2021.05.08 – Il FLNC annuncia la sua “ridistribuzione tattica”

Posted by Presidenza on 8 Maggio 2021
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Durante una conferenza stampa clandestina alla quale hanno partecipato i nostri colleghi di Via Stella e il cui testo è stato inviato alla Corsica-Matin , il Fronte di liberazione nazionale corso (FLNC) ha annunciato il “riassegnazione tattica” dell’organizzazione militare.

I suoi attivisti, provenienti da “tutte le componenti del FLNC” , hanno agito sulla riorganizzazione della struttura clandestina  “in attesa dell’avvio, da parte dello Stato francese, di un vero e proprio processo politico di risoluzione della questione nazionale corsa” .

Durante questa conferenza stampa, organizzata 45 anni dopo la creazione del FLNC, otto militanti armati hanno usato il linguaggio del combattimento, senza però menzionare esplicitamente un ritorno all’azione violenta. “In questi 45 anni la lotta è stata dura. Tutti devono essere consapevoli che è ancora lunga e che continua” , si legge però nel comunicato.

Anche l’organizzazione clandestina, denominata FLNC Maghju 21, fa riferimento al contesto elettorale, un mese e mezzo prima del primo turno delle elezioni territoriali. I suoi membri scalfiscono il primato della maggioranza territoriale, che “non ha saputo raccogliere le sfide” e fa parte “della gestione di una comunità, più che nella costruzione di una nazione”, ma richiama nonostante tutto  “alla votare, in coscienza, per le liste di candidati che affermano di essere nazionalismo su basi chiare “.

tratto da: (clicca qui)

Processo al Clnv, gli indipendentisti veneti davanti al tribunale di Vicenza il 29 gennaio 2021

Assurda sentenza del Tribunale dello Stato Criminale italiano.

Massima solidarietà al CLNV


25 Marzo 2021

Sentenza come una mazzata sugli indipendentisti veneti del Comitato di Liberazione Nazionale Veneto (Clnv).

Condanne molto pesanti quelle irrogate oggi 25 marzo 2021 dal Tribunale di Vicenza, per reati che in fondo sono, tutt’al più, di istigazione alla disubbidienza.

PER APPROFONDIRE Processo al Clnv, riconoscere dignità alle ragioni degli imputati

Le condanne: quattro anni e due mesi alla vicentina Erica Scandian, quattro anni tondi a Maurizio Tregnago,  tre anni e nove mesi alla “leonessa” Patrizia Badii, tre anni e sette mesi a Maurizio Bedin, tre anni e sei mesi a Orazio Scavezzon. Tre anni e cinque mesi a Katia Sanson, Silvano Santini, Marco Caltran e Costantino Neresini. Pene tra sei mesi e due anni  a Enrico Carraro, Teresina Zorzi, Flavio Resentera, a Silvia, Loris e Denis Spezzapria, Germano Addondi, Monica e Sabrina Pozzan, Franco Finozzi, Luca Gasparella e Andrea Matteazzi. Condannati a una multa da 800 a mille euro altri tre imputati.

Lo stesso metro usato con i Serenissimi

Il Tribunale di Vicenza ha usato lo stesso metro che anni fa la Giustizia italiana impiegò per i Serenissimi. Condanne che sono, non ne dubitiamo, fondate sulle leggi, ma che risultano enormi, spropositate, per chi le misuri col normale senso di giustizia del cittadino comune.

PER APPROFONDIRE L’audio integrale dell’avvocato Fogliata: le tesi indipendentiste non sono barzellette

I reati di cui i membri del Cln veneto sono accusati sono di associazione per delinquere, allo scopo di istigare alla disobbedienza fiscale. Alcuni sono accusati anche di resistenza, oltraggio e diffamazione a pubblico ufficiale, per un episodio in cui nessuno di loro ha usato la violenza.

Ripescata una norma pre-costituzionale

Per punire così severamente l’istigazione alla disobbedienza fiscale, la Procura ha ripescato una norma, ben raramente applicata, che risale addiritttura a prima che la Costituzione italiana entrasse in vigore.

Nell’udienza di stamattina 25 marzo 2021 – 1600esimo anniversario della fondazione di Venezia secondo la tradizione – il pubblico ministero ha voluto replicare alle tesi esposte dalla difesa nelle udienze precedenti. Che erano, sostanzialmente, queste: gli imputati non sono evasori fiscali, sono indipendentisti veneti, si sono costituiti in Comitato di Liberazione Nazionale, come l’Olp di Arafat. E in questa veste, si proclamano cittadini della Veneta Repubblica e quindi non vogliono pagare le tasse allo Stato che ne occupa illegittimamente il territorio.

Insomma il non voler pagare le tasse all’Italia è una conseguenza necessaria del loro essere indipendentisti, e le loro ragioni di diritto internazionale non possono essere liquidate con una battuta, respinte con una risata. Vanno rispettate e valutate, soprattutto sotto il profilo soggettivo.

“Il popolo veneto non esiste”. Fogliata: è nello Statuto

Il pm, nella sua replica, ha sollevato una questione di legittimazione: il Cln veneto, ha osservato, non può rappresentare il popolo veneto perché non si è mai presentato a elezioni, a differenza degli indipendentisti scozzesi o catalani. E comunque, anche se si presentasse, cambierebbe poco perché per il pm il popolo veneto non esiste proprio: esiste solo il popolo italiano.

L’avvocato Renzo Fogliata, difensore di un gruppo di imputati, si è chiesto come si possa sostenere che non esiste il popolo veneto, quando l’esistenza del popolo veneto e persino il suo diritto ad autogovernarsi è scritto papale papale nello Statuto della Regione che è legge dello Stato.

Tapparo: processo politico

L’avvocato Cesare Tapparo, che difende un altro gruppo di imputati, ha ribadito che si tratta di un “processo politico“, perché la “disobbedienza fiscale” non è considerata un reato contro l’ordine pubblico, e poi perché era evidente che l’obiettivo del Cln veneto è lavorare per l’indipendenza, non per l’evasione fiscale. E ha citato un precedente, un leghista assolto per aver invitato a non pagare il canone Rai: diritto di opinione.

Gli imputati si attendevano una sentenza che vagliasse le loro ragioni di diritto internazionale, e che comunque tenesse conto di quelle loro convinzioni almeno sotto il profilo soggettivo, della totale assenza di dolo.

Fogliata: “Sentenza davero molto pesante”

E invece il Tribunale di Vicenza ha usato con il Clnv lo stesso metro che venne usato con i Serenissimi: l’applicazione del reato più grave che sia possibile configurare, a costo di invocare norme fasciste (nel caso dei fatti del Campanile), oppure norme precostituzionali, come nel caso del Clnv, per arrivare a punizioni esemplari.

“Attendiamo le motivazioni, è una sentenza davvero molto pesante – è il commento dell’avvocato Renzo Fogliata – contro persone che alla fine sono imputate soltanto di istigazione alla disobbedienza”.

Badii: ci rivolgeremo alla Corte dell’Aia

Gli imputati sono decisi a far valere le loro ragioni di diritto internazionale: “Ci rivolgeremo anche alla Corte dell’Aia – annuncia Patrizia Badii – perché questa sentenza confligge con il diritto all’autodeterminazione, riconosciuto a livello internazionale e anche dall’Italia. L’associazione a delinquere ci può essere per fatti di malavita, non può riguardare un Comitato di liberazione nazionale che agisce solo per affermare la sovranità della Nazione Veneta e per diffondere questa consapevolezza tra la gente del Veneto”.

Sei anni al crac di una banca, quattro al Clnv: è giusto?

Un brutto segnale, diciamo noi. In questo stesso Tribunale di Vicenza, pochi giorni fa, persone accusate di aver mal gestito una banca, di aver ingannato, danneggiato, rovinato decine di migliaia di risparmiatori, con danni sociali ed economici per miliardi di euro a famiglie e imprese, sono stati condannati ad un massimo di sei anni.

E’ la legge, naturalmente, non l’arbitrio dei giudici. Ma come può allora, al normale senso di giustizia, apparire equa una condanna a quattro anni a cittadini che in buona fede, senza violenza, hanno esposto le loro idee sull’indipendenza del Veneto e messo in campo azioni pacifiche, azioni di protesta, per arrivarci?

Disubbidienza tollerata per alcuni, punita per altri

Come può, al normale senso di giustizia, apparire giusto che la disubbidienza, quando sia esercitata per forzare norme e divieti e sbarcare migliaia di clandestini nei porti italiani sia tollerata se non premiata, mentre sia punita col carcere quando sia praticata per affermare l’indipendenza della propria Patria?

Italia e Spagna, l’arsenale normativo da non-democrazie

L’Italia e la Spagna sono ormai i soli Paesi, in Europa, a disporre di un arsenale normativo sostanzialmente da non-democrazie, che consente di fatto a Procure e Tribunali di punire con il carcere la disubbidienza. E anche questo non è davvero un bel segnale.

Una democrazia deve offrire una via lecita per parlare di indipendenza ma anche di lottare, senza atti violenti, per l’indipendenza. Se un referendum per l’indipendenza non si può fare, se un’azione di propaganda e di resistenza passiva e di disobbedienza fiscale non si può fare, se il minimo gesto politico incruento ti spedisce in galera, che senso ha la libertà di opinione e di associazione? Che senso ha, se non può in alcun modo incidere sulla realtà?

Alvise Fontanella

tratto da: (clicca qui)

2021.02.17 – Istatutu Natzionale de s’Ìsula de Sardigna

Posted by Presidenza on 17 Febbraio 2021
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Istatutu de su/pro su Pòpulu Shardana Sardu.

Totus cussos sos cales, cun apòsita documentatzione, ant a andare a rivendicare sa bera natzionalidade Sarda issoro, chi tenent giai tzitadinàntzia Italiana, opuru, cussas sos cales chi tenent natzionalidades Italiana chi ant a andare a rechèrrere sa tzitadinàntzia Sarda , giurant in s’onore issoro, in s’essèntzia issoro, e in sos pròpios avos, de respetare, atzetare, acollire, amparare e difùndere, in toto, in manera prena, amorevolmente, s’intreu càbidu de s’Istatutu Natzionale de s’Ìsula de Sardigna. Sa bandera Natzionale at a èssere istituida colletivamente.

Su presente Istatutu, est in manera prena basadu in su prenu respetu de sas Leges Universales de sa Creatzione, manifestadas umanamente comente a Leges de Deretu Naturale de esistèntzia, e fintzas adduidu chi, sas leges de deretu internatzionale, de cale in su dillindadu, su Decraru de sas Natziones Unidas in sos Deretos de sos Pòpulos Indìgenos e su Decraru De sos Deretos Universales Umanos, de cales est istadu seberadu de benefitziare, siant in gradu de permìtere cun simpres e eficatzes tèrmines, de frunire una testimonia bera e esplicativa de sa PRESÈNTZIA e ESISTÈNTZIA de sos Pòpulos Autòctonos de su praneta Terra, tziviltade de Nativos no alienos, Aborìgenos e Indìgenos, comente a palesemente èssere a totus sos efetos cussu Shardana Sardu, pòpulu Nativu Autòctonu antigu e indissolubilmente ligadu a sa creatzione matessi de su Cosmo, benit inoghe de sighida enunciato.

PREMISSA

In sa base de su commissariamento de su giai istadu Italianu, Republic of Italy Spa

https://www.gstvirtualbank.it/styled-11/

GST Virtual Bank ACT 08-30-2020 (ita) TOTUS I DIRITOS RISERVADOS SENA PREGIUDÌTZIU, UCC DOC. # 2013032035 reconnotu e in manera perenne ratificadu cun UCC DOC. # 2017-277-6608-2 de su 04 santugaine 2017. Sa GST Virtual Bank, de sighida a s’imbio de sos fundos pro su saldu de su dèpidu pùblicu de s’Istadu Italianu, overas Republic of Italy, registratzione SEC FOREIGN GOVERNMENT, CIK#: 0000052782 SIC: 8888 (rècord n.gstvb-ba001-2020 de su 13 martzu 2020), essende devènnida creditora ùnica, sena protestu, DECRARAT, cun su presente autu, su COMMISSARIAMENTO de s’Istadu Italianu, de su Guvernu Italianu, de sa Repùbblica Italiana, de sa Republic of Italy FOREIGN GOVERNMENT, CIK#: 0000052782 SIC: 8888 e de ogni e calesi siat ente e òrganu a issos collegadu.

Si notìfica chi:

1) S’inoghe presente istatutu, vigente de oras e in perpètuu, pro totus sos nativos Shardana Sardos cosi comente a fintzas pro totus sos àteros abitantes presentes in s’Ìsula de Sardigna non nativos, est inoghe costituidu pro sa sarvesa, sa salvaguàrdia, sa tutela, s’evolutzione, e ogni àtera e calesi chi siat benefica manifestatzione de sas virtudes umanas esprimibile pro mèdiu de sa tradizionalità de sos Sardos Nativos;

2) S’Ìsula de Sardigna est ufitzialmente una Terra natia pro totus sos suos nativos aborìgenos indìgenos, pòpulu chi est in manera prena capacitato a esertzitare su pròpiu deretu a s’Autoguvernu, e Autosufficienza. Ogni e calesi chi siat forestiero/alienu e esternu tipu de controllu, autu a ruinare, limitare, distrùere cosi comente a ogni àteru e calesi chi siat tipu de malevola tzircustàntzia scaturita de atos impròprios acumpridos dae sos no aborìgenos in passadu/presente/benidore, e fintzas de totus sos aborìgenos matessi compienti tales autos, est in manera cumprida NEGADA in perpètuu, a su fine de tutelare sa prena sussistèntzia e realidade de s’ìsula cun totus sos nativos abitantes suos;

3) Ogni residente nativu, atualmente presente in s’Ìsula de Sardigna, oras Natzione Autònoma, at a dèpere fàghere sas oportunas atziones a su fine de documentare sa pròpia natività, qualora si tèngiat tzertesa de sa pròpia discendèntzia e ancestralità, gràtzias a sa pròpia genètica familiare, cun sas apòsitas documentatziones disponìbiles pro mèdiu de sos ufìtzios dedicados, chi ant a dèpere èssere frunidas a sas sedes oportunas, a su fine de otènnere su màssimu godimentu de totus sos diritos presentes e enunciati in su sigo de s’istatutu. Ogni residente in s’Ìsula de Sardigna, Natzione Autònoma, non nativu, ma alienu a sa terra sarda, at a dèpere fàghere sas oportunas protzeduras pro documentare sa pròpia provenienza, intro e no ultres su tèrmine de 15 dies solares de sa notìfica de su presente istatutu a sa colletividade, pro pòdere fàghere totus sas dèvidas verìficas in relatzione a sa natura de sa permanèntzia in èssere in s’Ìsula de Sardigna, chi at a dèpere èssere diligentemente notificadu, a su fine de pòdere retzire sa tzitadinàntzia Sarda, qualora s’alienu respetaret e agradèssidos in toto pro intreu s’inoghe presente Istatutu, e no apat acumpridu niunu atu chi andet in cuntrastu cun su matessi, e apat testimoniadu cun sas pròpias atziones, sa voluntade de serbire sos inoghe enunciati doveres comunitàrios, a su fine de pòdere benefitziare de sos deretos a issos connètidos.

4) Ogni Nativu de Sardigna, atualmente residente in terra istràngia, tenet su deretu esclusivu e inviolàbile de fàghere torrada a sa terra Sua Natia, Ìsula de Sardigna, in calesi chi siat e ogni momentu, a sua totale e cumpleta discretzione, retzinde ogni suportu netzessàriu a banda de sos entes istràngios in su cale terra su nativu s’agatet, apo cumprèndidu sos costos e sos gastos de sustentare pro su biàgiu de trasferimentu e su trasportu de sos benes personales gosados dae su Nativu subra terra istràngia.

5) Cada nativu tenet sa prena e totale responsabilidade de respetare in manera integrale s’intreu istatutu, cun cussèntzia e diligenza, manifestende su prus evoluto cumportamentu umanu, a sa tutela e salvaguàrdia de sas pròpias traditziones e orìgines, pro torrare gràtzia a sos pròpios avos e costruire sas prus favorèvoles cunditziones de isvilupu pro sos nascituri de s’ìsula e de totu sa pròpia dinastia familiare, cun su màssimu onore e amore.

6)Ogni residente tzitadinu reconnotu de s’Ìsula de Sardigna, non Nativu, s’assumet sa prena e totale responsabilidade de ogni e cada manifestatzione de sa pròpia essèntzia, cumprèndida sa màssima e vincolante voluntade a su respetu cumpletu e totale cara a sos doveres de cales a su presente istatutu si faghet espressada notìfica, cun conviviale e mutuale collaboratzione de sos Nativos, chi s’impinnant a mantènnere intatu e istàbile s’ambiente naturale de s’Ìsula de Sardigna, in su prenu respetu de totus sas traditziones suas e de s’istòria sua ancestrale sin de sa creatzione de s’universu connotu, chi tenet gestato sos primos òmines e don in sa Terra Sarda. Cun s’inoghe presente si notìfica chi nudda de su presente Decraru, inoghe mutida èssere “Istatutu Natzionale de s’Ìsula de Sardigna”, podet èssere interpretadu in su sensu de implicare unu deretu de unu calesi siat Istadu, grupu o persone de esertzitare un’ faina o de acumprire un’atu mirante a sa destruidura de calicunu de sos diritos e de sas libertades in issa enunciati.

Cun ispiratzione a su Decraru de sos Deretos Universales Umanos e de su Decraru de sas Natziones Unidas in sos Deretos de sos Pòpulos Indìgenos, de cales s’est cumpartzidu e reconnotu custu chi benit enunciano in sos sighentes artìculos, comente a ala fundamentale e integrante de s’organizatzione olistica de sa Natzione de s’Ìsula de Sardigna, in fide e respetu, de ogni e calesi siat forma de chintu, si notìficant sos sighentes artìculos.

Decraru e Istatutu de sos Deretos De sos Nativos

Shardana Sardos de Sardigna :

Artìculu 1

Totus sos èsseres umanos naschent lìberos e eguales in dignidades e diritos. Issos sunt dotados de resone e de cussèntzia e depent agire sos uni cara a sos àteros in ispìritu de fratellanza.

Artìculu 2

A ogni indivìduu tocant totus sos diritos e totus sas libertades enunciate in su presente Decraru, sena distintzione carchi, pro resones de ratza, de colore, de sessu, de limba, de religione, de opinione polìtica o de àteru gènere, de orìgine natzionale o sotziale, de richesa, de nàschida o de àtera cunditzione. Niuna distintzione at a èssere annotamala istabilida in sa base de s’istatutu polìticu, giurìdicu o internatzionale de su paisu o de su territòriu cale una persone apartenet, siat indipendente, o sutapostu a amministratzione fidutziària o no autònomu, o sugetu a calesi siat limitatzione de soberania.

Artìculu 3

Ogni indivìduu tenet diritu a su chintu, a sa libertade e a sa seguridade de sa pròpia persone.

Artìculu 4

Niunu indivìduu at a pòdere èssere tentu in istadu de iscravidade o de tzerachia; s’iscravidade e sa trata de sos iscraos ant a èssere proibidas in suta de calesi chi siat format.

Artìculu 5

Niunu indivìduu at a pòdere èssere sutapostu a tortura o a tratamentu o a punitzione crudeles, inumanos o degradantes.

Artìculu 6

Ogni indivìduu tenet diritu, in ogni logu, a su reconnoschimentu de sa personalidade giurìdica sua.

Artìculu 7

Totus sunt eguales dinanzi a sa lege e tenent diritu, sena carchi discriminatzione, a un’eguale tutela a banda de sa lege. Totus tenent diritu a un’eguale tutela contra ogni discriminatzione chi vìolet su presente Decraru comente a contra calesi chi siat incitamento a tale discriminatzione.

Artìculu 8

Ogni indivìduu tenet diritu a un’ efetiva possibilidade de ricursu a cumpetentes tribunales contra autos chi vìolent sos deretos fundamentales a issu reconnotos dae s’inoghe presente istatutu e de ogni lege natzionale e internatzionale de unos àteros paisos.

Artìculu 9

Niunu indivìduu at a pòdere èssere arbitrariamente arrestadu, detentu o esiliadu.

Artìculu 10

Ogni indivìduu tenet diritu, in positzione de prena agualidade, a un’ecuànime e pùblica udièntzia dae in antis unu tribunale pobulare indipendente e impartziale, a su fine de su determinu de sos suos diritos e de sos doveres suos, puru de sa fondatezza de ogni acusa penale chi li bèngiat girada.

Artìculu 11

Ogni indivìduu acusadu de unu reatu est presumidu innotzente finas a chi sa nechesa sua non siat istada proada in manera legale in unu pùblicu protzessu in su cale issu apat tentu totus sas garantzias netzessàrias pro sa defensa sua. Ogni indivìduu at a èssere cundennadu pro unu cumportamentu commissivo od omissivo chi, pro como in cale siat istadu perpetuadu, non siat istadu cunsideradu reatu segundu su diritu internu o segundu su deretu internatzionale, a càusa de cuntierras de riellu e irresonàbiles erradas interpretatziones de su Decraru de sos Deretos Universales Umanos, e de su Decraru de sas Natziones Unidas in sos Deretos de sos Pòpulos Indìgenos. At a andare a èssere inflitta pena uguale a cussa aplicàbile pro como in cale su reatu siat istadu commitidu o superiore qualora su bòlere pobulare retèngiat chi sa pena non siat in manera adeguada sufitziente a sa prena indennizzazione de sos disacatos subidos a càusa de tales reatos.

Artìculu 12

Niunu indivìduu at a pòdere èssere sutapostu a interferèntzias arbitràrias in su chintu privadu suo, in sa famìlia sua, in sa domo sua, in sa posta sua, ne a lesione de s’onore suo e de sa reputatzione sua. Ogni indivìduu tenet diritu a èssere tuteladu dae sa lege contra tales interferèntzias o lesiones.

Artìculu 13

Ogni indivìduu tenet diritu a sa libertade de movimentu e de residèntzia intro sas làcanas de ogni Istadu. Ogni indivìduu tenet diritu de lassare calesi siat paisu, inclùdidu su pròpiu, e de torrare in su pròpiu paisu.

Artìculu 14

Ogni indivìduu tenet su deretu de chircare e de gosare in unos àteros paisos asilu de sas persecutziones. Custu diritu no at a pòdere èssere invocadu qualora s’indivìduu siat a beru chircadu pro reatos non polìticos o pro atziones contràrias a sos fines e a sos prìntzipes de sas Natziones Unidas.

Artìculu 15

Ogni indivìduu tenet diritu a una tzitadinàntzia e a su reconnoschimentu de sa natzionalidade Sua. Niunu indivìduu at a pòdere èssere arbitrariamente privadu de sa tzitadinàntzia sua, ne de su deretu de mudare tzitadinàntzia.

Artìculu 16

Òmines e don in edade adata tenent su deretu de s’unire e de fundare una famìlia, sena carchi limitatzione de ratza, tzitadinàntzia o religione. Issos tenent eguales diritos riguardu a s’unione, durante s’unione e qualora si detzidat de isòrbere tale unione, s’assument sa prena e totale responsabilidade de sa netzessària salvaguàrdia e tutela de sa prole de issoro creada. S’unione at a pòdere èssere concruida feti cun su lìberu e prenu cunsensu de sos benidores unidos, òmine e don. Sa famìlia est su nùcleu naturale e fundamentale de sa sotziedade e tenet diritu a èssere amparada dae sa sotziedade e de sa Natzione.

Artìculu 17

Ogni indivìduu tenet su deretu a tènnere at risòrgidu pro sa personale

sussistèntzia sua e/o in comuna cun àteros. Niunu indivìduu at a pòdere èssere

arbitrariamente privadu de sas risursas a issu netzessàrias.

Artìculu 18

Ogni indivìduu tenet diritu a sa libertade de pensamentu, de cussèntzia e de

assòtziu; tale diritu includet sa libertade de seberare custa chi in manera majore siat de benefìtziu a sa pròpia evolutzione coscienziale e a cussa colletiva, e sa libertade de manifestare, in manera isulada o in comuna, e siat in pùblicu chi in privadu, sa pròpia voluntade e su pròpiu deretu in s’insegnamentu, in sas pràticas, in s’isvilupu e in s’osservàntzia de sos autos dedicados a s’evolutzione de sa Cussèntzia Individuale e Colletiva.

Artìculu 19

Ogni indivìduu tenet diritu a sa libertade de opinione e de espressione inclùdidu su deretu de no èssere molestato pro sa pròpia opinione e cudda de chircare, retzire e difùndere informatziones e ideas pro mèdiu de ogni mesu e sena riguardu a fronteras.

Artìculu 20

Ogni indivìduu tenet diritu a sa libertade de riunione e de assòtziu paghiosu. Nemos podet èssere costrintu a fàghere parte de un’ assòtziu contra sa voluntade sua.

Artìculu 21

Ogni indivìduu tenet diritu de partetzipare a su guvernu de sa Natzione, siat

diretamente, siat pro mèdiu de rapresentantes liberamente seberados. Ogni

indivìduu tenet diritu de atzèdere in cunditziones de egualidade a sos pùblicos

impreos de su pròpiu paisu. Sa voluntade pobulare est su fundamentu de sa màchina guverno; tale voluntade depet èssere espressada pro mèdiu de periòdicas e veritiere eletziones sociocratiche, fatas a suffragio universale e eguale, segundu una protzedura ecuivalente de lìbera votatzione tzertificada.

Artìculu 22

Ogni indivìduu, in cantu membru de sa sotziedade, tenet diritu a sa seguridade

sotziale, puru a sa realizatzione pro mèdiu de s’isfortzu natzionale e sa cooperatzione internatzionale e in raportu cun s’organizatzione e sas risursas de ogni Istadu, de sos deretos econòmicos, sotziales e culturales indispensàbiles a sa dignidade sua e a su lìberu isvilupu de sa personalidade sua.

Artìculu 23

Ogni indivìduu tenet diritu a sa pròpia màchina realizatzione, a su lìberu sèberu de sos campos de realizatzione de sa pròpia essèntzia, a giustas e soddisfacenti cunditziones de manifestatzione de sos pròpios talentos e a s’amparu contra s’ostruzionismo de sa pròpia màchina determinu. Ogni indivìduu, sena discriminatzione, tenet diritu a eguale reconnoschimentu pro sas pròpias realizatziones. Ogni indivìduu chi s’impreat a sa pròpia màchina

realizatzione tenet diritu a unu suportu comunitàriu chi assiguret a issu

matessi e a sa famìlia sua un’esistèntzia cunforme a sa dignidade umana e

integrada, si netzessàriu, de unos àteros mèdios de amparu sotziale. Ogni

indivìduu tenet diritu de fundare de sos assòtzios e/o de bos aderire pro sa difesa e s’isvilupu de sos deretos Natzionales, individuales, e colletivos.

Artìculu 24

Ogni indivìduu tenet diritu a su pasu e a su svago, cumprendende in custu una resonàbile limitatzione de sas oras dedicadas a sos doveres sotziales comunitàrios, in su respetu de sa pròpia salude e de su pròpiu benèssere, puru respetende su deretu de retzire sas giustas curas e atentos cando e qualora siat

netzessàriu, a ristabilire unu prenu e totale istadu de balia.

Artìculu 25

Ogni indivìduu tenet diritu a unu tenore de chintu sufitziente a garantire sa salude e su benèssere pròpiu e de sa famìlia sua, cun piessignu riguardu

a s’alimentatzione, a su vestiàriu, a sa domo, e a sas curas mèdicas e a sos

servìtzios sotziales netzessàrios; e tenet diritu a sa seguridade in casu de momentanea inabilidade a sa pròpia realizatzione, maladia, invalididade, vedovanza, betzesa o in àteru casu de pèrdere de mèdios de sussistèntzia pro tzircustàntzias indipendentes de sa voluntade sua. Sa maternidade e s’infàntzia tenent diritu a ispetziales curas e assistu. Totus sos pipios, naschidos dae s’unione, depent gosare de su matessi amparu sotziale.

Artìculu 26

Ogni indivìduu tenet diritu a s’imparu. S’imparu est semper gratuita pro ogni livellu iscolàsticu. S’imparu fundamentale e de base, benit a èssere una cunditzione cuotidiana determinada dae s’integratzione de sos indivìduos chi apartenent a su pòpulu, pro mèdiu de s’imparu comunitàriu naturale presente in ogni nùcleu sotziale Natzionale. S’imparu tècnicu e professionale est torrada accessibile e a sa portada de totus mentras s’imparu superiore depet èssere in manera eguale accessibile a totus in sa base de su mèritu, e de sas cumpetèntzias manifestadas dae su sìngulu indivìduu, chi retzit su màssimu suportu e tutela a su fine de màchina si realizare in manera cussente. S’imparu depet èssere indiritzada a su prenu isvilupu de sa personalidade umana e a s’afortiamentu de su respetu de sos diritos umanos e de sas libertades fundamentales. Issa depet promòvere sa cumprensione, sa tolleràntzia, s’amighèntzia intre totus sas ànimas bividoras de sa Natzione, e de ogni ànima bividora aliena rispettante sas Leges Universales e sas Leges Naturales, e depet favorire s’òpera pro su mantenimentu de sa paghe. Sos genitores tenent diritu de prioridade in su sèberu de su gènere de imparu de impartire a sos fìgios issoro, respetende su bòlere de sos matessi in su prenu e lìberu isvilupu de sos talentos issoro esserici.

Artìculu 27

Ogni indivìduu tenet diritu de pigare ala liberamente a su chintu culturale

de sa comunidade, de gosare de sas artes e de partetzipare a su progressu sientìficu e a sos benefìtzios suos. Ogni indivìduu tenet diritu a s’amparu de sos riellos morales e materiales derivanti de ogni produtzione sientìfica, literària e artìstica de cale issu siat autore.

Artìculu 28

Ogni indivìduu tenet diritu a un’òrdine sotziale e internatzionale in su cale sos diritos e sas libertades enunciati in custu Decraru potzant èssere in manera prena realizados.

Artìculu 29

Ogni indivìduu tenet de sos doveres cara a sa comunidade, in sa cale est possìbile su lìberu e prenu isvilupu de sa personalidade sua e godimentu de sos pròpios diritos, cando tales doveres siant istados acumpridos e onorevolmente respetados, mantenende meritocraticamente su gosamentu de ogni deretu a issos cunsighentes. In s’esertzìtziu de sos suos diritos e de sas libertades suas, ognunu depet èssere sutapostu feti a cussas limitatziones chi sunt istabilidas dae sa lege pro assigurare su reconnoschimentu e su respetu de sos diritos e de sas libertades de sos unos àteros e pro satisfàghere sos giustos bisòngios de sa morale, de s’òrdine pùblicu e de su benèssere generale in una sotziedade sociocratica. Custos diritos e custas libertades non podent in niunu casu èssere esertzitados in cuntrastu cun sos fines e prìntzipes de sa Natzione Sardigna.

Artìculu 30

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, siat comente a colletividade siat comente a persones, tenet diritu a su prenu godimentu de totus sos diritos umanos e de sas libertades fundamentales gasi comente sunt reconnotos in sa Carta de sas Natziones Unidas, in su Decraru Universale de sos Deretos de s’òmine e in sa legislatzione internatzionale in sos deretos umanos, e in su Decraru de sas Natziones Unidas in sos Deretos de sos Pòpulos Indìgenos.

Artìculu 31

Su pòpulu Shardana Sardu e sos indivìduos indìgenos Sardos sunt lìberos e

eguales a totus sos àteros pòpulos e indivìduos, e tenent diritu a no èssere in carchi modu discriminados in s’esertzìtziu de sos issoro diritos, in piessignu pro cantu riguardat s’orìgine issoro o identidades indìgenas.

Artìculu 32

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu at rivendicadu su deretu suo a s’autodeterminatzione. In virtude de tale diritu issos determinant liberamente su pròpiu istatutu polìticu e persighint liberamente s’isvilupu econòmicu issoro, sotziale e culturale.

Artìculu 33

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, in s’esertzìtziu de su deretu issoro a s’autodeterminatzione, tenent diritu a s’autonomia o a s’autoguvernu in sas chistiones chi riguardant sos afares internos issoro e locales, comente a fintzas a dispònnere de sos modos e de sos mèdios pro finantziare sas funtziones autònomas issoro.

Artìculu 34

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a mantènnere e afortiare sas piessignas istitutziones polìticas issoro, giurìdicas, econòmicas, sotziales e culturales, puru mantenende su deretu issoro a partetzipare in manera prena, si

sèberant de lu fàghere, a su chintu polìticu, econòmica, sotziale e culturale de sas Natziones èsteras.

Artìculu 35

Ogni persone indìgena Shardana Sarda tenet diritu a sa natzionalidade sua.

Artìculu 36

Sas persones indìgenas Shardana Sardas tenent diritu a su chintu, a s’integridade fìsica e mentale, a sa libertade e a sa seguridade personale. Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet su deretu colletivu a bìvere in libertade, paghe e seguridade comente a pòpulu distintu e non depent èssere sugetos a carchi atu de genotzìdiu o calesi chi siat àteru autu de violèntzia, in cue cumprèndidu su trasferimentu fortzadu de pipios de su grupu de apartenèntzia a àteru grupu.

Artìculu 37

Su pòpulu e sos indivìduos indìgenos Shardana Sardos, tenent diritu a no èssere sutapostos a s’assimilatzione fortzada o a sa destruidura de sa cultura

issoro. Sos Istados èsteros depent providire eficatzes medidas de preventzione

e cumpensatzione pro: (a) Calesi siat autu chi tèngiat sa fine o s’efetu de los privare de s’integridade issoro comente a pòpulos distintos, opuru de sos balores culturales issoro o de sas identidades ètnicas issoro; (b) Calesi siat autu chi tèngiat sa fine o s’efetu de los espropriare de sas pròpias terras, territòrios e at risòrgidu; (c) Calesi siat forma de trasferimentu fortzadu de sa populatzione chi tèngiat sa fine o s’efetu de violare o minare cale chi siat de sos issoro diritos; (d) Calesi siat forma de assimilatzione o integratzione fortzada; (e) Calesi siat forma de propaganda furriada a promòvere o istigare sa discriminatzione ratziale o ètnica in sos cunfrontos issoro.

Artìculu 38

Su pòpulu e sos indivìduos indìgenos Shardana Sardos tenent diritu a apartènnere a sa comunidade issoro e Natzione indìgena, in cunformidade cun sas traditziones e sos costùmenes de sa comunidade e natzione in chistione. De s’esertzìtziu de custu diritu non depet derivare carchi discriminatzione de carchi tipu.

Artìculu 39

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu cumpostu de totus sos suos nativos, non

podent èssere iscostiados cun sa fortza de sas terras issoro o territòrios. Niuna

forma de delocalizzazione at a pòdere tènnere logu de su pòpulu indìgenu in

chistione. Totu s’àrea geogràfica de s’Ìsula de Sardigna e atacadas micro ìsulas, est de eredades ancestrale de sos Nativos de Sardigna, e at a dèpere èssere in s’immediatu e cun rifata oportuna in manera prena rèndida a su pòpulu indìgenu Shardana Sardu , cale beru e ùnicu benefitziàriu Universale. Niuna ala de terra, siat istada issa bèndida, espropriada, o sutràida cun sa trassa, gherra e/o ocupatzione aliena, at a pòdere abarrare de propiedade de sa tres una.

Artìculu 40

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a sighire e abbivare sos pròpios costùmenes e traditziones culturales. Custa cumprendet su deretu a mantènnere, amparare e isvilupare sas manifestatziones coladas, presentes e benidoras de sa cultura issoro, cales sos sitos archeològicos e istòricos, sos manufatos, sos disinnos e sos mollos, sas tzerimònias, sas tecnologias, sas artes visivas e de s’ispetàculu e sa literadura. Sos Istados èsteros ant a dèpere providire a una rifata pro mèdiu de mecanismos eficatzes – chi ìmplicant sa torradura – postos a puntu de cuntzertu cun su pòpulu indìgenu, pro cantu riguardat sos benes culturales, intelletuales, religiosos e ispirituales, geogràficos e ogni e calesi chi siat bene associabile a sa dinastia de sos Shardana, chi siant istados issoro sutràidos sena s’issoro lìberu, previo e informadu cunsensu opuru in violatzione de sas leges issoro, traditziones e costùmenes.

Artìculu 41

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a manifestare, praticare,

promòvere e insegnare sas traditziones ispirituales issoro e religiosas, sos costùmenes issoro e sas tzerimònias issoro; tenent diritu a preservare e amparare sos issoro sitiados religiosos e culturales e a bos àere atzessu in forma riservada; diritu a s’impreu e a su controllu de sos ogetos tzerimoniales issoro; e diritu a su rimpatrio de sas issoro spoglie. Sos Istados èsteros depent in manera obligatòria cunsentire s’atzessu e/o su rimpatrio de sos ogetos tzerimoniales e de sas spoglie in possessu issoro pro mèdiu de mecanismos giustos, trasparentes e efficienti istabilidos de cuntzertu cun su pòpulu indìgenu Shardana Sardu in chistione.

Artìculu 42

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a abbivare, impreare,

isvilupare e trasmìtere a sas benidoras generatziones sas istòrias issoro, limbas, traditziones orales, filosofias, sistemas de iscritura e literaduras, e a designare e mantènnere sos nùmenes traditzionales issoro pro sas comunidades, sos logos e sas persones. Sos Istados èsteros ant a adotare medidas adeguadas pro assigurare su respetu de custu diritu e pro garantire chi su pòpulu indìgenu Shardana Sardu potzat cumprèndere e èssere cumprèndidos in sos protzedimentos polìticos, giurìdicos e amministrativos, providinde cando netzessàriu a sos servìtzios de interpretariato o a unos àteros mesos adeguados.

Artìculu 43

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a istituire e compidare sos pròpios sistemas issoro e istitutziones educativos impartendo s’imparu in sas limbas issoro, in una manera consona cun sos pròpios mètodos culturales de insegnamentu e aprendimentu. Sas persones indìgenas, in piessigna sos pipios, tenent diritu de atzèdere a totus sos livellos e sas formas de imparu pùblicu sena discriminatziones. Sos Istados èsteros, de cuntzertu cun su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, ant a adotare medidas adeguadas a fàghere ei chi sas persones indìgenas, in special modu sos pipios, in cue apo cumprèndidu sos chi bivent a foras de sas comunidade issoro, tèngiant atzessu, cando possìbile, a s’annestru in sa pròpia cultura, frunida in sa pròpia limba.

Artìculu 44

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a chi sa dignidade e sa diversidade de sa cultura issoro, traditziones, istòrias e aspiratziones si rispecchino in modu adeguadu in s’annestru e in sa pùblica informatzione. Sos Istados èsteros ant a adotare medidas adeguadas, in consultatzione e cooperatzione cun su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, pro gherrare su pregiudìtziu e eliminare sa discriminatzione e pro promòvere sa tolleràntzia, sa cumprensione e sos bonos raportos tra sos pòpulos indìgenos e totus sos àteros setores de sa sotziedade.

Artìculu 45

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a istituire sos pròpios mèdias issoro in sas pròpias limbas e a tènnere atzessu a totus sas formas de mèdia nonindigeni sena carchi discriminatzione. Sos Istados èsteros ant a adotare medidas adeguadas a garantire chi sos mèdias pùblicos rispecchino in su modu dèpidu sa diversidade culturale indìgena. Sos Istados èsteros, sena pregiudicare sa garantzia de sa prena libertade de espressione, ant a dèpere incoragire sos mèdia privados a rispecchiare in modu adeguadu sa diversidade culturale indìgena.

Artìculu 46

Sos indivìduos e su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenent diritu a gosare in manera prena de totus sos diritos istabilidos dae su deretu vigente in sa màchina realizatzione natzionale e internatzionale. Sos Istados èsteros, in consultatzione e collaboratzione cun su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, depent pigare medidas dillindadas autas a amparare sos pipios indìgenos de s’isfrutamentu econòmicu e de calesi chi siat traballo , risultante perigulosu o chi interferisca cun s’annestru de su pipiu, o nòghere a sa salude de su pipiu, o a s’isvilupu fìsicu suo, mentale, ispirituale, morale e sotziale, tenende presente sa piessigna vulnerabilità de sos pipios e s’importu de s’annestru in sa prena realizatzione issoro. Sas persones indìgenas tenent diritu a no èssere sugetas a carchi cunditzione discriminatòria de traballu e, in piessignu, de impreu o salàriu. Issos tenent su prenu deretu a sa màchina realizatzione pro mèdiu de sas pràticas sotziales comunitàrias de isvilupu de Sè, detadas dae sa màchina cussèntzia e Lìberu Arbìtriu.

Artìculu 47

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a partetzipare in sos protzessos detzisionales in sas chistiones chi podent riguardare sos issoro diritos, pro mèdiu de unos rapresentantes seberados tra issoro in acòrdiu cun sas pròpias protzeduras issoro, comente a fintzas a mantènnere e isvilupare sas pròpias istitutziones detzisionales issoro indìgenas.

Artìculu 48

Sos Istados èsteros si depent consultare e cooperare in bona fide cun su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tràmite sas pròpias istitutziones rapresentativas issoro in modu de otènnere s’issoro lìberu, previo e informadu cunsensu in antis de adotare e aplicare medidas legislativas o amministrativas chi los riguardent.

Artìculu 49

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a mantènnere e isvilupare sos

sistemas issoro o istitutziones polìticos, econòmicos e sotziales, a dispònnere in totu seguridade de sos pròpios mesos de sussistèntzia e de isvilupu e a si dedicare liberamente a totus sas fainas econòmicas issoro traditzionales e de àteru tipu. Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu , nudadu de sos pròpios mesos de sussistèntzia e isvilupu tenet diritu a un’indennizu giustu e ecuànime.

Artìculu 50

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu, sena discriminatzione, a su megioru de sas pròpias cunditziones econòmicas e sotziales, apo inclùdidu, intre sos àteros, sos àmbitos de s’annestru, ocupatzione, formatzione e ricualificatzione professionale, allògiu, igiene e assistu sanitàriu e sotziale. Sos Istados èsteros, ant a dèpere pigare medidas eficatzes e, ue est oportunu, medidas ispetziales pro assigurare su continu megioru de sas cunditziones econòmicas issoro e sotziales. Un’ atentu piessignu depet èssere girada a sos diritos e a sos bisòngios piessignos de antzianos, don, giòvanos, pipios e isentos indìgenos.

Artìculu 51

In s’atuatzione de custu Decraru s’at a dèpere prestare un’ atentu piessignu a sos diritos e a sos bisòngios piessignos de antzianos, don, giòvanos, pipios e isentos indìgenos. Sos Istados èsteros, de cuntzertu cun Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, ant a adotare de sas medidas autas a assigurare chi sas don e sos pipios indìgenos gosent de unu prenu amparu e de ogni garantzia contra ogni forma de violèntzia e discriminatzione.

Artìculu 52

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a determinare e elaborare sas

prioridades e sas istrategias a su fine de esertzitare su pròpiu deretu a s’isvilupu. In piessignu, Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a partetzipare in manera ativa a s’elaboratzione e a sa definitzione de sos programmas relativos a salude, allògiu e unas àteras chistiones econòmicas e sotziales chi los riguardant e, in sa medida de su possìbile, tenent diritu a amministrare tales programmas mediante sas pròpias istitutziones issoro.

Artìculu 53

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a sas pròpias meighinas traditzionales e a mantènnere sas pròpias pràticas de guarigione, cumprèndida sa cunservatzione de sas issoro prantas meighinales, animales e pedras de vitale riellu. Sas persones indìgenas tenent annotamala diritu a s’atzessu, sena

carchi discriminatzione, a totus sos servìtzios sotziales e sanitàrios. Sas persones indìgenas tenent paris diritu a gosare de su livellu prus artu possìbile de salude mentale e fìsica. Sos Istados estri ant a acumprire sos passos netzessàrios pro batire in manera progressiva custu deretu a sa prena realizatzione sua.

Artìculu 54

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a mantènnere e afortiare sa pròpia dillindada relatzione ispirituale cun sas terras, sos territòrios, sas abbas, sas zonas marìtimas costeras e sas àteras at risòrgidu traditzionalmente de eredade issoro o altrimenti ocupados e impreados, e a tramandare a sas generatziones benidoras sas responsabilidade issoro a su riguardu.

Artìculu 55

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a sas terras, territòrios e at risòrgidu chi traditzionalmente possediant o ocupaiant opuru tenent altrimenti

impreadu o achiridu, in special riferimentu FUNDAMENTALE a s’Ìsula de Sardigna totu, chi cumprendet sas micro ìsulas a issa connètidas, e ogni e calesi siat àrea geogràfica de sa Sardigna. Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a sa propiedade, impreu, isvilupu e controllu de sas terras, de sos territòrios e de sas risursas chi possedint pro motivos de propiedade ereditària traditzionale opuru de unas àteras formas traditzionales de ocupatzione o impreu, comente a fintzas de sos chi tenent altrimenti achiridu. Sos Istados èsteros ant a dare reconnoschimentu e amparu legales a custas terras, territòrios e at risòrgidu. Custu reconnoschimentu at a èssere dadu in su dèvidu respetu de sos costùmenes, de sas traditziones e de sos regìmenes de propiedades terriera de sos pòpulu indìgenu Shardana Sardu.

Artìculu 56

Sos Istados èsteros ant a aviare e ant a realizare, de cuntzertu cun Su pòpulu

indìgenu Shardana Sardu in chistione, unu protzessu ecuànime, indipendente,

impartziale, abertu e trasparente, chi diat su dèvidu reconnoschimentu a sas

leges, a sas traditziones, a sos costùmenes e a sos regìmenes de propiedades terriera de sos pòpulos indìgenos, a sa fine de reconnòschere e agiudicare sos deretos de su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, chi riguardant sas terras issoro, territòrios e at risòrgidu, in cue apo cumprèndidu sos chi fiant traditzionalmente in possessu issoro o altrimenti ocupados o impreados. Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a partetzipare a custu protzessu.

Artìculu 57

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a sa torradura e a un’ecuànime rifata pro sas terras, sos territòrios e sas risursas chi traditzionalmente possediant e de cales sunt erederis legìtimos, terras chi ocupaiant o impreaiant e chi sunt istados cunfiscados, apo pigadu, ocupados, impreados opuru iscalabrados sena s’issoro lìberu, previo e informadu cunsensu, o a càusa de gherras. A prus pagu chi non bi siat unu diferente acòrdiu istipuladu liberamente cun sos pòpulos in chistione, sa rifata at a èssere costituidu dae sas terras, territòrios e at risòrgidu de propiedade ereditària, estensione e regìmene giurìdicu e de un’indennizu pecuniàriu o de àteru tipu de rifata adeguada qualora sos disacatos subidos siant àncoras atualmente presentes.

Artìculu 58

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a sa cunservatzione e amparu de s’ambiente e de sa capatzidade produtiva de sas terras issoro, territòrios e at risòrgidu. Sos Istados èsteros depent aviare e realizare programmas de assistu a su pòpulu indìgenu Shardana Sardu pro assigurare tale cunservatzione e amparu, sena discriminatziones. Sos Istados èsteros depent adotare medidas eficatzes pro assigurare chi niunu tipu de stoccaggio o eliminatzione de sustàntzias perigulosas tèngiat logu in sas terras o territòrios de su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, puru S’IMMEDIATU smantellamento e ricualificatzione de totus sos ambientes e fàbricos chi a oe in manera impròpria siant presentes in sa Natzione Sarda. Sos Istados èsteros depent fintzas adotare medidas eficatzes pro assigurare, qualora siat netzessàriu, chi bèngiant in manera dèpida realizados de sos programmas de compudu, preventzione e recùperu de sa salude de su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, cosi comente a sunt istados cuntzepidos e realizados dae sos pòpulos corfidos dae tales sustàntzias, indennizende totus nativos corfidos dae sas scellerate atziones fatas dae sas tres un’in s’Ìsula de Sardigna.

Artìculu 59

In sas terras o territòrios de su pòpulu indìgenu Shardana Sardu no at a pòdere tènnere logu carchi atzione militare, a prus pagu chi siat giustificada dae rilevantes motivos de riellu pùblicu o s’in casu bi siat su cunsensu o sa recherta a banda de su pòpulu indìgenu Shardana Sardu in chistione. Ogni e calesi siat base militare èstera atualmente presente in s’Ìsula de Sardigna, at cumprèndidu sas bases militares Naschidu, sunt oras e in perpètuu dismesse cun sèida stante de sas operatividades cunsideradas issoro sessadas. Sa Natzione Sarda no est in gherra cun niuna natzione mundiale, e a su contràriu promovet sa Pace universale de sos pòpulos, cale màssima elevazione coscienziale pròpia de sa cussèntzia de sos Nativos de Sardigna. Prima de fàghere de sas atziones militares, sos Istados èsteros ant a dèpere aviare beras consultatziones cun su pòpulu indìgenu Shardana Sardu in chistione, pro mèdiu de protzeduras apropriadas e in piessigna cun sas istitutziones rapresentativas issoro, solu cando e qualora sos Nativos rechèrgiant s’interventu de fortzas militares pro resones de seguridade, e mai pro resones guerrafondaie.

Artìculu 60

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a mantènnere, compidare, amparare e isvilupare su pròpiu patrimoniu culturale, s’issoro ischire traditzionale e sas espressiones culturales issoro traditzionales, gasi comente sas manifestatziones de sas sièntzias issoro, tecnologias e culturas, in cue at cumprèndidu sas risursas umanas e genèticas, sos sèmenes, sas meighinas, sos connoschimentos de sas propiedades de sa flora e de sa fàuna, sas traditziones orales, sas literaduras, sos disinnos e sos mollos, sos isport e sos giogos traditzionales e sas artes visivas e de s’ispetàculu. Tenent fintzas diritu a mantènnere, compidare, amparare e isvilupare sa propiedade intelletuale issoro in tale patrimoniu culturale, in s’ischire traditzionale e in sas espressiones culturales traditzionales. De cuntzertu cun su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, sos Istados èsteros depent adotare medidas autas a reconnòschere e a amparare s’esertzìtziu de custos deretos.

Artìculu 61

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a definire e elaborare sas prioridades e sas istrategias pro s’isvilupu o s’usu de sas terras issoro o territòrios e de sas unas àteras risursas. Sos Istados èsteros s’ant a dèpere consultare e cooperare in bona fide cun su pòpulu indìgenu Shardana Sardu in chistione, tràmite sas istitutziones rapresentativas issoro, in modu tale de otènnere s’issoro lìberu e informadu cunsensu in antis de totu a s’aprovatzione de calesi chi siat progeto chi influat in sas terras issoro o territòrios e in sas unas àteras risursas, in modu piessignu pro cantu pertocat sa valorizatzione, s’impreu o s’isfrutamentu de sas risursas mineràrias, ìdricas o de àteru tipu, chi ant a èssere at cuntzèdidu solu e esclusivamente a pustis de aprovatzione Natzionale fata plenariamente cun s’intreu pòpulu nativu. Sos Istados èsteros ant a dèpere providire de sos mecanismos eficatzes pro unu giustu e ecuànime indennizu pro calesi siat de sas sopraccitate fainas, e s’ant a dèpere aprontare medidas adeguadas pro evitare de su totu calesi chi siat possìbile impatu noghile a livellu ambientale, econòmicu, sotziale, culturale o ispirituale.

Artìculu 62

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a definire sa pròpia identidade

o apartenèntzia in cunformidade cun sos pròpios costùmenes e traditziones. Custa non pregiùdicat su deretu de sas persones indìgenas a otènnere sa tzitadinàntzia de sos Istados èsteros in cales bivent. Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a definire sas istruturas de sas pròpias istitutziones e a nd’arratzare sa cumpositzione in cunformidade cun sas pròpias protzeduras.

Artìculu 63

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a promòvere, isvilupare e mantènnere sas istruturas istitutzionales issoro e sos pròpios costùmenes issoro, ispiritualidades, traditziones, protzeduras, pràticas e, laddove esistant, sos sistemas issoro o costùmenes giurìdicos, in cunformidades cun sas normas internatzionales relativas a sos deretos umanos.

Artìculu 64

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a definire sas responsabilidades individuales a s’internu de sas comunidade issoro.

Artìculu 65

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a su reconnoschimentu, a s’osservàntzia e a s’aplicatzione de sos tratados, de sos acòrdios o de sas unas àteras intesas istipulados cun sos Istados o cun sos issoro sutzessores, e tenet altresì diritu a chi sos Istados onorent e respetent tales tratados, acòrdios o unas àteras cumprèndidas in manera dillindada in relatzione a su Decraru de sos Deretos Universales Umanos e a su Decraru de sas Natziones Unidas in sos Deretos de sos Pòpulos Indìgenos. Nudda de cantu càbidu in custu Decraru podet èssere cumprèndidu comente a idòneu a limitare o negare sos deretos de sos pòpulos indìgenos chi figurant in sos tratados, in sos acòrdios o in sas unas àteras intesas.

Artìculu 66

Sos Istados èsteros, de cuntzertu e in cooperatzione cun su pòpulu indìgenu Shardana Sardu, depent adotare sas medidas adeguadas, in cue at cumprèndidu cussas legislativas, pro sa realizatzione de sos fines de custu Decraru.

Artìculu 67

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a retzire assistu finantziàriu e tècnica, a banda de sos Istados èsteros , e fintzas de totus sas Entes Extraterritoriales a arta fine umanitàriu, in su cuadru de sa cooperatzione internatzionale, pro su godimentu de sos diritos càbidos in custu Decraru.

Artìculu 68

Su pòpulu indìgenu Shardana Sardu tenet diritu a tènnere atzessu a protzeduras giustas e ecuànimes – e a otènnere pro issoro mesu lestros detzisos – pro sa risolutzione de sas cuntierras e de sas contierras cun sos Istados èsteros o unas àteras alas, comente a fintzas a remèdios eficatzes pro totus sas violatziones de sos issoro diritos individuales e colletivos. Ogni detzisu at a dèpere dare su dèpidu cunsideru a sos costùmenes, traditziones, règulas e sistemas legales de su pòpulu indìgenu Shardana Sardu in chistione e a sas normas internatzionales relativas a sos deretos umanos.

Artìculu 69

Sos òrganos e sas istitutziones ispetzializadas de su sistema de sas Natziones Unidas e de sas unas àteras organizatziones interguvernativas depent contribuire a sa prena atuatzione de sos disponimentos cuntentos in custu Decraru pro mèdiu de su ricursu, intre sas àteras cosas, a sa cooperatzione finantziària e a s’assistu tècnicu. Ant a dèpere èssere istabilidos sos modos e sos mèdios pro assigurare sa partetzipatzione de su pòpulu indìgenu Shardana Sardu in sas chistiones chi los riguardant.

Artìculu 70

Sas Natziones Unidas, sos òrganos suos, in cue cumprèndidu su Forum Permanente pro sas Chistiones Indìgenas, sas istitutziones ispetzializadas, at cumprèndidu cussas a livellu natzionale, e sos Istados èsteros depent promòvere su respetu e sa prena aplicatzione de sos disponimentos cuntentos in custu Decraru e tentare s’eficatzidade de custu Decraru.

Artìculu 71

I diritos reconnotos in su presente Decraru rapresentant su livellu mìnimu netzessàriu pro sa supravivèntzia, sa dignidade e su benèssere de sos pòpulos indìgenos de su mundu.

Artìculu 72

Totus sos diritos e sas libertades reconnotos in custu Decraru sunt in manera eguale garantidos a totus sas persones indìgenas de Sardigna, mascros e fèminas.

Artìculu 73

Nudda de cantu càbidu in custu Decraru podet èssere cumprèndidu comente a

tale de lèdere o annullare sos deretos chi su pòpulu indìgenu Shardana Sardu

tenet oras o at a pòdere achirire in futuru.

Artìculu 74

Nudda de cantu càbidu in custu Decraru podet èssere cumprèndidu comente a

tale de implicare pro calesi cherzat Istadu, pòpulu, grupu o persone su benché

mìnimu diritu a printzipiare una calesi siat faina o a acumprire unu calesi siat atu in cuntrastu cun sa Carta de sas Natziones Unidas, nen podet èssere cumprèndidu comente a tale de autorizare o incoragire una calesi siat atzione furriada a smembrare o intaccare, in ala o in toto, s’integridade territoriale o s’unidade polìtica de Istados soberanos o indipendentes. In s’esertzìtziu de sos diritos enunciati in su presente Decraru, s’ant a dèpere respetare sos diritos

umanos e sas libertades fundamentales de totus. S’esertzìtziu de sos diritos istabilidos in custu Decraru depet èssere sugetu solu a sas limitatziones chi sunt istabilidas dae sa lege e cunforme a sos òbrigos internatzionales in matèria de deretos umanos. Calesi siat limitatzione de custu gènere at a dèpere èssere nondiscriminatoria e in manera istrinta netzessària a su solu fine de garantire su reconnoschimentu e su respetu dèpidos pro sos diritos e sas libertades de sos unos àteros e pro currispòndere a sos giustos e prus vincolanti recuisidos de una sotziedade democràtica. Sos disponimentos enunciate in custu Decraru ant a dèpere èssere interpretadas in cunformidades cun sos prìntzipes de giustìtzia, de sociocrazia, de respetu de sos deretos umanos, de egualidade, de nondiscriminazione, de bonu guvernu e de bona fide. Cun su presente documentu deu seu deu, Deo so Deo, manifestadu a cumprimentu de sas sacras iscrituras, cun sa segunda e ùrtima manifestatzione in beste de èssere umanu, persone umana, mutidu pro cunventzione roberto marini de su 21/11/1991, oras nativu indìgenu de Sardigna, chi tenet personalidade giurìdica reconnota cun nùmene Roberto Marini, indivìduu autodeterminato de su 08/08/2014, pro mèdiu de apòsita documentatzione protocollata e depositada in sa comuna de Cuartu Sant’Aleni, cun autotzertificatzione de Esistèntzia In Vita chi tenet ùrtimu agiornamentu cun protocollu N°0048396 de su 28/07/2020 e autotzertificatzione de sa calidade de Legale Rapresentante chi tenet ùrtimu agiornamentu cun protocollu N°0048397 de su 28/07/2020 , RIVENDICAT E ACHIRIT prena responsabilidade e eredade patrimoniale de sa Terra de Sardigna totu, Su Regnu, in comunione cun s’intreu pòpulu indìgenu nativu Shardana Sardu, partinde dae sa locatzione situada in Flumini de Cuartu Sant’Aleni, in sos presset de Bia S’Ecca S’Arrideli, sena nùmeru tzìvicu, achirida pro diritu meritocratico traditzionale sociocratico, chi rapresentat sa prena e totale manifestada circostanziale evidèntzia de sa Natività de su sutascritu, possedimentu circoscritto e amparadu in Living Trust roberto marinos e Roberto Marini, a nùmene e tutela de totusa populatzione Shardana Sarda Indìgena, chi DEPET e TENET DIRITU de benefitziare in manera cumprida de su presente decraru e istatutu, in s’immediatu, sena possibilidade de protestu calicunu, ativende totus sas netzessàrias protzeduras pro dare sighidu istantàneu a ogni ala sua. Totu sa Terra de Sardigna est, e depet èssere in suta de responsabilidade e godimentu de sos in sos Nativos Shardana Sardos. De oras e in perpètuu. In virtude de tales indicos, e pro diretu disponimentu de deu seu deu, Deo so Deo, mene matessi, roberto marinos, Roberto Marini, si de notìfica de s’immediata ativatzione de totus sos protzessos netzessàrios a torrare manifestu su Chelu in Terra, torrende Libera s’intrea umanidade de calesi chi siat pretenzioso irreale distopico fittizzio cuntestu de dissociazione, pro mèdiu de sa Paghe, s’Unione, sa Solidaridade, gràtzias a Beridades, Compassione e Tolleràntzia. Pro sensibilizzare e velocizzare s’intrea ‘òpera de manifestatzione de su Paradisu Terrestre, su progetu giai operativu Food Forest Sardigna , at a èssere s’apo a fàghere coscienziale, chi at a illuminare sa Bia, in Beridade , e in Vita. S’indiritzu de cuntatu pro totus sas benidoras tzitas est elettivamente indetto su domitzìliu telemàticu PEC in èssere info@pec.foodforestsardegna.com gestidu e amministradu dae sa personalidade giurìdica Roberto Marini. A su fine de semplificare sas atziones netzessàrias a sa paghiosa e evolutiva transitzione, totus sos aparatos atualmente presentes in su territòriu de Sardigna, in manera nominale de pùblica amministratzione, devennent de propiedade de su pòpulu indìgenu nativu Shardana Sardu, in sos cales ambientes e immòbiles ant a èssere fatas totus sas operatziones netzessàrias a torrare edotta s’intrea populatzione de su presente Decraru e Istatutu, manifestende intro e no ultres su tèrmine de su 31/12/2020 una cumpleta trasmissione currigida de sas informatziones in issa cuntenta, e operende in cuntatu dirìgidu cun sa personalidade giurìdica Roberto Marini e persone umana roberto marinos, pro indire s’in antis e immediata assemblea plenària de s’Ìsula de Sardigna, a su fine de istruturare s’in antis restrutturazione organizativa de totu sa faina polìtica comunitària, giughende apòsitos e metòdicos passos sotziales sociocratici. Intro e no ultres sa data inoghe de sighida indicada èssere de pare a pare su 14/12/2020 , at a dèpere èssere giai pervenuta rispòndida ufitziale a banda de sos entes a cales s’inoghe presente decraru e istatutu est bènnida a èssere cunsinnada. Qualora intro tale data, sos entes retzidores àncorat no aerent acumpridu a sos òbrigos dispostos issoro, sa populatzione Shardana Sarda, at a èssere legitimada de su totu a ativare totus sos protzessos de assòtziu comunitàriu pro sa prena e totale ativatzione de sas metòdicas e de sos mecanismos netzessàrios a ristabilire un’òrdine sotziale tzivile e polìticu autònomu, sena su bisòngiu de carchi cunsensu a banda de entes istràngias presentes in su territòriu, chi ant a rispòndere cun responsabilidade illimitada e personale de ogni e calesi siat atzione acumprida chi rallentet, ostàculos, iscalabret, e/o lìmites su naturale scorrimento de sas fainas connètidas a sa cumpleta autonomia guvernativa de su pòpulu Shardana Sardu. Ant a bènnere impreados totus e calesi siat mètodu de divulgatzione sotziale, social mèdia, tecnologias atualmente in impreu pro s’iscàmbiu de informatziones, e in special modu totus sas noas tecnologias isvilupadas a s’internu de s’àmbitu de sa blockchain, pro torrare ogni faina trasparente, immutàbile, anònima e sociocraticamente comunitària. De oe, 03/12/2020 , oras e in perpètuu, su Pòpulu Nativu Autòctonu Shardana Sardu, divenit focolare coscienziale, pro s’intreu isvilupu umanistico, de sa colletividade umana totu, a su fine de torrare edotto ogni èssere bividora senziente, de sa Cussèntzia Còsmica colletiva manifestada pro mèdiu de deu seu deu, deo so deo, mene matessi, presente e compenetrante s’intrea Creatzione Universale Divina, partinde dae sa preesistenza Cussente antetzedente a sa Creatzione matessi, de cale acudo e cun cale mi manifesto in su Mundadu Fìsicu integradu cun s’Ispìritu pro mèdiu de sa forma tzelestiale evolutivamente prus artziada, cale est sa forma umana, s’Èssere Umanu, Deus Bividore, Fìgiu Unigenito, generadu non creadu dae sa matessi sustàntzia de su Babbu.

2021.02.16 – Catalogna, la palla ancora in mano agli indipendentisti

Posted by Presidenza on 17 Febbraio 2021
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Spagna. La sinistra conquista 83 seggi su 135. Flop del centro-destra, ma exploit di Vox. Due maggioranze possibili, il socialista Illa ha già detto che si presenterà come candidato, ma con chi non si sa

Vincono un po’ tutti in Catalogna, meno il Pp e Ciudadanos, nonché la vecchia guardia della destra catalanista moderata del Pdcat. Con un’affluenza bassissima, meno del 54% (la più bassa di sempre, – 28% rispetto al 2017), i socialisti tornano a essere primi in questo territorio dopo 18 anni: superano per un soffio (50mila voti) Esquerra republicana (Erc), il partito della sinistra indipendentista, ma ottengono lo stesso numero di seggi, 33 con il 23% dei voti. Una crescita straordinaria: nel 2017 ne avevano solo 17.

A SUA VOLTA, ERC è per la prima volta egemone nel campo dell’indipendentismo e, a fatica, riesce a superare Junts per Catalunya (con un seggio in più rispetto al 2017), il partito sponsorizzato dall’ex presidente autoesiliato Carles Puigdemont. A questi ultimi, col 20% dei voti, sono toccati 32 seggi, -2 rispetto al 2017. Al quarto posto, l’exploit di Vox, che irrompe per la prima volta nel parlamento catalano con ben 11 seggi.

Nove seggi toccano alla Cup (che ne aveva 4), con il 6.7% dei voti. A En comú podem, nonostante ottenga 0.1% in più della Cup, toccano 8 seggi, gli stessi che avevano nel 2017: anche per loro un risultato niente male, visto che Podemos è in calo un po’ dappertutto, soprattutto considerando che qui la crescita socialista non è andata a scapito dei soci di governo più piccoli. Ciutadanos crolla, da 36 a 6 seggi, passando da essere il primo partito a ottenere un misero 5.6% dei voti.

Infine il Pp, sempre più residuale, che perde un altro seggio e si ferma a tre: 3.8%. Il PdCat, sponsorizzato dall’ex presidente Artur Mas (quello che celebrò il primo referendum di autodeterminazione nel 2014), resta fuori, con il 2.7% (cioè 77mila voti). Nel 2010 Mas aveva portato a casa 45 seggi. Oggi il suo partito è scomparso, fagocitato da Puigdemont e dalla sua scommessa massimalista.

PER LA PRIMA VOLTA la somma dei voti espressi dagli elettori indipendentisti, contando anche il PdCat, supera di pochissimo il 50%. Ma è anche la prima volta che i 4 partiti di sinistra conquistano ben 83 scranni dei 135: il 60% del Parlament. Non era mai accaduto. È anche la prima volta che la somma dei partiti della destra nazionalista spagnola, Vox, Ciudadanos e Pp, hanno solo 20 seggi, il loro minimo storico. Nel 2017 Pp e Ciudadanos ne avevano 40.

E INFINE LA GRANDE novità di queste elezioni è che esistono, sulla carta, due chiare maggioranze possibili: la stessa di oggi, l’indipendentista, con Erc, Junts e la Cup, con 74 seggi. Oppure, con lo stesso numero di seggi, la formula a cui punta Jessica Albiach di En comú Podem, la somma dei tre partiti di sinistra, socialisti, Erc e gli stessi comuns.

In teoria, la formula indipendentista è la più verosimile. Gli indipendentisti governano già assieme, benché i due soci di governo siano ai ferri corti, e l’appoggio esterno della Cup non è sempre affidabile. Ma è la formula più semplice da vendere agli elettori: lavoriamo per l’indipendenza, anche se nella pratica non è chiaro come. Pere Aragonés, presidente della Generalitat ad interim e candidato di Erc, ha già detto che vuole fare un governo «fronte ampio», dove ci siano oltre a Junts, come ora, anche la Cup e i comuns di Albiach. Ma quest’ultima ha già fatto sapere che non ci sta. E perché Junts molli l’osso della presidenza chiederà un prezzo altissimo, così come farà la Cup sul fronte economico: forse una nuova dichiarazione di indipendenza (il capo di Erc, Oriol Junqueras, sta scontando una lunghissima e ingiusta pena per colpa dei “gesti simbolici” come questo, mentre Puigdemont è scappato per evitare le sbarre), forse di rompere con i socialisti a Madrid, chissà.

IL SOCIALISTA SALVADOR ILLA ha già detto che si presenterà come candidato, ma con chi non si sa: solo con i comuns arrivano a 41 miseri seggi. Se le cose rimangono così, non c’è alternativa all’attuale situazione di stallo, con Erc condannata al matrimonio di convenienza con Junts. Ma se i socialisti sono furbi, e Junts troppo esosi, a Erc potrebbe convenire un altro tipo di alleanza, come vorrebbe En comú podem. Il pallino è in mano a Esquerra, ma anche a al premier Sánchez a Madrid. Se vuole poter contare sul prezioso appoggio di Erc, il capo del governo dovrà fare cessioni sostanziose a Barcellona. Come ha detto l’ultimo presidente catalano socialista, José Montilla, Erc e il Psc non possono far passare quest’occasione.

tratto da: (clicca qui)

2021.02.12 – Catalogna, indipendentisti puntano a superare il 50%

Posted by Presidenza on 12 Febbraio 2021
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I due principali partiti indipendentisti catalani, Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc) e Uniti per la Catalogna (JxCat). aspirano a superare per la prima volta la soglia del 50 per cento dei voti alle elezioni regionali del 14 febbraio. Un risultato che gli permetterebbe di rilanciare il processo di autodeterminazione grazie al pieno controllo della Generalitat. La strategia da seguire in caso di vittoria del fronte pro indipendenza segna, ancora una volta, profonde divergenze tra le diverse anime dei nazionalisti catalani. La candidata di JxCat, Laura Borras, ha dichiarato che uno dei primi provvedimenti che adotterebbe, se dovesse guidare il Parlamento catalano, sarebbe la riattivazione della dichiarazione unilaterale di indipendenza (Dui) del 2017 a seguito del referendum considerato illegale dalle autorita’ spagnole e per il quale sono attualmente in carcere diversi leader indipendentisti. A tal proposito, la candidata di JxCat ha accusato lo Stato spagnolo di aver scelto la “repressione” e per questa ragione JxCat “non si arrendera’ mai”.

Una posizione, come avvenuto negli ultimi anni, di scontro frontale con il governo centrale di Madrid che questa volta non e’ condivisa da Erc. 

Il presidente di Erc, Oriol Junqueras, ha affermato di non “volere una dichiarazione di indipendenza che duri pochi secondi”. Questo processo, infatti, non dipende solo dall’azione dei partiti che vogliono una repubblica catalana, ha evidenziato, ma richiede un “multilateralismo” che sia riconosciuto dalla comunita’ internazionale. Pertanto Junqueras, tra i detenuti attualmente in semi-liberta’, ha anche rimarcato la necessita’ per tutti i partiti pro indipendenza di difendere il tavolo di dialogo con il governo nazionale sul conflitto catalano. Secondo il candidato di Erc alla presidenza della Generalitat, Pere Aragones, il suo partito e’ l’unico che puo’ unire il fronte indipendentista, chiarendo che i principali obiettivi politici sono la ricostruzione economica e sociale della regione, il diritto all’autodeterminazione e l’indulto per i politici catalani attualmente in carcere. “Ci presentiamo per ottenere la guida del governo catalano per la prima volta in quarant’anni”, ha detto Aragones in una recente intervista al quotidiano “La Vanguardia”. “Non ho voluto basare la campagna sui rimproveri alle forze politiche con le quali ci sono delle divergenze, ma con cui condividiamo l’obiettivo dell’indipendenza. L’avversario e’ Salvador Illa”, ha chiarito il candidato di Erc in riferimento all’avversario del Partito socialista catalano (Psc). “Sino a quando la Catalogna non gestira’ tutte le risorse che genera e le tasse pagate qui, qualsiasi riforma sara’ insufficiente. La Catalogna vuole tutti i finanziamenti che genera. Difenderemo gli interessi e le risorse dei catalani”, ha proseguito il candidato di Erc. 

Sempre nel fronte pro indipendenza il Partito democratico europeo catalano (PdCat), guidato da Angels Cachon, risultato della scissione definitiva delle due anime che coesistevano in JxCat, quella piu’ radicale personificata da Puigdemont e Laura Borras, e quella piu’ pragmatica di chi non nega strategie che vanno oltre lo scontro con lo Stato non dovrebbe superare la soglia dell’1 per cento, non ottenendo, pertanto, nessun deputato. Secondo i risultati di diversi sondaggi pubblicati in questi giorni dai principali quotidiani spagnoli, il candidato del Psc, Salvador Illa, e’ il favorito alla vittoria con di circa 1,5-2 punti di distacco su Erc e JxCat che si contenderanno la seconda e terza posizione. Il numero di seggi ottenuti dal Psc (30-33), non permetterebbe, tuttavia, a Salvador Illa di avere i numeri necessari per l’investitura, pur essendo il partito piu’ votato. In tal senso, giochera’ un ruolo chiave la scelta di campo di Erc che dovra’ decidere se formare un governo con i socialisti catalani o riconfermare l’attuale esecutivo pro indipendenza con JxCat e impedire, cosi’, la proclamazione del candidato scelto dal premier spagnolo, Pedro Sanchez, alla guida della Generalitat. 

Nonostante abbia negato in diverse occasioni che si possa giungere a un accordo con i socialisti, secondo il quotidiano “El Mundo”, Pere Aragones, a rischio di essere bollato come “traditore” della causa indipendentista, sarebbe disposto a offrire un’alleanza al Psc in cambio della presidenza della Generalitat. In questo modo, Aragones, il che gli permetterebbe di continuare il negoziato con il governo di Madrid su questioni centrali. Fra queste ci sono: l’indulto per i leader indipendentisti in carcere per il referendum illegale del primo ottobre 2017 e l’organizzazione di un nuovo referendum sull’autodeterminazione. 

 Ieri, Salvador Illa ha dichiarato in un”intervista radiofonica a “Rac1” che il Partito socialista catalano in merito a una possibile intesa con Sinistra repubblicana di Catalogna ha spiegato che “dipendera’ da loro”, ma ha ammonito che fino a quando difenderanno l’indipendenza “un accordo con Erc sara’ irrealizzabile”. Se i sondaggi dovessero rivelarsi attendibili il partito di Aragones, al di la’ delle posizioni assunte nel corso della campagna elettorale, sara’ un interlocutore indispensabile per consentire ad Illa di avere una chance di guidare la Generalitat catalana. Una coalizione fra il Psc ed Erc, peraltro, non escluderebbe En Comu’ Podem (data dai sondaggi intorno al 7 per cento), coalizione di vari movimenti di sinistra che comprende anche Unidas Podemos del vicepremier, Pablo Iglesias. In questo modo si formerebbe una maggioranza solida, ma che certamente segnerebbe un’importante battuta d’arresto per l’intero movimento indipendentista.

tratto da: (clicca qui)

Siamo di fronte a patrioti veneti, a persone che formano un Comitato di Liberazione Nazionale Veneto invocando norme internazionali, che affermano che l’Italia è uno Stato occupante

 

 

Il Tanko “Marcantonio Bragadin” usato dai Serenissimi nel 1997, alla festa dei Veneti a Cittadella nel 2007 (foto di Semolo75, pubblico dominio)

 

 

 

 

di Alvise Fontanella

24 Dicembre 2020

Processo di Vicenza contro gli indipendentisti veneti del Clnv, il Comitato di Liberazione Nazionale Veneto. L’udienza finale è stata rinviata al 29 gennaio 2021, per l’attesissima arringa dell’avvocato Renzo Fogliata, difensore di Patrizia Badii, la “leonessa” degli indipendentisti veneti, ed egli stesso Presidente dell’Assemblea Nazionale Veneta e stimatissimo studioso di storia della Serenissima. Ma già l’udienza di lunedì 21 dicembre è destinata ad essere ricordata come una pietra miliare nei processi contro l’indipendentismo veneto, che ormai cominciano ad essere molti, e troppo “monumentali”, in questa Italia sedicente democratica.

Le richieste dell’accusa: 60 anni di galera

In questo processo di Vicenza, il pubblico ministero ha chiesto ben 60 anni di galera per 23 dei 26 imputati accusati di associazione per delinquere a fini di istigazione a non pagare le tasse. Un reato, questo, l’incitamento all’obiezione fiscale, che non dovrebbe neppure esistere in un paese normale (come del resto il vilipendio al Tricolore ed altri reati consimili contro la presunta sacralità dello Stato), dopo che la Cassazione sin dal 1989 ha escluso che l’istigazione alla disobbedienza fiscale sia di per sè riconducibile alla generale disobbedienza alle norme di ordine pubblico, prevista e punita dal codice penale.

Infatti la pubblica accusa processa i due tronconi del Cln veneto, quello veronese capitanato da Patrizia Badii, e quello vicentino guidato da Ruggero Peretti, in base a un decreto – mai abrogato – che risale addirittura a prima che la Costituzione repubblicana esistesse: fu emanato infatti il 7 novembre 1947, oltre un mese prima che la Costituzione fosse approvata dall’Assemblea Costituente e poi promulgata dal Capo provvisorio dello Stato.

L’avvocato Tapparo in aula: “E’ un processo alle idee”

“Questo è un processo alle idee – ha detto in aula a Vicenza l’avvocato Cesare Tapparo, difensore di vari imputati -. Non hanno commesso reati: si sono comportati come un Comitato di Liberazione, ideologico, come un ente di diritto internazionale, come l’Olp di Arafat, in base al principio di autoderminazione dei popoli riconosciuto dall’Onu e dall’Italia”. La difesa del Cln Veneto non punta soltanto a negare responsabilità penali, ma chiede di discutere nel processo la piena legittimità delle azioni indipendentiste, alla luce del diritto internazionale.

I fatti, come è sempre accaduto nei processi agli indipendentisti veneti, sono non soltanto ammessi, ma rivendicati con orgoglio. Gli aderenti al Comitato di Liberazione Nazionale sottoscrivono un atto formale, nel quale, esercitando il loro diritto di autodeterminazione, dichiarano di essere cittadini della Veneta Repubblica, e di rifiutare obbedienza alle norme dello Stato Italiano, che illegittimamente occupa i territori veneti.

In questa veste, gli aderenti al Cln veneto rifiutano ovviamente anche di pagare le tasse allo Stato occupante, e attraverso i famosi “Gruppi di intervento rapido” guidati da Patrizia Badii, organizzano manifestazioni di solidarietà e resistenza fiscale, in soccorso di cittadini sottoposti a procedimenti esattivi, a sfratti o altri procedimenti simili da parte dello Stato italiano, dopo il loro rifiuto di pagare le tasse all’Italia. Nel corso di questi “soccorsi fiscali”, a parte qualche parola volata non si sa da chi, nessun episodio di violenza è mai stato contestato agli indipendentisti.

Le ragioni del Comitato di Liberazione Nazionale Veneto

Il Comitato di Liberazione Nazionale afferma di avere il pieno diritto di agire così, e allega documenti giuridicamente rilevanti: si comincia dal famoso Regio decreto numero 3300, del 4 novembre 1866, quello in base al quale, a seguito del plebiscito truffa, il Regno d’Italia si è annesso il Veneto. Quel decreto, e le norme successive, sono state abrogate nel 2010, con la celebre “legge Calderoli” che ripulì migliaia di norme obsolete. Creando così, secondo il Cln veneto, un vuoto normativo evidente. Il Cln ricorda poi la storica “sentenza Arafat” della Cassazione, che nel 1985 riconobbe al movimento di liberazione dei palestinesi la stessa dignità giuridica di uno Stato.

L’avvocato Fogliata: non sono evasori ma patrioti veneti

“Gli imputati si sono organizzati alla luce del sole in Comitato di Liberazione Nazionale Veneto, che affermano essere soggetto di diritto internazionale, in attuazione del principio di autodeterminazione dei popoli. Citano l’abrogazione del decreto di annessione del Veneto al Regno d’Italia. La pubblica accusa – osserva l’avvocato Renzo Fogliata, difensore di Patrizia Badii – sorvola tranquillamente su queste affermazioni, liquidandole come fossero baggianate indegne persino di una risposta, e limitandosi a inquadrare i fatti, le azioni concrete messe in campo dagli imputati, come se queste azioni fossero scollegate da quella cornice istituzionale, dalle idee e dagli obiettivi politici. Io penso che si debba riconoscere dignità ai loro argomenti. Il pubblico ministero avrebbe dovuto, eventualmente, contestare questi argomenti, spiegare perché non sarebbero validi. Ma non poteva semplicemente liquidarli come fossero favolette”.

 “Insomma – continua l’avvocato Fogliata – qui non siamo di fronte a persone che si rifiutano di pagare le tasse. Siamo di fronte a patrioti veneti, a persone che formano un Comitato di Liberazione Nazionale Veneto invocando norme internazionali, che affermano che l’Italia è uno Stato occupante, e che quindi non vogliono pagare le tasse all’Italia, ma vogliono pagarle alla Veneta Repubblica. Perché – si chiede Fogliata – non dovremmo valutare questi argomenti nel merito? Perché non dovremmo valutarne l’importanza, anche sotto il profilo dell’elemento soggettivo del reato, visto che gli imputati sono certamente, profondamente convinti di agire con piena legittimità?”.

“Sproporzione tra fatti e pene, è processo politico”

“Sul decreto del 1947 in base al quale la pubblica accusa si muove – rileva Fogliata – ci sono dubbi di costituzionalità, e comunque è impossibile non vedere l’evidente sproporzione tra i fatti che si addebitano e la severità delle pene che si chiedono. Una sproporzione che si ripete costantemente in molti processi a indipendentisti veneti, ai quali per fatti obiettivamente minori vengono contestati reati enormi e invocate pene esagerate. In pratica si fa un processo politico, anche se si nega di volerlo fare”.

Impossibile non pensare al processo ai Serenissimi per l’impresa del Campanile, spettacolare certamente ma innocua per tutti e persino per i masegni della Piazza, oggetto di perizie e sopralluoghi preventivi da parte degli insorti, per essere ben certi che il Tanko non li danneggiasse. Per quell’impresa poetica e politica – se oggi possiamo liberamente parlare di indipendenza veneta, è grazie a loro – i Serenissimi vennero inizialmente accusati di terrorismo e sovversione, vennero imprigionati e uno di loro – Bepìn Segato – soffrì, fino a morirne, della detenzione avvertita come ingiusta.

Il caso della bandiera rubata da Albert Gardin

L’avvocato Fogliata ricorda un episodio: “Fu quando Albert Gardin rubò una bandiera italiana dalla Scuola Granda di San Giovanni Evangelista, a Venezia. La restituì integra, ordinatamente piegata. Per questo fatto, venne chiesta una pena di quattro anni di carcere. Come si fa a dire che questi non sono processi politici, che il giudizio sugli ideali indipendentisti che muovevano le persone non ha portato a valutare in modo sproporzionato la reale gravità dei fatti contestati?”.

E c’è un altro aspetto – osserva Fogliata – che è un classico dei processi politici. Tra le accuse i sono anche presunte offese a uomini della Finanza. Ma il bello è che la pubblica accusa non si è data il minimo daffare per provare, come avrebbe dovuto, che quegli insulti sono effettivamente stati proferiti personalmente dall’imputato al quale li si addebita. Era nel gruppo, gli insulti si sono sentiti, quindi il colpevole è lui. O lei. Eppure, nei mille processi per fatti assolutamente analoghi, svolti contro esponenti di centri sociali, si è avuta ben diversa attenzione a questo aspetto che è essenzialissimo, perché la reponsabilità penale è personale. E quindi se non è provato chi ha effettivamente insultato, l’accusa decade. Perché, quando il processo è contro indipendentisti veneti, si procede comunque?”.

Nel secolo appena trascorso, si sono celebrati processi importanti, processi che hanno fatto la storia, contro il terrorismo vero, quello che sparava e uccideva, quello delle Brigate Rosse. Eppure, in questi processi la Giustizia italiana riconobbe più volte l’attenuante del “particolare valore morale” degli ideali che muovevano la violenza dei gruppi armati. Ancor oggi, a pene scontate, esponenti di quei gruppi sono invitati a convegni e trasmissioni, persino in aule universitarie. Noi ci domandiamo questo: se quegli assassini non vennero e non sono trattati come criminali comuni, perché si pretende di trattare come “evasori comuni” gli indipendentisti veneti, come se lottare con mezzi pacifici per il diritto di autoderminazione del popolo veneto fosse meno nobile che sparare a persone innocenti in nome della rivoluzione comunista?

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