2016.02.10 – Capitalismo estintivo

Posted by Presidenza on 10 Febbraio 2016
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Marco Della Luna: <<Questo sistema mette l’uomo in corto circuito con sè stesso e lo brucia, perché per un verso lo attacca e disgrega radicalmente, mentre per l’altro verso irresistibilmente lo seduce, compiacendolo specificamente in quel suo desiderio di ricchezza.>>

 

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di Marco Della Luna

 

Il recentemente scomparso filosofo Costanzo Preve affermava (e anch’io lo ho scritto) che il probabile fattore della rottura del presente sistema capitalistico-finanziario arriverà (prima o poi, ma inevitabilmente) in forma di reazione della stessa natura umana (adattabile, ma non infinitamente comprimibile) alle sempre più dure trasformazioni delle condizioni di vita che il detto sistema e i suoi mercati impongono. Trasformazioni che non portano maggiori investimenti, migliori produzioni, né a piena e stabile occupazione, né a un progresso e superiore civiltà, ma a una individualistica lotta quotidiana per la sopravvivenza nella competizione a 360° in un eterno presente, amorale e destoricizzato – praticamente, all’homo homini lupus o al bellum omnium erga omnes di hobbesiana memoria, cioè a una condizione a-sociale.

Trasformazioni mal compatibili con i bisogni oggettivi dell’uomo, soprattutto in fatto di stabilità, di sicurezza, di programmabilità esistenziale, di ambiti di non-mercificazione, di non-competitività, di solidarietà. Per non parlare dei diritti politici e del primato della decisione politico-democratica sugl’interessi di breve termine propri del bilancio e dei mercati e della società di mercato. Quindi trasformazioni radicalmente peggiorative.

Entrambi, nel fare questa ottimistica previsione sulla reazione della natura umana a un sistema sbagliato, trascuravamo però un elemento fondamentale, proprio di questa stessa natura umana: il sistema capitalistico-finanziario domina incontrastato il genere umano non perché sia imposto dall’esterno, ma proprio perché esso, grazie alla sua capacità di creare dal nulla a costo zero e senza limiti i mezzi monetari, nonché di distribuirli, è il sistema che, più di ogni altro possibile sistema, è capace di attrarre e comperare consenso e collaborazione; altrimenti detto, che più di ogni altro è in grado di appagare l’avidità (acquisitività) degli uomini (e delle loro organizzazioni: aziende, partiti, chiese, istituzioni). Quindi appare il più democratico di tutti, ancorché sia essenzialmente oligarchico. E può bandire come illiberale, irrazionale ed estremistica qualsiasi posizione che lo contesti nelle fondamenta.

Ossia, questo sistema mette l’uomo in corto circuito con sè stesso e lo brucia, perché per un verso lo attacca e disgrega radicalmente, mentre per l’altro verso irresistibilmente lo seduce, compiacendolo specificamente in quel suo desiderio di ricchezza, che è quello che mette insieme e organizza stabilmente la quasi totalità degli uomini, spingendoli a ogni sacrificio (proprio e altrui!) per procurarsi il denaro, il quale è anche il mezzo principale con cui procurarsi altro denaro, cioè con cui le organizzazione lucrative ottengono successo e condizionano la società. In queste caratteristiche funzionali, l’avidità è diversa dagli altri desideri, come quello sessuale o di vendetta o di giustizia o di sapere o di salute. Il singolo, individualmente o in piccoli gruppi, può non essere dominato dalla logica del profitto, ma la società nel suo complesso non può sottrarsi a questa logica, perché è la logica degli scambi e della grande organizzazione (infatti i tentativi di organizzare un’opposizione politica su grande scala si dissolvono tutti, appunto perché l’organizzare stabilmente e su vasta scala è guidato e sorretto dai valori di scambio). E, ogniqualvolta il mercato finanziario fallisce, la soluzione è che ci vuole più mercato e più finanziarizzazione.

Perciò è verosimile che il sistema capitalistico-finanziario prosegua nel trasformare l’uomo e la società, e si faccia sempre più penetrante nella vita, fino a distruggere l’umanità con la collaborazione degli umani stessi – o meglio, che, magari sotto la scientifica guida di una piccola élite, il genere umano, facendo sempre più violenza a sé stesso per soddisfare sempre più la propria sete di guadagno, arrivi ad annientarsi o quasi, risolvendo con ciò il problema ecologico. E’ possibile che la specie umana faccia, insomma, col suo capitalismo finanziario globalizzante, la fine su scala globale che precedenti forme di capitalismo fecero fare agli indigeni nei territori coloniali da occupare e sfruttare: l’estinzione di massa. Eppure questo processo viene proprio dall’interno dell’uomo, dalla sua natura, cioè dall’avidità come costante empirica del volere-agire umano, da come questa ha strutturato i rapporti socio-economici. Le avidità dei singoli, le individuali ricerche della felicità, interagendo tra loro sul piano organizzativo della società, creano condizioni di vita degradanti e distruttive per gli stessi singoli.

L’homo sapiens si sta comportando, col meccanismo finanziario che genera una quantità potenzialmente infinita di ricchezza monetaria, esattamente come il topo di laboratorio con gli elettrodi infissi direttamente nei centri cerebrali del piacere, il quale prende ad azionare freneticamente e incessantemente la leva che gli manda la scarica, trascurando di mangiare e di bere, finché non muore. Quel meccanismo dà non solo piacere, ma anche dipendenza, perché, quando rallenta, le borse e i ratings crollano e si profila la catastrofe: i mercati esigono che la leva sia azionata ancora più intensamente, sempre più intensamente… Pertanto è oggettivamente improbabile che il genere umano arrivi a fermare questo meccanismo, a interrompere il corto circuito che lo sta bruciando.

L’improbabilità che questo sistema, con le sue tendenze, venga cambiato da una forza alternativa, è rafforzata dal fatto che esso ha eliminato praticamente i principali possibili fattori di rivolgimento (la borghesia colta e ascendente, la ricerca scientifica indipendente dal capitale, i giovani dotati sentire sociale e capacità di lotta); e che, in aggiunta, attraverso la globalizzazione, la stretta interdipendenza dei vari paesi, la diffusa presenza di presidii militari statunitensi, nonché attraverso la dissoluzione degli stati parlamentari rappresentativi e indipendenti, esso ha fatto sì che, diversamente dal passato, nessun singolo paese possa decidere di cambiare rotta, ad esempio come fece la Francia con la sua rivoluzione repubblicana in un contesto mondiale monarchico. Ha fatto sì che non possa avvenire che un paese decida di uscire dal modello neoliberista del capitalismo finanziario e che realizzi un diverso modello socioeconomico (ad esempio, impostato sulla sovranità monetaria, sull’economia reale, sullo stato sociale, sulla protezione mediante i dazi, sulla proibizione dei derivati finanziari).

Se a far ciò prova un paese “avanzato”, viene facilmente boicottato dall’esterno e ricondotto alla ragione e ad accettare un premier banchiere; se prova un paese arretrato, gli viene imposta con le armi la “democrazia” di esportazione.

Però il rischio che una qualche nazione “avanzata” cerchi di ribellarsi, viene eliminato alla radice dal fatto stesso che le nuove generazioni, crescendo in un ambiente di precarietà, competizione e lotta per la sopravvivenza quotidiana, oltreché spesso senza uno stabile nucleo familiare, non stanno facendo quelle esperienze di comunitarietà, che sono la matrice del sentimento e della volontà morali. Quindi crescono perfettamente omologate a un mondo anomico e senza valori diversi da quelli di scambio e di godimento utilitario individuale. E già nel presente stadio di disgregazione della società, con la precarizzazione dei redditi e l’estromissione di ampie fasce di lavoratori, si è ottenuto che la gente sia presa dai problemi di sopravvivenza individuale a breve termine, e non si interessi più ai problemi e ai progetti collettivi di medio e lungo respiro, cioè alla politica (decaduta a scandalismo e tribalismo), quindi di fatto si allinei al sistema vigente e alle riforme che esso esige.

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Paul Craig Roberts, già viceministro di Reagan :
<<I crimini di Washington possono rivaleggiare con quelli di qualsiasi nazione in qualsiasi momento storico. Chiunque creda ancora nella purezza delle intenzioni della politica estera di Washington è semplicemente un caso perso. La dura realtà è puntualmente coperta dai media prostituiti Usa, fonte di storielle fantasiose.>>

 

Negli ultimi anni del XXesimo secolo, la frode diventò un elemento stabile della politica estera Usa sotto una nuova forma. Sotto falsi pretesti Washington smantellò la Jugoslavia, poi la Serbia, tutto allo scopo di portare avanti una agenda mai dichiarata. Nel XXIesimo secolo la stessa frode si è replicata molteplici volte: Afghanistan, Iraq, Somalia e Libia sono state distrutte; l’Iran e la Siria avrebbero fatto certamente la stessa fine se il presidente russo non avesse preso misure preventive affinché ciò che ciò accadesse. Washington è inoltre dietro alla distruzione dello Yemen in corso, senza dimenticare che ha consentito ed attivamente finanziato la distruzione della Palestina per mano israeliana. In aggiunta si è consentito frequenti operazioni militari in Pakistan senza che alcuna guerra fosse stata dichiarata, uccidendo donne, bambini e anziani sotto la sigla di “lotta al terrorismo”. I crimini di Washington possono rivaleggiare con quelli di qualsiasi nazione in qualsiasi momento storico.

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Paul Craig Roberts

 

 

Personalmente ho sempre lavorato a documentare questi crimini nei miei articoli e nei miei libri (pubblicati da Clarity Press). Chiunque creda ancora nella purezza delle intenzioni della politica estera di Washington è semplicemente un caso perso. Russia e Cina adesso hanno forgiato una alleanza che è semplicemente troppo forte per Washington. Russia e Cina insieme non consentiranno a Washington nessun ulteriore ingerenza nella loro sicurezza e nei loro interessi nazionali. I paesi che essi ritengono strategicamente importanti saranno protetti dall’alleanza. Mentre il mondo pian piano si sveglia e comprende il male che l’Occidente oggi rappresenta, sempre più paesi cercheranno la protezione di Russia e Cina. L’America, inoltre, sta fallendo sotto il fronte economico. Nei miei articoli ed il mio libro “Il fallimento del capitalismo lassez-faire”, che è stato pubblicato in inglese, cinese, coreano, ceco e tedesco, ho dimostrato come Washington abbia sempre promosso e incoraggiato un processo nel corso del quale i profitti a breve termine di manager e grandi investitori, e Wall Street in senso ampio, svisceravano l’economia reale Usa, delocalizzando la vera produzione, le conoscenze manifatturiere, le tecnologie e annesse posizioni di lavoro qualificato, verso Cina, India ed altri paesi, lasciando l’America con una economia ormai talmente spolpata che la media dei redditi delle famiglie è in costante caduta da anni.
Ad oggi il 50% degli americani di 25 anni vivono con genitori o nonni in quanto non riescono a trovare impieghi sufficienti a permettersi una esistenza indipendente. La dura realtà è puntualmente coperta dai media prostituiti Usa, fonte di storielle fantasiose su una fantomatica ripresa economica americana. I fatti reali dell’esistenza sono talmente dissimili da ciò che i media vorrebbero far apparire che non posso che restare perplesso. Avendo insegnato economia, essendo stato editore del “Wall Street Journal” e assistente del segretario per la politica economica del ministero del Tesoro Usa, non posso che essere perplesso dalla corruzione sistematica che governa il settore finanziario, il Tesoro, le agenzie preposte alla regolamentazione finanziaria e la Federal Reserve. Ai miei tempi sarebbero fioccati avvisi di garanzia e sentenze di tribunale contro banchieri e burocrati di alto rango.

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Proteste davanti alla Federal Reserve

 

 

Nell’America di oggi non esistono mercati finanziari liberi. Tutti i mercati sono manipolati dalla Federal Reserve e dal Tesoro in concerto. Le agenzie di regolamentazione, controllate dalle stesse persone ed entità sulle quali dovrebbero teoricamente vigilare, chiudono un occhio su qualunque cosa, e anche nei rari casi in cui non lo fanno è tutto ugualmente inutile poichè non hanno alcun potere di far rispettare la legge dal momento che gli interessi privati sono sempre, immensamente, più forti delle leggi. Anche le agenzie statistiche del governo sono state corrotte. Manipolazioni sono state messe in atto allo scopo di sottostimare il tasso di inflazione. La bugia non soltanto risparmia a Washington l’onere di reindicizzare i sussidi adeguandoli al costo della vita reale, liberando altri soldi per le infinite guerre, ma specialmente, sottostimando l’inflazione il governo fa apparire dal nulla incrementi del Pil spacciati come reali, contando l’inflazione come crescita reale, allo stesso modo, d’altronde, in cui il governo fa figurare un 5% di disoccupazione escludendo dal computo tutti gli scoraggiati che hanno cercato troppo a lungo e per i quali continuare a cercare rappresenta ormai solo una perdita di tempo.
Come mai la quota di disoccupati ufficiale è del 5% ma nessuno riesce a trovare un lavoro? Come fa ad essere del 5% quando la metà delle persone di 25 anni sono costrette a vivere in casa dei parenti perché non riescono a permettersi una vita indipendente? Come riferisce John Williams di “Shadowfacts”, se il tasso di disoccupazione includesse i cosiddetti “scoraggiati” che non cercano più attivamente impiego (perché non ci sono lavori da trovare) il tasso di disoccupazione sarebbe al 23%. La Federal Reserve, strumento privato nelle mani di un gruppetto di grosse banche, è riuscita a creare l’illusione di una ripresa economica almeno da giugno 2009 ad oggi, semplicemente stampando migliaia di miliardi di dollari dei quali non un centesimo è confluito ad alimentare l’economia, ma tutti a gonfiare i prezzi delle azioni delle multinazionali. Le gonfiature artificiali dei prezzi di azioni e obbligazioni sono le “prove” di una economia rigogliosa che la stampa finanziaria prostituita continua senza sosta a sciorinare.

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Wall Street

 

 

Quelle pochissime persone di cultura e buon senso rimaste in America, e dico per esperienza diretta che parliamo davvero di pochissime persone, capiscono benissimo che non è mai esistita una ripresa dall’ultima recessione e che, al contrario, una ulteriore recessione è alle porte. John Williams ha evidenziato come la produzione industriale Usa, debitamente parametrata all’inflazione, non ha mai recuperato i livelli del 2008 ed è ben lontana dal picco del 2000, ed è in costante calo. Il consumatore americano è esausto, schiacciato da debiti contratti e impossibilità a guadagnare di più. L’intera politica economica americana è concentrata sulla tutela costante di qualche banca a New York, non nel salvataggio dell’economia americana. Economisti blasonati e compari di Wall Street liquiderebbero il problema del declino della produzione industriale con il fatto che “l’America ormai è una economia dei servizi”. Gli economisti pretendono che tali servizi siano servizi altamente tecnologici della New Economy, ma la realtà è che camerieri, baristi, commessi part-time e servizi sanitario-inferimieristici hanno rimpiazzato gli impieghi manufatturieri ed ingegneristici e pagano una frazione rispetto a quest’ultimi, cosa che provoca un collasso della domanda aggregata in tutti gli Usa.
Se gli economisti neoliberali (cosa che non accade quasi mai pubblicamente) vengono messi spalle al muro e costretti ad ammettere i problemi, si arrampicano sugli specchi cercando il colpevole nella Cina. Non è chiaro se a questo stadio esistano possibilità di rivitalizzare l’economia americana. Rivitalizzarla richiederebbe una ri-regolamentazione del settore finanziario e fare di tutto per riportare a casa i posti di lavoro e la produzione che sono state svendute a paesi d’oltremare. Richiederebbe, come Michael Hudson sa dimostrare nel suo ultimo libro “Killing the Host”, una rivoluzione nelle politiche fiscali che impedirebbe al settore finanziario di appropiarsi in maniera parassitaria dei surplus generati dall’attività economica reale, poi capitalizzandoli in obbligazione debitorie che garantiscono la perpetua percezione di interessi per il settore finanziario. Il governo Usa, controllato com’è da interessi economici tra i più sporchi e immorali, non permetterebbe mai politiche che anche soltanto si azzardino a sfiorare i bonus faraonici dei managers e i profitti di Wall Street.

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Michael Hudson

 

 

Il capitalismo Usa di oggi basa i suoi profitti sulla vendita dell’economia americana e con essa tutta la gente che ne dipende per il proprio sostentamento. Nell’ America della “libertà e democrazia” il governo e i poteri economici servono interessi che non hanno assolutamente nessun punto di contatto con gli interessi del popolo americano. La svendita in corso è protetta e mascherata da un panopticon propagandistico fornito dagli economisti neoliberali, prostituti finanziari ed editoriali che si guadagnano da vivere solo e soltanto mentendo dalla mattina alla sera. Quando l’America fallirà, a ruota la seguiranno i vassalli di Washington in Europa, Canada, Australia e Giappone. A meno che nella peggiore delle ipotesi Washington non distrugga il mondo con un conflitto nucleare, a quel punto i rapporti mondiali di forza saranno interamente ridefiniti, e l’Occidente corrotto e dissoluto non sarà nient’altro che la parte più insignificante di questo nuovo mondo.

tratto da: (clicca qui)

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Come sappiamo, lo scorso Dicembre il Fondo Monetario Internazionale – dietro pressione del suo maggior azionista, gli Stati Uniti, ha messo in atto un cambiamento importante alle regole che governano le sue operazioni. D’ora in poi, il FMI può continuare a lavorare con i paesi che per un motivo o un altro non rispettano i loro impegni verso i membri del fondo (i loro creditori ufficiali). 
Per sette decenni il FMI è servito non solo come un finanziatore internazionale, ma anche, e soprattutto, come garante di ultima istanza dei prestiti che alcuni Stati membri rilasciano ad altri. Nel 1956, i maggiori paesi creditori hanno creato il Club di Parigi, un’organizzazione internazionale informale, che, insieme con il Fondo monetario internazionale, ha il compito di garantire il rimborso di prestiti e crediti emessi dai creditori ufficiali (sovrani). Ma il Fondo monetario internazionale è rimasta l’ultima «linea di difesa»

Se il beneficiario di un prestito sovrano rifiuta di effettuare i pagamenti, il FMI potrebbe porre fine a tutte le relazioni con il beneficiario piantagrane, e quel paese diventerebbe un reietto nel mondo della finanza internazionale. 
Questo meccanismo per proteggere gli interessi dei creditori ufficiali ha funzionato abbastanza agevolmente fino a quando ha fatto comodo agli Stati Uniti e ad altri paesi occidentali – i principali creditori ufficiali nel mercato finanziario globale. E ad oggi sono ancora i principali istituti di credito finanziatori dei paesi in via di sviluppo. Un totale di $ 304.000.000.000 è dovuto da parte dei paesi del mondo per i membri del Club di Parigi (al 31 dicembre 2014, esclusi gli interessi di mora), che comprende 20 stati.

Tuttavia, molti altri Stati sono entrati nell’arena della finanza internazionale come finanziatori ufficiali alla fine del ventesimo secolo. In primo luogo ci sono gli esportatori di materie prime. Dalla fine del secolo scorso, quelle nazioni hanno iniziato a stabilire i cosiddetti fondi sovrani, che ricavano proventi in valuta estera dall’esportazione di petrolio e di altre risorse naturali. Questi fondi sono usati per fare investimenti e prestiti. Ci sono molte decine di fondi sovrani nel mondo. La maggior parte di questi sono i fondi sovrani degli Emirati Arabi Uniti, la Norvegia, l’Arabia Saudita, e Kuwait.

Da stime più prudenti, ci sono attualmente tra i sei e i sette miliardi di dollari di patrimonio in questi fondi sovrani. La seconda è la Cina. La Cina ha le maggiori riserve auree e valutarie, alcune delle quali sono sotto forma di fondi sovrani. I tre principali fondi sovrani cinesi possiedono un totale di quasi $ 1200000000000. Una parte del denaro di questi fondi sovrani cinesi passa attraverso alcune delle più grandi banche della Cina, che offrono prestiti internazionali. I crediti emessi da queste banche sono considerati prestiti ufficiali o sovrani. Il prestito internazionale della Cina ha superato il resto del mondo nel 21° secolo. Improvvisamente, la Cina è diventata il più grande creditore ufficiale nel mondo, e nessuno sembra essersi accorto del superamento di tale soglia.

Molti in Occidente si sono abbastanza arrabbiati quando il 17 gennaio 2011 è apparso sul Financial Times un articolo sorprendente dal titolo «il prestito della Cina raggiunge nuove vette» (qui). Il giornale ha calcolato che nel periodo 2009-2010, istituti di credito di proprietà dello Stato cinese – The China Development Bank e la Export-Import Bank of China – hanno emesso almeno $ 110.000.000.000 in prestiti a vari stati e società in via di sviluppo. E questa stima include solo i prestiti che sono stati ufficialmente confermati dai cinesi e / o dai destinatari dei fondi. Il Financial Times ritiene che il totale effettivo dei prestiti ufficiali della Cina potrebbe essere notevolmente più elevata. Come termine di paragone, il quotidiano ha citato un altro dato: tra la metà del 2008 e la metà del 2010, la Banca Mondiale ha fornito solo 100,3 miliardi di $ in altri paesi (approssimativamente gli stessi clienti come la Cina). 
Ma ben presto il Financial Times ha dimenticato questa bomba. L’Occidente non ha nulla da guadagnare nel richiamare l’attenzione su questi fatti – dato che non vuole riconoscere di essere stato battuto nel mercato del credito internazionale.

Né la Cina vuole nessuna pubblicità inutile che potrebbe ostacolare l’espansione dei prestiti, il cui successo è in gran parte dovuto al fatto che la Cina fornisce investimenti e prestiti a condizioni sostanzialmente più favorevoli di quelle offerte dal FMI, la Banca Mondiale, o i membri del Club di Parigi. I prestiti cinesi spesso non maturano nessun interesse. Gli esperti occidentali lo chiamano “credito dumping” cinese. 
I prestiti cinesi sono principalmente destinati a stabilire il controllo sulle fonti di materie prime e di energia nei paesi asiatici, africani, e dell’America latina. Una volta che i progetti di investimento sono terminati, i prestiti sono spesso rimborsati utilizzando le spedizioni di petrolio e di altre risorse naturali. Il sistema di prestito di Pechino si sta espandendo anche attraverso lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto necessarie per importare ed esportare merci da e verso la Cina. Ciò include la vasta gamma di progetti di investimento che fanno parte dell’iniziativa Nuova Via della Seta. E in ultima analisi, le banche di sviluppo cinesi stanno amplificando le loro esportazioni di apparecchiature sofisticate (ad esempio, macchine centrali elettriche); e i crediti all’esportazione sono ampiamente utilizzati per questo. 
La Cina è da tempo il principale partner commerciale di molti paesi in via di sviluppo.

Ad esempio, nel 2014 la Cina ha condotto $ 166.000.000.000 negli scambi con i paesi dell’Africa. Solo tra il 2001 e il 2010, la Cina ha rifornito i paesi africani di 62700000000 $ in prestiti tramite la Export-Import Bank. Questo è 12500000000 $ più del totale dei crediti della Banca mondiale concessa a quei paesi. Un quadro simile può essere visto in America Latina. La Export-Import Bank della Cina ha riferito che a partire dal 2016 aveva un portfolio di 520 miliardi di yuan (79 miliardi) in prestiti esteri che aveva approvvigionato come parte del megaprogetto One Belt, One Road. I prestiti sono destinati a finanziare circa 1.000 progetti di infrastrutture in 49 paesi in tutto il mondo. 
Un altro esempio. Durante la due giorni di Forum sulla cooperazione Cina-Africa tenutosi a Johannesburg nel dicembre 2015, il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che Pechino prevede di fornire $ 60 miliardi di assistenza finanziaria ai paesi dell’Africa. Parte di questa verrà da prestiti zero dei tassi di interesse. 


Ora torniamo al punto di partenza – ai cambiamenti nelle regole del Fondo Monetario Internazionale. Nella maggior parte dei paesi Washington ha perso la sua posizione come creditore principale. La Cina sta prendendo il sopravvento ovunque. Per diversi anni, lo zio Sam è alla ricerca di un modo per combattere l’espansione del credito cinese. Il principale azionista del FMI ha a lungo nutrito il sogno di cambiare le regole per il funzionamento del Fondo monetario internazionale, legittimando i defaults sovrani, e privando il fondo del suo ruolo di garante dei crediti sovrani.

Questo sarebbe davvero mettere un dito nell’occhio di Pechino, come rappresaglia per la spremitura degli Americani di molti paesi in via di sviluppo. 
Una volta che il modello è stato impostato in Ucraina (dopo il mancato rimborso del suo credito sovrano dalla Russia), ciò può incoraggiare i paesi in via di sviluppo verso il loro severo creditore cinese. E dopo ci si può aspettare che esplodano conflitti tra la Cina e i debitori paesi in via di sviluppo. 
Con questo tipo di “riforma” del FMI è come giocare con il fuoco. Non solo è compromessa l’esistenza del fondo, ma lo è anche l’intero sistema finanziario internazionale, che, dopo aver perso il suo «garante di ultima istanza», potrebbe improvvisamente implodere.

Il comportamento degli Stati Uniti ricorda quello di Erostrato che bruciò il celebre Tempio di Artemide nella sua città, al fine di dimostrare il suo «eccezionalismo». Per settant’anni il Fondo Monetario Internazionale ha conservato lo stesso significato per lo zio Sam come il Tempio di Artemide lo ha conservato per i residenti di Efeso nella Grecia antica.

Il 20 gennaio il FMI ha abolito quello che era conosciuto come «esenzione sistemica», un principio che era stato adottato nel 2010 e ha permesso al fondo di fare prestiti ai paesi con debiti insostenibili, nel caso di una vera e propria minaccia di contagio della crisi per le economie limitrofe. Questa decisione ha reso la politica del FMI ancora più confusa. Gli esperti non sono d’accordo su come l’abolizione dell’ «esenzione sistemica» influenzerà il proseguimento della collaborazione del FMI con l’Ucraina.

Valetin Katasonov

tratto da: (clicca qui)

2016.01.26 – Si comincia: in Norvegia vietato l’uso di contanti

Posted by Presidenza on 26 Gennaio 2016
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L’uso del contante non c’entra proprio nulla con le ragioni dell’elevata evasione fiscale. Limitare per legge l’uso del contante, invece, distorce i comportamenti dei soggetti che operano nell’economia (famiglie e imprese), avvantaggia solo gli intermediari che offrono il servizio di tracciabilità delle operazioni (le banche) e favorisce l’organo di stato il quale può controllare ogni aspetto della vita privata delle persone (il governo).

 

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di Daniele Chicca

 

NEW YORK (WSI) – Dopo che Cina e Fmi hanno citato i pro di una società senza più contanti in circolazione, eventualità che sarebbe accolta a braccia aperte dal sistema bancario, la prima banca di Norvegia ha imposto un divieto di uso di cash.

Il crollo del petrolio sta mettendo in ginocchio l’economia scandinava ricca della risorsa. Così il paese ha deciso di fare come la vicina Svezia e la Danimarca e provare a limitare l’uso dei contanti. Il tutto mentre in Italia si va nel senso completamente opposto, aumentando le somme in contanti da poter utilizzare.

Negli ultimi tempi le autorità hanno ridotto l’ammontare di banconote che possono essere prelevate dalle banche e limitato le somme che possono essere utilizzate per fare acquisti. Allo stesso tempo il ministero delle Finanze è contrario a un’abolizione totale dei contanti, perché teme conseguenze negative sul turismo e per questioni di invasione della privacy.

DNB ha chiesto all’esecutivo di imporre il divieto dopo anni in cui le autorità stanno tuttavia cercando chiaramente di favorire l’uso dei pagamenti elettronici. L’idea viene anche venduta alla popolazione come una strategia per combattare il mercato in nero e i crimini finanziari come il riciclaggio di denaro sporco.
“Secondo le nostre stime il 60% del denaro è fuori dal controllo della banca centrale, a causa del mercato in nero e delle attività di riciclaggio” ha detto ai media nazionali un dirigente della banca, Trond Bentestuen. “Ci sono così tanti pericoli e svantaggi associati al contante, che abbiamo proposto di abolirlo definitivamente”.

È da un po’ di tempo che la Norvegia si sta dirigendo verso una società futuristica, in cui i contanti sono via via in disuso. Secondo Bentestuen solo il 6% dei norvegesi ormai usa banconote quotidianamente, e la maggior parte di loro sono persone anziane.

L’abolizione dei contanti è il prossimo passo. La seconda banca di Norvegia, Nordea, ha già vietato l’uso di contanti nelle sue filiali.

Visto il periodo di tassi di interesse negativi e l’arrivo dei programmi di bail-in – che vede la partecipazione di obbligazionisti e correntisti con più di 100 mila euro in banca ai piani di salvataggio degli istituti di credito – i governi e le banche vogliono evitare eventuali fughe di depositi.

Prelevare denaro è un perfetto piano di fuga dalle possibili perdite generate dai piani di bail-in e dall’obbligo di sborsare di tasca propria interessi sui soldi parcheggiati presso le banche o in altri lidi presumibilmente sicuri. Mettendo i contanti al bando, le banche e i governi vogliono salvarsi la pelle.

tratto da: (clicca qui)

2016.01.24 – Della Luna: banche e sangue, stanno per portarci via tutto

Posted by Presidenza on 24 Gennaio 2016
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I risparmi degli italiani, mobiliari e immobiliari, già stimati in 8.000 miliardi, da tempo attraggono l’interesse di finanzieri e politici, che già ne hanno preso una discreta parte tra truffe bancarie ed estorsioni tributarie, come ben sanno soprattutto i molti imprenditori che devono chiedere prestiti per pagare le tasse su redditi non realizzati.

Mercoledì 20 ho ascoltato per quasi un’ora il giornalista economico di “Radio 24”, il quale si meravigliava del fatto che continuano le vendite massicce di azioni delle banche italiane sebbene i loro circa 300 miliardi di crediti deteriorati siano coperti per oltre il 90% da accantonamenti e garanzie. Oggi i titoli bancari hanno recuperato, ma di ben poco rispetto alle perdite accumulate recentemente. Mps oggi passa da 0,50 a 0,73 (+ 0,43%), ma otto giorni fa era a 1 e otto mesi fa era 9,45!

Quest’anima candida di giornalista economico par non sapere ciò che sanno tutti gli operatori (quindi crederà a Draghi che oggi sostiene che le banche italiane siano solide). Non sa, innanzitutto, che i crediti deteriorati sono molti di più di quelli dichiarati in bilancio, perché quasi tutte le banche hanno molte sofferenze sommerse, cioè che non dichiarano perché non hanno i soldi per fare i relativi accantonamenti.

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Marco Della Luna

 

 

Non sa, inoltre, che molti crediti divenuti inesigibili figurano invece a bilancio come a rischio ordinario solo perché il loro ammortamento, cioè la scadenza delle rate, è stato sospeso dalle banche stesse in accordo con i clienti morosi, nel reciproco interesse.

Non sa che molti crediti, apparentemente coperti da idonee garanzie, in realtà sono scoperti, perché le garanzie sono state sopravvalutate ad arte al fine di concedere crediti a compari e a clientele politiche che era inteso che non li avrebbero rimborsati. O che sono beni sopravvalutati per consentire agli amici-venditori di venderli per un prezzo moltiplicato a compratori fasulli.

Non sa che le garanzie immobiliari acquisita dalle banche a collaterale dei crediti erogati si sono fortemente svalutate e sono divenute pressoché invendibili, fonte più di spese che di recuperi, a causa della quasi morte del settore immobiliare fortemente voluta con la politica fiscale dal governo Monti, sicché le banche, pur avendo sulla carta la possibilità di recuperare i loro crediti vendendo gli immobili ipotecati a copertura, in realtà incasserebbero troppo tardi perché il realizzo possa aiutare a superare la crisi odierna.

Non sa che il sistema bancario italiano non crolla solo perché continua: a ricevere aiuti (credito gratuito) dalla Bce; ad avere la possibilità di realizzare profitti illeciti, ossia solo perché le varie autorità competenti non gli impediscono di continuare; ad applicare commissioni illegittime, interessi usurari, anatocismo; nonché a collocare titoli-spazzatura o sopravvalutati; e, come già detto, a non dichiarare in bilancio tutte le perdite sui crediti. Tutte queste cose, al contrario, le sa la Banca Centrale Europea, che a giorni manderà i suoi ispettori nelle banche italiane, e si sa già che cosa quindi questi signori troveranno.

Ecco il perché delle turbo-vendite massicce anche allo scoperto dei titoli delle banche italiane. Si sa che l’ispezione, se non solo minacciata ma anche rigidamente eseguita (e qui c’è spazio per mediazione politica e il buon senso, ovviamente) potrà portare a un disastro di tutto il sistema bancario e a conseguenze radicali per l’intero paese. Più dell’arrivo della Troika, di nuove tasse di emergenza per finanziare la bad bank, di un bail-in generalizzato, di una legge che ipotechi forzatamente i beni immobili degli italiani a garanzia di qualche prestito di salvataggio da parte del Fmi.

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Renzi con Padoan

 

 

E siccome una qualche situazione esplosiva molto probabilmente si realizzerà prima che sia stato instaurato il nuovo, schiacciante sistema di dominio autocratico del premier, cioè la riforma costituzionale ed elettorale del governo Renzi, è abbastanza possibile che il paese si ribelli. Soprattutto se verrà divulgata la notizia che gli stessi fondi di investimento e altri investitori istituzionali che stanno conducendo la campagna di svendita dei titoli delle banche italiane, sono quelli che partecipano la Banca d’Italia, le agenzie di rating, e la stessa Bce, la quale adesso manda le ispezioni.

È molto pericoloso che la gente apprenda chi e come le sta portando via il risparmio e la casa e il posto di lavoro e, al contempo, la libertà.

tratto da: (clicca qui)

2016.01.13 – ABBANOA S.p.A. DENUNCIATA AI TRIBUNALI INTERNAZIONALI

Posted by Presidenza on 13 Gennaio 2016
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In data 11.01.2016 il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) ha inoltrato formale denuncia contro ABBANOA S.p.A. e, per il Principio di Responsabilità Collettiva, contro lo Stato italiano.

N.B. – Le denuncie sono state inoltrate in lingua inglese ed in lingua sarda

 

DENUNCIA ABBANOA ENGLISH                            DENUNCIA ABBANOA SARDU

 

TESTATA PRESIDENZA

 

 

 

 

 

 

                                                                            

 

                                                                            Cagliari, 08 gennaio 2016

 

 

OGGETTO: DENUNCIA PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ E SOTTOMISSIONE IN

                   SCHIAVITU’ DI CITTADINI DEL POPOLO SARDO

 

 

Premesso che:
L’acqua è l’elemento vitale basilare di tutti i processi bio-chimici degli organismi cellulari.
E’ elemento fondamentale della vita di tutti gli esseri viventi. Pertanto l’acqua non può considerarsi un bene ma un diritto imprescindibile alla vita, senza il quale non esisterebbe la vita sul pianeta.
L’ acqua ha valore biologico ma anche antropologico: genera la vita, determina l’igiene e preserva dalle malattie, poi è un parametro sociale determinando il decoro, l’educazione e lo star bene.
L’accesso all’acqua va reputato un diritto da garantire a prescindere: un diritto va espressamente determinato in termini legislativi e non è alienabile in quanto diritto perché, se dovesse essere gestito, la stessa gestione dovrebbe fondarsi sul principio di garantire il diritto stesso.
Negare il servizio idrico è, a prescindere, un’azione malvagia che va contro natura e, sottraendola al sistema bio-chimico dei viventi, diventa azione palesemente criminale perché priva l’individuo della propria igiene e decoro, esprimendosi come persecuzione psicologica e traducendosi in una sottomissione in schiavitù. Sottrarre l’acqua inibisce il sano sviluppo familiare, rafforza gli stimoli all’omicidio-suicidio di chi è senz’acqua, in quanto senza di essa la vita non si sviluppa.
In una società sviluppata, ma anche civile, non si nega il diritto all’accesso gratuito all’acqua per chi è senza mezzi in quanto è fondamentale avere rispetto verso la vita, la società e le famiglie.
E’ competenza dello Stato amministrare e garantire a tutti i cittadini tale diritto, specie a coloro che si trovano in stato di necessità, sostituendosi a quelli non in grado di pagare gli oneri del servizio idrico, anche limitando la gestione privatistica dell’acqua perché essa non è un bene commerciale ma un diritto inalienabile dell’essere umano. Uno Stato sociale deve provvedere a promuovere il lavoro per tutti, a re-distribuire la ricchezza prodotta, a fare in modo che tutti i cittadini possano vivere con il decoro che meritano e possano, così, fare la loro parte per rafforzare lo Stato Sociale.
C’è acqua per tutti e in abbondanza, per cui bisogna garantire la fruizione gratuita ai disagiati.

Considerando tutto ciò, la Società ABBANOA SpA :
• Ha, come gestore della rete idrica della Natzione Sarda, più volte, dimostrato la sua incapacità e incompetenza nella gestione di questo compito sociale.
• E’ stata inquisita dalle autorità giudiziarie straniere italiane per reati legati alla gestione dell’Ente
• Si è macchiata spesso di crimini contro l’umanità, perché tali sono da considerare l’interruzione della fornitura ad utenze che, secondo loro, risultavano morose o in gravi disagi economici.
• Si è macchiata di persecuzione psicologica nei confronti degli utenti, cittadini del Popolo sardo, e della conseguente messa in schiavitù in quanto gli stessi venivano privati della propria igiene e quindi del proprio decoro
• Ha beneficiato di soldi pubblici per migliorare i servizi ma li ha utilizzati per sanare i suoi debiti.
• Non ha curato, come avrebbe dovuto, la gestione della rete idrica interrompendo – per cattiva manutenzione e inefficienza – il pubblico servizio in rete, gravando il costo di distribuzione per le risorse idriche di oneri impropri che hanno fatto gravare economicamente sulle utenze.

In considerazione di quanto esposto il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS), come soggetto di diritto internazionale, ha più volte denunciato, ammonito e diffidato lo Stato occupante italiano, notificandogli:
• In data 04.06.2012 la “DENUNCIA ALL’ONU DELLO STATO ITALIANO, PER OCCUPAZIONE, DOMINAZIONE E COLONIZZAZIONE DELLA NAZIONE SARDA ”, rivendicando il diritto di sovranità del Popolo Sardo
• In data 20.08.2012 il “MONITO E DIFFIDA” alla Presidenza della Repubblica Italiana, alla sua Presidenza del Consiglio dei Ministri, al suo Ministero degli Interni e p.c. alla O.N.U. di Ginevra
• In data 06.11.2013 L’ACCREDITAMENTO DEL “GUVERNU SARDU PROVVISORIU” costituito dal MLNS, in ottemperanza dell’art. 96.3 del Primo Protocollo di Ginevra del 1977, al fine di gestire le relazioni internazionali
• In data 16.05.2014 la “DENUNCIA E APPELLO”, notificato alla Corte Internazionale di Giustizia, all’ONU, alla Croce Rossa Internazionale e a tutti gli Stati terzi per sollecitare l’aiuto della Comunità Internazionale e portarla a conoscenza dei gravi Illeciti internazionali commessi dallo Stato italiano contro la Nazione Sarda, contro il Movimentu de Liberatzioni Sardu (MLNS), e contro il Popolo Sardo, per Crimini contro l’umanità, violazione dei diritti umani, civili e politici da parte dello Stato italiano contro i cittadini del Popolo Sardo e contro i militanti del MLNS.
• In data 20.01.2015 la “DENUNCIA, DIFFIDA E ULTIMATUM ALLO STATO STRANIERO OCCUPANTE ITALIANO”
• In data 23.04.2015 un’altra “DENUNCIA E APPELLO” notificata all’ONU, ai Tribunali Internazionali, alla ICRC e a tutti gli Stati terzi per sollecitare l’aiuto della Comunità Internazionale, portandogli a conoscenza dei gravi atti di guerra dello Stato occupante italiano contro il MLNS e, di conseguenza, contro tutto il Popolo Sardo

CHIEDE pertanto:

a codesto tribunale di procedere alla condanna della ABBANOA SpA per i seguenti reati:

• l’aver posto in essere gravi illeciti, con atti di forza e di aggressione reiterati contro cittadini del Popolo Sardo, espressi mediante illegali e persecutorie ingiunzioni e procedure
• l’aver indotto al suicidio numerosi cittadini del Popolo Sardo mediante illegali e persecutorie ingiunzioni e procedure
• reiterazione nel disegno criminoso
• concorso nel reato, in quanto non limitato alla coscienza e volontà del fatto criminoso, ma comprendente anche la consapevolezza di come il reato viene commesso con altre persone
• nell’esercizio della sua autorità, direzione o vigilanza, ha comandato persone ad essa soggette, a commettere il reato
• attentato contro i diritti civili del cittadino
• truffa, in quanto il fatto è stato commesso ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l’erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell’Autorità
• Abuso della credulità popolare con l’aggravante del turbamento dell’ordine pubblico

 

Chiede anche la condanna della Repubblica italiana SpA in base alla:

 

APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI RESPONSABILITA’ COLLETTIVA

<< le violazioni e gli illeciti commessi da organi, funzionari e/o incaricati di pubblico servizio stranieri italiani contro cittadini del Popolo Sardo e/o contro il MLNS e suoi appartenenti integrano illeciti internazionali imputabili anche allo Stato italiano;
atteso il principio di responsabilità collettiva, la responsabilità per qualsiasi violazione del diritto internazionale commessa da un qualsiasi organo, funzionario e/o incaricato dello Stato straniero occupante italiano si intende estesa all’intera comunità statale e quindi allo stesso Stato, che possono patire le conseguenze dell’illecito;
per l’effetto, allo Stato straniero occupante italiano è estesa la responsabilità di tutti tali atti di imputazione e di qualsiasi atto di aggressione, di forza e/o di guerra posto in essere contro i cittadini del Popolo Sardo e/o contro il MLNS>>

per i seguenti reati:
• violazioni continuate e aggravate del “MONITO E DIFFIDA” notificato dal MLNS allo Stato Straniero Italiano
• l’aver agito e il persistere ad agire in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio, nel Territorio della NATZIONE SARDA contro i cittadini del suo Popolo con vessazioni, rapine, minacce ed estorsioni aggravate da usura, mediante illegali, strumentali e persecutori
• accertamenti fiscali, ingiunzioni di pagamento e procedure coattive di riscossione di imposte, tributi e sanzioni in nome e per conto dello stato straniero occupante razzista e colonialista italiano e di altri suoi enti pubblici impositori e/o in concorso con questi
• l’aver posto in essere gravi illeciti internazionali, quali reiterati atti di forza e di aggressione contro cittadini del Popolo Sardo mediante illegalità persecutorie ingiunzioni e procedure
• l’aver indotto al suicidio cittadini del Popolo Sardo, mediante illegali procedure e persecutorie ingiunzioni
• l’aver posto in essere illeciti contro la sovranità del Popolo Sardo, contro l’integrità territoriale e contro la personalità della Nazione Sarda;
• l’aver commesso il reato continuato e aggravato di devastazione, saccheggio e strage nel territorio della Nazione Sarda

SI AUSPICA CHE

Codesto tribunale ed Il Consiglio di Sicurezza dell’ ONU, nella loro precisa funzione di mantenimento della pace e al fine di scongiurare il rischio di escalation di turbamento dell’ordine pubblico, di imprevedibili disordini e del sacrosanto “Diritto di Rappresaglia”- così come previsto dalle norme di Diritto Internazionale – dovuti all’esasperazione della popolazione, provvedano a comminare le sanzioni previste nei confronti dello Stato italiano e del suo organo incaricato “ABBANOA SpA” per i numerosi e reiterati illeciti commessi dai suoi organi, funzionari e/o suoi incaricati contro questo MLNS e contro cittadini del Popolo Sardo

 

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