2016.10.21 – Il ParadisoTerrestre – 1° parte

Posted by Presidenza on 21 Ottobre 2016
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Foto della terra da internet

 

Dopo “La Grande Truffa” proponiamo un altro libro di Paolo Maleddu: IL PARADISO TERRESTRE.

In questa sua opera Paolo continua la sensibilizzazione su temi scottanti e semisconosciuti dalla popolazione:

Perché viviamo perennemente angosciati e pesantemente indebitati? E con chi ?

Ci verrà semplicemente dimostrato che viviamo vittime di pochi carnefici che con subdoli mezzi ci sottraggono il frutto di tutto il nostro lavoro e ci riducono in schiavitù.

Grazie Paolo

 

Il ParadisoTerrestre

1° parte

 

 

Il pianeta azzurro

Vaste distese bianche di vapore acqueo con immensi oceani azzurri

sottostanti. Scarseggia l’acqua su questa Terra?

Tutto ciò che si trova su questo Pianeta dell’Abbondanza,

montagne, foreste, frutti, energia, minerali, fiumi, oceani, sorgenti

d’acqua appartiene agli esseri viventi che lo abitano.

In mezzo a tanta abbondanza di risorse naturali, noi, gli Esseri

Umani dotati di intelligenza e Coscienza, padroni incontrastati,

permettiamo che ci venga imposta una cultura della scarsità e

viviamo perennemente angosciati e pesantemente indebitati.

 

 Con chi?

 

 

 

 

Il saggio non si lamenta e non si meraviglia.

Non mangia più del necessario e non ha desideri.

Trascende il mondo materiale …

 

 A Matteo e Giacomo,

la vita che continua

Il Paradiso Terrestre

Marzo 2013

Copyright: Paolo Maleddu

Disegni: Tonino Loi – Belvì – Sardegna

Grafica: Valter Mulas – Oristano

Stampa: Grafiche Ghiani – Monastir – Sardegna

www.paolomaleddu.com

 

 

Introduzione

 

 Nessuna crisi.

Solo ignoranza in materia monetaria.

 

 

“ … farai prestito a molte nazioni, ma tu non chiederai prestiti; dominerai su

molte nazioni, ma esse non domineranno su di te.”

Deuteronomio (15,5)

 

“Datemi il controllo del denaro di un paese e non mi interessa chi ne fa le

leggi”.

Mayer Amschel Bauer Rothschild, 1790

 

“Se le persone solo capissero il livello di ingiustizia del nostro sistema

monetario e bancario, ci sarebbe una rivoluzione prima del mattino”.

Andrew Jackson, Presidente Usa, 1836

 

“Da oggi in poi, le depressioni verranno create scientificamente.”

Deputato Charles Lindbergh Sr., 1913,

in riferimento alla costituzione della

Federal Reserve System

 

“Il Capitale si difende con ogni mezzo … I debiti devono essere riscossi e

prestiti e mutui negati al più presto. Quando attraverso un processo legale le

persone comuni perdono le loro case, saranno più trattabili e governate più

facilmente dalla mano dura della legge imposta dal potere del denaro, sotto il

controllo degli uomini della finanza. I senza tetto non litigheranno con i loro

leader. Questo è un concetto ben noto tra i nostri uomini più importanti

impegnati nella realizzazione di un IMPERIALISMO del capitale per governare il

mondo.

Dividendo la gente, la induciamo a consumare le loro energie in lotte su

questioni per noi di nessuna importanza …”

 

Dal Manifesto dei Banchieri del 1892

 

“Il primo settembre 1894 non rinnoveremo più i nostri prestiti per nessun

motivo. Il primo settembre esigeremo il denaro, pignoreremo e diventeremo

creditori ipotecari. Potremo acquisire i due terzi delle fattorie ad ovest del

Mississipi, ed anche di altre migliaia ad est del Mississipi, al nostro prezzo ..”

 

Queste poche righe fanno parte dei verbali del Congresso statunitense del 29

Aprile 1913, e sono stati estrapolati da una nota dell’ABA (associazione

banchieri americani) inviata agli associati nel 1891.

Sono una clamorosa conferma che le crisi non sono cicliche né dovute al caso

per chissà quale misteriosa legge economica, ma piuttosto programmate con

precisione assoluta (il primo settembre 1894 …) da criminali senza sentimenti

umani, addirittura tre anni prima, come esplicitamente ci fanno sapere gli

stessi Usurai.

 

“Quando noi compiliamo un assegno ci devono essere fondi sufficienti nel

nostro conto per coprirlo, ma quando la Federal Reserve emette un assegno

non c’è nessuna copertura bancaria a garantirlo.

Quando la Federal Reserve compila un assegno, sta creando denaro.”

Boston Federal Reserve Bank, “Putting it simply”

 

“Se il governo si astenesse dal regolamentare (tassare), l’inutilità del denaro

diventerebbe evidente, e la truffa non potrebbe più essere occultata.”

Lord John Maynard Keynes, 1920

 

“ … l’inutilità del denaro …”, dice con ragione Keynes.

 

L’economista inglese, non per niente messo presto in disparte, ci manda più di

un messaggio. Fa un palese accenno a quella che è la vera funzione delle

tasse: obbligarci ad utilizzare e quindi accettare la valuta imposta

(dandole valore), e, di conseguenza, vivere per lavorare.

Inoltre, ci fa capire che la moneta è solo un sistema di pagamento (ora

trasformata in strumento di estorsione di ricchezza e di dominio), sostituibile

con altri; in assenza di tasse, comprenderemmo di poter vivere anche senza

denaro, rendendoci conto della grande truffa dell’emissione monetaria.

 

Per mangiare ci vogliono cibo, appetito e buoni denti, non carta-moneta.

Non ci può essere nel mondo sempre più gente che muore di fame nel Pianeta

dell’Abbondanza, non per mancanza di cibo, che sarebbe sì un valido motivo,

ma perché non posseggono un pezzo di inutile carta colorata.

Stiamo parlando della Vita Umana, offerta in sacrificio al dio Denaro, carta

colorata, per il profitto di pochi boia sanguinari …

“… l’inutilità del denaro …”

“La difficoltà non sta nelle nuove idee, ma nello sfuggire a

quelle vecchie, che si ramificano – per quanti sono stati educati come molti di

noi lo sono stati – in ogni angolo della nostra mente”.

John Maynard Keynes

 

Capitolo I

 Il grande recinto mediatico

 

Osservando con attenzione la foto del Globo terrestre in copertina, non

possiamo fare a meno di pensare che sul nostro bellissimo pianeta c’è tutto ciò

di cui noi Esseri Umani abbiamo necessità per vivere, immersi in una natura

straripante di vita, in armonia con tutti gli altri esseri viventi appartenenti ai

regni animale e vegetale.

Tutto ciò che c’è all’interno del Pianeta dell’Abbondanza è a disposizione

dell’Uomo, l’animale dominante in virtù delle proprie capacità intellettive e,

unico tra tutte le creature, della Coscienza del Sé.

La generosità della Natura, che ci offre in maniera assolutamente gratuita ogni

genere di risorse, ci permette di risolvere qualsiasi problema possiamo

incontrare sul nostro cammino.

Ma allora, come è possibile che all’inizio del terzo millennio dell’era cristiana,

con una spettacolare tecnologia in crescita esponenziale da applicare a questa

abbondanza di risorse, l’essere umano stia ripiombando nell’inferno della

sofferenza, dell’angoscia, della disperazione e della miseria materiale e

spirituale?

C’è qualcosa che ci sfugge, non ci può essere tanta miseria nel Pianeta

dell’Abbondanza.

 

Iniziando dalla miseria materiale, ci viene ripetuto ormai da tanti anni che

“siamo in troppi …non c’è cibo a sufficienza per tutti, scarseggia l’acqua ..”,

quando sappiamo tutti benissimo che nella metà ricca del mondo i nostri

animali domestici soffrono di obesità, mentre nel terzo mondo (ora anche nel

primo …) si continua a morire di fame.

Chi sono questi signori che continuano a diffondere questa Cultura della

scarsità: che autorità e competenza hanno per diffondere tali stupidità, o

peggio ancora, quali personali interessi perseguono?

Per quale motivo questi stessi signori, guarda caso gli unici ad avere accesso ai

mezzi di comunicazione più diffusi, Tv, giornali, libri e cinema, continuano a

nasconderci l’esistenza di un genio universale che risponde al nome di Nikola

Tesla, che già negli ultimi decenni del 1800 ci aveva fornito la soluzione ad

ogni problema energetico che tanta sofferenza e morte continua a seminare,

indicandoci la strada per utilizzare tutta l’energia, pulita e inesauribile, già

esistente, nella quale siamo immersi e della quale noi stessi siamo fatti?

Per quale vergognoso ed inconfessabile interesse personale di parte, se oggi il

mondo che ci circonda funziona quasi esclusivamente con la tecnologia del

genio serbo?

Tv, telefonini, raggi laser,corrente alternata, automobili elettriche o alimentate

semplicemente con acqua di rubinetto, lampade a basso consumo,

telecomandi a distanza, i droni senza pilota dei bombardamenti notturni

teleguidati da casa delle missioni di pace … tutta tecnologia di Nikola Tesla,

resa di pubblico dominio ed offerta gratuitamente al mondo intero dallo stesso genio serbo oltre cento anni or sono, oltre a tutta la sua documentazione

scritta (contenente chissà quali altre invenzioni) opportunamente sequestrata

dagli uomini del Federal Bureau of Investigation (Fbi) il giorno stesso del suo

decesso (7 Gennaio 1943) in una camera d’hotel a New York.

 

Per quali inconfessabili interessi personali continuiamo ad essere bombardati

dal ritornello del “male incurabile”, quando gli stessi soloni che hanno il

monopolio della medicina mondiale dei protocolli dittatoriali senza

alternativa continuano a cercare di sintetizzare artificialmente nei laboratori

delle multinazionali farmaceutiche la pillola da mille euro, mentre sanno

benissimo che ogni soluzione si trova in natura?

Sarà perchè sono anche al corrente che ciò che si trova in natura non è

brevettabile e non può pertanto essere fonte di rendita di denaro?

Come mai anche gli animali carnivori senza studi universitari, quando soffrono

problemi fisici vanno a cercarsi le erbe curative diventando temporaneamente

erbivori se necessario?

Perché non viene dato un microfono a Ryke Geerd Hamer, il medico tedesco

che dal 1981 continua a ripeterci che il cancro non è una malattia?

Per quale motivo è già stato incarcerato due volte, accusato di antisemitismo,

e, come egli stesso ci fa sapere, da una trentina d’anni i medici ebrei hanno

l’obbligo di curare i loro correligionari con la Nuova Medicina Germanica del

Dr. Hamer ed i gentili con i protocolli obbligatori fatti di micidiali chemio e

radioterapie?

 

Per quanto riguarda la miseria spirituale, per quale motivo tutti i media

mainstream degli Usurai continuano ad imporre tra noi e la Divinità la presenza

di mediatori impostori che continuano a nasconderci le grandi potenzialità della

nostra spiritualità latente?

In passato i grandi Inquisitori ricorrevano al fuoco purificatore per zittire gli

eretici e oggi continuano a spingerci verso un consumismo materiale volgare

ed insensato per occultarci l’essenza stessa della nostra ragione di vivere: la

spiritualità, la nostra essenza immortale.

 

Perché nessuno di noi sa niente dell’origine del valore monetario, di come

funzioni il nostro mezzo di scambio, chi lo produce materialmente, quale sia la

funzione della moneta all’interno della società, a chi appartenga il valore

nominale impresso su di essa e come entra in circolazione?

Come mai sentiamo e leggiamo tutti i santi giorni di quanto siamo indebitati,

delle difficoltà di pagare questo mostro sacro del Debito Pubblico, di tutte le

aziende che chiudono per debiti, di interi Stati in pericolo di default, senza

menzionare i drammi quotidiani di persone che si suicidano perché travolte dai

debiti, ma mai nessuno ci spiega con chi siamo indebitati e per

quale motivo, se l’intero Pianeta dell’Abbondanza fotografato in copertina

è di nostra proprietà?

 

Cercheremo di schiarirci un po’ le idee con la lettura di questo ed altri libri,

perché è assolutamente necessario combattere l’ignoranza appositamente

diffusa per mantenerci schiavi all’interno di un recinto.

Un brano tratto da “La moneta è un dono”:

 

“We don’t need no education,

we don’t need no thought control,

no dark–sarcasm in the classroom ….

Pink Floyd, “Another brick in the wall”

 

Il grande recinto mediatico

 

Per intraprendere con profitto questa liberatoria passeggiata nel mondo della

moneta è bene renderci conto di quale sia l’attuale condizione dell’essere

umano omologato in una massa senza forma, volto e voce.

continua…

 

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Paolo Maleddu 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TESTATA SEZ. AGRICOLTURA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Sardinnia, 17.10.2016

 

Son passati  decine di ANNI ( precisamente dal 1946) dal Battesimo della Costituzione della Repubblica  Italiana e degli Statuti delle cosiddette REGIONI AUTONOME, ma finora l’Autonomia è rimasta una parola vuota per i Sardi, a causa del Centralismo Romano e del Servilismo dei Governi Sardi a Roma.

Nel  frattempo i Sardi hanno capito che la Carta dell’Autonomismo era solo la facciata di un operazione che voleva altro  … ovvero il Territorio Sardo per fare Piani di Rinascita senza senso e tante basi militari.

Cosa  e come FARE per uscire da una tale situazione … che vede la SARDEGNA occupata da forze militari di varia origine … che non hanno alcun rispetto ne per le popolazioni e men che meno per la sua Storia.

Bisogna, pertanto, trovare degli sbocchi a questa situazione creando micro e piccole attività economiche, che siano l’espressione di un SISTEMA alternativo rispetto al sistema Statale Italiano.

  • Bisogna trovare le possibilità per sfuggire legalmente ad ogni forma di imposizione fiscale non dovuta, visto che le condizioni che ci impongono ci sfavoriscono in tutti i sensi
  • Bisogna dire basta a Partitini e Movimenti creati con le norme dello Stato Italiano, alle quali è d’obbligo adeguarsi. 
  • Bisogna che termini come AUTODETERMINATZIONE, SOVRANITA’, INDIPENDENZA diventino sostantivi comuni in “Su Limbazu de totu su Populu sardu”.
  • Bisogna che la <Teoria del doppio binario> sia acquisita da tutta la NATZIONE SARDA, che con essa potrebbe porre fine all’attuale situazione marginale della nostra economia, i cui Obiettivi devono avere l’IMPRIMATUR di Roma e dei partiti italiani che dominano il Governo regionale sardo.
  • Bisogna denunciare in tutte le Sedi  Internazionali la situazione che subiamo, a causa delle Politiche romane che vedono il Territorio Sardo come territorio marginale da sfruttare.

Abbiamo la NECESSITA’, quindi,  di mostrare che siamo Diversi da come ci vogliono, che non abbiamo alcun bisogno di elemosine ma che siamo in grado di cavarcela da soli.  La propaganda, nei confronti di pensionati e dipendenti civili e militari sardi, che afferma la nostra incapacità di farcela da soli è una MENZOGNA che serve a chi comanda per toglierci ogni volontà di essere propositivi.

SIAMO IN GRADO, se lasciati da soli, di uscir fuori dalla situazione attuale, in cui la mancanza di lavoro è il risultato della VOLONTA’ dello Stato di non permettere le Sinergie necessarie alla crescita e allo sviluppo della nostra Terra,  impedendo al Turismo e al comparto Trasporti di fare SISTEMA con l’Ambiente e con i settori produttivi primari (pastorizia, agricoltura, allevamento, pesca e artigianato), causa l’assenza di una comunicazione mirata e di una stampa sarda che sopporta il giogo senza ribellarsi.

I PUNTI toccati SONO ASSENTI in tutti i Programmi Politici che vanno per la maggiore; inoltre, con i piccoli raggiri dovuti a leggi mal scritte si continua a far star male il Nostro Popolo, massacrato e impaurito dalle tante situazioni che ci accompagnano dal 1946, in cui il Manipolo dei Costituenti sardi non ebbe il coraggio di manifestare la Richiesta per diventare uno Stato federato e non una Regione Autonoma senza POTERE.

                                LUISU ZUCCA 

           (Provv. Gen. Sez.  Agricoltura MLNS/GSP) 

 

Andrea Caruso (Presidente Canton Marittimo):

<<E’ di questi giorni la polemica riportata da diversi quotidiani, Corriere della Sera in primis, che riguarda la Guida all’Iscrizione Scolastica della Gran Bretagna, riportante un elenco delle lingue mondiali in cui, per l’italiano si fa distinzione tra la lingua classica e le sue “varianti” siciliane e napoletane.

Mentre il nostro ambasciatore a Londra, Pasquale Terracciano, con grande sprezzo del ridicolo muove una protesta formale al Foreign Office e napoletani e siciliani su “inuovivespri.it” gioiscono per il riconoscimento e prendono le distanze dalla barzelletta italia, sfugge a noi sardi un riconoscimento ancora più netto e inequivocabile, prontamente segnalato su Canton Marittimo dal nostro Gianluca Fadda (grazie!):

La Sardegna e la sua lingua, nell’opuscolo ufficiale del governo UK, sono proprio listati a parte, come se non facessero neppure parte dell’italia. Non possiamo che ringraziare il Regno Unito che, dopo aver concesso in via ufficiale il referendum per l’indipendenza alla Scozia e aver votato, con esito positivo, il referendum per l’uscita dalla Comunità Europea, riconosce ora alla Sardegna e alla sua lingua la più totale estraneità dall’italia.

Grazie Gran Bretagna, sempre avanti!>>

 

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tratto da: (clicca qui)

2016.10.03 – ADESIONE CONVENZIONE DI GINEVRA E PROTOCOLLI

Posted by Presidenza on 3 Ottobre 2016
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TESTATA PRESIDENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

2016-10-03-testo-originale-inoltrato-in-lingua-inglese-e-in-lingua-sarda

 

Cagliari, 03 ottobre 2016

 

SPETT.LE

 

DIPARTIMENTO FEDERALE PER GLI AFFARI ESTERI

  • Direzione del Diritto Internazionale Pubblico
  • Sezione Trattati Internazionali

 

ICRC

  • Comitato Internazionale della Croce Rossa

 

 

OGGETTO: ADESIONE CONVENZIONE DI GINEVRA E PROTOCOLLI

 

considerato che il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Sardu Provvisoriu (MLNS/GSP) riconosce i diritti fondamentali della persona umana e le libertà di pensiero, di coscienza e di religione,

considerando la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1948,

considerando la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 4 novembre 1950,

considerato che i Patti internazionali relativi ai diritti economici, sociali e culturali e ai diritti civili e politici del 16 dicembre 1966 garantiscono i diritti di libertà, di coscienza e di religione senza discriminazione,

considerando la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni nella quale si afferma che i popoli indigeni sono pari a tutti gli altri popoli e riconoscendo parimenti il diritto di tutti i popoli a essere diversi, a considerarsi diversi e a essere rispettati in quanto tali e che l’art. 4 dispone che nell’esercizio del loro diritto alla autodeterminazione, hanno diritto all’autogoverno, e che l’art. 7 punto 2 dispone che I popoli indigeni hanno il diritto collettivo a vivere in libertà, pace e sicurezza come popoli distinti e non devono essere soggetti ad alcun atto di genocidio o qualsiasi altro atto di violenza,

considerato che  le disposizioni della Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 e  il preambolo del 1° Protocollo nel quale si afferma che questo deve essere pienamente applicato in ogni circostanza a tutte le persone protette da detti strumenti, senza alcuna distinzione sfavorevole fondata sulla natura o l’origine del conflitto, o sulle cause invocate dalle parti in conflitto, o ad esse attribuite,

considerato che  l’art. 1 punto 4 del I Protocollo fa presente che le situazioni indicate comprendono i conflitti nei quali i popoli lottano contro la dominazione coloniale, l’occupazione straniera e contro i regimi razzisti, nell’esercizio del diritto dei popoli di disporre di se stessi, consacrato nella Carta delle Nazioni Unite e nella Dichiarazione relativa ai principi di diritto internazionale concernenti le relazioni amichevoli e la cooperazione fra gli Stati in conformità della Carta delle Nazioni,

considerato l’art. 5 del I Protocollo di Ginevra sulle Potenze protettrici si elenca la lista di cinque Stati:

  • ……………………………….
  • ………………………………
  • ………………………………
  • ………………………………
  • ………………………………

oppure il Comitato Internazionale della Croce Rossa.

Nel caso di impossibilità dei suddetti il seguente compito verrà assolto dalla Fundatzioni Umanidària Natzionali Sarda (FUNS),

considerato l’art. 90 del I Protocollo di Ginevra sulla Commissione internazionale di accertamento dei fatti si propone il nome di ……………………, attualmente Capo Dipartimento …………………… del Guvernu Sardu,

considerato l’art. 100 del I Protocollo di Ginevra sulle Notifiche ed in particolare alla lettera d) si notifica la Dichiarazione di Constatazione dello Stato di Belligeranza e lo Statuto della FUNS

Ci riserviamo di richiedere la formazione di personale da noi incaricato  come previsto dell’art. 6 del I Protocollo

Tutto ciò considerato, come da art. 94 del I Protocollo di Ginevra, il Sign. Sergio Pes, Presidente del MLNS/GSP, notifica allo Stato svizzero, designato come  Depositario, l’adesione alla I, II, III e IV Convenzione di Ginevra e relativi I, II e III Protocollo

In allegato: copia della Dichiarazione di Constatazione dello Stato di Belligeranza

 

IL PRESIDENTE

Sergio Pes

IL CAPO DIPARTIMENTO ESTERI                                        IL SEGRETARIO DI STATO

  Enrico Attilio Deliperi                                                             Giuseppe Chia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Valle: <<E’ in corso una terza guerra mondiale non dichiarata, ma che fa vittime in tutto il mondo. La guerra è lo strumento supremo per difendere il mercato e far vincere nel mercato >>

 

Pensate che si tratti di un referendum normale, di quelli indetti in tempo di pace? «Cari amici, poiché ho 85 anni devo dirvi come sono andate le cose», premette Raniero La Valle, veterano della sinistra italiana. Molti credono che il mondo abbia cambiato volto dopo l’11 Settembre? Errore. Tutto è esploso almeno dieci anni prima, quando – alla caduta dell’Urss – si è deciso di «rispondere alla fine del comunismo portando un capitalismo aggressivo fino agli estremi confini della terra», promuovendolo «da ideologia a legge universale, da storicità a trascendenza». Vi spaventa Renzi con la sua riforma, da cui la battaglia sul referendum? Non è che l’ultimo gradino di una lunghissima scala in discesa: «Avevamo preteso di superare il conflitto di classe smontando i sindacati», e di «sfruttare la fine della contrapposizione militare tra i blocchi facendo del Terzo Mondo un teatro di conquista». La scelta decisiva? «Restauratrice e totalmente reazionaria». Questa: «Disarmare la politica e armare l’economia – non in un solo paese, ma in tutto il mondo». Globalizzazione a mano armata. Inaugurata da un sacrificio simbolico: la Guerra del Golfo del 1991. L’era della guerra totale come nuova normalità: la guerra dell’Occidente contro il resto del mondo.

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Raniero La Valle

 

 

In un lungo intervento su “Repubblica” ripreso da “Micromega”, La Valle parte dall’Italia, dove «succede che undici persone al giorno muoiono annegate o asfissiate nelle stive dei barconi nel Mediterraneo, davanti alle meravigliose coste di Lampedusa». Qualcuno dice che nel 2050 i trasmigranti saranno 250 milioni. «E l’Italia che fa? Sfoltisce il Senato». L’ex parlamentare della Sinistra Indipendente non usa giri di parole: «E’ in corso una terza guerra mondiale non dichiarata, ma che fa vittime in tutto il mondo. Aleppo è rasa al suolo, la Siria è dilaniata, l’Iraq è distrutto, l’Afganistan devastato, i palestinesi sono prigionieri da cinquant’anni nella loro terra, Gaza è assediata, la Libia è in guerra». In Africa, in Medio Oriente e anche in Europa «si tagliano teste e si allestiscono stragi in nome di Dio. E l’Italia che fa? Toglie lo stipendio ai senatori». Nel resto del mondo, peraltro, lo spettacolo non è migliore: è appena fallito il G20 ad Hangzhou, in Cina. I “grandi della terra”, «che accumulano armi di distruzione di massa e si combattono nei mercati in tutto il mondo», non sanno che fare «per i profughi, per le guerre», non vogliono «evitare la catastrofe ambientale», né tantomeno «promuovere un’economia che tenga in vita sette miliardi e mezzo di abitanti della terra».

L’unica cosa che decidono «è di disarmare la politica e di armare i mercati, di abbattere le residue restrizioni del commercio e delle speculazioni finanziarie, di legittimare la repressione politica e la reazione anticurda di Erdogan in Turchia e di commiserare la Merkel che ha perso le elezioni amministrative in Germania». E in tutto questo l’Italia che fa? «Fa eleggere i senatori dai consigli regionali». Ed è l’Italia a crescita zero, col 39% di giovani disoccupati, il lavoro precario, i licenziamenti in aumento: «I poveri assoluti sono quattro milioni e mezzo, la povertà relativa coinvolge tre milioni di famiglie e otto milioni e mezzo di persone». Il governo Renzi «fa una legge elettorale che esclude dal Parlamento il pluralismo ideologico e sociale, neutralizza la rappresentanza e concentra il potere in un solo partito e una sola persona». Si dice: ce lo chiede l’Europa, cioè il fantasma di un sogno lontano e completamente abortito. «Se questa è la distanza tra la riforma costituzionale e i bisogni reali del mondo, dell’Europa, del Mediterraneo e dell’Italia, la domanda è perché ci venga proposta una riforma così».

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Napolitano

 

 

La verità è rivoluzionaria, certo, ma bisogna conoscerla per tempo: «Il guaio della verità è che essa si viene a sapere troppo tardi, quando il tempo è passato». Esempio: «Se si fosse saputa in tempo la bugia sul mai avvenuto incidente del Golfo del Tonchino, la guerra del Vietnam non ci sarebbe stata, l’America non sarebbe diventata incapace di seguire la via di Roosevelt, di Truman, di Kennedy, e avrebbe potuto guidare l’edificazione democratica e pacifica del nuovo ordine mondiale inaugurato venti anni prima con la Carta di San Francisco». Idem: «Se si fosse conosciuta prima la bugia di Bush e di Blair, e saputo che le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein non c’erano, non sarebbe stato devastato il Medio Oriente, il terrorismo non avrebbe preso le forme totali dei combattenti suicidi in tutto il mondo». E ancora: «Se si fosse saputa la verità sul delitto e sui mandanti dell’uccisione di Moro, l’Italia si sarebbe salvata dalla decadenza in cui è stata precipitata».

Dunque, insiste La Valle, la verità del referendum anti-Renzi va conosciuta “finché si è in tempo”. Il vantato risparmio sui costi della politica? Ridicolo: per la Ragioneria Generale dello Stato, il taglio della paga dei senatori vale appena 58 milioni, mentre il costo del Senato resta. Il risparmio sui tempi della politica? Illusione: il bicameralismo rimane, perché «si introducono sei diversi tipi di leggi e di procedure che ricadono su ambedue le Camere», creando «un intrico di passaggi tra Camera e Senato e un groviglio di competenze». Non è la legge Boschi il vero oggetto della consultazione: la verità è nascosta dietro le urne. Il referendum è «un evento di rivelazione che squarcia il velo sulla situazione com’è: è uno svelamento della vera lotta che si sta svolgendo nel mondo e della posta che è in gioco». Il voto è rivelatore dello stato del mondo. Bisogna trovare la sua verità nascosta, il suo vero “movente”, la sua vera premeditazione, partendo proprio da Renzi: ha ammesso che la riforma gli è stata “suggerita” da Napolitano. E prima ancora dalla Jp Morgan, che già nel 2013 accusava la nostra Costituzione di tutelare eccessivamente i diritti del lavoro e «la libertà di protestare contro le scelte non gradite del potere».

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Renzi

 

 

E’ il diktat storico della Commissione Trilaterale fondata da Rockefeller: limitare la democrazia. «La stessa cosa vogliono ora i grandi poteri economici e finanziari mondiali, tanto è vero che sono scesi in campo i grandi giornali che li rappresentano, il “Financial Times” e il “Wall Street Journal”, i quali dicono che il No al referendum sarebbe una catastrofe come il Brexit inglese». Ci si è messo anche l’ambasciatore americano a Roma: se in Italia vincesse il No, gli “investitori” scapperebbero. I diritti del lavoro Renzi li ha già “sistemati” col Jobs Act. “Spegnendo” il Senato diverrebbe padrone dell’agenda parlamentare. E con l’Italicum – 340 deputati su 615 al partito di maggioranza, a prescindere dal numero di voti ottenuti – ne farebbe “un uomo solo al comando”: sfiduciare il governo, se pessimo, sarebbe prerogativa esclusiva del partito stesso, non più degli eletti. In più le nuove procedure introdotte «renderanno più difficili le forme di democrazia diretta come i referendum o le leggi di iniziativa popolare». Risultato: «Ci sarà una diminuzione della possibilità per i cittadini di intervenire nei confronti del potere». Si accorgeranno, “i cittadini”, che sono stati proprio loro a spingere Renzi fin lassù?

Tra gli “indizi” che svelano la vera natura della sfida, Raniero La Valle cita la risposta di Romano Prodi, interrogato sul voto: non mi pronuncio, ha detto, perché altrimenti turbo i mercati e destabilizzo l’Italia in Europa. «Dunque non è una questione italiana, è una questione che riguarda l’Europa, è una questione che potrebbe turbare i mercati. Insomma è qualcosa che ha a che fare con l’assetto del mondo». Mondo che, continua La Valle, era già cambiato – in modo drastico – ben prima dell’11 settembre 2001. Per lo storico britannico Eric Hobsbawm, il “secolo breve” finì già nel 1991: lì fu dato inizio «a un nuovo secolo, a un nuovo millennio e a un nuovo regime che nella follia delle classi dirigenti di allora doveva essere quello definitivo», tant’è vero che l’economista Francis Fukuyama, beniamino della Trilaterale, lo definì come la “fine della storia”: il capitalismo senza più freni, che si finanziarizza e impone in tutto il mondo la legge del più forte. Un potere totalitario che abbatte diritti, conquiste sociali e sovranità democratiche. E attenzione: secondo La Valle «c’è una teoria molto attendibile secondo cui all’inizio di un’intera epoca storica, all’inizio di ogni nuovo regime, c’è un delitto fondatore».

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Prodi

 

 

Ed ecco il punto: il sacrificio simbolico. Secondo l’antropololo francese René Girard, fin dall’inizio della storia della civiltà, il “delitto fondatore” è l’uccisione della vittima innocente. «Ossia c’è un sacrificio, grazie al quale viene ricomposta l’unità della società dilaniata dalle lotte primordiali». Per un padre dell’Illuminismo come il filosofo inglese Thomas Hobbes, lo Stato stesso viene fondato dall’atto di violenza con cui il Leviatano assume il monopolio della forza, ponendo fine alla lotta di tutti contro tutti e assicurando ai sudditi la vita in cambio della libertà. Anche secondo Freud, all’origine della società civile c’è un “delitto fondatore”: quello dell’uccisione del padre. «Se poi si va a guardare la storia – continua La Valle – si trovano molti “delitti fondatori”. Cesare molte volte viene ucciso, il delitto Matteotti è il delitto fondatore del fascismo, l’assassinio di Kennedy apre la strada al disegno di dominio globale della destra americana che si prepara a sognare, per il Duemila, “il nuovo secolo americano”». Da noi, «l’uccisione di Moro è il “delitto fondatore” dell’Italia che si pente delle sue conquiste democratiche e popolari».

E qual è il “delitto fondatore” dell’attuale regime del capitalismo globale? Qual è il crimine sacrificale che “battezza” il nuovo regime planetario basato sul governo del denaro? Quale grande evento sdogana questa “economia che uccide”, istituzionalizzando un sistema in base al quale, perché qualcuno stia meglio, altri “devono” stare peggio? E’ la guerra, naturalmente: per la precisione la prima Guerra del Golfo, quella del 1991. «È a partire da quella svolta che è stato costruito il nuovo ordine mondiale», scrive Raniero La Valle, che cita una data precisa: il 26 novembre 1991. Quel giorno, il nuovo “regime” si presentò in Italia. Il ministro della difesa Rognoni illustrò in commissione, alla Camera, il Nuovo Modello di Difesa. La “nuova” guerra, quella di oggi. Svanito il nemico sovietico, la vecchia Nato non serviva più: tramontata la guerra fredda, veniva meno anche la deterrenza nucleare. Opportunità storica: investire nella pace e nello sviluppo i miliardi fino ad allora destinati ad armamenti ormai inutili. «Ma l’Occidente fa un’altra scelta: si riappropria della guerra e la esibisce a tutto il mondo nella spettacolare rappresentazione della prima Guerra del Golfo del 1991».

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La Prima Guerra del Golfo

 

 

Ci siamo: cambia la natura della Nato, il nemico non è pià l’Est ma il Sud. L’Occidente «cambia la visione strategica dell’alleanza e ne fa la guardia armata dell’ordine mondiale cercando di sostituirla all’Onu». Tramontano anche «gli ideali della comunità internazionale, che erano la sicurezza e la pace». Meglio la guerra, per assicurarsi in modo permanente l’accesso privilegiato alle materie prime, come il petrolio. Riflesso italiano: via l’esercito di leva, serve una milizia di professionisti. Da impiegare non più in Italia ma all’estero, nelle missioni “umanitarie”. Mediterraneo, Somalia, Medio Oriente, Golfo Persico: «La nuova contrapposizione è con l’Islam», a partire dal conflitto israelo-palestinese. «Chi ha detto che non abbiamo dichiarato guerra all’Islam? Noi l’abbiamo dichiarata nel 1991». Col Nuovo Modello di Difesa imposto all’Italia «non cambia solo la politica militare ma cambia la Costituzione, l’idea della politica, la ragion di Stato, le alleanze, i rapporti con l’Onu: viene istituzionalizzata la guerra e annunciato un periodo di conflitti ad alta probabilità di occorrenza che avranno l’Islam come nemico». In Parlamento «non si dovrebbe parlare d’altro», e invece «nessuno se ne accorge, il Modello di Difesa non giungerà mai in aula».

Un modello-fantasma, sotterraneo ma pienamente operativo da subito: «Tutto quello che è avvenuto in seguito – dalla guerra nei Balcani alle Torri Gemelle all’invasione dell’Iraq, alla Siria, fino alla terza guerra mondiale a pezzi che oggi, come dice il Papa, è in corso – ne è stato la conseguenza e lo svolgimento». E allora, meglio si capisce, oggi, la verità del referendum renziano: «La nuova Costituzione è la quadratura del cerchio», avverte La Valle. «Gli istituti della democrazia non sono compatibili con la competizione globale, con la guerra permanente: chi vuole mantenerli è considerato un conservatore. Il mondo è il mercato; il mercato non sopporta altre leggi che quelle del mercato. Se qualcuno minaccia di fare di testa sua, i mercati si turbano». La politica? Si faccia da parte: «Non deve interferire sulla competizione e i conflitti di mercato. Se la gente muore di fame, e il mercato non la mantiene in vita, la politica non può intervenire, perché sono proibiti gli aiuti di Stato. Se lo Stato ci prova, o introduce leggi a difesa del lavoro o dell’ambiente, le imprese lo portano in tribunale e vincono la causa. Questo dicono i nuovi trattati del commercio globale».

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L’allora ministro Virginio Rognoni

 

 

Si scrive referendum, ma si legge: ultimo appello. Per Raniero La Valle, votare No «è l’unica speranza di tenere aperta l’alternativa, di non dare per compiuto e irreversibile il passaggio dalla libertà della democrazia costituzionale alla schiavitù del mercato globale». Perché «sia la società selvaggia che, con il No, sia dichiarata in difetto e attraverso la lotta sia rimessa in pari con la Costituzione, la giustizia e il diritto». E’ toccato a Renzi indossare quella maschera, ma al suo posto poteva esserci chiunque altro. Certo, l’attuale premier si è dimostrato l’uomo giusto al posto giusto: «Ci vogliono poteri spicci e sbrigativi», per sgombrare il campo dagli ultimi inciampi rappresentati dalle Costituzioni che “ripudiano la guerra”. Tutto è guerra, ormai. Questa economia è guerra. Perfettamente mondializzata, a partire dal fatidico 1991, l’anno del “sacrificio” dell’Iraq che spalancò le porte alla nuova epoca fondata sulla violenza internazionale. Da allora, «la guerra è lo strumento supremo per difendere il mercato e far vincere nel mercato».

tratto da: (clicca qui)

 

2016.09.24 – La Grande Truffa – 32° parte (ultima)

Posted by Presidenza on 24 Settembre 2016
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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate. Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti. C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi. Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”

“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

La Grande Truffa – dalla 1° alla 30°parte                        La Grande Truffa – 31° parte

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

32° parte

 

………………

E nel 1923 fu ancora un magnate americano, Max May della “Morgan Guaranty”, a co-dirigere la “Ruskom Bank”, la prima banca commerciale sovietica, creata dalla “Nya Banken” di Oslo che apparteneva a due ebrei svedesi, Aschberg e Rubinstein. Era stata la comunità ebraica americana, del resto, a mandare in Russia il correligionario Lev Bronstein, detto Trotsky, un mese prima di Lenin, fornendolo di un passaporto americano e di diecimila dollari-oro, perché accendesse i fuochi della rivolta. Nel 1921, quando il giovane Armand Hammer entrò per la prima volta nella Russia rivoluzionaria, la rete di salvataggio al regime stesa dai finanzieri americani era in piena funzione, e Hammer vi si muoveva come un pesce nell’acqua.

(…)

Ai “particolari” pensava Dzerzhinsky, il famigerato capo della polizia, cui Lenin ingiunse di appianare ad Hammer tutte le vie. Così, mentre milioni di russi morivano di fame e di paura, al giovane americano fu dato alloggio nella “Casa bruna”, una splendida magione requisita a nobili zaristi, dove riceveva i suoi amici (…) e da cui conduceva i suoi affari (…). Lenin, da lontano, controllava tutto. “

  1. Blondet, “Hammer il miliardario rosso”, Il Giornale, 18 maggio 1986

I poteri del capitalismo finanziario decisero un piano di ampia portata, nient’altro che creare un sistema su scala mondiale per il controllo finanziario in mani private, in grado di dominare i sistemi politici di ogni paese e l’intera economia del mondo. Il sistema sarebbe governato in modo feudale dalle banche centrali di tutto il mondo agendo di concerto, attraverso accordi segreti presi in frequenti incontri e conferenze.

 Il vertice del sistema sarebbe stato la Banca dei Regolamenti Internazionali a Basilea, in Svizzera, una banca privata posseduta e controllata da tutte le banche centrali del mondo che erano a loro volta società per azioni private. Ogni banca centrale avrebbe cercato di dominare il suo governo attraverso l’abilità di controllare i prestiti al Tesoro, di manipolare scambi con l’estero, di influenzare il livello di attività economica nel paese ed influenzare gli uomini politici disposti a collaborare attraverso ulteriori ricompense economiche nel mondo degli affari.”

 Carroll Quigley, Professore all’università di Georgetown e consigliere del presidente Clinton

“Un nuovo tipo di shock faceva notizia: il Volcker Shock. Gli economisti impiegano questo termine per descrivere l’impatto avuto dalla decisione presa dal presidente della Federal Reserve, Paul Volcker, di aumentare di molto i tassi di interesse negli Stati Uniti, lasciandoli crescere sino al 21 per cento, con un picco nel 1981, che si protrasse sino a meta del decennio. Negli Stati Uniti, l’aumento dei tassi d’interesse portò a un’ondata di bancarotte, e nel 1983 il numero di persone che mancava i pagamenti del mutuo triplicò.

Il dolore più forte, però, fu avvertito fuori dagli Stati Uniti.

Nei Paesi in via di sviluppo molto indebitati, il Volcker Shock – anche noto come “shock del debito” o “crisi del debito” – fu come una pistola laser che sparava scariche elettriche da Washington, gettando i Paesi poveri nelle convulsioni. L’aumento dei tassi di interesse significò rate più alte per la restituzione dei prestiti esteri, e spesso per pagare era necessario chiedere altri prestiti. La spirale del debito era nata. In Argentina, il già enorme debito di 45 miliardi di dollari lasciato in eredità dalla giunta crebbe rapidamente fino a toccare i 65 miliardi nel 1989; una situazione che si ripresentò identica nei Paesi poveri di tutto il mondo. Fu dopo il Volcker Shock che il debito del Brasile esplose, raddoppiando da 50 a 100 miliardi di dollari in sei anni. Molti Paesi africani, che avevano chiesto grossi prestiti negli anni Settanta, si ritrovarono in guai simili: il debito della Nigeria nello stesso breve lasso di tempo passò da 9 a 29 miliardi di dollari.”

      Naomi Klein, “Shock economy, l’ascesa del capitalismo dei disastri”.

Ho riportato citazioni di autori diversi, e se ne potrebbero aggiungere molte altre, per evidenziare il fatto che per i prestatori di denaro privato è importante generare guerre e fare prestiti agli stati, indipendentemente dall’ideologia prevalente.

Dividere le popolazioni, finanziare armamenti e ricostruzioni, che siano monarchie, dittature, democrazie o regimi totalitari socialisti o comunisti, il business degli Usurai è dare denaro in prestito e legare a sé popoli e governanti con le catene del debito.

Il modello da seguire è quello di infiltrare propri uomini nelle classi politiche governanti, corrompendole con la forza del denaro e facendole partecipi dell’esproprio delle ricchezze delle popolazioni sulle quali viene scaricato l’onere del pagamento dei debiti attraverso il prelievo fiscale.

Quando poi monarchi, dittatori e presidenti eletti oppongono resistenza, gli Usurai non si scompongono: hanno dato in passato prova della loro enorme potenza distruttrice spazzandoli via dalla storia del mondo, come successo in Russia con lo Zar e la rivoluzione bolscevica, in Nord America con Abraham Lincoln, in Sud America con Allende, Roldòs, Torrijos …

– 2 – La moneta inconvertibile di corso legale: “debito inesigibile”.

Ora che dovremmo avere le idee un po’ più chiare in materia, leggiamo con attenzione una definizione di moneta alla quale abbiamo fatto cenno nel capitolo sulla evasione delle banche centrali, per mettere in risalto l’uso,  all’interno delle istituzioni, di un linguaggio volutamente ambiguo per confondere ed ingannare una popolazione inconsapevole.

È una descrizione della moneta “approvata” dai nostri legislatori.

La definizione viene evidenziata dal Prof. Auriti (Comune di Atri, Abruzzo, 1996) nella presentazione di un corso dell’Università degli Studi di Teramo, “La Moneta del 2000, Nuove Linee di Teoria Monetaria”.

Nella relazione al disegno di legge sul conto intrattenuto dal Ministero del Tesoro presso la Banca d’Italia, approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 febbraio 1993, è contenuta una preziosa dichiarazione, rara per la sua impudente sincerità: “La ratio di queste disposizioni” recita testualmente la relazione “è evidente: garantire la piena indipendenza delle Banche Centrali e della Banca Centrale Europea, nella gestione della politica monetaria . . . In conseguenza non è consentito agli esecutivi degli stati firmatari del Trattato, di esercitare signoraggio in senso stretto: ovvero di appropriarsi di risorse (sic!) attraverso l’emissione di quella forma di debito inesigibile che è la moneta inconvertibile di corso legale”.

 Dunque:

 

  1. aa) esistono risorse che, ovviamente, non sono di chi se ne appropria, altrimenti sarebbe impossibile appropriarsene;

 

  1. bb) normalmente non dovrebbe essere consentito a nessuno di appropriarsi di “risorse” altrui e non solamente agli Stati firmatari del Trattato, mentre ciò è consentito alle Banche Centrali e alla Banca Centrale Europea che – come si sa – emettono “debito inesigibile”, cioè “moneta inconvertibile di corso legale”.

 Le “risorse” (altrui) di cui parla la relazione alla legge, altro non è che il valore indotto della moneta creato dalla collettività. Le banche centrali hanno raggiunto un tale grado di professionalità nell’appropriarsi di risorse altrui, da avere consolidato in se stesse, e nei governi il convincimento di avere il diritto di farlo, mediante una vera e propria forma di furto legalizzato”.

Queste poche righe costituiscono un incredibile atto di ammissione di più reati compiuti ai danni del Popolo italiano con l’approvazione del Consiglio dei Ministri, l’organo garante dell’attuazione di una sana economia nel paese per permettere che le risorse disponibili arrivino a tutti noi.

Sono una chiara conferma, semmai ce ne fosse bisogno, dell’esistenza dell’appropriazione di “risorse altrui” attraverso l’emissione monetaria.

Che tale appropriazione non è consentita agli esecutivi degli stati membri, ma certamente alla Banca Centrale Europea e alla Banca d’Italia, cioè alla Grande Usura  che le controlla. 

Il professor Auriti ha voluto porre in risalto il “furto legalizzato” dell’intero valore monetario sottratto alla collettività, il signoraggio, e l’arroganza, derivante dalla certezza dell’impunità, con la quale viene attuato.

Oltre a ciò, io vorrei portare di nuovo la vostra attenzione su un altro reato annunciato: la proclamazione di “assoluta indipendenza” delle Banche Centrali e della Banca Centrale Europea nella gestione della politica monetaria.

Completa di dichiarazione di inammissibilità di alcuna ingerenza da parte dei governi degli stati membri, sancita da alcuni articoli del trattato di Maastricht, come abbiamo avuto modo di commentare nel capitolo sulla Banca Centrale Europea.

È una clamorosa dichiarazione di indipendenza da qualsiasi controllo popolare di un centro di potere costituito.

Un’abdicazione al potere (lo abbiamo mai avuto?) da parte nostra.

Quel potere che, secondo la favola dello stato democratico costituzionale, dovrebbe appartenerci e che noi ci illudiamo di trasmettere per delega ai nostri rappresentanti con la farsa elettorale, è stato consegnato al “sistema” europeo delle banche centrali.

Da chi?

Da quel potere esecutivo al quale noi abbiamo affidato il futuro nostro e dei nostri figli, i tanti governi che si sono succeduti alla guida dello Stato.

I traditori che ci hanno venduto agli aguzzini.

Quegli stessi signori che tutti i giorni, con la loro straripante e fastidiosa presenza, dagli schermi televisivi ci inondano di fiumi di parole vuote di significato, riguardanti temi secondari, guardandosi bene dal rendere pubblici gli argomenti più importanti.

L’abituale tecnica di diffusione della grande menzogna virtuale.

Si è compiuto un autentico golpe senza colpo ferire: la perdita della sovranità monetaria/popolare e l’instaurazione della dittatura dei Grandi Usurai internazionali.

 Uomini non eletti da noi, che si sono fatti consegnare in maniera autoritaria ed arrogante dagli esecutivi nazionali il controllo di ciascun paese, a plateale conferma della completa sudditanza della classe politica.

Abbiamo visto, nel corso dei vari capitoli, i meccanismi attraverso i quali gli Usurai si impossessano, come e quando vogliono, della ricchezza prodotta dal popolo, alternando periodi di crisi ad altri di espansione economica; come condizionano l’emanazione di leggi a loro favorevoli, imponendo con lo strapotere dei soldi loro uomini nei ruoli chiave dell’apparato statale; come, con uno spropositato prelievo fiscale ed una serie sempre crescente di regole da osservare, ci stiano restringendo le libertà civili, impoverendoci e riducendoci a prigionieri inconsapevoli in una società immobilizzata dalle catene del debito infinito.

Come autentici dittatori, non sono responsabili di fronte alla legge delle loro malefatte nei nostri confronti, dal momento che non agiscono in prima persona, non si rendono “visibili”, e le loro società, pur avendo il monopolio dell’emissione monetaria, sono assolutamente indipendenti dall’ Unione Europea, come abbiamo visto.

Per maggior sicurezza, hanno provveduto a proteggere con un avvolgente scudo di immunità legali anche i loro camerieri, coloro che ricoprono gli incarichi ufficiali, esposti alla vista di noi comuni mortali.

Il popolo ignora totalmente i nomi ed i volti degli Usurai e persino la loro esistenza.

L’Unione Europea, spacciata per fratellanza dei popoli europei dalla propaganda liberal, trasformata in dittatura della Grande Usura.

Primo passo del tratto finale di un cammino che vorrebbe condurci all’unione fraterna di tutte le popolazioni sotto una dittatura mondiale, con un unico governo invisibile e non eletto che già da decenni sta guidando il mondo a nostra insaputa, una forza di repressione poliziesca pagata da noi per proteggere l’elite dominante dalla nostra ira, se mai dovesse scoppiare; un pensiero unico omologato; la sparizione della moneta, lo strumento di distribuzione dei mezzi di sostentamento, che ci verranno così centellinati dagli Usurai nella quantità da loro ritenute opportune.

Fortunatamente, questi fanatici criminali non riusciranno nel loro intento.

Debito inesigibile è una definizione inaccettabile, una manifestazione di disonestà intellettuale in quanto mira solamente a confondere.

Imposta d’autorità da chi controlla il potere.

Se non esiste l’obbligo della restituzione, non si capisce come la falsa cambiale emessa sotto forma di banconota possa essere considerata un debito ed appostata al passivo nel bilancio della banche emittenti.

Allo stesso tempo risulta arduo spiegare che questo finto debito è addirittura capace di fruttare interessi.

Insomma, l’enorme ammontare del denaro messo in circolazione non può essere contabilizzato al passivo nel bilancio di Bankitalia, e non può controbilanciare l’attivo costituito dai buoni ordinari del tesoro in entrata. Pertanto vengono clamorosamente confermati i dubbi su un bilancio credibile, e la segnalazione di conti alle isole Cayman portati alla luce dall’ingegner Fedrigo e mai smentiti, non aiutano a pensar bene.

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MOVIMENTO ZERO

 I PADRONI DELLA CRISI

 Appello contro la Dittatura Bancaria e Tecnofinanziaria

 No alla vita basata sul prestito e sull’usura

No al debito eterno degli Stati, dei Popoli e dei Cittadini

Il Popolo (attraverso lo Stato) torni titolare della Sovranità Monetaria

 La questione della Sovranità Monetaria non è questione economica. Riguarda tutti gli aspetti della nostra vita. La Banca Centrale Europea, proprietà delle Banche Nazionali Europee, come Bankitalia, emette le banconote di Euro. Per questa stampa pretende un controvalore al 100% del valore nominale della banconota (100 euro per la banconota da 100 Euro), appropriandosi del potere d’acquisto del denaro che crea a costo zero e senza garantirlo minimamente.

È un’incredibile regalia truffaldina ai danni della popolazione intera. Gli Stati pagano questa cifra con titoli di Stato, quindi indebitandosi. Su questo debito inestinguibile, pagheranno (pagheremo) gli interessi passivi per sempre. Con le tasse dei cittadini, o vendendo a privati beni primari, come le fonti d’acqua. Per contenere il debito pubblico, che è generato soprattutto dal costo dell’emissione del denaro che lo Stato paga alla BCE, ogni governo è costretto ad aumentare una pressione contributiva diretta ed indiretta sempre più alta nel tempo, che per alcuni soggetti, i più deboli, corrisponde ad un prelievo forzoso di oltre il 60% del proprio guadagno.

Questo enorme profitto è incamerato ingiustamente, illegittimamente ed anticostituzionalmente dalla BCE, ovvero dai suoi soci, le Banche Nazionali, a loro volta controllate da soggetti privati.

Queste Banche sono di proprietà privata, e, soprattutto, di gestione privata, anche se ingannevolmente vengono fatte passare per “pubbliche”. Gli utili che traggono dalla emissione monetaria vengono occultati attraverso bilanci ingannevoli, in cui si fa un’arbitraria compensazione dei guadagni da Signoraggio con inesistenti uscite patrimoniali. Dopo 60 anni di Signoraggio (il guadagno sull’emissione) esercitato da Bankitalia e BCE, l’Italia ha un enorme debito pubblico generato esclusivamente dai costi per l’emissione del denaro pagati alle Banche Centrali.

Se l’emissione del denaro fosse affidata allo Stato, senza creare debito, oggi non avremmo un solo euro di debito pubblico e le tasse da reddito potrebbero non esistere o incidere minimamente sui redditi da lavoro. Tutti i costi sociali (pubblico impiego, opere, scuole, ospedali) si sarebbero potuti coprire coi proventi da IVA (imposta sul valore aggiunto) magari maggiorata al 30% per i prodotti di lusso e non popolari, e da tasse su transazioni soggette a pubblica registrazione.

Senza usura contro lo Stato da parte delle Banche Centrali, che ha costretto lo Stato a vessare i propri cittadini con tasse spropositate (ricordate il prelievo sul conto corrente voluto dal banchiere Ciampi, travestito da uomo politico?), non bisognerebbe lavorare 30 anni per comprare una piccola casa, pagando tassi da usura. Non esisterebbe il degrado sociale, la povertà, il precariato, la delinquenza come mezzo di sopravvivenza di massa. Senza il Signoraggio delle Banche Centrali gli Stati non avrebbero più debiti e non sarebbero più costretti a tassare e tartassare i propri cittadini, a sottoporli a forme di controllo poliziesco per la determinazione dei redditi. I guadagni da lavoro dipendente ed autonomo sarebbero tutti legittimi, provabili e dichiarabili senza timore, senza evasione, senza elusione, e l’unica tassa da riscuotere sarebbe quella sull’acquisto di beni e servizi, favorendo quelli per la sussistenza con aliquote più basse ed alzando le aliquote per prodotti voluttuari e di lusso.

Ritornando la sovranità monetaria nelle mani degli Stati sovrani si eliminerebbe il debito degli stessi e di conseguenza di larga parte della popolazione. L’esistenza di noi tutti, condizionata e vincolata sin dalla nascita dal principio usurocratico del debito sarebbe sollevata dall’angoscia da rata, da scoperto di conto corrente, da pignoramento, da sfratto, da banca dati della puntualità dei pagamenti. Le nostre vite sarebbero liberate dall’assillo dal lavoro, del doppio lavoro, del bisogno di guadagnare tanto, per poi pagare il 60% del proprio guadagno allo Stato, perché lo Stato è sotto l’usura dei Banchieri.

Merita trattazione a parte l’analisi delle influenze sulla nostra vita dell’assillo economico. Influenze negative di carattere psichico, culturale, sociale. Con i drammi della povertà, dell’emigrazione, del doppio lavoro familiare, del lavoro precario, del lavoro insicuro, delle pensioni minime, che, senza la voracità da usura delle Banche Centrali, si sarebbero potuti evitare. Sottoponiamo l’appello a deputati, senatori, giornalisti, intellettuali, contestatori, anticonformisti, per promuovere la proposta di legge che faccia tornare l’emissione monetaria in mano statale, ovvero politica e popolare. Diffondiamo la verità negata: viviamo in una dittatura bancaria che impone a tutti l’angoscia esistenziale della vita basata sui debiti.

Azzeriamo il debito degli Stati

Eliminiamo la schiavitù degli indebitati per sopravvivere

Riprendiamoci la nostra vita e le nostre libertà

Massimo Fini

Marco Francesco De Marco

Valerio Lo Monaco

Alessio Mannino

Andrea Marcon

 

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“La finanza e il potere”

Brano finale del libro scritto da Joaquìn Bochaca nel 1979:

“Abbiamo esposto, a grandi linee elementari, il sistema finanziario. Alla radice di questo sistema si situa una menzogna. La menzogna di un uomo che, essendosi obbligato a pagare nove volte più di quel che possiede (a semplice titolo di custodia), si suppone sia in grado di adempiere a tale impegno. E da essa scaturiscono in frotta ulteriori menzogne: la menzogna che una cessione di oro costituisca una sventura nazionale; la frottola che i cambi con le valute estere debbano mantenersi fissi; la fandonia che i prezzi e i salari non possono stabilizzarsi; la bubbola che un Paese sopravvivrebbe solo mercè le sue esportazioni; l’impostura che il mercato interno debba subordinarsi a quello estero; l’inganno che salari elevati rappresentino un pericolo; il mendacio che un paese, le cui importazioni superino le esportazioni, “viva al di sopra dei propri mezzi”, e la spudoratezza che il rimedio alla sovrapproduzione sia quello di appiccicare il fuoco ai raccolti, a tutela dei … prezzi.

E, congiunto a questa piramide di menzogne, lo spettacolo del trionfo della tecnica, con stocks straripanti di merci che non si possono distribuire . . per l’unico motivo che, a dispetto dell’evidenza, bisogna puntellare l’impero della menzogna.

Ci piaccia o no, è necessario riconoscere che nella nostra era sussiste una certa interdipendenza fra Danaro e Potere. E poiché la finanza è, per sua natura, internazionale, il potere che essa persegue ha, parimenti, carattere internazionale. I mondialisti, gli apologeti dell’O.N.U., sono finanzieri o loro rappresentanti. Il mondo d’oggi è governato, tanto in politica che in economia, da ben precisi individui al servizio di Forze ben identificate, che in Nord America vengono indicate con il termine “Establishment”. Detti individui occupano posizioni chiave anche se il loro rango politico non è necessariamente vistoso. Così, per fare un esempio, risulta curioso constatare come i presidenti degli Stati Uniti, eletti a suffragio universale, sembrino incapaci di prendere una qualsiasi decisione senza essersi preventivamente consultati con una sorta di “visir” imposti loro d’autorità. Nixon aveva Kissinger, proveniente dalla potentissima Banca Goldmann, Sachs and Co., come Johnson e Eisenhower avevano Sidney Weinberg, del medesimo istituto bancario, a sua volta legato a doppio filo ai Rockefeller; e Kennedy, Truman e Roosevelt avevano Bernard Mannes Baruch, consigliere in 29 banche, oltre a Felix Frankfurter, uomo dei Warburg, gli onnipotenti della Federal Reserve Board. Nixon, Johnson, Kennedy, Roosevelt avevano …? O, piuttosto, Kissinger, Weinberg, Frankfurter o Baruch avevano a disposizione i primi? Chi dominava e chi era dominato?…Per rispondere a questo dilemma basterà rammentare la lapidaria affermazione di Cèline: “La democrazia è plutocrazia”. Nelle elezioni esce regolarmente vincitore il candidato che può disporre di maggior denaro per pagarsi la campagna elettorale, costosissima parata spettacolare che soltanto la Finanza può permettersi. E già si sa: chi paga comanda. In Inghilterra, quando governano i conservatori è cosa pubblica e notoria che le “eminenze grigie” son Charles Clore e Jack Cotton, due super finanzieri della City londinese; quando invece al governo ci sono i laburisti compaiono, come entourage di Harold Wilson, finanzieri di un altro gruppo: Wolfson, Zuckerman e Maxwell, tutti strettamente legati alla potentissima Banca Lazard. Così come risultano vincolati ai Lazard e ai Rothschild la maggioranza degli uomini politici di qualche rilievo in Francia, siano essi etichettati di sinistra, di destra o di centro.

L’”Establishment” mondiale è composto da circa trecento famiglie (d’antico e nobile lignaggio!) fra loro strettamente intrecciate da vincoli di parentela e di economia. Esso controlla in maniera praticamente totale il mercato dell’informazione: stampa, radio e televisione. Il mercato mondiale dei cereali si sposa al nome di Dreyfuss. Nell’industria chimica, sette grandi consorzi, tra i quali risalta il trust “Imperial Chemical Industries”, creatura della famiglia Melchett Mond Moritz, totalizzano da soli il novanta per cento della produzione mondiale. Il mercato del nichelio è un condominio delle famiglie Mond e Rothschild. Sempre i Rothschild sono la prima potenza del mercato mondiale del mercurio. I mercati dei diamanti, argento, oro, rame ed acciaio si associano ai nomi di Oppenheimer, Barnato, Beit, Goldschmidt, Guggenheim, Wernek, De Wendel, Lewisson, Rothschild, Bleichroeder, Japhet, Seligman, Lazard, Morgenthau, Schiff e Warburg. La famiglia Zemurray, proprietaria della “United Fruit”, controlla mezza dozzina di repubbliche centroamericane ed esercita grande influenza anche in Sudamerica. La famiglia Gunzburg possiede grossi interessi in Giappone, dove controlla numerose industrie (i Gunzburg furono, unitamente ai Warburg, Schiff e Kahn, i finanziatori della Rivoluzione Sovietica dell’ottobre 1917). Risulterebbe prolisso elencare la serie completa delle famiglie che formano l’”Establishment”. E tratteggiarne, sia pur molto sommariamente, tutte le attività, richiederebbe un volume a ciò solo dedicato; quindi lasceremo l’argomento a una migliore occasione.

Qui basti puntualizzare che per l’”Establishment” non esistono frontiere, né “cortine di ferro” . . : così, per esempio, la famiglia Aschberg fin dal 1917 ha interessi connessi alla banca di Stato sovietica. Gli Aschberg del Nya Banken di Stoccolma sono ritenuti gli agenti della casa Rothschild per l’Europa settentrionale.

L’”Establishment” raramente agisce in modo diretto. I baroni dell’alta finanza agiscono per interposta persona tramite i loro fidecommissari che hanno il ferreo controllo del potere politico e amministrativo. In Francia, un paese libero il cui emblema democratico viene scolpito sui frontoni dei pubblici edifici, “ogni attività economica è rigidamente controllata dall’establishment; c’è un dittatore per il credito, il sig. Bloch-Lainè; un dittatore per la politica agricola, il sig. Rosenstock-Franck; un dittatore per la produzione, il sig. Ardano; e un dittatore per il piano di sviluppo, il sig. Etienne Hirsch”.

Nel corso di soli tre secoli, la feccia più miserabile d’Europa ha scalato il pinnacolo dell’economia mondiale. Ormai manca solo il consolidamento definitivo della stessa, ovvero la sintesi Capitalismo-Comunismo, dopo la quale albeggerà “la pace”. La pace senza giustizia: una pace satanica. La pace dell’armento umano, con circa trecento pastori e qualche migliaio di cani poliziotto. Per arrivare al vertice, alcuni individui disseminati nel Vecchio Continente e disprezzati da tutta l’umanità , escogitarono, trecento anni orsono, il massimo Furto della storia.

Attualmente, nel nostro “civile” e “democratico” ventesimo secolo, i discendenti dei predetti individui, in piena legalità e con in più la patente di onorabilità, regnano, occultamente ma dispoticamente, su tutta la razza umana. È il secolo dei Furti”.

 

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Paolo MALEDDU