddu: IL PARADISO TERRESTRE.

In questa sua opera Paolo continua la sensibilizzazione su temi scottanti e semisconosciuti dalla popolazione:

Perché viviamo perennemente angosciati e pesantemente indebitati? E con chi ?

Ci verrà semplicemente dimostrato che viviamo vittime di pochi carnefici che con subdoli mezzi ci sottraggono il frutto di tutto il nostro lavoro e ci riducono in schiavitù.

Grazie Paolo

 

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Il ParadisoTerrestre

8° parte

 

…………………..

Ricapitolando, la riscossione delle tasse serve come pretesto giustificativo di

un imponente apparato di controllo sul gregge umano, per imporre d’autorità

la moneta degli Usurai, per impedirci di godere eccessivamente del frutto del

nostro lavoro, alimentare la precarietà, la minaccia del pignoramento della casa

per seminare insicurezza sociale, tensioni, divisioni …

Tutto per costruire una società omologata verso il basso, angosciata, ignorante,

prigioniera di regole e desideri indotti, priva di veri valori, egoista, divisa,

desensibilizzata dall’altrimenti incomprensibile enorme quantità di violenza

gratuita della produzione di Hollywood, e quindi violenta contro i nostri stessi

simili ai quali ci unisce invece una innata solidarietà.

Completo stravolgimento del sentire umano.

 

 C’era una volta …

 

Ora, per riprenderci la serenità necessaria per affrontare questioni di vitale

importanza per il nostro futuro, vi racconterò una storiella già divulgata da altri

e riadattata per fare un po’ più di chiarezza sul meccanismo del funzionamento

della cartamoneta.

Come tutte le fiabe, inizia così:

 C’era una volta … un paesino di provincia dove la vita scorre lenta e con le

difficoltà ben note perchè, si sente dire, “ non ci sono soldi … c’è la crisi…”.

Una mattina si presenta all’alberghetto del paese un turista per prenotare una

camera non per la stessa notte, ma per quella successiva. Nessuna difficoltà

per l’albergatore, che da troppo tempo non riesce più ad affittare le camere,

ma il turista vuole la sicurezza della disponibilità, e a tal proposito pone 100

euro sul banco a garanzia, con l’accordo che, se proprio dovesse cambiare

idea, si presenterà la mattina seguente alle nove in punto per ritirare i soldi.

Appena uscito il turista, l’albergatore rivolge uno sguardo profondo alla

banconota, considerando che se fosse già sua gli consentirebbe di saldare

finalmente quel vecchio debito pendente con il panettiere suo amico che sta

all’altra parte della strada. Ma quel denaro è ancora proprietà del turista …

Dopo pochi attimi di incertezza, vincendo quel pessimismo latente che la crisi

riesce purtroppo a radicare nell’animo di tutti, si avvia a passo deciso al

panificio e mette la banconota sul banco di un piacevolmente sorpreso

panettiere: “Sono felice di poterti finalmente saldare il mio debito”, gli dice con

viso raggiante e un sospiro di sollievo.

Mezzora più tardi, il panettiere ripone pala e farina, si infila un giubbotto e si

avvia al vicino Frutta e verdura, per consegnare la banconota al fruttivendolo,

chiedendogli di cancellarlo finalmente dalla lunga lista di tutti coloro che in

paese, affidandosi al suo buon cuore, sono costretti ad acquistare a credito.

Quella banconota oggi non ne vuole proprio sentire di chiudersi in un cassetto,

e anche il fruttivendolo è ben contento di consegnarla di primo pomeriggio al

suo amico barista per tutti i cicchetti che si è abituato a bere per arginare in

qualche modo il malessere che questa interminabile crisi ci lascia dentro.

Rimasto nuovamente solo nel suo bar, dopo aver allegramente celebrato con il

fruttivendolo con una coppa di ottima Malvasia di Sardegna l’estinzione del

debito, il barista chiama a sé la giovane cliente che se ne sta tutta sola in un

tavolino appartato del locale, consumando in tutta discrezione il suo aperitivo

preferito.

Il trucco vistoso e l’abbigliamento vivace non lasciano dubbi sul lavoro al quale

la giovane si è dovuta dedicare da quando questa maledetta crisi ha stravolto

vita e abitudini di tutti gli abitanti del paese.

Anche il barista, consegnando con un sorriso i 100 euro alla sua amica, può

finalmente pagare le sue consumazioni arretrate.

Neanche stavolta però la banconota riesce a stare a lungo nella borsetta nella

quale era stata momentaneamente riposta. Infatti, quella stessa sera, ormai al

tramonto, viene nuovamente depositata sul banco della Reception

dell’alberghetto dal quale la mattina aveva preso il via per il tour del paese.

Senza riuscire a nascondere il sollievo per quel gradito ritorno, l’albergatore

riceve la banconota dalle mani della giovane, a saldo del conto della camera

che lei è solita affittare per i suoi sempre più rari appuntamenti di lavoro.

L’indomani mattina, alle nove in punto, con la restituzione dei 100 euro per

mano di un visibilmente soddisfatto e finalmente rilassato albergatore al turista

legittimo proprietario, si conclude il breve ma gradito soggiorno della

banconota nel nostro paesino.

Cosa è successo?

Prima osservazione: la semplice circolazione della banconota è riuscita a

sanare tutti i debiti del paese.

In assenza di iniziativa da parte dell’imprenditore-albergatore, quel biglietto

sarebbe rimasto fermo nel cassetto senza assolvere quella funzione di mezzo di

scambio che è la ragione stessa della sua esistenza. La banconota chiusa nel

cassetto o accumulata e tenuta ferma nei conti correnti dei miliardari non è

denaro, non acquista e non compra merci e servizi (lavoro).

La moneta nasce per circolare.

Le tasche dei cittadini sono l’habitat ideale delle monete, pronte ad essere

spese.

 

“Le tasche della gente sono il posto più sicuro per conservare il potere

d’acquisto”

Ezra Pound in “Social credit:an impact”, 1935

 

Seconda osservazione: la banconota del turista non ha aumentato la ricchezza

del paese quando è arrivata, né l’ha diminuita quando si è allontanata perché

la moneta non è ricchezza in sé.

Il benessere del paese dipende dall’intelligenza e la capacità (tecnologia) dei

suoi abitanti di far fruttare le risorse che qualsiasi territorio possiede. L’abilità

dei paesani di produrre sui terreni comunali il grano che il panettiere userà per

fare il pane, gli ortaggi, la frutta e la verdura in vendita dal fruttivendolo o il

latte e il vino necessari al barista per rifocillare i suoi clienti costituiscono la

vera ricchezza del paese.

L’autosufficienza alimentare già di per sé ci rende liberi, indipendenti e in grado

di programmarci un futuro migliore.

I soldi non si mangiano, quindi non si può morire di fame solo perché

“ … non ci sono soldi…”.

È solo uno dei tanti inganni che i media dei padroni hanno radicato nelle nostre

menti ingenue.

Se ci sono i frutti della terra, si mangia; ed i frutti della terra ci sono sempre.

Guai a chi li distrugge o li nasconde per mantenerne alto il prezzo, facendo

morire di fame degli esseri umani!

 

Terza osservazione:

“Il denaro … deve il proprio valore … alla propria scambiabilità.”

Georg Simmel, “La psicologia del denaro”, 1889

 

Quindi nessun fantasioso caveaux sotterraneo traboccante di oro o enormi

quantità di banconote appena stampate dalla Banca Centrale che le Tv degli

stessi banchieri ci mostrano sempre quando si parla di denaro per ingannarci

con messaggi subliminali e tenerci dentro il recinto ….

È la nostra accettazione che dà valore monetario ad un simbolo

altrimenti vuoto.

Ecco perché solo noi, il popolo, possiamo essere i proprietari della moneta

emessa dallo Stato in nome nostro.

Mai e poi mai un qualsiasi banchiere privato.

La banconota del turista sarebbe anche potuta essere falsa, oppure neanche

essere denaro ma semplice promessa di pagamento (un assegno) per svolgere

esattamente la stessa funzione di mezzo di scambio con potere d’acquisto.

Di più: anche un assegno a vuoto, senza fondi, avrebbe, con la propria

circolazione tra i vari imprenditori del paese, saldato i debiti di tutti.

Come mai?

La nostra convenzione e convinzione dà lo status di denaro ad un semplice

foglio di carta colorata senza nessuna copertura.

Siamo noi che induciamo valore monetario in un simbolo cartaceo altrimenti

vuoto. Lo riempiamo di valore.

 

“ In breve il simbolo acquista valore monetario per il semplice fatto che ci si

mette d’accordo che lo abbia.” ci ha insegnato un grandissimo Giacinto Auriti.

 

È una convenzione sociale, un accordo, un semplice simbolo da utilizzare come

mezzo di scambio ogniqualvolta ci siano merci da scambiare.

Un simbolo … la misura del valore … il simbolo che misura il valore della casa

da acquistare (il mutuo erogato) non può raddoppiare per gli interessi e noi

essere costretti a restituire il doppio dei simboli per la stessa casa …

È un inganno colossale.

Quando riusciremo finalmente a “vederlo”?

La ricchezza del paese sono le risorse in esso presenti, trasformate dall’abilità

dell’uomo: le camere da affittare, il pane prodotto quotidianamente con acqua,

farina e lavoro del panettiere, la frutta coltivata nei campi che circondano il

paese rivenduta dal fruttivendolo, un buon caffè caldo e un bicchiere di vino

locale offerti dal barista, la pulizia di strade e parchi, il decoro delle case, la

cordialità dei suoi abitanti, il lavoro umano.

Valori, sentimenti, calore umano, conoscenza, filosofia di vita: il valore è un

concetto mentale, una dimensione dello spirito.

Non può stare nella materia inerte.

Il biglietto di carta al quale noi, il popolo, con la nostra accettazione

riconosciamo lo status di denaro, riesce solo a spostare merci e servizi

(ricchezza) già esistenti.

La sua presenza è però fondamentale per l’economia.

Essendo da tutti accettato come mezzo di scambio universale, permette a

ciascun membro della comunità di barattare il proprio lavoro con quello di altri:

le merci e i servizi disponibili all’interno della società, la cooperativa alla quale

tutti noi cooperiamo per raggiungere l’obiettivo sociale: un dignitoso

benessere.

Il biglietto-denaro facilita il baratto di merci e servizi, che risulterebbe

altrimenti alquanto difficoltoso perché il panettiere, dormendo a casa sua, non

può compensare il credito vantato con l’offerta di camere dell’albergatore.

I servizi offerti dalla bella giovane non interessano un albergatore felicemente

sposato e dominatore non dominato dei desideri.

Domanda e offerta non si incontrano.

Solo il giovane barista, esuberante e single, è interessato ai servizi della

donna, la quale però non può certo consumare cento caffè al giorno per

compensare le consumazioni del suo cliente.

 

Ultimo commento: l’importanza della velocità di circolazione.

Poco denaro che si muove velocemente di tasca in tasca, è molto meglio di

tanto denaro che si muove però lentamente.

Tornando all’osservazione iniziale, il denaro accumulato e tenuto fermo non

svolge la sua funzione di mezzo di scambio che compra beni e servizi mettendo

in moto l’economia a beneficio di tutti. La tesaurizzazione del denaro da parte

di chi ne ha molto e ne vuole sempre più, crea disagi, rallenta l’economia,

impedisce che il benessere prodotto raggiunga tutti.

 

“Quando desideriamo mangiare più del necessario, creiamo automaticamente

molti inconvenienti alla vita”, ci insegna Bhaktivedanta Swami Prabhupada

nella sua introduzione degli antichi Testi Sacri Veda.

 

La storiella prosegue con una seconda parte.

Una settimana dopo viene in paese un altro turista che, allo stesso modo,

lascia una banconota per un giorno per poi riportarsela via.

Questa volta in paese non ci sono più debiti, già tutti estinti. Quindi quei soldi

che circolano possono essere utilizzati dal panettiere per comprarsi una

impastatrice più grande, dal barista per fare una veranda coperta davanti al

bar, e dall’albergatore per un bel sito web in internet e far arrivare turisti da

tutta l’Europa.

Gli imprenditori, ai quali è tornato il sorriso sulle labbra, riprendono ad

investire nelle loro attività e a creare opportunità di benessere.

Gioia di vivere, progetti e fiducia in un futuro migliore: la dimensione umana.

Basterebbe che arrivassero quattro o addirittura dieci turisti alla settimana per

stare tutti molto meglio, è il pensiero ricorrente tra gli abitanti del paese.

Ma perché questi turisti dovrebbero venire proprio da noi?

Con il presupposto che qualsiasi territorio ha delle risorse da sfruttare, la

magia del deserto o i silenzi dell’Antartide, le vette più alte o le profondità

marine, perché il valore è un concetto mentale, qualità dello spirito più

che della materia, magari vengono da noi perché abbiamo delle belle

spiagge o montagne con boschi e parchi pubblici immersi nel verde, un paese

pulito ed accogliente, cordialità diffusa, ottimi vini e cibo saporito a prezzi

onesti.

Tutto ciò che i turisti in cerca di pace lontano dalle città apprezzano di più.

Il futuro appare un po’ più azzurro, ma … magari un giorno potrebbero

smettere di arrivare perché nei loro paesi, dicono … “ non ci sono soldi … c’è

crisi …”, e potrebbero non potersi più permettere di viaggiare.

Ci verrebbe di nuovo a mancare quella banconota che fa girare l’economia.

Dobbiamo diventare autosufficienti, bastare a noi stessi, farcela con le nostre

forze. Renderci indipendenti in campo alimentare, producendo in loco tutto ciò

di cui abbiamo bisogno, perché un popolo autosufficiente per il suo nutrimento

è un popolo libero.

Dopodichè produrre localmente anche quel biglietto che funge da mezzo di

scambio, proprio come la banconota del turista, per scambiarci le merci

all’interno del territorio.

Creiamo un simbolo di carta accettato da tutti noi che circoli assieme alle

sempre più poche banconote in euro già esistenti: stampiamo una moneta

locale.

Come?

Non è facilissimo, ma senz’altro meno complicato di quanto si possa pensare.

La cosa principale a proposito del denaro è capire che il valore monetario è una

invenzione della mente umana manifestata in un simbolo inanimato.

È la nostra mente che vede una qualche utilità in un determinato materiale o

oggetto. Due sassi possono essere insignificanti o avere gran valore, a seconda

della tua percezione: se tu vedi la scintilla che è in loro, quel fuoco ti scalderà

sempre.

Abbiamo già detto che siamo noi, la popolazione, che accettandolo come

mezzo di scambio, diamo valore di denaro al simbolo.

Se io scrivo su un foglietto di carta 100 euro e tu lo accetti in cambio della tua

giacca, sei tu che gli dai lo status di denaro accettandolo in cambio di un bene

materiale reale. E sei sempre tu che metti in gioco il tuo bene (la giacca) che

permette al simbolo (il biglietto con la scritta 100 euro) che lo rappresenta di

entrare in circolazione. La tua accettazione con la cessione della giacca ha

dato al mio biglietto un potere d’acquisto che a me è costato solamente carta e

un tratto di penna.

Io non avevo niente da darti, eppure la tua accettazione mi permette di creare

un valore 100 che incasso immediatamente.

Allo stesso modo agisce il banchiere nei nostri confronti. Egli dice:

“Io ho 100 in cassaforte, te li presto con interessi e segno in bilancio -100.

Quando tu me li restituisci, li rimetto in cassaforte, vado in pareggio e il mio

guadagno, giustamente, sono gli interessi …”.

Grandissima menzogna.

Il banchiere non presta niente di suo.

Non mi consegna denaro contante già disponibile in cassaforte. Mi accredita

una cifra in un conto corrente digitando dei numeri sul computer, creando

credito (non denaro) in quello stesso istante, girandomi un valore che

io porto in banca facendomi ipotecare degli immobili o firmando una

fideiussione. Nel momento in cui saldo il debito, la banca, che non mi ha dato

denaro già esistente nella propria disponibilità, partendo da zero dovrebbe

segnare in entrata +100, oltre agli interessi. Cosa che non fa, dicendo di

partire da -100 e chiudere in pareggio (dichiarando come attivo solo gli

interessi) e occultando così un guadagno equivalente a tutti i prestiti erogati:

cifre enormi.

L’emittente (il banchiere) è il grande beneficiario. Incassa un valore certo e

mette in circolazione una moneta-debito gravata di un interesse velenoso

e inestinguibile che la società nel suo insieme tenterà invano di ripagare.

Ecco perché il banchiere Usuraio riesce ad accumulare immensi capitali.

Stampa e ci consegna un simbolo vuoto che noi riempiamo di un potere

d’acquisto del valore della merce che stiamo cedendo in cambio, nello stesso

istante in cui lo accettiamo come mezzo di scambio.

L’inganno non percepito è il credere che il banchiere ci consegni un valore che

egli già possiede. Assolutamente falso.

Egli unicamente ci restituisce un valore che noi stessi gli consegniamo senza

esserne coscienti.

Con un particolare di fondamentale importanza: nel primo scambio (Titoli di

Stato contro cartamoneta) egli si impossessa della ricchezza che una intera

nazione si accinge a produrre solo per ripagare il debito.

Abbiamo già visto nel meccanismo dell’erogazione di un mutuo (La grande

truffa, p. 172/3/4) che tutta l’operazione si basa su un capitale nostro, e che la

banca non possiede assolutamente nulla.

Noi, il popolo, siamo gli unici autentici proprietari delle ricchezze del territorio e

della carta-moneta che ci permette di coglierle, trasformarle, utilizzarle.

Ci sono ancora dei dubbi?

 

Capitolo VII

Sovranità, globalizzazione, libero mercato …

Il Cfr, Council on Foreign Relations

 

Prima di introdurre l’articolo scritto nel Febbraio 2006 dal presidente del

Council on Foreign Relations (Cfr), Richard N. Haass, e apparso nel loro sito

web www.cfr.org, andiamo indietro nel tempo sino alle origini di tale

organizzazione, seguendo le indicazioni di Eustace Mullins, riportate nel suo

“Secrets of the Federal Reserve”, per comprendere bene con quali poderose

forze abbiamo a che fare:

 

“… il 5 Febbraio 1891, una associazione segreta conosciuta come il Gruppo

della Tavola Rotonda fu formata a Londra da Cecil Rodhes, il suo banchiere,

Lord Rothschild, il parente acquisito di Rothschild, Lord Rosebery, e Lord

Curzon.

 Dopo la Prima Guerra Mondiale, il Gruppo della Tavola Rotonda divenne noto

come il Council on Foreign Relations negli Stati Uniti, e il Royal Institute of

International Affairs a Londra. Gli uomini di governo, sia in Inghilterra che

negli Stati Uniti, venivano scelti tra i loro membri.

Negli anni ’60, come cresceva l’attenzione sulle surrettizie attività governative

del Council on Foreign Relations, gruppi sussidiari, conosciuti come la

Commissione Trilaterale e i Bilderbergs, in rappresentanza degli stessi

interessi, iniziarono ad operare …

 Secondo William Guy Carr, in “Pawns In The Game”, l’incontro iniziale di questi

programmatori ex-officio ebbe luogo nel Laboratorio Orafo di Mayer Amschel

Bauer a Francoforte nel 1773. Bauer, che adottò il nome di Rothschild o Scudo

Rosso, dallo scudo rosso che appese sulla porta per pubblicizzare la propria

attività, “aveva solamente trentanni di età quando invitò ad incontrarsi a

Francoforte dodici altri uomini ricchi e influenti. Era sua intenzione convincerli

che se avessero acconsentito ad unire le loro risorse, avrebbero potuto

finanziare e controllare il Movimento Rivoluzionario Mondiale e usarlo come

loro Manuale di Azione per conquistare il controllo totale della ricchezza, le

risorse naturali e la forza lavoro del mondo intero. Raggiunto tale accordo,

Mayer dispiegò il suo piano rivoluzionario. Il progetto sarebbe stato appoggiato

da tutto il potere che sarebbe stato possibile comprare con le loro risorse

unite. Con l’uso astuto della ricchezza comune sarebbe stato possibile creare

tali avverse condizioni economiche che le masse sarebbero state ridotte ad uno

stato prossimo alla morte per fame a causa della disoccupazione … I loro

propagandisti assoldati avrebbero alimentato sentimenti di odio e vendetta

contro la classe al potere, rivelando stravaganze reali e inventate,

comportamenti licenziosi, ingiustizie, oppressione e persecuzione. Avrebbero

pure inventato atti infamanti per screditare altri che, se lasciati liberi di agire,

avrebbero potuto interferire con il loro piano complessivo …

Rothschild si incentrò su un manoscritto e iniziò a leggere un piano d’azione

accuratamente preparato.

 

  1. Egli dichiarava che la LEGGE non è altro che FORZA sotto mentite

spoglie. Sosteneva che era logico concludere che “Per legge della natura,

il diritto risiede nella forza”. 2. La libertà politica è un’idea, non un fatto.

Per impossessarsi del potere politico tutto ciò che era necessario era

predicare “Liberalismo” in modo che l’elettorato, in nome di un ideale,

avrebbe consegnato parti di potere e prerogative che i complottisti

avrebbero potuto allora riunire nelle loro mani. 3. Il relatore asseriva

che il Potere dell’Oro aveva usurpato il potere dei governanti Liberali …

Fece notare che era irrilevante per il successo del loro piano che i

governi al comando venissero sconfitti da nemici esterni o interni, dal

momento che il vincitore avrebbe necessariamente chiesto l’aiuto del

“Capitale” che “ È interamente nelle nostre mani.” 4. Sosteneva che l’uso

di qualsiasi mezzo disponibile per raggiungere il loro obiettivo era

giustificato per il fatto che il governante che amministrava secondo etica

non era un abile politico perché si era reso vulnerabile e si era messo in

una posizione precaria. 5. Asseriva che “Il nostro diritto risiede nella

forza. La parola DIRITTO è un pensiero astratto e non prova nulla. Io

trovo un nuovo DIRITTO … di attaccare con il DIRITTO del FORTE, per

ricostruire tutte le istituzioni esistenti, e diventare Signore sovrano di

tutti coloro che ci lasciarono Diritti sui loro poteri offrendoceli con il loro

liberalismo. 6. Il potere delle nostre risorse deve restare invisibile

sino al momento in cui avrà acquisito una forza tale che nessun inganno

o forza possa metterlo in pericolo. Continuò sottolineando venticinque

punti. Il numero 8 aveva a che fare con l’uso di bevande alcoliche,

droghe, corruzione, e tutti i vizi con i quali corrompere sistematicamente

la gioventù di qualsiasi nazione. 9. Si riservavano il diritto di sequestrare

le proprietà private con ogni mezzo e senza esitazione, se così facendo si

assicuravano sottomissione e sovranità. 10. Noi saremmo stati i primi a

mettere gli slogans Libertà, Uguaglianza e Fraternità nella bocca delle

masse, per preparare una nuova aristocrazia. La qualifica per questa

aristocrazia è la RICCHEZZA che dipende da noi. 11. Le guerre devono

essere indirizzate in modo tale che le nazioni impegnate su entrambi i

lati siano ancora più indebitate con noi. 12. I candidati a cariche

pubbliche devono essere servili e obbedienti ai nostri ordini, in modo da

poter essere prontamente disponibili. 13. Propaganda – la loro ricchezza

congiunta avrebbe controllato ogni fonte di informazione. 14. Instabilità

e depressioni finanziarie avrebbero infine condotto a un Governo

Mondiale, un nuovo ordine di un unico governo mondiale.”

continua……

 

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Paolo Maleddu

2017.01.23 – India: laboratorio mondiale per la demonetizzazione forzata

Posted by Presidenza on 23 Gennaio 2017
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Almeno 800 milioni di persone gettate nella difficoltà e a volte nella disperazione.La mossa è un esperimento in grandissimo stile di un piano ben più generale portato avanti da potenti interessi radicati negli Stati Uniti e con vaste diramazioni internazionali.

 

Oltre mezzo miliardo di indiani costretti ad aprirsi un conto in banca, quindi a far guadagnare le banche e a farsi controllare, al centesimo. Tutto questo da due mesi a questa parte, con l’improvvisa soppressione del cash a favore della moneta elettronica. «Pensavo che un esperimento del genere compiuto nel corpo vivo di una nazione di 1.276 milioni di abitanti, con oltre 3 milioni di chilometri quadrati, con la bomba atomica e situata in una posizione strategica (sia geopoliticamente che economicamente e finanziariamente), avrebbe richiamato l’interesse di qualche guru dell’economia, specialmente di sinistra», scrive Piero Pagliani. «Invece niente», nessuno si è accorto dell’enormità che sta avvenendo. In compenso, il magnate statunitense Steve Forbes ha definito la “demonetizzazione” indiana «nauseante e immorale, una rapina di massa», paragonandola alla politica di sterilizzazione forzata voluta da Indira Gandhi. Tutto è partito l’8 novembre scorso, quando il governo nazionalista indù retto da Narendra Modi ha dichiarato fuori corso tutte le banconote da 500 e 1.000 rupie (ovvero 7 e, rispettivamente, 14 euro). «Questo è equivalso a mettere fuori corso circa l’80% del denaro circolante».

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Gli indiani, ricorda Pagliani su “Megachip”, avevano due settimane di tempo per cambiare le loro banconote ormai “illegali” con quelle da 500 e 2.000 rupie, «facendo esasperanti code agli sportelli bancari dove sono morte decine di persone per infarto o collasso, o prelevare ai bancomat». Prelievi comunque limuitati, «solo fino a uno striminzito tetto massimo di 2.000 rupie, poi elevato a 4.000», cioè 55 euro. Pagliani denuncia «gli effetti di questa violenta demonetizzazione sui milioni di piccoli operatori economici che costituiscono il fitto tessuto economico indiano». Considera l’operazione «un enorme regalo alle banche che ha aspetti di sadismo sociale in una nazione di milioni di piccoli operatori economici». Si parla infatti di «centinaia e centinaia di milioni di persone danneggiate e a volte minacciate fin nella loro esistenza fisica e in quella dei loro familiari». In pratica, almeno 800 milioni di persone «gettate nella difficoltà e a volte nella disperazione», che oltretutto «sono solo un’avanguardia, una prima tranche». Infatti, «la mossa di Narendra Modi è un esperimento in grandissimo stile di un piano ben più generale portato avanti da potenti interessi radicati negli Stati Uniti e con vaste diramazioni internazionali».

L’operazione, continua Pagliani, «è parte della politica di partnership strategica tra Usa e India, fortemente voluta dal presidente uscente Barack Obama». Più precisamente, «costituisce uno dei protocolli di cooperazione firmati tra il ministero indiano delle finanze e l’agenzia governativa statunitense Usaid». La manovra, aggiunge Pagliani, fa capo alle linee di azione della “Better Than Cash Alliance”, di cui fanno parte Mastercard, Visa, la Fondazione Ford e la Fondazione Gates, che agiscono anche individualmente, ad esempio proprio nell’iniziativa che ha colpito l’India. Non a caso Bill Gates era in visita in quel paese proprio in quei giorni e rilasciava dichiarazioni di sostegno alla demonetizzazione: «La moneta di plastica è il futuro in India». Ma uno dei padrini nascosti di questa manovra, spiega Pagliani, è Raghuram Rajan, governatore della Reserve Bank indiana fino a due mesi prima dell’annuncio a sorpresa che ha scioccato gli indiani. «Questo signore ha un passato come economista capo all’Fmi, è professore di economia all’Università di Chicago (culla accademica del neoliberismo) ed è membro del Gruppo dei Trenta» dove, spiega Norbert Haering, «rappresentanti di alto livello delle maggiori istituzioni commerciali finanziarie a livello mondiale condividono opinioni e piani coi presidenti delle più importanti banche centrali, a porte chiuse e senza nessun verbale».

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Narendra Modi

 

 

Raghuram Rajan è considerato un possibile successore di Christine Lagarde alla guida dell’Fmi: «Si sta conquistando il merito sul campo». Aggiunge Pagliani: «Se consideriamo il tessuto produttivo e commerciale indiano, il fatto che il 97% delle transazioni sono eseguite in contante e che solo il 55% degli indiani ha un conto in banca (e ci sono aree dove le banche sono lontanissime fisicamente) e che quei conti sono pochissimo movimentati, si capisce la misura del disastro indotto-voluto da questa manovra». Un disastro mistificato da slogan come “inclusione finanziaria” e “inclusione digitale”. «Insomma, il solito “nuovo che avanza”, il progresso, come ai tempi di Enrico VIII ed Elisabetta I lo erano le “enclosure” che gettavano nella miseria e nella disperazione i contadini inglesi che potevano solo andare a mendicare nelle città per farsi impiccare a schiere per via delle draconiane leggi contro l’accattonaggio e il vagabondaggio». Karl Marx sosteneva che la cosiddetta “accumulazione originaria” del capitale si ripete ciclicamente, come al solito «grondante sangue e sporcizia dalla testa ai piedi, da ogni poro». Il perspicace “Hindustan Times titolava”: «Modi è come la regina Antonietta che diceva: Se non avete il pane mangiate le brioches».

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Raghuram Rajan

 

 

Quali sono i vantaggi che le élite mondializzate intendono trarre dalla demonetizzazione forzata che per ora vediamo all’opera in India? Almeno tre. Il primo: «Ogni cittadino, almeno nelle intenzioni, sarà costretto a imprestare il grosso del denaro che possiede e che guadagna alle banche. Semplicemente perché per poter usare la “moneta di plastica” deve avere un conto in banca, e ogni volta che versa sul conto in banca fa un prestito alla banca stessa. Un drenaggio di ricchezza verso i soliti noti che già posseggono la quasi totalità del pianeta Terra». Secondo, la tracciabilità: «Ovvero il controllo capillare. Praticamente su tutto. Un potere immenso di sorveglianza». Terzo vantaggio, per l’élite finanziaria: «Il controllo tecnico-politico delle transazioni e quindi delle grandi istituzioni finanziarie e di conseguenza un controllo politico dei governi che fanno loro riferimento». In fondo, conclude Pagliani, a Maria Antonietta «tagliarono la testa per molto meno».

tratto da: (clicca qui)

 

È un’arma proibita a livello internazionale, sviluppata per una missione particolare: il graduale e totale controllo della popolazione occidentale, ed infine mondiale.

 

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di Gianni Lannes

Di mezzo ci sono le ESSE ESSE, ma i nazisti questa volta non c’entrano, bensì criminali più pericolosi e subdoli che già quasi controllano economicamente il globo.

Il tema è un altro tabù, strettamente interconnesso all’aerosolterapia bellica realizzata in gran parte del mondo dal governo degli Stati Uniti d’America, a base di geoingegneria imbottite di sostanze tossiche, come ad esempio il bario che rende l’aria più elettroconduttiva.

2

Si chiama in gergo tecnico “Sistema di Gamma Acustica Silenziosa (SSSS)”. Così magari non dice niente ai più. Ma se aggiungiamo l’espressione trasmissione tv digitale, qualcuno ricorderà la fretta per espanderla. Chi non rammenta la premura che hanno avuto anche in Italia, nel far sì che in un arco di tempo breve il segnale digitale raggiungesse ogni regione dello Stivale?

Per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America è il “Sistema di gamma acustica silenziosa, chiamato Squad (squadra, sezione). Nel settore privato questa tecnologia è denominata sistema silenzioso di presentazione subliminale (Silent Subliminal Presentation System).

 In materia vengono usati nomi ingannevoli come parlare… cervello… subliminale… silenziosa (Speak Brain Silent Subliminals) per i prodotti basati su SSSS. In qualsiasi modo chiamiate questa tecnologia, SSSS usa un programma subliminale che emette delle onde a frequenze molto alte e potenti (Ultra High Frequency) UHF, inserendo dei messaggi direttamente nel subconscio umano.

 E’ stato perfezionato due decenni fa dal Dipartimento della Difesa U.S.A. …

 … ed è stato testato sui soldati dell’esercito di Saddam Hussein durante la guerra del golfo del 1991. E in seguito anche in Somalia.

 SSSS è un’arma proibita a livello internazionale, sviluppata per una missione particolare: il graduale e totale controllo della popolazione occidentale, ed infine mondiale.

 La tecnologia bellica SSSS dello zio Sam è collegata al nuovo sistema digitale tv. Vale a dire: può entrare nella mente della popolazione inconsapevole. Può essere amplificata con tanti dispositivi inclusi H.A.A.R.P. e le torri di GWEN (Ground Wave Emergency). Tradotto: significa centrare l’intera popolazione del pianeta Terra. Il raggio di questa tecnologia attraverso i riscaldatori ionosferici (stazioni fisse e mobili) che sparano onde Elf nella ionosfera, poi rifratte sulla Terra, investono tutte le popolazioni senza distinzioni di confini statali. Il fenomeno sta accadendo sotto i nostri occhi distratti e penetrando nelle nostre menti, tranne che in quelle dei negazionisti, appunto dementi irreversibili.

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Ma l’aspetto più pericoloso di SSSS è di non essere identificabile da chi è preso come bersaglio, perché esso trasmette il suo programma direttamente nel cervello umano tramite il senso dell’udito, delle frequenze non percepibili come suono. Ognuno di noi sul pianeta è sensibile al controllo della mente da SSSS. Le onde UHF possono essere trasmesse su lunghe distanze da fonti lontane e possono attraversare muri e oggetti come se non ci fossero, Le frequenze usate per la trasmissione TV si dividono in due gamme: VHF (Very High Frequency: frequenze molto alte) e UHF (Ultra High Frequency: frequenze ultra alte). SSSS è stato progettato per usare le UHF come onde portanti.

 Comunque la cosa più insidiosa è il fatto che collegando degli schemi di un elettroencefalogramma (EEGs) di un individuo a dei super computers, questi possono essere digitalmente alterati ed archiviati per essere ritrasmessi via digitale UHF. Questo super computer può identificare ed isolare dal cervello gruppi di emozioni a bassa ampiezza, sintetizzarli ed archiviarli su un altro computer. In altri termini, studiando le caratteristiche delle onde cerebrali che si verificano quando un soggetto sperimenta un’emozione particolare, gli scienziati hanno identificato il modello di onda (frequenza) concomitante del cervello. Così possono adesso duplicarlo. Questi gruppi di emozioni firmati e modificati possono essere trasmessi da frequenze portanti come le UHF direttamente al cervello. Dove questi vettori silenziosi possono innescare la stessa emozione in un altro essere umano. In altre parole se il gruppo di emozioni trasmette un sentimento di disperazione, questo sarà direttamente alimentato nel cervello (cavia) tramite onde radio invisibili.

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Il meccanismo che altera la mente si basa su una tecnologia portante subliminale: Spread Spectrum silenzioso suono (SSSS). È stata sviluppata da Oliver Lowery di Norcross, Georgia, ed è descritta nel brevetto US # 5.159.703, “Silent Subliminal Presentation System”, datata 27 ottobre 1992.

Nell’abstract del brevetto è scritto:

 «Un sistema di comunicazione silenzioso in vettori non-fonetiche, nell’intervallo molto basso o molto alta frequenza audio o nell’adiacente spettro di frequenza ultrasonica sono in ampiezza o frequenza modulate con l’intelligenza desiderata e propagate acusticamente o vibrazionalmente, per incentivo in cervello, tipicamente attraverso l’uso di altoparlanti, cuffie, o trasduttori piezoelettrici. Le portanti modulate possono essere trasmessi direttamente e in tempo reale o possono essere comodamente registrati e conservati su supporti meccanici, magnetici o ottici per la trasmissione differita o ripetuta a chi ascolta».

Ecco cosa si legge su Revolution (anno 2012) di Dieter Broers, ricercatore in neurologia:

 «Uno dei nostri risultati più sorprendenti è stato che le onde cerebrali dei soggetti partecipanti al test possono essere modificate attraverso l’esposizione del cervello alle onde elettromagnetiche. Abbiamo poi scoperto che potremmo anche controllare le onde cerebrali dei soggetti con l’uso di questi campi, per esempio elevando una frequenza cerebrale da 10 Hz a 12 Hz, utilizzando un campo elettromagnetico esogeno di 12 Hz. I campi di forza specifici e i livelli di intensità dei campi di forza inducono delle percezioni che altrimenti possono essere indotte dalla somministrazione di sostanze psicoattive. Un normale campo geomagnetico ci permette di mantenere un normale stato di coscienza vigile, compreso il nostro senso del tempo, mentre un campo geomagnetico gravemente anormale, o l’assenza di un campo magnetico terrestre, provoca degli stati mentali anormali e uno squilibrio del nostro senso del tempo. In altre parole, l’effetto dei disturbi geomagnetici è molto simile a quello dell’assunzione di droghe allucinogene».

Un’altra affermazione disarmante è stata fatta nello studio ON THE POSSIBILITY OF DIRECTLY ACCESSING EVERY HUMAN BRAIN BY ELECTROMAGNETIC INDUCTION OF FUNDAMENTAL ALGORITHMS (anno 1995). L’autore che si riferisce all’atmosfera di Gaia, è lo scienziato M.A. Persinger della Laurentian University:

«Negli ultimi vent’anni (Persinger, Ludwig, & Ossenkopp, 1973) è emerso un potenziale che era improbabile in passato ma che è ora marginalmente attuabile. Questo potenziale è la capacità tecnica di influenzare direttamente la maggior parte dei circa sei miliardi di cervelli della specie umana senza la mediazione delle modalità sensoriali classiche, mediante la generazione di informazione neurale all’interno di un mezzo fisico entro il quale sono immersi tutti i membri della specie».

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Gli stimoli subliminali, (“sotto la soglia”), contrariamente a stimoli sovraliminali o “sopra la soglia”, sono tutti gli stimoli sensoriali al di sotto della soglia assoluta della percezione cosciente di un individuo.

Nel 2007, come parte della “Ipnosi, innesco subconsciente e branding” 1.400 delegati sono stati esposti al film Picnic con 30 inserti subliminali in un periodo di 90 secondi. Quando fu loro chiesto di scegliere uno dei due marchi di fantasia, Delta e Theta, l’81 per cento di essi scelse il brand suggerito dai tagli subliminali, Delta. Gli stimoli visivi possono essere velocemente flashati prima che un individuo sia in grado di elaborarli, o flashati e poi mascherati, interrompendo così il processo. Gli stimoli uditivi possono essere riprodotti al di sotto del volume udibile, analogamente mascherati da altri stimoli o registrati al contrario in un processo chiamato backmasking.

 Jeff Rense in “Educate Yourself” del 22 Dicembre 2008 offre una panoramica di una tecnologia psicotronica segreta del Pentagono conosciuta come Silent Sound Spread Spectrum pienamente operativa dal primi anni ’90:

 «Gli effetti fisici, emotivi e psicologici di questa tecnologia furono così gravi che 75.000 e poi altri 125.000 (o più) membri delle truppe irachene uscirono dai loro bunker nel mezzo del deserto, sventolando bandiere bianche e cadendo in ginocchio davanti alle truppe statunitensi, baciando letteralmente gli stivali o le mani ai loro persecutori. Perché avrebbero mai dovuto farlo se questi veterani della guerra in Iran avevano promesso la “madre di tutte le battaglie”? Il 23 Marzo 1991 fu data una breve notizia sotto forma di servizio per un bollettino della ITV News Bureau Ltd, dal titolo La Guerra Psicologica High-Tech arriva in Medio Oriente “Operazione Desert Storm” in Iraq, in cui si scriveva che “un programma incredibile e altamente classificato di psy-ops che utilizza tecniche di ‘Silent Sound’ è stato implementato con successo”. Subliminalmente, una potente tecnologia era al lavoro. Un sofisticato sistema elettronico ideato per ‘parlare’ direttamente alla mente dell’ascoltatore, per alterare e trascinare le sue onde cerebrali, per manipolare i suoi modelli elettroencefafalografici (EEG) e quindi impiantare artificialmente stati emotivi negativi – sentimenti di intensa paura, ansia, disperazione e senso di impotenza sono stati creati nelle truppe irachene. Esso impianta tali emozioni nelle loro menti».

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Mai sentito parlare delle di Torri GWEN? Sound of Silence” è una parola in codice militare e di intelligence che definisce alcune armi psicotroniche di controllo mentale di massa, ampiamente utilizzata dal “moderno” esercito degli Stati Uniti. Questa arma segreta che altera la mente è basata su una cosa che si chiama tecnologia subliminale a vettore o Silent Sound Spread Spectrum (SSSS). Essa è descritta nel brevetto statunitense n. 5.159.703 – “Silent Subliminal Presentation System” per uso commerciale nel 1992. L’abstract del brevetto recita:

 «Un sistema di comunicazione silenziosa in cui i vettori non acustici, nella gamma di frequenze molto basse (ELF) o ad altissima frequenza audio (VHF)… si propagano acusticamente o per via vibrazionale, per induzione nel cervello, in genere attraverso l’uso di altoparlanti, cuffie, o trasduttori piezoelettrici».

 Questo dispositivo, il “Sound of Silence”, consente l’impianto ingiustificato di pensieri specifici ed emozioni in ignari esseri umani. In breve, ha la capacità reale di trasformare gli esseri umani in semplici marionette nelle mani di alcuni “controllori”, o burattinai.

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I televisori di Stati Uniti e Canada sono diventati digitali al 100 per cento (obbligatori dal febbraio 2009 ma ormai siamo costretti al loro utilizzo anche in Italia), implementando il loro uso dei segnali delle frequenze Sound of Silence (al fine di collegare con successo le torri GWEN), che permetteranno il controllo illimitato, completo e massiccio della mente e della coscienza dei popoli. Esistono solide prove che alcuni elitisti progettano di estendere definitivamente la capacità di questa tecnologia H.A.A.R.P. fino a comprendere tutte le persone in ogni continente.

 Secondo l’US Air Force (anno 1982), le onde ELF hanno un numero di potenziali usi militari, tra cui:

 «il controllo della folla, il controllo della sicurezza delle installazioni militari, e delle tecniche anti-uomo nella guerra tattica – e la produzione di una distorsione percettiva o disorientamento da lieve a grave».

 Le prime ricerche in effetti di stimolazione visiva e uditiva subliminali sono esemplificate da US Pat. No. 3.060.795 di Corrigan, et al. 3.278.676 e di Becker. US Pat. No. 4.395.600 di Lundy e Tyler è rappresentativo di successivi sviluppi nelle tecniche di messaggi subliminali di oggi.

tratto da: (clicca qui)

 

 

 

2017.01.12 – La Corsica minaccia l’Isis

Posted by Presidenza on 12 Gennaio 2017
Posted in articoli 

“Risponderemo con le armi”

 

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Il Fronte di Liberazione Nazionale Corso ha diramato un comunicato al giornale “Corse Matin” in cui consiglia a tutti i musulmani di collaborare

CORSICA – Il Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica dichiara guerra all’Isis. Da una parte c’è il presidente francese Hollande, che vorrebbe creare una Guardia Nazionale francese per meglio affrontare la minaccia del terrorismo e dell’Isis. Dall’altra ci sono i kalashnikov del FLNC (il Fronte di Liberazione Nazionale Corso) che con un comunicato inviato al giornale “Corse Matin” mette subito le cose in chiaro: “Sappiate che ogni attacco contro il nostro popolo e la nostra terra corsa vedrebbe da parte nostra una risposta determinata e senza scrupoli”.

Conoscendo le idee degli indipendentisti della Corsica, meravigliosa isola a due passi dalla Sardegna (S.Teresa di Gallura e Arcipelago di La Maddalena), sicuramente i terroristi non dormiranno sonni tranquilli.

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Gli uomini del FLNC, infatti, hanno chiesto cortesemente a tutti i musulmani presenti nell’Isola sorella della Sardegna di “segnalare ogni tipo di deriva islamista radicale – si legge nel comunicato firmato dagli indipendentistie di essere vigilanti. Per vivere con tranquillità nella nostra meravigliosa terra – spiegano – è necessario resistere con noi per sconfiggere il fanatismo islamico. Ognuno di noi deve prendere posizione contro l’Islam radicale, ma soprattutto chi sa deve parlare: segnalando i giovani che magari non hanno un lavoro e sono tentati alla radicalizzazione”.

L’appello del FLNC non ha peli sulla lingua, come sempre. E tra le numerose pagine si parla appunto della necessità di tutto il popolo corso di sottrarsi a una duplice minaccia: quella dell’Isis e quella dello Stato francese. “Se mai qualche atto terroristico dovesse accadere nella nostra terra – scrivono gli indipendentisti del FLNC – lo stato francese dovrà assumersi tutte le sue responsabilità. Sia loro, che noi, conosciamo la situazione musulmana in Corsicaassicuranoi salafiti nella nostra Isola sono otto. E sappiamo con massima certezza che uno degli Imam è un confidente e informatore della polizia. Rispettate i vostri impegniconcludono rivolgendosi al Governo francesee state al vostro posto. Siamo un popolo, piccolo di nome, ma grande nei comuni progetti”.

Negli ultimi anni si respira un’aria un po’ pesante in Corsica. In particolare da quando, nel dicembre dell’anno scorso, in un quartiere di Ajaccio prevalentemente abitato da musulmani c’era stato un attacco a un mezzo dei Vigili del Fuoco.

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Gesto non gradito dai corsi che, poco tempo dopo, diedero fuoco a un centro di preghiera musulmano scatenando il caos in città. Un episodio che il gruppo FLNC aveva immediatamente contestato. Secondo loro infatti il gesto era stato organizzato ad hoc per creare tensione, paura e violenza. “Un modo per gli islamisti di portare in Corsica la loro politica di terrore”.

Nel comunicato inviato dagli indipendentisti al “Corse Matin”, i vertici del Fronte assicurano: “la nostra organizzazione poco meno di qualche mese fa, a giugno esattamente, ha sventato un attacco terroristico in una zona molto frequentata soprattutto dai turisti. State attenti perché la nostra risposta sarà determinata e senza scrupoli”.

tratto da: (clicca qui)