2016.08.03 – IL GRANDE BOTTINO

Posted by Presidenza on 3 Agosto 2016
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È la vecchia politica del colonialismo ottocentesco, aggiornata in funzione neocoloniale dalla strategia Usa/Nato, che ha demolito interi Stati nazionali (Jugoslavia, Libia) e frazionato altri (Iraq, Siria), per controllare i loro territori e le loro risorse.

 

 

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Libia. Petrolio, immense riserve d’acqua, miliardi di fondi sovrani. Il bottino sotto le bombe

«L’Italia valuta positivamente le operazioni aeree avviate dagli Stati uniti su alcuni obiettivi di Daesh a Sirte. Esse avvengono su richiesta del governo di unità nazionale, a sostegno delle forze fedeli al governo, nel comune obiettivo di contribuire a ristabilire la pace e la sicurezza in Libia»: questo è il comunicato diffuso della Farnesina il 1° agosto. Alla «pace e sicurezza in Libia» ci stanno pensando a Washington, Parigi, Londra e Roma.

Gli stessi paesi che, dopo aver destabilizzato e frantumato con la guerra lo Stato libico, vanno a raccogliere i cocci con la «missione di assistenza internazionale alla Libia». L’idea che hanno traspare attraverso autorevoli voci. Paolo Scaroni, che a capo dell’Eni ha manovrato in Libia tra fazioni e mercenari ed è oggi vicepresidente della Banca Rothschild, ha dichiarato al Corriere della Sera che «occorre finirla con la finzione della Libia», «paese inventato» dal colonialismo italiano. Si deve «favorire la nascita di un governo in Tripolitania, che faccia appello a forze straniere che lo aiutino a stare in piedi», spingendo Cirenaica e Fezzan a creare propri governi regionali, eventualmente con l’obiettivo di federarsi nel lungo periodo. Intanto «ognuno gestirebbe le sue fonti energetiche», presenti in Tripolitania e Cirenaica. È la vecchia politica del colonialismo ottocentesco, aggiornata in funzione neocoloniale dalla strategia Usa/Nato, che ha demolito interi Stati nazionali (Jugoslavia, Libia) e frazionato altri (Iraq, Siria), per controllare i loro territori e le loro risorse. La Libia possiede quasi il 40% del petrolio africano, prezioso per l’alta qualità e il basso costo di estrazione, e grosse riserve di gas naturale, dal cui sfruttamento le multinazionali statunitensi ed europee possono ricavare oggi profitti di gran lunga superiori a quelli che ottenevano prima dallo Stato libico. Per di più, eliminando lo Stato nazionale e trattando separatamente con gruppi al potere in Tripolitania e Cirenaica, possono ottenere la privatizzazione delle riserve energetiche statali e quindi il loro diretto controllo.

Oltre che dell’oro nero, le multinazionali statunitensi ed europee vogliono impadronirsi dell’oro bianco: l’immensa riserva di acqua fossile della falda nubiana, che si estende sotto Libia, Egitto, Sudan e Ciad. Quali possibilità essa offra lo aveva dimostrato lo Stato libico, costruendo acquedotti che trasportavano acqua potabile e per l’irrigazione, milioni di metri cubi al giorno estratti da 1300 pozzi nel deserto, per 1600 km fino alle città costiere, rendendo fertili terre desertiche.

Agli odierni raid aerei Usa in Libia partecipano sia cacciabombardieri che decollano da portaerei nel Mediterraneo e probabilmente da basi in Giordania, sia droni Predator armati di missili Hellfire che decollano da Sigonella. Recitando la parte di Stato sovrano, il governo Renzi «autorizza caso per caso» la partenza di droni armati Usa da Sigonella, mentre il ministro degli esteri Gentiloni precisa che «l’utilizzo delle basi non richiede una specifica comunicazione al parlamento», assicurando che ciò «non è preludio a un intervento militare» in Libia. Quando in realtà l’intervento è già iniziato: forze speciali statunitensi, britanniche e francesi – confermano il Telegraph e Le Monde – operano da tempo segretamente in Libia per sostenere «il governo di unità nazionale del premier Sarraj».

Sbarcando prima o poi ufficialmente in Libia con la motivazione di liberarla dalla presenza dell’Isis, gli Usa e le maggiori potenze europee possono anche riaprire le loro basi militari, chiuse da Gheddafi nel 1970, in una importante posizione geostrategica all’intersezione tra Mediterraneo, Africa e Medio Oriente. Infine, con la «missione di assistenza alla Libia», gli Usa e le maggiori potenze europee si spartiscono il bottino della più grande rapina del secolo: 150 miliardi di dollari di fondi sovrani libici confiscati nel 2011, che potrebbero quadruplicarsi se l’export energetico libico tornasse ai livelli precedenti.

Parte dei fondi sovrani, all’epoca di Gheddafi, venne investita per creare una moneta e organismi finanziari autonomi dell’Unione Africana. Usa e Francia – provano le mail di Hillary Clinton – decisero di bloccare «il piano di Gheddafi di creare una moneta africana», in alternativa al dollaro e al franco Cfa. Fu Hillary Clinton – documenta il New York Times – a convincere Obama a rompere gli indugi. «Il Presidente firmò un documento segreto, che autorizzava una operazione coperta in Libia e la fornitura di armi ai ribelli», compresi gruppi fino a poco prima classificati come terroristi, mentre il Dipartimento di stato diretto dalla Clinton li riconosceva come «legittimo governo della Libia». Contemporaneamente la Nato sotto comando Usa effettuava l’attacco aeronavale con decine di migliaia di bombe e missili, smantellando lo Stato libico, attaccato allo stesso tempo dall’interno con forze speciali anche del Qatar (grande amico dell’Italia). Il conseguente disastro sociale, che ha fatto più vittime della guerra stessa soprattutto tra i migranti, ha aperto la strada alla riconquista e spartizione della Libia.

Manlio Dinucci

tratto da: (clicca qui)

 

 

2016.07.29 – La Grande Truffa – 29° parte

Posted by Presidenza on 29 Luglio 2016
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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”

“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 20°parte                         La Grande Truffa – 21°parte

La Grande Truffa – 22° parte                                         La Grande Truffa – 23° parte

La Grande Truffa – 24° parte                                         La Grande Truffa – 25° parte

La Grande Truffa – 26° parte                                         La Grande Truffa – 27° parte

La Grande Truffa – 28° parte

 

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

29° parte

 

 

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Questo potere è infatti affidato alla Commissione europea, formata da  burocrati non eletti da noi cittadini europei.

Tutto siglato da trattati internazionali, nero su bianco: potere virtuale alle classi politiche rappresentanti il popolo, potere reale a Usurai non eletti.

Una situazione incredibile, in contrasto con le più elementari norme democratiche, ma non  percepita dalla stragrande maggioranza della popolazione europea perché non divulgata chiaramente dai media ufficiali.

Un ristretto gruppo di Usurai internazionali è riuscito nell’impresa di riunire in un’ unica organizzazione ciò che rimane degli stati sovrani europei per poterli facilmente controllare con lo strumento monetario emesso dalla  Banca Centrale Europea, creata a tale scopo.

La difficoltà di poter dominare un nutrito numero di stati sovrani indipendenti e fortemente nazionalisti, è stata superata semplicemente trasferendo la sovranità monetaria ad uno sfuggente ed incontrollabile  “Sistema delle Banche Centrali Europee”.

Se non credete alle mie parole, leggete attentamente quelle di David Rockefeller, pronunciate ad una riunione della “Commissione Trilaterale” nel Giugno del 1991:

Siamo grati al Washington Post, New York Times, Time Magazine ed altre grandi pubblicazioni i cui direttori hanno partecipato alle nostre riunioni e rispettato la promessa di discrezione per quasi 40 anni. Sarebbe stato impossibile per noi sviluppare il nostro progetto per il mondo se fossimo stati sotto le luci dei riflettori durante questi anni. Adesso, il mondo è molto più progredito e preparato per andare incontro ad un governo mondiale. La sovranità sopranazionale di un elite intellettuale di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli scorsi”.

Rileggete l’ultima frase. Agghiacciante.

Un governo sovranazionale dei banchieri mondiali preferibile all’autodeterminazione nazionale, lo dice David Rockefeller.

È la descrizione dell’unione europea, per ora.

La tomba della democrazia.

Ed il loro progetto per il mondo, quale sarà?

Ed i ringraziamenti a tre dei grandi gruppi mediatici internazionali costruttori di quel mondo virtuale del quale si parla sin dall’inizio del libro?

Avevate mai sentito nominare prima questi nomi: Kuhn, Mellon, Morgan, Harriman, Loeb, Schiff, Kahn, Warburg, Carnegie?

Probabilmente no, e raramente li sentirete sui media ufficiali.

Avete mai visto una foto o una ripresa televisiva di un Rockefeller o un Rothschild?

No, e mai la vedrete.

Sanno bene quanta sofferenza provocano e preferiscono restare anonimi.

La società degli uomini è divisa in due parti nettamente distinte ma complementari.

La base ha il compito di produrre, lavorando e consumando, tutta la ricchezza del pianeta.

Il vertice che tutto vede e controlla, si impossessa della ricchezza prodotta, la accumula e l’amministra come meglio crede.

La stragrande maggioranza della popolazione mondiale fa il lavoro fisico e non ha tempo per pensare, l’elite dominante ha tempo per pensare perché vive di rendita dal nostro lavoro.

Come i parassiti, vive succhiando il sangue altrui.

Sfruttando a proprio piacimento il lavoro delle masse, continua ad affinare i meccanismi dell’organizzazione sociale per mantenere e rafforzare il dominio totale.

La società è stata trasformata in una esattoria globale: la classe dominante si impossessa delle proprietà del popolo per mezzo dei politici che fungono da esattori.

Il denaro è potere.

Il continuo, enorme travaso di ricchezza dalla base al vertice, non è finalizzato al consumo (impossibile consumare tanta ricchezza), ma ha la funzione di sottrarre potere al popolo, impedirgli di alzare la testa, ridurlo in uno stato di completa sudditanza.

Una popolazione sottomessa per mezzo del debito è molto più controllabile di una libera ed indipendente.

Recentemente ho sentito annunciare dal Tg Rai il progetto di una moneta unica mondiale. Verrà indetto un grande concorso che coinvolgerà democraticamente, (come potrebbe essere altrimenti?) migliaia di scuole sparse in tutto il mondo per scegliere il nome della moneta.

Così le future vittime, i bambini, saranno liberi di dare il nome allo strumento che li renderà schiavi per tutta una vita.

Sarà un’altro passo verso la completa scomparsa del denaro dalla circolazione. Rimarrà solo il nome.

Se oggi per una qualsiasi ragione non ci funziona la carta di credito, possiamo sempre utilizzare il contante per risolvere i piccoli problemi quotidiani. È uno degli ultimi spazi di libertà rimasti perché, almeno per i piccoli pagamenti, il contante non lascia una registrazione di ora, importo, luogo e giorno.

Presto saremo tutti dipendenti dalla carta di credito della banca e dal denaro virtuale detratto elettronicamente dal conto corrente bancario.

Naturalmente ci verrà spiegato che sarà per combattere l’evasione e per nostra maggior sicurezza, in quanto la carta sarà personalizzata con qualche sistema biometrico e solo l’intestatario potrà utilizzarla.

Non essendoci più contanti in circolazione, nessuno avrà interesse a rapinarci per strada.

Omettendo di avvisarci che la rapina nei nostri confronti sarà portata avanti, in maniera soft ma ugualmente drammatica, solamente dagli istituti di credito.

E se avessimo l’ardire di ribellarci, la banca potrebbe disattivarci carta e conto corrente elettronico, mettendoci fuori dalla società civile.

Tutto ciò, ripetiamo ancora una volta, senza aver infranto nessuna legge delle stato.

Le regole dei banchieri sono più incisive delle leggi dello stato.

Il capolavoro, in senso negativo per noi, è stato assumere il dominio globale lasciando alle popolazioni mondiali l’esercizio del rito elettorale, ormai vuoto di ogni significato perché incapace di influenzare ed indirizzare l’azione politica, dettata dall’alto. Dando però all’elettore l’illusione necessaria di vivere in democrazia ed in uno stato di diritto, e farlo sentire responsabile del cattivo andamento dell’economia in conseguenza di errori nella decisione di aver mandato la destra o la sinistra al governo, con la partecipazione alle elezioni democratiche dei propri rappresentanti.

 “Del resto, non li abbiamo mandati noi a governarci?”, è la tipica frase di conferma del buon esito dell’inganno.

Gli Usurai internazionali si sono concentrati sull’acquisizione per sé, attraverso il controllo dello strumento monetario, dell’unico vero potere, quello economico/finanziario, lasciando ad altri, con il potere politico sempre più irrilevante, tutta la responsabilità di fronte alla storia ed ai popoli.

L’obiettivo, il controllo totale del pianeta.

L’Unione Europea, costituita all’insaputa delle popolazioni europee in una forma che la fa assomigliare più ad una dittatura dei banchieri che ad una unione democratica fra paesi ormai dissolti e spogliati delle loro sovranità nazionali,  è il primo passo verso una organizzazione totalitaria.

Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale, con la forza o col consenso”.

         James Warburg, al Senato degli Stati Uniti, 17 Febbraio1950

 

Capitolo XXIII

L’acqua come diritto, non come merce

 

Prima di chiudere, un argomento che dovrebbe stare più a cuore a tutti noi, ma al quale sui media dei padroni viene dato meno risalto possibile, per permettere a coloro che ce la stanno sottraendo di completare indisturbati la loro opera meschina.

Il destino dell’acqua è già stato deciso, nonostante illusori referendum.

Verrà completamente privatizzata.

Così hanno deciso i padroni, se noi non glielo impediremo.

Nel Marzo del 2000 si tenne a L’Aia, in Olanda, il Forum Mondiale sull’Acqua.

La denominazione  stessa della conferenza ci fa pensare ad un incontro di esperti mondiali in materia che mirano alla salvaguardia delle risorse idriche del pianeta.

Niente di più ingannevole.

Ancora una volta la presentazione virtuale dell’evento nasconde il vero obiettivo: il furto dell’acqua ai danni della popolazione mondiale da parte di pochissime multinazionali del settore.

Il tema centrale del dibattito, anche esso subdolamente presentato con toni soft, era imperniato sulla seguente domanda: l’acqua è solo un “bisogno” umano basilare e può essere commercializzata dal mercato con le sue multinazionali a fini di lucro, o deve invece essere riconosciuta come un “diritto umano universale” e si deve quindi affidare la sua distribuzione ai governi affinché garantiscano un equo accesso ad ogni persona, senza scopi di lucro?

Il Forum fu organizzato dalla “Banca Mondiale”, dalle multinazionali del settore e da associazioni presentate come “umanitarie” ad esse appartenenti.

Dal momento che, come per tutte le questioni importanti che la riguardano, non era stata invitata al Forum la popolazione planetaria, padrona dell’oggetto del dibattito, lo stesso si concluse democraticamente (nonostante l’assenza del dèmos ..) con una dichiarazione che definiva l’acqua  bisogno fondamentale, ma non diritto universale.

Ancora una sconfitta per i popoli: l’acqua, in mano ai mercanti e soggetta alle leggi della domanda e dell’offerta, arriverà solo a chi avrà i soldi per pagarla.

I governi, ancora una volta, fanno gli interessi delle multinazionali di proprietà dei banchieri, piuttosto che quelli dei popoli che dovrebbero rappresentare.

Al benessere dei cittadini viene anteposto il profitto di pochi.

La rendita del capitale degli Usurai è più importante della nostra vita.

Le virtuali persone giuridiche contano più delle persone fisiche.

Le risorse di tutti, a beneficio esclusivo dei soliti pochi Finanzieri Capitalisti.

“Il capitalismo d’oggi, dottrinale, si configura come una dittatura della finanza sugli altri fattori della produzione: è l’interesse supremo dei prestatori di capitali quello che viene perseguito, non il mantenimento della vita umana, della società”.

                                     Maurizio Blondet, “Schiavi delle banche”

 

Continua a succedere ciò che già è successo con la moneta. Controllo totale da parte di pochissimi individui che avranno un enorme potere di vita e di morte sul resto dell’umanità.

La scarsità di acqua, non si capisce sino a che punto reale, verrà usata come un arma micidiale da chi ne deterrà il monopolio.

La Grande Finanza ha messo le mani sulla preda, usando ancora e sempre il denaro come arma per poter, principalmente attraverso il “Fondo Monetario Internazionale”, la “Banca Mondiale”, il “Wto” (organizzazione mondiale del commercio) e una miriade di false organizzazioni umanitarie e “associazioni per lo sviluppo”, costringere i paesi  poveri e non, a consegnarle tutta una serie di servizi, tra i quali quelli idrici, in cambio degli indispensabili finanziamenti.

Naturalmente, governi meschini, corrotti e complici si piegano a condizioni altrimenti inaccettabili, e la Grande Finanza internazionale, attraverso le multinazionali del settore, sta procedendo a tappe forzate ad accaparrarsi tutta l’acqua del pianeta.

Alcune righe tratte da “Oro blu”, di Maude Barlow e Tony Clarke, due autori ed attivisti impegnati in associazioni per la protezione dell’acqua :

La rivista “Fortune”, in un numero speciale del maggio del 2000 dedicato all’industria mondiale dell’acqua, dichiarava: “L’acqua promette di essere per il XXI secolo quello che il petrolio è stato per il XX: una merce preziosa, in grado di determinare la ricchezza delle nazioni”.

…Secondo l’analisi di Fortune, le entrate annuali dell’industria dell’acqua ammontano circa al 40% di quelle del settore petrolifero e sono già superiori di un terzo rispetto a quelle del settore farmaceutico.

… l’industria crescerebbe di un 10% annuo e, contemporaneamente, ci sarebbe un’escalation del valore economico dell’acqua …

…il miglior settore del prossimo secolo…

..qualcosa che promette guadagni stabili e consistenti per tutto il secolo venturo, provate l’ultima novità in campo, al di fuori di Internet: l’acqua ..”

 

“Contano i profitti espressi in moneta, che i prestatori di capitale possono leggere nei bilanci.”     Maurizio Blondet

 

L’industria mondiale dell’acqua è dominata da dieci multinazionali, ma le prime due, Vivendi Universal e Suez, da sole si dividono il 70% del mercato globale.

 

Da “Euroschiavi” di Marco Della Luna e Antonio Miclavez:

La legge Galli del 1994 autorizza in Italia la privatizzazione delle fonti. Le concessioni che gli sfruttatori delle fonti pagano ai comuni non coprono nemmeno le spese di smaltimento delle bottiglie usa e getta. A livello globale si sta creando una concentrazione di proprietà dell’acqua potabile e una sua artificiosa rarefazione, onde farne lievitare il prezzo . . .

 . . . una banca svizzera ha capito l’effetto della privatizzazione dell’acqua e nel gennaio del 2000 ha lanciato un fondo di investimento (International Water Investment Fund) centrato su 80 valori azionari di altrettante imprese private operanti nel settore dell’acqua. Sostiene che in 15 anni si potrà guadagnare dal 400 all’800%.”

È il Casinò della Borsa Valori, altro strumento con il quale gli Usurai, da autentici Parassiti della società, estraggono ricchezza, speculando,  dal lavoro delle popolazioni e dalle risorse di tutti.

I nostri politici ancora una volta si dividono in due categorie: camerieri dei banchieri e utili idioti.

I primi, lo abbiamo ripetuto durante tutto il libro, facendo gli interessi dei Finanzieri Usurai e non quelli del popolo che dovrebbero rappresentare,  hanno già venduto le fonti d’acqua alle multinazionali.

Affermando di fare gli interessi della popolazione, cedono ad imprese private la gestione di acquedotti e fognature per non farne (dicono) gravare i costi sulle finanze pubbliche, la popolazione nel suo insieme.

Del tutto in malafede, fanno il giuoco delle multinazionali, ed è sempre e solo il popolo che ci rimette.

Infatti i cittadini dovranno poi individualmente, senza alternative, piegarsi a qualsiasi prezzo venga loro richiesto per tali indispensabili servizi.

A livello locale, solo pochi sindaci coraggiosi, comprendendo bene l’importanza del problema acqua, si battono contro amministrazioni regionali e nazionali che spingono alla vendita, e contro gli altri loro colleghi sindaci che, nell’errata convinzione di fare il bene dei loro concittadini, si battono con tutte le loro forze facendo gli interessi dei grandi gruppi: utili idioti, appunto.

In Sardegna una società appositamente fondata, “Abbanoa Spa”, ha  acquisito il monopolio della nostra acqua, e subito i costi del prezioso liquido e dei servizi correlati sono aumentati in maniera vertiginosa. È solo l’inizio, perché questa nuova società sarà costretta prima o poi a consegnarsi allo strapotere di una qualche multinazionale del settore alla quale non potrà opporsi.

Ed ancora una volta noi cittadini ci vedremo costretti a rivolgerci ai Grandi Usurai per pagare prima i mezzi di scambio che già ci appartengono, e con questi poter comprare dalle multinazionali straniere degli stessi soggetti, il prezioso liquido che sgorga dalle sorgenti sarde e del quale pure siamo gli unici proprietari.

Gli Usurai ci prestano i nostri soldi, indebitandoci per sempre, per riprenderceli vendendoci a caro prezzo un’altra risorsa fondamentale precedentemente sottrattaci: l’acqua.

I soldi dei nostri padri hanno permesso che l’acqua delle sorgenti arrivasse sino alle nostre città ed alle nostre case con la costruzione degli acquedotti ed una fitta rete di condotte. Noi paghiamo ancora con le tasse il mantenimento e qualsiasi miglioramento del sistema idrico, paghiamo  allacci e smaltimento delle nostre case ed infine la stessa erogazione dell’acqua, che dovrebbe invece essere gratuita: abbiamo già pagato tutto.

Perché vogliamo cedere un bene reale ed indispensabile come l’acqua in cambio di banconote di carta colorata?

Questo liquido indispensabile è dentro di noi, è parte preponderante dell’organismo umano e pertanto un nostro inalienabile diritto averla a disposizione gratuitamente.

Cosa c’entrano con l’acqua che in Sardegna ci cade addosso per poi sgorgare dalle nostre sorgenti, le multinazionali dei Grandi Usurai con sedi in paesi lontani?

A chi appartengono le sorgenti, i fiumi, i mari e l’acqua che cade dal cielo?

Così come il banchiere non può essere proprietario del valore monetario, la sorgente che dà da bere al mondo non può appartenere ad un privato.

Costui avrebbe la nostra vita nelle sue mani.

Il banchiere, aprendo e chiudendo il rubinetto del credito monetario,  già decide chi tra noi può vivere o deve morire.

 Ora, attraverso le sue multinazionali, possiede pure la fontanella che disseta il mondo e decide chi può  bere e chi no . . .

continua…..

 

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Paolo MALEDDU

2016.07.27 – Stragi su stragi. E ci fanno credere che…

Posted by Presidenza on 27 Luglio 2016
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E intanto, a reti unificate, ci fanno credere che il nostro nemico sia l’Islam e non il terrorismo quotidiano permanente dell’economia di mercato.

 

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Stragi su stragi. Senza tregua. Quasi una al giorno, ormai. Chissà perché, poi, questi orrendi attentati si abbattono sempre nei luoghi pubblici facendo strage di povera gente, di persone comuni, lavoratori e disoccupati, ragazzi e studenti.
Mai una volta – avete notato? – che l’ira delirante dei terroristi si abbatta nei luoghi del potere e della finanza. Mai. Mai un signore della finanza colpito, mai uno statista, mai un “pezzo grosso” dell’Occidente. Strano, davvero, che i pazzi alfieri del terrorismo, che in teoria – si dice – avrebbero dichiarato guerra all’Occidente non prendano di mira chi l’Occidente davvero lo governa.

Se non ci dicessero un giorno sì e l’altro pure che il terrorismo islamico ha dichiarato guerra all’Occidente si avrebbe quasi l’impressione che si tratti di una guerra di classe – gestita poi da chi? – contro lavoratori, disoccupati, classi disagiate: una lotta di classe tremenda, ordita per tenere a bada i dominati, per tenerli sotto tensione, proprio ora che, mentre stanno perdendo tutto, iniziano a sollevarsi (è il caso della Francia della “loi travail”, uno dei Paesi più colpiti dal terrorismo).

E intanto, a reti unificate, ci fanno credere che il nostro nemico sia l’Islam e non il terrorismo quotidiano permanente dell’economia di mercato.

Ci fanno credere che il nemico, per il giovane disoccupato cristiano, sia il giovane disoccupato islamico e non il delocalizzatore, il magnate della finanza, il fautore delle “riforme” che uccidono il mondo del lavoro: il conflitto Servo-Signore è, ancora una volta, frammentato alla base. Nell’ennesima guerra tra poveri, della quale a beneficiare sono coloro che poveri non sono.

Il terrorismo, quali ne siano gli agenti, è un’arma nelle mani dei potenti: fa il loro interesse. E lo fa per più ragioni.
Intanto, perché frammenta il conflitto di classe e mette i servi in lotta tra loro (Islamici vs Cristiani, Orientali vs Occidentali): lo “scontro di civiltà” di Huntington va a occultare la “lotta di classe di Marx”. Il tutto condito con le tirate alla Fallaci.

Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale. Il futuro geopolitico del pianeta

In secondo luogo perché attiva il paradigma securitario, modello “Patriot Act” Usa: per garantire sicurezza, si toglie libertà. Et voilà, il gioco è fatto.

In terzo luogo, si crea adesione al partito unico della produzione capitalistica anche in chi avrebbe solo motivi per contestarla: l’Occidente “buono” contro l’Oriente cattivo e terrorista.

In quarto luogo, si prepara il terreno – prepariamoci – per nuove guerre: guerre in nome del terrore, come fu in Afghanistan (2001) e non molto fa con i bombardamenti in Siria. Il terrorismo diventa una “opportunità” – sit venia verbo – per guerre di aggressione imperialistiche.

Questo lo scenario. V’è poco da stare allegri. Ma è meglio essere informati, se non altro.

Diego Fusaro

tratto da: (clicca qui)

2016.07.16 – La Grande Truffa – 28° parte

Posted by Presidenza on 16 Luglio 2016
Posted in articoli 

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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”

“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 20°parte                     La Grande Truffa – 21°parte

La Grande Truffa – 22° parte                                    La Grande Truffa – 23° parte

La Grande Truffa – 24° parte                                    La Grande Truffa – 25° parte

La Grande Truffa – 26° parte                                    La Grande Truffa – 27° parte

 

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

28° parte

 

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Lo strapotere mediatico, creatore e manipolatore di quella “opinione pubblica” calata dall’alto e imposta attraverso il mezzo televisivo, riesce però a venderci per democrazia la dittatura della Grande Usura, le ingiustizie sociali e l’arroganza militare statunitense nel mondo.

Partendo da ciò che è l’argomento principe del libro che abbiamo sotto mano, il sistema monetario, ci siamo resi conto che in uno stato il vero potere non risiede nel popolo sovrano. A noi continua ad essere concesso il rito delle elezioni democratiche, il mito della partecipazione popolare al potere, l’illusione di vivere in una società dove libertà, giustizia, diritti e  opportunità per tutti siano stati raggiunti.

Considerando tutto ciò che abbiamo appena letto su moneta, economia, finanza ed Usura, qualcuno è ancora convinto di vivere in una  democrazia?

È  solo un inganno, il mondo virtuale nel quale restiamo intrappolati, vittime inconsapevoli dell’istruzione ricevuta e della cultura occidentale fatta di falsi dogmi : società dei consumi, globalizzazione, crescita continua, elezioni democratiche, democrazia, libero mercato, diritti umani, la legge è uguale per tutti, sinistra liberale, debito pubblico da pagare, lotta all’evasione, lotta al riciclaggio, rappresentanza popolare, sindacati che fanno gli interessi degli operai, lotta all’inflazione, guerra al terrorismo, le missioni di pace, la stampa indipendente, il papa buono,  la  res publica.

 

Come può lo stato essere democratico, se dipendiamo da decisioni prese arbitrariamente da un elite di banchieri/finanzieri, mimetizzati dietro sigle di anonime e disumane entità  internazionali?

È il Potere Invisibile, senza volto né nome, dei Grandi Usurai del mondo della finanza.

Costoro hanno costruito con grande pazienza ed una abilità inquietante che bisogna riconoscer loro, una società che possono condizionare e manovrare a loro piacimento attraverso lo strumento monetario ed il controllo pressoché assoluto di tutte le risorse del pianeta.

A differenza dei monarchi assoluti e dei dittatori del passato che rischiavano in prima persona ed erano facilmente individuabili dal popolo come responsabili, i nuovi padroni del mondo sono invisibili, agiscono nell’ombra, hanno separato i loro destini da quelli dei popoli sfruttati.

Tengono per sé tutti i privilegi del potere, lasciando però ad altri gli svantaggi della visibilità.

Per l’esercizio formale del potere, si servono di una classe politica di camerieri che corrompono ed impongono a piacimento con la forza del denaro e dei media di loro proprietà. Questi fedeli servitori vengono remunerati con stipendi spropositati pagati dal popolo, proprio perché assumano delle cariche pubbliche, visibili, che li rendono ai nostri occhi ingenui i soli responsabili dello sfacelo.

 

I veri padroni possono così continuare ad organizzare guerre locali qua e là per il mondo, mettere al potere e quindi destituire piccoli dittatori da indicare  come responsabili, controllare il commercio mondiale attraverso le multinazionali di loro proprietà, spostando ingenti capitali, provocando espansioni e recessioni dei cicli economici.

Senza assumere responsabilità, mantengono un potere assoluto con cariche non elettive che durano tutta una vita.

Interessi completamente disgiunti e contrari a quelli delle popolazioni degli stati che li ospitano, vivendo in una condizione di sopranazionalità, da autentici apolidi senza legami nazionali quali si considerano.

Stati sovrani nel mondo virtuale, in verità ridotti a meri strumenti, in mano alla finanza internazionale, di esproprio della ricchezza prodotta dalle popolazioni.

Vere e proprie esattorie nazionali, con i politici nel ruolo di esattori, i cittadini contribuenti in quello di vittime e gli Usurai come beneficiari finali.

Tutto ciò con il determinante appoggio del mondo giudiziario che non vuole o non può intervenire, e che ormai deve applicare regole vincolanti fatte  fuori dai confini nazionali, nel cuore dell’Unione Europea o con trattati ed accordi internazionali.

Il trattato di Maastricht ed il più recente e vergognoso trattato di Lisbona hanno praticamente dissolto gli stati nazionali europei come noi eravamo abituati a considerarli. I parlamenti nazionali sono ormai svuotati di ogni potere. Le leggi arrivano da Bruxelles, fatte dalla Commissione europea (23.000 persone in organico) ed una miriade di sottocommissioni (tremila!) formate da oscuri burocrati non eletti dal popolo.

Noi abbiamo eletto un Parlamento europeo che non può fare leggi.

Il Parlamento, l’unica istituzione europea eletta dai popoli,  non ha potere legislativo. Incredibile ma vero.

Mondo virtuale per umane greggi europee.

La moneta che noi tutti solamente usiamo (possiamo usarla, ma non la possediamo), il sangue dell’organismo, la linfa vitale, viene dalla Banca Centrale Europea, ente sovranazionale assolutamente indipendente e non condizionabile dai governi nazionali.

Le incontrastabili disposizioni bancarie che così tanto influenzano negativamente le nostre vite, vengono dalla (sconosciuta ai più) Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, Svizzera.

Questo paese, il più grande paradiso fiscale sulla faccia della terra,  si è tenuto (o è stato tenuto?) prudentemente fuori dall’Unione Monetaria.

Le importantissime decisioni che riguardano il commercio mondiale vengono dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO in inglese), si chiamano Accordi, e sono assolutamente insindacabili dai governi degli stati nazionali. Stiamo parlando dell’organismo che ha dato la spinta decisiva alla liberalizzazione selvaggia del commercio internazionale in favore delle multinazionali, alla libera circolazione dei capitali, alla dislocazione di industrie e stipendi verso paesi più accoglienti da sfruttare, con  creazione di milioni di disoccupati negli stati europei e numerose altre nefaste conseguenze.

Ora l’Organizzazione Mondiale del Commercio sta mettendo a punto il Gats (general agreements on trade in services), Accordo Generale per il Commercio dei Servizi.

“E alla fine c’è il GATS, il gran finale che le elite stanno preparando per questa parte del loro piano. Come già ricordato, esse tenteranno sempre di cementare i loro interessi in leggi sopranazionali. GATS significa Accordo Generale per il Commercio dei Servizi ed è uno dei capitoli più allarmanti dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) che si sta discutendo ora fra i suoi 153 Paesi membri. Una volta ratificato da essi, il GATS diventerà legge nazionale e le nazioni che lo violano saranno passibili di multe pesantissime decise da un tribunale dell’OMC. GATS tratta proprio di servizi, fra cui in primo piano sono quelli essenziali. Esso impone agli Stati di  comporre entro una certa data una lista di servizi pubblici da privatizzare, e a tutt’oggi già diverse scadenze sono passate a causa dei litigi fra governi. Detto ciò, e non potendo qui scrivere un trattato su questo accordo immenso, è di rigore sottolineare alcuni punti: GATS nutre le ambizioni delle elite Neoliberiste poiché il suo scopo generale è di strappare agli Stati, cioè privatizzare, il maggior numero di servizi possibili, come l’istruzione, Sanità, pensioni, acqua, fognature, librerie, utenze, bus scolastici, servizi d’emergenza, ecc. Semplicemente esso fornisce lo schema legale futuro della notoria “richiesta prigioniera” e contiene regole che proibiscono ai governi nazionali e anche a quelli locali/regionali di far valere molte legislazioni che oggi sono favorevoli ai consumatori, ai lavoratori e anche a certe aziende. Questo perché il cuore di tutti gli accordi sopranazionali dell’OMC, e dunque anche del GATS, è il principio del “ meno restrittivo possibile” per il Libero Mercato. Esso afferma che se una legge nazionale o locale ostacola il libero flusso del commercio – per motivi di protezione della salute/ambiente, per promuovere un settore di lavoro nazionale, o per proteggere le aziende locali dall’assalto delle multinazionali, – allora tali regole possono essere contestate presso il tribunale dell’OMC a Ginevra. In esso, tre tecnocrati non eletti hanno il potere di sanzionare con multe immense lo Stato che disobbedisce all’accordo (così immense che persino gli USA cedettero in passato). È così che GATS, una volta ratificato, spedirà milioni di cittadini – abili o disabili, giovani o vecchi, sani o ammalati – nelle mani di fornitori di servizi essenziali privati alla rincorsa solo di profitti e senza neppure regolamenti pubblici che ci proteggano. GATS è l’ennesimo capitolo del piano delle elite per evirare gli Stati sovrani in qualsiasi modo.

Riassumendo: un accordo dal potere sopranazionale in via di approvazione fra 153 governi li costringerà a consegnare ai grandi investitori i servizi essenziali, e questi piomberanno a fare profitti favolosi. Una rapina scolpita in leggi inattaccabili.”

Così Paolo Barnard sul suo “Il più Grande Crimine”, lettura vivamente consigliata.

Lo stato democratico disintegrato dalle invisibili (ai nostri occhi)  manovre ispirate dalle dottrine economiche neoliberiste imposte dall’elite dominante con un lungo e  paziente lavoro di infiltrazione e condizionamento di giornali, televisioni, facoltà di economia, libri, classi politiche, governi nazionali.

Che cosa è la politica?

L’arte di governare lo Stato.

Quale è la principale attività di governo a cadenza annuale?

La legge finanziaria che ogni anno stabilisce come e in che quantità ci verranno espropriati i soldi da consegnare alla Grande Usura internazionale.

Che valore può avere una legge finanziaria partorita in maniera sempre più sofferta dalla nostra classe politica se è il Vero Potere che controlla la Banca Centrale Europea che deciderà del nostro futuro semplicemente tirando su la leva che regola il costo del nostro denaro?

Tra poco anche la legge finanziaria dovrà seguire i dettami che provengono dai burocrati non eletti di Bruxelles, che potranno bocciarla o cambiarla prima che sia approvata dai parlamenti dei singoli paesi !!!

È il dissolvimento totale dei grandi stati nazionali europei, fastidiosi ostacoli sul cammino che vorrebbe condurci al Governo Globale.

L’Unione Europea è il primo gradino in corso d’opera.

 

Capitolo XXII

Unione Europea, regime totalitario sovranazionale

 

La comprensione del meccanismo che permette il furto del valore monetario è la chiave d’accesso ad una visione più chiara di ciò che sta succedendo oggi sul nostro pianeta.

L’elite dominante che manipola l’emissione monetaria ha concentrato nelle proprie mani anche il potere politico, economico, mediatico e quello militare: gli strumenti di dominio sulle popolazioni.

Attraverso l’inarrestabile travaso di denaro dai contribuenti alle loro multinazionali per l’acquisto di ingenti quantitativi di armi sempre più sofisticate ed il mantenimento di un poderoso esercito disseminato in oltre 800 basi militari in tutto il mondo, i Grandi Usurai internazionali controllano lo strapotere militare degli Stati Uniti e dei suoi satelliti militari, gli eserciti inglese, israeliano e della Nato.

 In quanto membro Nato, un paese come l’Italia può essere trascinato in continue e costosissime missioni di pace, senza che il nostro governo possa opporsi. Noi, il popolo, senza comprenderne i motivi, facciamo la guerra ad altri popoli altrettanto ignari, perché così è stato deciso da un Oscuro Potere sovranazionale che non riusciamo ad identificare con chiarezza.

Distratti dai giochi a premi e dalle profonde esternazioni televisive dei nostri politici, non ci viene comunicato che, nonostante già soffocati da  aumenti di tasse, benzina, cibo e bollette, dobbiamo consegnare miliardi di euro all’Usura internazionale anche con l’acquisto inderogabile di caccia militari ultimo modello, droni, navi da guerra, sottomarini.

Avete mai sentito i nostri politici annunciare nei salotti televisivi  l’acquisto di decine di nuovi sofisticati aerei da guerra da industrie statunitensi per tot miliardi di euro?

E la signorina del Tg?

Naturalmente no.

Il silenzio e la complicità della classe politica sono assolutamente criminali.

Il dominio assoluto del mondo dell’informazione consente al Vero Potere di falsare gli avvenimenti importanti della vita quotidiana, presentandoceli per ciò che non sono o non presentandoceli affatto.

La cosiddetta crisi sta mietendo milioni di vittime (disoccupazione, precarietà, miseria dilagante) in numerosi paesi europei, compreso il nostro. Ci vediamo però costretti ad entrare in guerra contro popolazioni che non rappresentano per noi nessun pericolo, alimentando così i nostri debiti e i crediti degli Usurai internazionali

A cosa servono queste  ipocrite missioni di pace?

Difficile interpretare con chiarezza i progetti del Governo Mondiale.

Però possiamo vederne le implicazioni.

Le missioni di pace ci indebitano verso i capitali privati di banche e speculatori internazionali ai quali dobbiamo chiedere in prestito ad interesse i soldi per l’acquisto di armi (caccia, droni, elicotteri, fregate, sommergibili etc.) e per mantenere  esercito, marina e aviazione.

Abbassano la qualità della vita, perché i soldi dirottati su spese militari vengono sottratti a sanità, servizi, infrastrutture,  attività produttive, sussidi di disoccupazione.

Le missioni di pace arricchiscono le multinazionali che vendono gli armamenti, quelle che si impossessano di petrolio, gas, minerali o risorse in generale, altre che ricostruiscono paesi rasi al suolo o che vendono cibo, auto, telefoni ed ogni altra merce immaginabile.

Ma l’obbiettivo principe delle missioni di pace sono le banche centrali dei paesi conquistati: distrutte, “alleggerite” e rifondate.

Questi paesi terroristi, distrutti o da distruggere (Afghanistan, Iraq, Libano, Libia, Siria, Iran, Sudan, Somalia, Venezuela, Corea del Nord), hanno in comune una certa indipendenza dal sistema monetario internazionale, hanno banche centrali nazionalizzate, hanno la sfrontatezza di vendere petrolio e gas anche in euro ed altre valute, invece che solo in dollari.

Le missioni di pace hanno anche la funzione di convincere popoli e dittatori riluttanti, che il sistema monetario occidentale basato sulla moneta degli Usurai ceduta in prestito ad interesse è l’unico sistema tollerato.

La globalizzazione dei mercati non è solo un abbattimento di barriere doganali per facilitare gli scambi, assomiglia piuttosto alla consegna delle risorse di tutto il pianeta nelle mani delle multinazionali possedute dalla Grande Finanza internazionale. La indegna conclusione di un processo iniziato con lo smantellamento degli strumenti protettivi dei quali gli stati sovrani si erano dotati per difendere popolazioni ed economie nazionali, e con le privatizzazioni delle industrie di stato più redditizie, furto compiuto ai danni dei cittadini che con i loro tributi avevano messo in piedi  tali aziende. Nel nostro paese dobbiamo ringraziare soprattutto i governi degli ultimi 20 anni, e l’azione di tutti gli uomini della Goldman Sachs (ma non solo), tra cui spiccano i decisivi contributi di Romano Prodi e Mario Draghi.

L’Unione Europea, più che una mistificata fratellanza dei paesi membri da realizzarsi con la rimozione di barriere e confini nazionali, si presenta ormai sempre più chiaramente come il primo esperimento di regime totalitario sovranazionale della Grande Usura, attraverso la sottrazione della sovranità alle popolazioni europee ed il conseguente dissolvimento degli stati nazionali.

Il trattato di Maastricht sancisce con articoli precisi il passaggio della sovranità monetaria dai popoli europei ai Grandi Usurai.

Gli stati membri sono stati obbligati a modificare le proprie legislazioni nazionali per renderle compatibili al trattato di Maastricht ed allo statuto del “Sistema Europeo delle Banche Centrali”.

In Italia questo adeguamento è avvenuto principalmente con il decreto legislativo 10 marzo 1998, articolo 4, comma 1, che recita:

Emissione di banconote

  1. La Banca d’Italia emette banconote in applicazione di quanto previsto dagli articoli 105°, paragrafo 1, del trattato e 16 dello statuto del SEBC. Nell’esercizio di tale funzione è soggetta al potere autorizzatorio esclusivo della BCE.

I banchieri dettano le regole, i politici si piegano, i cittadini subiscono.

La continua erosione delle nostre libertà civili ci rende sempre più prigionieri all’interno della gabbia virtuale che continuiamo a non vedere.

La Banca Centrale Europea, come abbiamo visto, non può essere condizionata dall’Unione Europea, è una entità sopranazionale, estranea, che ha però il monopolio dell’emissione dell’euro.

Ci hanno privati della nostra moneta nazionale.

Come giustamente dice Paolo Barnard, è come se ad un padre di famiglia venisse chiuso il conto corrente, sequestrato il contante e la carta di credito: come riuscirà a sfamare moglie e figli?

Cosa pensare di un’ Italia che per acquistare il banco di scuola di un bambino delle elementari, dovesse chiedere degli yen in prestito al Giappone?

È ciò che ci succede con l’euro. Dobbiamo chiedere in prestito a degli stranieri, il Capitale Privato internazionale, una moneta che non ci appartiene, e restituirla con interessi ad un tasso deciso dai creditori.

La Banca Centrale Europea è stata autorizzata (da chi?) ad emettere la  moneta ufficiale dell’Unione Monetaria. La presta, diciamo ad un 1% di interesse, a dei privati (banche commerciali, fondi, assicurazioni), i quali a loro volta la prestano al 6/7/8 %  e più ai popoli europei.

Ci vogliamo rendere conto che ci stanno rubando la vita?

Noi eleggiamo un parlamento virtuale europeo che non ha praticamente nessun potere perchè non può fare leggi (la stessa ragione di esistere di un parlamento).

continua…..

 

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Paolo MALEDDU

2016.07.11 – ABBANOA E IL MASSACRO DELLA SOVRANITÀ

Posted by Presidenza on 11 Luglio 2016
Posted in articoli 

TESTATA  SEZ. AGRICOLTURA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aristanis, 11.07.2016

 

 

 

ABBANOA E IL MASSACRO DELLA SOVRANITÀ

 

 

I signori dell’acqua al servizio della dittatura mondiale in Sardegna sanno che siamo un popolo ospitale, onesto e lavoratore e purtroppo credulone con chiunque parli correttamente la lingua italicoccupatrice e riesce ad imbambolarci e a far credere che il sistema mafioso può dettar legge in barba alla giustizia ed al codice etico naturale sui diritti universali dell’uomo.

Con inganno e tanta forza mafiosa hanno imposto ai Comuni di far parte dell’associazione a delinquere denominata ABBANOA S.p.A. che a costo zero è divenuta proprietaria della acqua,condotte, depositi, scarichi e depuratori costruiti con soldi pubblici; ad Abbanoa rimane solo il compito di estorcere i danari alle famiglie sarde costituitenprevalentemente da persone anziane oramai impaurite e con il ricordo impresso de su bugginu.

Abbanoa per sopravvivere e dar da mangiare ai servi dei servi si inventa bollete pazze, conguagli e diritti di allaccio. Ad oggi anche i sindaci figli di questo sistema marcio, pur sapendo, cercano di nascondere la realtà timorosi di non poter usufruire dei finanziamenti guidati dal boss di turno.

Ma se tanto si parla di legge come mai la Corte dei Conti non interviene ?

Abbanoa paga le tasse?

Abbanoa deve pagare l’acqua dispersa nelle condotte colabrodo?

Abbanoa deve garantire la potabilita dell’acqua?

Abbanoa deve bonifficare le condotte i laghi e fiumi ?

La domanda è:

se Abbanoa può tutto quanto sopra citato la conclusione non può che essere una.

<<L’italico occupatore non è uno Stato democratico ma uno stato mafioso>>.

In realtà le richieste pazzesche di conguaglio, ecc. non sono dovute nemmeno secondo le loro illegittime leggi anche per i seguenti motivi:

  • La somma richiesta non costituisce una componente tariffaria di competenza 2014 ma una rimodulazione della tariffa per il periodo 2005-2011con effetti retroattivi, con integrazione del corrispettivo svincolata dalla regola di corrispettività e determinata per di più forfettariamente.
  • Il conguaglio ha lo scopo di far conseguire un riequilibrio finanziario al Gestore da conseguire con modalità non conformi ai precetti normativi che neppure sono menzionati tra le “fonti normative” esposte all’informativa allegata alla fattura
  • La delibera n. 18 del 26.06.2014 del Commissariato della Gestione Straordinaria ex AATO Sardegna è da reputarsi nulla in quanto viziata da difetto assoluto di attribuzione e comunque da violazione di legge
  • Nessuna clausola contrattuale prevede il pagamento dei conguagli richiesti

 

Luisu Zucca (Provv. Gen. Sez. Agricoltura MLNS/ Guvernu Sardu Provvisoriu)

 

Allora ? Continuiamo a cercare la libertà confidando nel sistema elettorale italiano o imponiamo il nostro volere ? Abbiamo ancora un briciolo di dignità o continuiamo a confidare nella umanità dei nostri carnefici?

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Mentre il governo Renzi, discute di “regalare” ulteriori soldi agli istituti di credito per evitarne il fallimento, il temutissimo “decreto banche”, la settima scorsa, è stato convertito definitivamente in legge dal Parlamento.

 

Da oggi, il debitore dovrà lasciare immediatamente l’immobile per dare la possibilità al giudice di vendere più facilmente il bene sottoposto ad esecuzione forzata. Non ci saranno sconti o eccezioni, né tutela di situazioni particolari,gli ufficiali giudiziari, avranno mano libera anche su disoccupati, malati terminali, invalidi, e qualsiasi altra condizione, ad eccezione di chi possiede solo quell’immobile e non ha dove andare a vivere.

Il temutissimo “decreto banche” che conferisce poteri straordinari agli istituti di credito quindi è operativo. La nuova legge, in due norme, riscrive le regole delle esecuzioni forzate. Un vero e proprio nuovo regalo alle banche che grazie a questo strumento, potranno recuperare i loro crediti, entro un massimo di sei mesi. Un tempo brevissimo, che non consente al debitore di opporre alcuna contestazione: qualsiasi illecito quindi, come ad esempio usura o contratti fraudolenti, non bloccheranno la vendita dell’immobile.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. L’esecutivo di Matteo Renzi, nel dichiarato intento di agevolare il ceto dei creditori più forti, cioè quelli che dispongono di capitali in grado di acquistare i beni oggetto di esecuzione forzata, leggasi “Banche”, ha reso estremamente veloci i pignoramenti immobiliari, che dovranno essere conclusi “obbligatoriamente” entro un tempo massimo di 6 mesi.

Il combinato dei due nuovi articoli ha un impatto devastante sui debitori, tanto da fare sembrare “acqua fresca” la tanto discussa e criticata clausola di inadempimento – anch’essa inserita nella riforma – con cui il debitore, dopo il mancato pagamento di 18 rate, dovrà cedere la casa alla banca senza bisogno del tribunale.

Il fulcro della riforma è nella riduzione nel numero di aste giudiziarie sulla casa pignorata al debitore. Da illimitate, vengono ridotte ad un massimo di tre, ciascuna con un ribasso di un quarto rispetto al precedente prezzo. Il giudice inoltre, qualora il bene non venga venduto per l’assenza di offerenti, può disporre una quarta asta, fissando un prezzo base inferiore al precedente, fino alla metà (di norma, invece, il limite è un quarto), soluzione che diventa una vera e propria svendita dell’immobile pignorato. Il tutto dovrà essere fatto al massimo in sei mesi.

Ovviamente non è tutto. Con il preciso scopo di favorire chi “può”, cioè le banche, è stato inserito, una norma che consente la partecipazione all’asta giudiziaria per “conto di terzi”, termine tecnico che conferisce all’offerente, dopo essersi visto assegnare l’immobile, il potere di indicare entro cinque giorni, il nome di un terzo a favore del quale deve essere trasferito l’immobile (cosiddetta “assegnazione in favore di un terzo”).

Nella pratica, le banche potranno presentare offerte per conto di società partecipate o facenti parte del gruppo stesso, in questo modo il creditore prima finanzia la vendita dell’immobile e poi lo acquista all’asta a un valore dimezzato, attraverso una propria società immobiliare delegata poi alla rivendita. Il tutto come detto, in solo sei mesi.

Questa operazione, sommata all’altro regalo fiscale fatto da questo Governo in tema di imposta di registro, rende la vendita, facile, veloce e non contestabile dal debitore. Infatti se la banca rivenderà, entro un anno, il bene che si è aggiudicato all’asta, non pagherà l’imposta di registro del 9% sul valore dell’immobile, ma solo un’imposta flat di 200 euro. Si pensi che, il risparmio su una casa del valore di 200 mila euro è di ben 18 mila euro, regalati dal fisco.

Dulcis in Fundo” la ciliegina sulla torta: la nuova legge è retroattiva, cioè si applica anche alle procedure in corso. È scritto nel decreto : “si considereranno anche gli esperimenti di vendita avvenuti prima dell’entrata in vigore della legge”. Il che significa che, per molti immobili, la nuova asta potrebbe essere anche l’ultima, con prezzo ridotto alla metà, e con possibilità della banca di partecipare come soggetto “agevolato”.

tratto da: (clicca qui)