2015.08.23 – La Grande Truffa – 4° parte

Posted by Presidenza on 23 Agosto 2015
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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – 1° parte                                        La Grande Truffa – 2° parte

La Grande Truffa – 3° parte

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

4° parte

 

 

……..

Capitolo II
“Oggi il compito che spetta a chi vuol scrivere un
opuscolo sul denaro non è quello di dire qualche
cosa di nuovo, o di escogitare una tesi o dimostrare
una teoria; egli non deve fare altro che mettere in
evidenza certi fatti già noti da 20 e talvolta 2000
anni.”
Ezra Pound

 

LA MONETA

Il denaro non è ricchezza.

Ricchezza è disponibilità di beni utili.

L’utilità è un valore che attribuiamo a un bene materiale.

Per mantenerci in vita noi abbiamo bisogno di alcune cose indispensabili come cibo per alimentarci, acqua da bere e aria da respirare, un rifugio sicuro per difenderci dalle intemperie, degli abiti per coprirci e mantenere così un adeguata temperatura corporea.
Questi sono i beni a noi necessari, ed insieme ad altri di minor importanza che comunque ci rendono più facile la vita, rappresentano la vera ricchezza materiale.
Povertà è carenza di mezzi di sostentamento.

Un uomo è ricco quando ha disponibilità di beni che gli rendono la vita più semplice e godibile.
Diamo valore ad un bene in base all’importanza che può avere per noi.
In pieno deserto, l’ultima bottiglia d’acqua vale moltissimo.
È la vita. Daremmo qualsiasi cosa pur di averla.
Quella cosa qualsiasi appena nominata è il mezzo di scambio che ci permetterebbe di raggiungere il bene desiderato.
Qualsiasi cosa ci permetta di acquistare beni o servizi può essere considerata moneta.
È nata la moneta.

La moneta è il mezzo di scambio.

Qualsiasi materiale usato come mezzo di scambio per arrivare alla merce ambita può essere denominato moneta.

Quindi può essere moneta qualsiasi materiale che la comunità dei cittadini decida di adottare.
Se può essere usato qualsiasi materiale, non ci può essere penuria di mezzi di scambio.
Che importa che siano conchiglie o semplici pezzi di carta ad assolvere la funzione?

Ciò che interessa è che ci permettano di raggiungere quella merce necessaria.
La ricchezza non si trova nel mezzo di scambio, ma nel bene materiale.
Il mezzo serve solo a raggiungerla.

La moneta non è la ricchezza.
Nel deserto nessuno cederà per denaro l’ultima bottiglia d’acqua, la vera ricchezza.
Se mettessimo il governatore della Banca d’Italia a stampare banconote nella nostra bellissima isola deserta di Maldiventre, qui di fronte alle coste del Sinis, non produrrebbe ricchezza, solo carta straccia.

Tutto ciò che c’è nell’isola è a sua disposizione gratuitamente, non ci sono beni da acquistare e, soprattutto, persone che possano, accettandola, riconoscere a quella carta valore di denaro.
Il denaro è un rapporto sociale.

Posso avere grandi quantità d’oro, ma senza persone con cui scambiarlo morirò di fame.
Se dessimo al governatore la possibilità di scegliere tra un carico di acqua e viveri o uno di banconote, per cosa pensate potrebbe optare?
Non avrebbe dubbi, conosce bene la materia, è competente.
Perciò riesce così bene ad ingannarci ed a sottrarci, con l’aiuto dei suoi padroni banchieri, la ricchezza che produciamo.

Potremmo continuare con altri paradossi tipo: preferireste vivere in un mondo pieno di beni senza denaro, o in un altro pieno di denaro ma senza beni?
Il concetto è chiarissimo: la ricchezza, l’utilità che cerchiamo, è nei beni indispensabili alla vita.

Le parole di Massimo Fini tratte dal suo “Il denaro, sterco del demonio”, aiutano a semplificare:

“Il denaro non aumenta di nulla la ricchezza del mondo, perché può acquistare unicamente ciò che c’è già, può trasferire solo la titolarità della proprietà delle cose. Può spostare ricchezza, non è esso stesso ricchezza.”

Denaro è, in senso lato, qualsiasi cosa permetta di scambiare merci e servizi, e la moneta sarebbe la sua manifestazione fisica. Al giorno d’oggi, assieme a soldi e quattrini, con i quali in passato si identificavano le monete di minor valore rispetto a quelle in argento ed oro, tutti questi termini vengono popolarmente usati per indicare in generale il potere d’acquisto.

La moneta è materia non proprio complessa, però sempre sfuggente, difficile da definire perché eterea, volatile, puro spirito. Materiale e immateriale allo stesso tempo.
Ciò che sembra ovvio in certe occasioni, potrebbe non esserlo in altre.
Se è vero che non è la ricchezza, serve comunque a raggiungerla. In determinate situazioni si può identificare con la ricchezza.
Utilizzata come mezzo di scambio, assume un’altra funzione molto importante: diventa anche contenitore di valore.

La funzione della moneta è quella di facilitare gli scambi di merci all’interno della comunità, per il conseguimento di una onesta economia che faccia giungere a tutti i componenti della società i mezzi di sostentamento.

Il baratto non riusciva, per ovvi motivi, a portare a compimento tutti gli scambi: se oggi un pescatore di Cabras dovesse aver bisogno di energia elettrica per la sua abitazione, non riuscirà ad ottenerla portando qualche chilo di muggini all’Enel. Dovrà prima vendere il pescato e trasformarlo in denaro, il mezzo di scambio che gli permetterà di avere l’energia elettrica che gli è necessaria.

Il pescatore monetizza il pescato. La moneta diventa un credito verso la ¬ società, una richiesta di merci in cambio di qualcosa che egli già ha dato alla comunità.
In questo semplice passaggio, il mezzo di scambio incorpora il valore ottenuto con la vendita dei pesci (il lavoro del pescatore), sino al momento della cessione, una settimana, un mese o un anno dopo.

Diventa deposito di ricchezza, contenitore di valore.
Acquisisce un potere d’acquisto.

È un credito che il pescatore vanta nei confronti della società intera, che potrà riscuotere quando riterrà opportuno. Dal momento che esiste un credito deve esistere anche un debito equivalente: il “debitore” verrà individuato all’interno della comunità nel momento in cui il denaro sarà speso.
Se il pescatore comprerà frutta, il fruttivendolo sarà il debitore che, appena riceverà il denaro, si trasformerà in nuovo creditore nei confronti della società.

“La moneta è un titolo di richiesta per ottenere beni reali e servizi”, è la definizione di Gertrude Coogan nel suo “I creatori di moneta”, scritto nel 1935 ma sempre attuale.

Ancora Massimo Fini:

“Il denaro è una promessa . . .Chi detiene il denaro è in possesso di una promessa che qualcuno, per il momento indefinito, farà qualcosa per lui (gli fornirà una merce, un servizio, etc. ).”

Per Ezra Pound, poeta americano amante dell’Italia che scriveva di economia, la moneta era un “certificato di un lavoro svolto”.

“Il denaro è un mandato, un titolo quantitativamente determinato… Il denaro è un titolo quantitativamente determinato, consegnato dall’acquirente al venditore contro la consegna di beni, senza che occorra altra formalità …
Il denaro è valido quando il pubblico riconosca che conferisce un diritto, e quando si consegnino merci o servizi nella quantità determinata dal valore stampato sul “biglietto”, sia esso di metallo o di carta.
Il denaro è un biglietto generico, e solo in ciò differisce da un biglietto ferroviario o da un biglietto di teatro.”

Sintesi e chiarezza sono le qualità di chi scrive poesia, e le definizioni del poeta economista, prezioso maestro per chi voglia addentrarsi nella materia monetaria, sono sintetiche ed illuminanti.

L’autore catalano Joaquin Bochaca nel suo “El enigma capitalista”:

“Il Denaro è niente di più che un mezzo utilizzato come calcolatore e misuratore della ricchezza. Essendo un mezzo di scambio, il suo valore viene dalla sua accettazione. Charles A. Lindbergh, Sr., lo definì come “qualcosa che è giunto a tal punto di accettazione che non ha importanza di che metallo sia fatto né perchè la gente lo desideri, dal momento che nessuno rifiuterà di prenderlo in cambio di merci o servizi”. Si è anche detto che il Denaro è come un biglietto universale. Un’impresa teatrale, una ferroviaria, o di autobus urbani, emettono i loro biglietti, il cui possesso dà diritto ad utilizzare i servizi di tali aziende. Bene, il denaro è, ripetiamo, un biglietto universale o, detto in altro modo, una richiesta del suo possessore verso i suoi concittadini; una richiesta la cui origine è, precisamente, un lavoro che è stato fatto in favore della comunità.
Però la migliore definizione la dà Sir Arthur Kitson quando dice: “Il Denaro è il Niente che si ottiene per Qualcosa prima che si possa ottenere per qualsiasi cosa”. Esaminiamola: il Denaro è il Niente, cioè, un pezzo di carta, il cui valore intrinseco è nullo. Si ottiene per Qualcosa, cioè, per un lavoro svolto per la comunità, e con esso si può ottenere qualsiasi cosa appartenente a detta comunità.
Abbiamo detto che il Denaro è un mezzo di scambio: più esattamente, è il mezzo di scambio.
Tutti i produttori impegnano il loro tempo ed energia nello proporzionare beni e servizi utili alla comunità. In cambio, ricevono denaro, che è come una rivendicazione su beni che altri hanno prodotto. Essendo lo strumento di scambio, il denaro passa ugualmente ad essere lo strumento della misura. Il denaro misura la ricchezza di una comunità, esattamente allo stesso modo che il metro misura la lunghezza ed il chilogrammo i pesi. Partendo da quell’indiscutibile principio, il valore di una moneta deve rimanere stabile”.

Joaquin Bochaca ha aggiunto l’altra caratteristica che completa la definizione di moneta: è l’unità di misura del valore.

Da mezzo di scambio a contenitore e misura del valore il passo è stato breve, ma le diverse implicazioni sono molto importanti.
In quanto deposito di valore con potere acquisitivo, il denaro ora si può identificare con la ricchezza, diventa un bene materiale (quasi) con vita propria.
Il quasi è d’obbligo perché bisogna sempre tenere a mente che il suo valore è condizionato dall’esistenza di beni e dall’accettazione da parte di altre persone.

Le banconote stampate dal governatore sull’isola deserta di Maldiventre non hanno valore perché non hanno origine da un lavoro o un servizio reso, non esistono merci da scambiare, né altre persone che accettandole in pagamento le riconoscano come moneta.
I soldi del pescatore di Cabras traggono valore dai muggini, venduti come bene materiale, e dal lavoro svolto per pescarli.

Teniamo sempre a mente questo che in materia monetaria è un dogma indiscutibile: la quantità di mezzi di scambio, la moneta, deve essere in equilibrio con la quantità di beni materiali da scambiare esistenti.

Perché si possa parlare di una sana ed onesta moneta, ad ogni “titolo di richiesta” deve corrispondere un bene od un servizio disponibile. Se c’è un eccesso di richieste è chiaro che non tutte potranno essere soddisfatte, e si crea quel fenomeno chiamato inflazione. I titoli di richiesta sono “svalutati”, ne occorrono di più per comprare lo stesso numero di beni.
I beni possono essere merci o servizi.

Il pescatore con i soldi dei pesci può comprare una giacca nuova o pagarsi una visita medica, un servizio. Il medico a sua volta con i soldi ricevuti in cambio del proprio lavoro, può comprare pane e pasta al supermercato o il lavoro di un elettricista che gli sistemi l’impianto elettrico.
Solo il lavoro e le merci da scambiare giustificano l’esistenza della moneta, che in loro assenza non avrebbe ragione di essere.

Restiamo con il pescatore di Cabras.
Abbiamo visto che, in assenza di denaro, lo scambio tra muggini ed energia con l’Enel si inceppa, non può avvenire per ovvi motivi.
A questo punto deve intervenire lo Stato. Tra i suoi compiti, quello di gran lunga più importante è di fornire al popolo il mezzo di scambio necessario a far girare l’economia e raggiungere un dignitoso benessere.

Lo Stato deve battere moneta.
È un suo diritto/dovere.

Deve fornire al pescatore (al popolo) il mezzo di scambio per raggiungere il bene desiderato: l’energia.
Essendo solo un mezzo di scambio (il valore sta nei muggini e nell’energia),
deve essere reso disponibile gratuitamente.

Come?
Immettendo denaro nella società. Spendendo. .
Lo Stato non saprebbe che farsene dei muggini, ma può certamente comprare il lavoro degli impiegati che servono per portare avanti l’ordinaria amministrazione, degli operai che costruiscono un nuovo ponte o una autostrada, pagare i materiali di costruzione e le attrezzature di una nuova Università.
Queste retribuzioni, in mano ad operai ed impiegati, sono il “certificato di un lavoro compiuto” di Ezra Pound, “un titolo di richiesta per ottenere beni reali e servizi” di Gertrude Coogan, il “biglietto universale” di Joaquin Bochaca: il mezzo di scambio che fa girare l’economia.

In mano allo Stato la moneta è uno straordinario strumento di ricchezza per i popoli. Lo Stato infatti può costruire tutti gli ospedali che servono alla comunità, tutte le scuole pubbliche, gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, le autostrade, i ponti, le case da dare a riscatto alle giovani coppie che entrano nel mondo del lavoro, le case di accoglienza per anziani e i parchi pubblici, pagando con cartamoneta stampata nell’occasione in nome del popolo.

Uno Stato sovrano padrone della propria moneta può comprare tutto il lavoro che gli serve per far funzionare ospedali, scuole, aeroporti, ferrovie, case di accoglienza, per la manutenzione di strade, acquedotti, giardini pubblici, parchi, foreste.
In poche parole, può eliminare la disoccupazione.

La moneta è uno strumento di benessere, nata per servire il popolo.
Spendendo la moneta del popolo in infrastrutture e retribuzioni per i dipendenti statali, lo Stato arricchisce la comunità dei cittadini con le proprietà immobiliari che continuamente costruisce, e con la liquidità immessa in circolazione.

Troppo bello per essere vero? Continuiamo la nostra lettura.

La moneta è l’unità di misura del valore.
Il metro misura la lunghezza, il chilogrammo misura il peso, la moneta il valore delle merci.
Tutte le unità di misura hanno valore convenzionale.
Sono una convenzione tra noi: ci siamo messi d’accordo che abbiano quei valori di misurazione. Pertanto, per svolgere onestamente la loro funzione, devono obbligatoriamente essere stabili.

Che pensereste di un venditore di tessuti che per vendere adopera un metro di 80 centimetri? Sicuramente metro e chilogrammo sono due misure stabili, certe, controllabili, mentre il valore della moneta è mantenuto instabile ad arte dai banchieri.

Perchè?
Per il semplice motivo che ai commercianti di denaro interessa prestarlo quando costa poco, e che gli venga restituito quando vale molto di più.

Come raggiungono il loro obbiettivo?

I grandi Usurai, immettendone o togliendone quantità considerevoli dal mercato senza corrispondenti variazioni nei quantitativi di merci da scambiare, fanno fluttuare i prezzi ed il valore della moneta.
La riducono a ciò che non dovrebbe mai diventare, una merce soggetta alle leggi di mercato della domanda e dell’offerta.

Infatti, quando i banchieri creano inflazione (più valore monetario che beni in circolazione) la moneta perde valore e ci vogliono più banconote per comprare una merce o un servizio. Quando creano deflazione (più beni che monete) non concedendo credito (prestiti) e ritirando moneta, quella poca che rimane in circolazione aumenta di valore, può comprare più merci, in quanto, non trovando queste ultime dei compratori, i prezzi per unità si abbassano in cerca di acquirenti.

La deflazione, creata ad arte, è sempre presente nelle economie dei paesi occidentali della moneta debito, ed in modo particolarmente grave in questo periodo, 2008/2011 in Europa e negli Stati Uniti d’America.

Quando i soldi vengono offerti con bassi tassi di interesse (costano poco), tutti troviamo più conveniente comprare l’appartamento od il locale commerciale piuttosto che “buttare” i soldi dell’affitto, e ci indebitiamo con le banche. Una volta che la società è sufficientemente indebitata (sono stati concessi molti prestiti, è stata creata moneta virtuale), i banchieri iniziano a chiudere i rubinetti del credito, a ritirare denaro dalla circolazione (creano deflazione) e alzarne il costo: gli importi delle rate dei mutui a tasso variabile aumentano vertiginosamente.

Il gioco è semplice. Le banche prima inflazionano il mercato di credito, svalutando il denaro con la concessione di molti prestiti; quindi, per combattere l’inflazione da essi stessi creata, ne aumentano il costo, ne ritirano grandi quantità dalla circolazione facendone lievitare ulteriormente il valore, aumentando considerevolmente i loro crediti (i nostri debiti).
Prestano quando il denaro costa poco, incassano quando costa molto.

La moneta è una invenzione.
Una creazione della mente umana.
Una “fattispecie giuridica” è l’esatta definizione di Giacinto Auriti.

Concepita come mezzo per facilitare gli scambi di merci e servizi e misurarne il valore. L’abbiamo creata noi, ci appartiene. È cresciuta, migliorata, ha subito dei mutamenti a volte spontanei, poi sempre più guidati, ed ora viene utilizzata da una ristretta elite di Usurai internazionali come strumento di controllo della popolazione mondiale.

continua…

 

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Paolo MALEDDU

 

2015.08.22 – SOLIDARIETA’ A DOCENTI SARDI

Posted by Presidenza on 22 Agosto 2015
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TESTATA SEZ. AGRICOLTURA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aristanis, 22 austu 2015

 

SOLIDARIETA’ A DOCENTI SARDI

 

Perchè gli insegnanti sardi devono abbandonare la propria terra, i propri affetti per andare a lavorare in luoghi dove lo stipendio basterebbe a mala pena per pagare l’affitto di casa e per mangiare?

GLI INSEGNANTI PER LA SCUOLA SARDA DEVONO ESSERE SARDI !!!

La cultura e l’istruzione dei giovani sardi deve essere affidata a docenti sardi i quali, mettendosi una mano sulla coscienza, dovranno assicurare un insegnamento corretto e non propagandistico straniero italiano;

è noto infatti che attualmente la storia insegnata nelle scuole straniere italiane è mistificata con lo scopo di alterare la reale criminale origine dell’ Italia S.p.A. e, nello specifico dei sardi, nascondere le antiche gloriose gesta dei nostri antenati.

Si deve salvaguardare la lingua e l’appartenenza territoriale.

Il piano assunzioni del “Miur” altro non è che l’ennesimo atto di guerra nei confronti del popolo sardo finalizzato alla deportazione di un’altra consistente fetta di popolazione ed al continuo massacro culturale e storico della Nazione Sarda.

Lo è unitamente a tutte le altre vertenze finalizzate all’indebolimento della nostra Patria.

Il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) è pienamente solidale con gli insegnanti sardi.

 

       Il Provv. Gen. Sez. Agricoltura                                          (per presa visione)

      Guvernu Sardu Provvisoriu (GSP)                                Il Presidente del MLNS e del GSP

                 Luigi ZUCCA                                                             Sergio PES

 

2015.08.22 – SOLIDARIETA’ A DOCENTI SARDI

 

 

 

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Notizia bomba esclusiva rivelata da dissidenti Cinesi hanno fornito questa storia a Natural news. (Includiamo aggiornamenti e correzioni)

 

 

 

 

 

DI MIKE ADAMS

 

L’esplosione di Tianjin è stata causata da un atto di “rappresaglia cinetica” dal Pentagono in risposta alla svalutazione dello Yuan da parte della Cina, secondo fonti dissidenti dalla Cina continentale. Il Governo Cinese ha applicato il massimo di segretezza attorno alla misteriosa esplosione e tattiche aggressive di stato di polizia sono state invocate per controllare il flusso di informazioni attorno all’evento.

“Le esplosioni della settimana scorsa hanno fatto saltare enormi palle di fuoco al cielo e disseminato detriti incandescenti attorno all’area industriale del 10mo maggiore porto mondiale, mandando edifici in fiamme e distruggendo tutte le finestre fino a chilometri e chilometri di distanza”. Così riporta il Daily Mail UK.

La spiegazione ufficiale del Governo Cinese sulla causa dell’esplosione, che ha ucciso, stando al computo attuale, 114 persone, è il totale silenzio. La Cina dichiarerà legge marziale regionale nel corso dei prossimo 18 giorni, Natural news ha appreso, in modo da esercitare controllo assoluto sul movimento degli individui e delle informazioni. Il Governo ha impedito ai giornalisti di accedere all’area ed ha iniziato ad arrestare bloggers che danno adito a ciò che il governo definisce “teorie della cospirazione” riguardo alla causa della gigantesca esplosione.

La Cina ha oscurato le notizie su Tianjin esattamente allo stesso modo in cui i media USA hanno oscurato le notizie sul , Dr. William Thompson, l’informatore della CDC (“United States centers for diseases control and prevention”: autorità nazionale per la prevenzione ed il controllo sanitario USA) che ha rivelato ceh la stessa CDC avrebbe fatto sparire evidenza scientigica che collega le vaccinazioni all’autismo. Sia in Cina che negli Stati Uniti ogni volta che il Governo non desidera che i cittadini vengano informati può censurare la Storia in tutti i media di Stato, in un vero “totalitarismo dell’informazione”.

Sia prima che dopo la massiccia esplosione, il Governo Cinese ha mandato “elicotteri neri” in formazione su Pechino (aggiornamento: questo articolo in precedenza aveva affermato che gli elicotteri hanno iniziato a volare dopo l’esplosione, ma ci hanno corretto su questo punto. Elicotteri sarebbero stati visti volare sin dai giorni precedenti all’esplosione). I dissidenti Cinesi hanno scattato numerose fotografie di tali elicotteri e sono riusciti a recapitare le foto in esclusiva a Natural news.

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Un avviso da parte degli Stati Uniti: non provate a fare precipitare il dollaro o a sbarazzarvi del nostro debito.

I dissidenti Cinesi sostengono di aver motivo di credere, per come riferito a Natural News, che l’attacco a Tianjin sia stato un colpo di avvertimento da parte degli Stati Uniti, terrificati dalla prospettiva che la Cina stia per annunciare l’ammontare della copertura in oro della sua valuta e allo stesso tempo dichiarare la svendita dei titoli del debito USA detenuti.

Queste azioni significherebbero collasso del dollaro e distruzione dell’economia USA, significherebbero mandare gli Stati Uniti in caduta libera. L’arma cosidetta “bastone di Dio” in possesso del pentagono, a quanto riferito, sarebbe stata utilizzata per mandare un secco messaggio di avvertimento alla Cina nascondendo l’avvertimento per normale incidente industriale in una industria chimica.

Cronologia degli eventi: La Cina svaluta la moneta, il Pentagono colpisce poche ore dopo. Consideriamo la temporalità degli eventi più a fondo:

11 Agosto 2015: La Cina svaluta lo yuan dell’1,9% mandando “scosse” in giro per il mondo e accendendo una miccia che può portare a un impatto devastante sull’economia USA-

12 Agosto 2015: Tianjin è colpita dall’arma segreta del Pentagono conosciuta come “bastone di Dio”, un arma cinetica segreta basata nello spazio che può essere dispiegata dall’orbita fino a colpire quasi ogni obiettivo di terra. L’arma distrugge all’istante sei isolati alla periferia della città di Tianjin, inviando un avvertimento alla Cina spaventosamente simile a quello inviato dagli Stati Uniti al Giappone con lo sgancio delle prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nella seconda guerra mondiale. (Si, l’America non ha problemi a lanciare armi di distruzione di massa su popolazioni civili, lo ha già fatto due volte).

Per coloro che seguono lo Shemitah (credenza religiosa tradizionale ebraica) lo sgancio delle atomiche sul Giappone successe durante un anno di Shemitah, nel mese di Agosto 1945, esattamente 70 anni fa. Per cui ciò accadrebbe esattamente dopo dieci cicli di Shemitah, o quello che possiamo chiamare un Deca-Shemitah.

16 Agosto 2015: Obama lancia un pesante avvertimento riguardo a: “La presenza di agenti governativi Cinesi che operano in segreto negli Stati Uniti” riferisce il The New York Times.: “Ciò accade nel momento in cui le tensioni sono in ascesa tra Washington e Pechino su disparati problemi: dal furto informatico di milioni di files di impiegati governativi, ritenuto di sospetta origine Cinese dagli ufficiali dei servizi segreti, dalla stretta Cinese sulle libertà civili, fino alla svalutazione della sua valuta”-

L’arma segreta spaziale del Pentagono

Il “bastone di Dio” consisterebbe di una potentissima energia di tipo cinetico, agendo praticamente come una “piccola” arma nucleare di tipo tattico.
I siti web USA stanno al momento speculando se l’esplosione di Tianjin sia davvero da considerare il primo test di armi basate nello spazio basate su un cosidetto “bastone di Dio” sganciato dallo spazio. “Il cratere creatosi in Cina corrisponde a una esplosione da 5 kilotoni, di ipotizzabile origine nucleare o come effetto del cosidetto “bastone di Dio”, probabilmente sganciato da una nave orbitante”, specula l’ “Unhived Mind.”.

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“Riguardando le immagini dei test nucleari Sovietici e confrontando possiamo dire che il “nuovo lago” in Cina sembrerebbe essere generato da uan esplosione appena sotto la superficie paragonabile ad una atomica da almeno 5 kilotoni. Non si può ritenere un incidente e la struttura della frattura attorno al cratere mostra una esplosione sotto al livello della superficie. Se l’esplosione è partita da sotto la superficie allora la possibilità più probabile è che si tratti di un piccolo ordigno atomico, ciò poichè se l’esplosione nucleare avviene sotto superficie e l’ordigno “alza sporco” il caratteristico flash accecante non si verifica. Una esplosione appena sotto superficie spiegherebbe inoltre come mai i sensori delle fotocamere non hanno registrato la presenza di strani oggetti. E se dobbiamo escludere la bomba nucleare, allora è stato qualcos’altro di altrettanto abnorme, ma è da escludere ogni esplosivo aria-terra, nessun esplosivo aria-terra lascia crateri”

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Armi cinetiche localizzate nello spazio “sganciate” su obiettivi sono menzionate e spiegate in questo articolo del 2004 su Popular Science :

“Dopo aver ricevuto istruzioni da terra, il satellite di puntamento istruisce dal satellite dipendente di “sganciare una freccia”. Il colpo guidato entra l’atmosfera, protetto dalla schermatura termica, viaggiando a 26.000 piedi al secondo, paragonabile alla velocità di un meteorite. Il risultato: completa devastazione del bersaglio, anche se dovesse trovarsi parecchi metri sottoterra.

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“Quando richiesto questi proiettili possono essere diretti, ad uno ad uno, o più contemporaneamente, verso obiettivi sulla superficie della Terra, precipitando sulla “vittima” a velocità orbitale. Mentre l’energia cinetica del proiettile è rilasciata l’esplosione sarebbe paragonabile a quella di una bomba convenzionale di grandi dimensioni”, sostiene Armaghplanet.com.

La Cina dichiarerà la legge marziale mentre una escalation di controllo totale su informazioni e persone è già in corso

Si preannuncia che la legge marziale per Pechino potrebbe essere dichiarata a giorni, sempre secondo ciò che hanno riferito i dissidenti a Natural news. Nel frattempo il Governo Cinese, che gestisce un enorme firewall governativo che si intromette in tutto il traffico Internet e blocca gli accessi VPN, ha aggiunto Tianjin come “parola a bandiera rossa” nel suo filtraggio del traffico su Internet.

Raid della polizia locale sono iniziati presso le abitazioni di blogger e giornalisti indipendenti che hanno cercato di fornire storie su ciò ceh sarebbe realmente successo a Tianjin. Il Governo Cinese è impegnato in un tentativo di completo oscuramento.
Natural News è stata informata della creazione da parte del Governo cinese di posti di blocco stradali presso ed attorno sia A Tianjin che a Pechino. Le misure di sicurezza aggiuntive per controllare il movimento di persone includono:

• Tutti gli hotel devono riferire I dettagli dei visitatori al Governo, inclusi numeri di passaporto, nazionalità, nomi e telefonate fatte dalle stanze.

• I turisti che non alloggiano presso hotels devono registrarsi alla polizia locale altrimenti rischiano l’arresto. Il Governo Cinese ha istruito che ha bisogno di conoscere la posizione di ognuno in ogni momento.

• Alcuni lavoratori hanno iniziato a indossare fasce rosse al braccio per indicare che servono come informatori. Le fasce indicano totale obbedienza al Governo e i lavoratori che le indossano sono stato addestrati su come identificare comportamenti dissidenti. E’ la versione Cinese del “Se vedi vieni a riferire” già visto in USA.

• In preparazione alla celebrazione del 3 Settembre per la sconfitta dell’occupazione Giapponese, è il 70emo anniversario, la Cina ha bandito la scrittura Cinese in quasi tutte la maggiori città. La propaganda di Governo funziona 24 ore su 24, condannando i Giapponesi e i loro orrendi crimini di guerra commessi contro la Cina. (è vero del resto che i soldati Giapponesi commisero atrocità inenarrabili, come stupri di massa seguiti da uccisioni e occultamenti per nasconderne le prove).

• Pattugliamenti di elicotteri stanno diventando di routine tra Pechino e Tianjin, gli elicotteri military volano in formazione in uno sfoggio di potenza.

• Ampie porzioni di lavoratori vivono adesso sottoterra, sotto I palazzo hitech e perfettamente puliti della Pechino che sfoggia le sue conquiste architettoniche. (aggiornamento: la storia in precendenza narrava di città sotterranee. Abbiamo corretto il punto poichè si tratta di insediamenti sotterranei ma non si può parlare di intere città. In pratica si tratta di grossi condominii sottoterra.
Se questi conflitti si inaspriscono potrebbero scatenare una guerra valutaria mondiale di sfinimento che finirà per mettere in ginocchio le economie di entrambe le parti. Sia in Cina che negli USA stanno verificando episodi di shock dei mercati azionari, con le economie-bolla costruite sul debito iniziano a disfarsi.
In questi tempi di fondamenta finanziarie d’argilla, occorre poco nel distruggere la fiducia del pubblico e scatenare un esodo in massa da valute e mercati. E’altrettanto chiaro che gli Stati Uniti considerano le manipolazioni valutarie come atti di guerra tali da giustificare “risposte cinetiche”.
Questo è coerente con le politiche di Governo avviate da Obama nel 2011: “Washington prenderà in considerazione l’uso di armi convenzionali in risposta ad attacchi cibernetici verso gli Stati Uniti, in conformità alle nuove strategie elaborate”. Come riportato dal Telegraph :

“La strategia della Casa Bianca sulla sicurezza cibernetica afferma che gli Stati Uniti “risponderanno ad atti ostile nel ciberspazio come si tratta ogni altro genere di minaccia alla Nazione”.
“Ci riserviamo il ricorso ad ogni mezzo necessario sia diplomatico, informativo, militare o economico, per come valutato appropriato e pertinente, nonchè in accordo al diritto internazionale allo scopo di difendere la Nazione, i nostri alleati, i nostri partners ed i nostri interessi”. Dichiara il documento del 16 Maggio.
Il portavoce del Pentagono Col. Dave Lapan ha confermato che la politica della Casa Bianca non escluda il ricorso a una risposta militare in caso di attacco cibernetico”.

Inoltre, Henry Kissinger si è espresso sulle relazioni con la Cina, citiamo dal suo sito HenryAKissinger.com, in un articolo dal titolo: “Il futuro delle relazioni Sino-Americane; il conflitto è una scelta non una necessità”:

“Come l’influenza Cinese nei paesi circostanti può generare timori di dominazione, gli sforzi per conseguire i tardizionali interessi nazionali Americani possono essere percepiti come una forma di accerchiamento militare. Entrambi i siti devono intendere che attraverso la variazione di semplici sfumature nel perseguimento dei reciproci interessi può risvegliare i più profondi timori nell’altro. Dovrebbero cercare di definire in modo congiunto la sfera della loro competizione pacifica. Se questo verrà gestito saggiamente, sia il confronto militare che il dominio di uno sull’altro sono scenari che possono essere evitati. Altrimenti, una escalation delle tensioni è prima o poi inevitabile”.

Se gli Stati Uniti includono gli attacchi valutari nella categoria di cyber-attacchi allora avremmo appena assistito alla prima applicazione della nuova dottrina militare, dove agli attacchi “elettronici” il Pentagono risponde con attacchi cinetici.
Speriamo soltanto che questa escalation non vada oltre o l’America si ritroverà presto facilmente dal lato dei perdenti sia che la prossima guerra coinvolga economia, valute o guerriglia informatica.

tratto da: (clicca qui)

Dittatura totale !

L’EGF gode di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi; le comunicazioni non possono essere intercettate; i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati; i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti. Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di diritto.

 

La questione Eurogendfor è stata lungamente dibattuta e c’era persino chi la vedeva come un affare da complottisti. E invece è tutto vero ed ora c’è anche l’ufficialità da parte dell’Arma dei Carabinieri: ecco il comunicato.

 

Tra gli strumenti di gestione delle crisi a disposizione delle Organizzazioni Internazionali, ha assunto un ruolo di rilievo, la Forza di Gendarmeria Europea (EGF) che si è imposta come efficace mezzo di intervento in grado di operare anche in scenari altamente destabilizzati. L’idea di creare una struttura composta da forze di polizia ad ordinamento militare, da far intervenire in aree di crisi, sotto egida NATO, ONU, UE ovvero coalizioni ad hoc, fu lanciata nel corso della riunione informale dei Ministri della Difesa dell’UE, tenutasi a Roma l’8 ottobre 2003.

 

I DETTAGLI DI EUROGENDFOR

In quell’occasione i Ministri della Difesa francese ed italiano, (M.me Michèle ALLIOT MARIE e l’On. Prof. Antonio MARTINO) convennero sulla necessità di un tale strumento in grado di inserirsi in uno specifico segmento delle Operazioni di Supporto alla Pace (PSO), per lo svolgimento di attività di polizia, in sostituzione o in affiancamento alle forze di polizia locali, collassate ovvero in grado di adempiere solo parzialmente ai loro compiti.

Fu così costituito un tavolo tecnico per la predisposizione di una Dichiarazione di Intenti concordata tra i rappresentati delle Forze di Polizia ad ordinamento militare dell’Unione Europea (Arma dei Carabinieri, Gendarmeria Nazionale francese, Guardia Civil spagnola, Guarda Nacional Republicana (GNR) portoghese e la Marechaussée olandese) e firmata il 17 settembre 2004 a Noordwijk (Olanda) a margine della riunione informale dei Ministri della Difesa dell’UE.

La citata Dichiarazione è stata poi recepita in un trattato internazionale, siglato il 18 ottobre 2007 in Olanda e tuttora soggetto al processo di ratifica parlamentare (Italia, Olanda, Spagna e Portogallo hanno già completato il processo di ratifica del Trattato. Solo la Francia non ha ancora finalizzato il relativo iter). In particolare, lo Stato Maggiore (SM) dell’EGF prevede un totale di 36 posizioni, equamente ripartite tra l’Arma dei Carabinieri, la Gendarmeria Nazionale francese, la Guardia Civil spagnola, la Guarda Nacional Republicana portoghese, la Marechaussée olandese che attualmente ricopre anche la carica di Comandante del Permanent Headquarters (PHQ) di Vicenza e la Gendarmeria romena (divenuta membro EGF dal mese di dicembre 2008).

 

IL COMANDO EUROGENDFOR

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La Caserma Chinotto sede di CoESPU

Il citato PHQ dell’EGF, la cui sede è presso la Caserma “Chinotto”, ove è situato anche il Centro di Eccellenza per le Stability Police Units (CoESPU) si pone come Comando deputato anche alla pianificazione delle future operazioni di Polizia. Tale soluzione, peraltro, consente in fase di condotta di poter disporre di un Quartier Generale posizionato fuori Teatro in grado di interfacciarsi con le Autorità politiche responsabili della missione nonché di dirigere e controllare le operazioni sul terreno.

L’EGF può, in ragione della flessibilità della struttura, essere posta indifferentemente a disposizione di Autorità militari o civili. La presidenza del CIMIN (Comitato Interministeriale di Alto Livello), organo deputato al coordinamento politico-militare dell’EGF, è stata detenuta, per tutto il 2010, dall’Italia. Nel 2011 dalla Spagna e dal 2012 dal Portogallo. Il crescente interesse per la neo costituita Forza è stato accompagnato dalla richiesta di Romania, Turchia, Polonia e Lituania di aderire all’EGF in qualità di membri, osservatori e partner.

 

I PARTECIPANTI AL PROGETTO EUROGENDFOR

La valutazione sull’apertura a nuovi Paesi è subordinata comunque al possesso di un requisito tecnico, essere una forza di polizia ad ordinamento militare, e di un requisito politico, essere Paese membro ovvero candidato all’ingresso nell’Unione Europea. Le visite ricognitive condotte nei citati Paesi hanno consentito di riconoscere alla Romania (Gendarmeria romena) lo status di membro effettivo (Riunione CIMIN del 18 dicembre 2008) al pari di Italia, Francia, Spagna, Portogallo ed Olanda; alla Turchia (Jandarma) lo status di osservatore, alla Polonia (Gendarmeria Militare Polacca) e alla Lituania (Public Security Service) quello di partner. Per ciò che concerne il primo impiego operativo dell’EGF, il CIMIN (19 luglio 2007) ha deciso la partecipazione della forza all’operazione militare “EUFOR ALTHEA” in Bosnia Erzegovina nell’ambito dell’Unità Integrata di Polizia (IPU) già a guida Arma, di Sarajevo.

L’impiego operativo di EGF si è concluso il 31 ottobre 2010. L’Arma dei Carabinieri, è stato il maggior contributore garantendo anche il supporto logistico mettendo a disposizione la base di Butmir 2. Dall’8 dicembre 2009 la EGF è ufficialmente impiegata anche in Afghanistan, all’interno della missione ISAF e addestrativa dell’Alleanza Atlantica (NATO Training Mission – Afghanistan, NTM-A) per la formazione, l’addestramento e il mentoring delle forze di polizia afgane. L’8 febbraio 2010 il CIMIN ha, inoltre, approvato il coinvolgimento di EGF nell’ambito della missione MINUSTAH in Haiti, ove ha operato con una Formed Police Unit (FPU) italiana (di 120 Carabinieri), una francese (di 147 Gendarmi) e uno Special Weapons And Tactics (SWAT) Platoon spagnolo (23 u. Guardia Civil). La missione si è conclusa il 31 dicembre 2010.

tratto da: (clicca qui)

 

 

2015.08.18 – La Grande Truffa – 3° parte

Posted by Presidenza on 18 Agosto 2015
Posted in articoli 

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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”

“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – 1° parte

La Grande Truffa – 2° parte

 

 

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

3° parte

 

 

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Il messaggio e l’insegnamento per la popolazione mondiale alla quale quel tipo di cinema viene imposto dai soldi dell’indottrinamento capitalista, è: noi siamo i buoni e gli altri i cattivi, la guerra fa parte della nostra vita, rientra nella normalità quotidiana come il football, la famiglia, il lavoro, gli amici. Ed è anche una sistemazione economica!
C’è bisogno di molta immaginazione per capire a chi appartengono le grandi case produttrici e distributrici del cinema americano, da chi sono condizionate e manovrate, e quale sia la loro funzione, oltre a quella di fare soldi?

La psicologia non è una terapia. È un metodo di controllo della mente umana.
Lo sanno bene le classi dominanti.
Per tenere a bada il popolo in una dittatura è sufficiente un esercito, nelle cosiddette società democratiche c’è bisogno di uno strumento più sofisticato: il controllo delle menti.

La conoscenza allarga gli orizzonti. Sarebbe bene che tutti noi uscissimo dagli spazi ristretti all’interno dei quali siamo stati rinchiusi, senza essercene resi conto, da radio, giornali, televisioni e cinema di proprietà dell’elite dominante.

La stragrande maggioranza dei giornalisti che svolgono la loro attività per questi media sono convinti di lavorare per una stampa libera, in uno stato di diritto, in democrazia e tutti quei luoghi comuni che ci rifilano continuamente.
Sono i più strenui difensori del sistema, proprio perché in buona fede, convinti di lavorare per una giusta causa, al lato dei “buoni”.
Svolgono la funzione del cosiddetto “utile idiota”, si battono con tutte le forze per la causa dei nostri e loro oppressori senza rendersene conto.

Nessuno forse ci ha spiegato i meccanismi di questa falsa rappresentazione del mondo meglio di Noam Chomsky :

“I cittadini delle società democratiche dovrebbero seguire un corso di autodifesa intellettuale per evitare la manipolazione”.

Chomsky ci sprona ad usare il nostro senso critico e ribaltare le situazioni per renderci conto delle assurdità di certi avvenimenti.

Ci invita ad immaginare l’aviazione colombiana che entra indisturbata nello spazio aereo degli Stati Uniti per distruggere le coltivazioni di tabacco dello stato della Virginia, in disaccordo con le politiche agricole dei contadini americani e per una crociata contro il fumo che nuoce alla salute.
Alquanto inverosimile, non vi pare?
È ciò che succede normalmente in Colombia quando aerei ed elicotteri statunitensi distruggono le coltivazioni di piantine di coca.

Ricordate la strage del Cermis, in Trentino, nel 1998? Un caccia statunitense con quattro esuberanti militari americani poco più che ventenni in vena di prodezze aeree, volando contro ogni regolamento a solo 108 metri da terra, trancia di netto i cavi di un impianto di risalita facendo precipitare al suolo la funivia. Venti turisti tedeschi, belgi, polacchi, olandesi e italiani morti sul colpo. Una tragedia.

I militari distrussero immediatamente il filmato che riprendeva le loro acrobazie.
Gli Stati Uniti non hanno permesso che la giustizia italiana giudicasse i quattro aviatori. È la prassi, per tutte le truppe americane sparse sul pianeta.
Gli Usa non riconoscono nessun altro organo giudicante al di sopra della loro Corte Suprema, perciò non permettono mai che un loro soldato venga giudicato da tribunali stranieri.

Lo sanno bene i nostri politici, ma non ce lo dicono. Preferiscono rifilarci il teatrino delle “decise proteste” all’amministrazione americana.
È una sudditanza totale verso gli Stati Uniti d’America, tiranno universale ed icona della “democrazia”.

Puntuale conferma, il numero due del Sismi Nicola Calipari, ucciso a Baghdad nel 2005 dal marine Mario Lozano nel tentativo già portato a termine della liberazione della giornalista Giuliana Sgrena.
Gli inquirenti italiani non hanno potuto nemmeno interrogare il marine americano.

Riuscite soltanto ad immaginare un caccia dell’aviazione italiana in vena di acrobazie a spasso sui cieli di Salt Lake City, Colorado, nota zona sciistica americana, con quattro aviatori italiani che abbattono una funivia uccidendo 20 turisti sul suolo statunitense?
Già pare assurdo solo il pensare che un caccia italiano possa sorvolare gli spazi aerei statunitensi; in quanto al governo italiano che riporta in patria i quattro militari sottraendoli alla giustizia americana, beh…meglio lasciar perdere.

Noi sardi sulla nostra bella isola abbiamo non so quante basi americane e Nato, oltre a vaste estensioni di territori e spiagge bellissime inaccessibili ai civili perché sequestrate per esercitazioni militari.

Le chiamano “servitù militari”.
Da noi sono la normalità, siamo “servi”, non sovrani, anche a casa nostra.

È una ferita aperta che andrà rimarginata al più presto dal primo Consiglio Nazionale Sardo che riusciremo a costituire.
Quante basi militari abbiamo noi sardi in Florida? E nella zona di New York?
Dal momento che siamo stati così gentili qui da noi, non sarebbe giusto che ci permettessero di aprire le nostre basi militari sul loro territorio?

Riuscite anche solo ad immaginare i carri armati e l’aviazione irachena radere al suolo gli Stati Uniti d’America, provocando purtroppo milioni di morti tra la popolazione civile nella vana ricerca di inesistenti armi di distruzione di massa, per poi dover ammettere i governanti iracheni di essersi sbagliati a causa di errate informazioni avute dai loro servizi segreti?

“Pensare è esagerare”, diceva Goethe.

Più che una esagerazione, questa ci sembra una assurdità.
Eppure è ciò che gli eserciti dei civili paesi occidentali continuano a fare ancora in questi giorni ed ormai da sette/otto lunghi anni, senza che nessuno più si indigni, nell’indifferenza generale.
Questo massacro di popolazioni civili, iniziato “per errore”, è già durato più della seconda guerra mondiale, ma nessuno ancora pensa a fermarlo.
“Iraqi freedom” è il nome dato inizialmente all’operazione.
“Libertà irachena”: non sia mai detto che gli Usa e tutti noi, i servili alleati occidentali, non combattiamo per la libertà.
Nel mondo virtuale.

“Gli Stati Uniti stanno invadendo l’Iraq. È un palese atto di aggressione, sullo stesso piano degli altri a cui abbiamo assistito nella storia contemporanea, un grave crimine di guerra.
È il crimine per il quale i nazisti vennero impiccati a Norimberga, l’atto di aggressione. Tutte le altre cose erano secondarie. E qui abbiamo davanti agli occhi un chiaro, palese atto di aggressione.
Le scuse per giustificare l’invasione non sono affatto più convincenti di quelle a suo tempo addotte da Hitler”.

È un brano tratto da: “America: il nuovo tiranno” di Chomsky.
L’autore, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi pensatori del nostro tempo, ha praticamente equiparato l’azione di Bush junior a quella del dittatore nazista, l’invasione americana a quella per la quale i nazisti sono stati condannati a Norimberga.
Il dittatore nazista è per la storia ufficiale il male assoluto, Bush junior si ritirerà in santa pace a godersi la sua vecchiaia nel ranch texano.
Questo è ciò che succede nel nostro mondo virtuale, dove noi continuiamo ad essere i buoni e tutti gli altri i “terroristi”.

Rispolveriamo il nostro senso critico, iniziamo a non accettare passivamente situazioni paradossali falsate e presentate come normali da media al soldo dei padroni, scopriremo un mondo tutto nuovo.
Alquanto spiacevole, ma più vicino alla realtà.

La più grande truffa della storia dell’umanità si compie ogni giorno davanti ai nostri occhi, ma noi non riusciamo a “vederla”, perché avviene nel mondo reale.
Noi viviamo nel mondo virtuale, quello fantastico “dell’intrattenimento” di tv e cinema, di giornali nei quali le notizie che contano non trovano spazio.

Entriamo nell’argomento che ci sta a cuore e volgiamo un primo sguardo attento a una delle colonne portanti sulla quale si regge ai nostri danni la grande truffa: la Banca d’Italia.
L’Italia in questa occasione è solamente un nome capziosamente abbinato alla parola banca per indurci nella falsa convinzione che sia la banca degli italiani.
Purtroppo l’inganno funziona, la stragrande maggioranza degli italiani lo pensa.

La Banca d’Italia non è la banca degli italiani.
È una società privata strutturata come una anonima società di capitali.

Si fregia della qualifica di “Istituto di diritto pubblico”, ennesimo inganno finalizzato a condizionare la nostra percezione dell’istituto emittente, alla edificazione di quella realtà virtuale della quale stiamo parlando.

L’appellativo di “Istituto di diritto pubblico” svolge la stessa funzione di quelle riprese televisive del governatore della Banca d’Italia in sedi prestigiose che con fare deciso indottrina un pubblico competente, formato dalle più alte cariche dello stato, in un clima di profondo, religioso rispetto.
Che impressioni possiamo trarre noi, passivi ricettori di inquinamento mediatico, da uno spettacolo così ben preparato?
Il governatore, truccato e tirato a lucido, inquadrato da 18 televisioni pubbliche e private, è in riunione con il Capo dello Stato, il presidente del consiglio, il ministro del tesoro, politici e sottosegretari vari.

Non riusciamo a distinguere (e come potremmo?), sembrano tutti uomini di stato.
“Le massime cariche dello stato”, confermano infatti i cronisti inginocchiati in adorazione.

Ma il governatore non è uno di noi, non ci rappresenta, non è parte dello Stato italiano: è un banchiere privato che sta lavorando per i suoi datori di lavoro e per se stesso.

Altro mito da sfatare ed altra colonna portante della grande truffa: chi stampa le banconote nel nostro paese?
La quasi totalità delle persone alle quali ho rivolto questa domanda, rispondeva titubante: “. . lo stato … la zecca . . .”.
I più informati azzardavano un : “…la Banca d’Italia”, ingenuamente percepita però come ente di stato, come appena visto.

Sino a qualche anno fa, nelle rarissime occasioni nelle quali la tv sfiorava molto superficialmente l’argomento dell’emissione monetaria, faceva scorrere le immagini di monete appena coniate, nuove di zecca, abbinate ad un commento sonoro che ne confermava la produzione da parte dello stato.

Una piccola verità messa in primo piano per creare l’inganno virtuale nelle nostre menti: sì, è vero che la zecca di stato conia le monete, ma ciò non significa che stampi anche le banconote come vorrebbero indurci a pensare di conseguenza.

Lo Stato conia solo le monete, gli spiccioli, dietro autorizzazione della Banca Centrale Europea, che stabilisce il volume del conio, la quantità di monete da coniare.
La Banca Centrale Europea e le banche centrali dei paesi membri emettono le banconote in euro.
Le banche commerciali private creano dal nulla il credito, cioè il denaro scritturale che esiste solo nelle scritture contabili.

Le monete metalliche rappresentano appena il 3% circa della massa monetaria circolante, il denaro vero come lo intendiamo noi, il contante.
Il restante 97% è costituito dalle banconote.
Il denaro contante a sua volta è solo il 3 o 4% dell’intera massa monetaria esistente, il 96 o 97% della quale è rappresentato da denaro scritturale, elettronico, presente solo negli input dei computer e nella contabilità delle banche.

Il costo di stampa di una banconota da 100 o 500 euro è di 30 centesimi, altre fonti affermano che sia appena 3 centesimi. La differenza tra valore nominale e costo è rispettivamente di 99,70 e 499,70 euro.
Pure il conio di ciascuna moneta si aggira attorno ai 30 centesimi; quindi solo la produzione delle monete da 50 centesimi, uno e due euro producono un modesto attivo.
Tutte le altre monetine rappresentano una perdita, una seccatura, lasciata a noi (lo stato) dai grandi banchieri internazionali.
Che vogliono tutto il resto, il malloppo: il 97% rappresentato dalle banconote, ma più ancora l’enorme quantità di denaro scritturale circolante sul pianeta.

In definitiva, due miti, la banca degli italiani e l’emissione statale del denaro, costruiti con una mezza verità, la zecca che conia le monete, dati in pasto alla nostra mente per occultare la grande menzogna: non è lo Stato che emette le banconote, ma la Banca Centrale Europea in collaborazione con la Banca d’Italia, una società anonima di capitali strutturata come una privatissima società per azioni a scopo di lucro.

continua….

 

 

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Paolo MALEDDU

 

 

 

L’ondata di rifugiati in Europa non è l’effetto collaterale accidentale dei conflitti in Medio Oriente ma un obiettivo strategico degli Stati Uniti. Meyssan chiamava la strategia Usa “la teoria del Caos”.
I Rotschild non disdegnano nessun affare e quello degli immigrati da “accogliere” e curare con denaro pubblico è certo l’industria di cui hanno previsto che crescerà in modo esponenziale.

 

Sarebbero gli Stati Uniti a finanziare il traffico di migranti africani dalla Libia verso l’Italia. Lo afferma l’austriaco “InfoDirekt”, che dice di averlo appreso da un rapporto interno dello Österreichischen Abwehramts (i servizi d’intelligence militari di Vienna): ed “InfoDirekt” è un periodico notoriamente vicino alle forze armate. Il titolo dice: “Un Insider: gli Stati Uniti pagano i trafficanti (di immigrati) in Europa”. Il testo non dice molto di più. Dice che i servizi austriaci valutano il costo per ogni persona che arriva in Europa molto più dei 3 mila dollari o euro di cui parlano i media. «I responsabili della tratta chiedono cifre esorbitanti per portare i profughi in Europa». Si va dai 7 ai 14 mila euro, secondo le aree di partenza e le diverse organizzzioni di trafficanti; e i fuggiaschi sono per lo più troppo poveri per poter pagare simili cifre. La polizia austriaca che tratta i richiedenti asilo sa questi dati da tempo; ma nessuno è disposto a parlare e fare dichiarazioni su questo tema, nemmeno sotto anonimato.

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Migranti africani sbarcati in Italia

 

Da parte dei servizi, «si è intuito che organizzazioni provenienti dagli Stati Uniti hanno creato un modello di co-finanziamento e contribuiscono a gran parte dei costi dei trafficanti». Sarebbero «le stesse organizzazioni che, con il loro lavoro incendiario, hanno gettato nel caos l’Ucraina un anno fa». Chiara allusione alle “organizzazioni non governative” americane, cosiddette “umanitarie” e per i “diritti civili”, bracci del Dipartimento di Stato o di Georges Soros. L’articolo termina con un appello «a giornalisti, funzionari di polizia e di intelligence» perché «partecipino attivamente nella ricerca di dati a sostegno delle accuse qui espresse. L’attuale situazione è estremamente pericolosa e il lavoro informativo può prevenire l’intensificarsi della crisi». In un successivo articolo, il giornale austriaco rivela che «anche in Austria c’è il “business dei profughi”». Una “azienda per i richiedenti asilo” ha ottenuto dallo Stato 21 milioni per assissterli nelle pratiche e nutrirli.
E’ una vera e propria azienda a scopo di lucro, con sede in Svizzera, la Ors Service Ag, ed è posseduta da una finanziaria, la British Equistone Partners Europa (Pee), che fa capo a Barclays Bank: ossia alla potentissima multinazionale finanziaria nota anche come “la corazzata Rotschild”, che ha come principali azionisti la banca privata Nm Rotschild e la loro finanziaria satelletite Lazard Brothers. «Presidente di Barclays è stato per anni il figlio Marcus Agius Rothschild. Questi ha sposato la figlia di Edmund de Rothschild: Katherine Juliette. Di conseguenza, ha il controllo anche della British Broadcasting Corporation (Bbc), ed uno dei tre amministratori del comitato direttivo del gruppo Bilderberg». I Rotschild non disdegnano nessun affare: e quello degli immigrati da “accogliere” e curare con denaro pubblico è certo l’industria di cui hanno previsto (sanno) che crescerà in modo esponenziale.

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Marcus Agius Rothschild

 

Thierry Meyssan (“Reseau Voltaire”) rilancia l’informazione perché vi trova confermato un suo lungo e complesso articolo da lui postato quattro mesi fa, in cui fra l’altro sosteneva che l’ondata di rifugiati in Europa non è l’effetto collaterale accidentale dei conflitti in Medio Oriente, ma un obiettivo strategico degli Stati Uniti. Meyssan chiamava la strategia Usa “la teoria del Caos”, e la faceva risalire a Leo Strauss (1899-1973), il filosofo padre e guru dei neocon annidati nel potere istituzionale Usa. «Il principio di questa dottrina strategica può essere così riassunto: il modo più semplice per saccheggiare le risorse naturali di un paese sul lungo periodo non è occuparlo, ma distruggere lo Stato. Senza Stato, niente esercito. Senza esercito nemico, nessun rischio di sconfitta. Da quel momento, l’obiettivo strategico delle forze armate Usa e dell’alleanza che esse guidano, la Nato, consiste esclusivamente nel distruggere Stati. Ciò che accade alle popolazioni coinvolte non è un problema di Washington».

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Thierry Meyssan

 

«Le migrazioni nel Mediterraneo, che per il momento sono soltanto un problema umanitario (200.000 persone nel 2014), continueranno a crescere fino a divenire un grave problema economico. Le recenti decisioni della Ue (…) non serviranno a bloccare le migrazioni, ma a giustificare nuove operazioni militari per mantenere il caos in Libia (e non per risolverlo)». E’ proprio così: la strategia americana sembra effettivamente quella di trascinare gli europei in avventure militari in Libia come in Siria e in Ucraina; una volta impantanati fino al collo in quelle paludi del caos, per cui non abbiamo alcuna preparazione militare, dovremo implorare l’aiuto della sola superpotenza rimasta, a cui ci legheremo più che mai perché “ci difende dal caos”. Una sola ultima considerazione: la sinistra dell’accoglienza, come sempre la sinistra, “fa l’interesse del grande capitale, a volte perfino senza saperlo”: ad essa s’è aggiunta, con Bergoglio, la Chiesa di Galantino.

tratto da: (clicca qui)