2019.09.07 – Giulietto Chiesa: incombe una rivoluzione, come attuarla?

Posted by Presidenza on 7 Settembre 2019
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Giulietto Chiesa

 

 

 

Da tempo ho capito che quello che si sogna è quello che si spera, ma che in politica non si deve sognare. Siamo di fronte a un popolo confuso e inquieto, da troppo tempo sballottato e insultato, che ha perduto anche le sue speranze. Un popolo che non ha gli strumenti per capire, senza guida. Nemmeno quella della propria coscienza, perché anche la sua coscienza è stata corrotta. Perché – come ha scritto Antonio Scurati nel suo davvero memorabile “M” – sono troppi i nostri contemporanei ad essere «sopraffatti da un’esistenza che non capiscono». Dunque occorre prudenza per giudicare un popolo, grande di numero, e per proporsi di aiutarlo a discernere il bene dal male. È vero, verissimo, che non c’è una guida, un partito, un movimento che lo guidi e lo difenda, questo nostro popolo. Ma la constatazione porta con sé la domanda: come si fa a creare questa guida? E l’altra domanda: è ancora possibile? Questo è il punto. La mia risposta, personale, è che sia ancora possibile. Ma richiede quella che Antonio Gramsci individuava come una necessità imprescindibile: una profonda «riforma intellettuale e morale» del nostro paese. È un compito da far tremare le vene ai polsi, perché richiede uomini nuovi, intrepidi, competenti e saggi, che non vedo all’orizzonte.

Quindi il primo compito, per chi ragiona come me, è quello di individuarli, censirli, convincerli a camminare insieme: perché solo in questo modo si potrà creare una massa critica sufficiente a rovesciare il corso delle cose. Queste donne e uomini ci sono; non sono numerosissimi, ma ci sono. Sono in gran parte isolati e fuori dalla politica (e sono tali proprio perché la politica attuale li esclude e li isola, temendoli). Il fatto più serio, tuttavia, è che non c’è ormai quasi nulla che possa unirli. Non c’è una visione comune della crisi epocale in cui viviamo. Che non è “italiana”, né “europea” soltanto. È mondiale, è globale, è universale. Per essere compresa richiede nuovi paradigmi, visto che quelli vecchi sono ormai inutilizzabili. Il mondo brucia e il tempo stringe. Dunque quello che manca è una comune interpretazione della crisi, che è crisi dell’Uomo e della sua collocazione nell’Universo. È questo quello che manca e che, a mio avviso dev’essere costruito. Non ri-costruito, ma proprio costruito. Senza questo passaggio non ci può essere alcun movimento o partito capace di avviare la trasformazione. Si resterà divisi, ciascuno a contemplare il proprio tassello di sapere. Che, in quanto tale, sarà inutile.

È una rivoluzione quella che incombe. Senza una teoria, non sarà possibile compierla. Altrimenti essa non sarà certamente guidata dall’Uomo, perché sarà immensamente più vasta e potente di lui. All’uomo resterà il compito di comprenderla, se ne sarà capace, e di adattarvisi, se vuole sopravvivere. Ecco perché ci vuole adesso molta pazienza e umiltà, per cominciare a costruire quello che manca. La politica farà il suo corso miope e superficiale, ma non potrà affrontare quello che incombe. Ecco perché non credo alla fretta, alle fughe in avanti, alle speranze senza fondamento, a una palingenesi rapida e indolore. Penso che l’impatto con forze enormi, che l’Uomo ha evocato irresponsabilmente, provocherà dolori immensi e aiuterà a temprare gli spiriti molli che questa società umana ha lasciato putrefare. Il che significa rimboccarsi le maniche e mettere ordine nelle nostre idee, prima di tutto. Solo dall’ordine, dalla saggezza e dalla solidarietà tra sapienti e popolo può venire il riscatto.

tratto da: (clicca qui)

2019.07.21 – DALLA SARDEGNA ALL’ABKHAZIA

Posted by Presidenza on 21 Luglio 2019
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In data 22 agosto 2014 il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Sardu Provvisoriu,  tramite il Capo Dipartimento Esteri Enrico Deliperi (anche Coordinatore della Repubblica della Abkhazia e della Ossezia del Sud in Italia) e il Presidente Sergio Pes ha stipulato un ACCORDO DI COOPERAZIONE E AMICIZIA con la Repubblica dell’Ossezia del Sud e con la Repubblica di Abkhazia

 

 

“Murgia, che vanta il suo passato nel movimento studentesco nel Mls, nel Pci, nel Pdup, in Rifondazione e nei Comunisti italiani ha simpatie ricambiate con il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (Mlns) fondato nel 2013 da Sergio Pes. Il Mlns si definisce <<un soggetto internazionale che agisce al pari di uno Stato>> e si è dotato di un governo provvisorio in lotta contro l’occupazione italiana. Il movimento sovranista è finito sotto inchiesta della Dda e della Digos di Cagliari.”

 

tratto da L’Espresso del 21.07.2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RISPOSTA DELL’AMBASCIATORE MAURO MURGIA, IN RIFERIMENTO ALLA CAMPAGNA CONTRO L’OSSEZIA DEL SUD
PERCHE’ QUESTA CAMPAGNA CONTRO L’OSSEZIA DEL SUD ?

C’ e’ una specie di giornalista che si sta ritagliando il ruolo dell’agente anticomunista,al servizio dei circoli usa e della nato e che,della battaglia contro i diritti dei popoli all’autodeterminazione,per la giustizia internazionale e per la pace ha fatto la propria bandiera. Una persona che,dopo un viaggio premio in un paese aggressore verso il proprio vicino,per sdebitarsi del regalo ricevuto,scrive falsita’ storiche ed attuali. Niente di nuovo sotto il sole. Si tratta,come si diceva anni orsono,di vecchi arnesi reazionari,sempre in prima fila come servitori. verso i propri padroni. Costui non scrive o racconta la ferocia del genocidio subito dai popoli ma,offendendo realta’ internazionali di lotte popolari,mistifica e cerca consensi. Certamnete possiamo additarlo a disprezzo politico e culturale da parte della masse popolari. Certamente possiamo mostrarlo per quello che e’ ma,a noi interessano le lotte dei popoli per la giustizia e per il socialismo. I Servi sciocchi della borghesia,dei circoli statunitensi in italia e delle forze reazionare europee, vanno di pari passo agli interessi economici che costoro rappreentano. Abbiamo buona memoria e ben ricordiamo l’approdo finale di queste persone.
Mauro Murgia

 

COMUNICATO STAMPA
LA RAPPRESENTANZA IN ITALIA DELLA REPUBBLICA DELL’OSSEZIA DEL SUD HA DECISO DI SPORGERE QUERELA, PER DIFFAMAZIONE AGGRAVATA A MEZZO STAMPA, VERSO GIANFRANCESCO TURANO, AUTORE DEGLI ARTICOLI SULL’ESPRESSO CONTRO L’OSSEZIA DEL SUD ED IL SUO AMBASCIATORE IN ITALIA. 
ALTRETTANTO SI DEPLORA IL COMPORTAMENTO DI TALE VITO GRITTANI, OGGETTIVAMENTE AL SERVIZIO DEI GEORGIANI E DEI SUOI SERVI ITALIANI, BEN LONTANO DALLE ISTANZE DI PACE E GIUSTIZIA INTERNAZIONALE DEI PAESI CAUCASICI.

 

Mauro Murgia

16 giugno 2019

oggi,sull’espresso,la rettifica all’articolo anti ossezia sud e anti nostra ambasciata in Italia. Hanno dovuto pubblicare integralmente.

Mamoiada rimuove i nomi dei Savoia dalle due strade principali del paese e li sostituisce con sardi illustri, Giovanni Maria Angioy e Eleonora D’Arborea

 

 

19 Luglio 2019

Mamoiada rimuove i nomi dei Savoia dalla toponomastica del paese e intitola le due arterie principali, il Corso Vittorio Emanuele II – dove ha sede il Comune – e via Vittorio Emanuele III, a due sardi illustri: Giovanni Maria Angioy e Eleonora D’Arborea. A dare la notizia è l’Ansa.

La decisione è stata presa con una delibera della giunta comunale guidata dal sindaco Luciano Barione. “Le motivazioni che hanno portato la Giunta alla scelta di bandire dalla toponomastica i nomi delle strade dedicate ai Savoia – si legge nella delibera – sono sostenute da un’ampia storiografia che dimostra come questi agirono sempre contro gli interessi del popolo sardo e della Sardegna, sino a costruire, con la violenza, l’oppressione e la rapina, un forte sottosviluppo per super sfruttamento. Una delle massime responsabilità storiche di Vittorio Emanuele III fu l’aver favorito l’avvento e l’affermarsi del Fascismo”. Riguardo ai nomi scelti, “Giovanni Maria Angioy e Eleonora d’Arborea con le loro gesta sono diventati dei personaggi di spicco nel panorama storico isolano, simbolicamente ricacciano via i Savoia, gli invasori e usurpatori. Cancellando un periodo buio per l’isola e aprendo la strada ad una nuova memoria”.

“Se vogliamo programmare un futuro degno delle aspettative per i nostri ragazzi – ha detto all’Ansa Barone – dobbiamo avere il coraggio di scegliere su quale passato creare le nostre fondamenta su cui poggiare la consapevolezza collettiva. E noi non abbiamo dubbi sul fatto che vogliamo poggiarla su due grandi sardi che hanno fatto la storia positiva della nostra isola”. Apprezzamento per la decisione dagli indipendentisti di Liberu. “E’ scandaloso che nel 2019 ci siano le principali vie dei paesi e della città sarde siano ancora dedicate a sovrani italiani che si sono distinti per la crudeltà contro il popolo sardo, mentre stentano ad essere onorati o vengono messi in secondo piano i tanti personaggi che hanno dedicato la loro vita per il benessere e la libertà della nostra gente”.

tratto da: (clicca qui)

Data fatidica, il 14 luglio: nel 1789 a Parigi veniva assaltata la Bastiglia, evento culminante della Rivoluzione Francese che segnò la fine dell’Ancien Régime, il sistema plurisecolare dell’assolutismo monarchico. Solo tre anni fa, invece – ma sempre in Francia, e sempre il 14 luglio – il killer franco-tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhle faceva strage a Nizza col suo camion, travolgendo i passanti sulla Promenade des Anglais: 86 morti e 302 feriti. Ovviamente l’attentatore era già stato segnalato alla polizia, come poco di buono. E ovviamente nessuno aveva pensato di controllare e sgomberare il suo camion bianco, fermo da giorni su quel lungomare divenuto “off limits” in vista della festa nazionale francese. E ancora: l’assassino – prima di essere freddato dalle forze dell’ordine, come d’abitudine, prima che potesse parlare – aveva anche avuto cura di lasciare a disposizione dei poliziotti i suoi documenti, ben in vista nell’abitacolo del veicolo. Un caso da manuale, secondo Gioele Magaldi, autore del saggio “Massoni”: un messaggio intimidatorio rivolto alla massoneria progressista, che considera proprio il 14 luglio la prima pietra miliare verso la conquista della democrazia, almeno in Occidente.

Fu l’Isis a rivendicare la strage di Nizza, ma le menti dello Stato Islamico erano e sono altrove: Abu Bakr Al-Bahdadi, il sedicente Califfo, secondo Magaldi è affiliato alla superloggia “Hathor Pentalpha”, dominata dai Bush e responsabile del super-attentato del terzo millennio, quello dell’11 Settembre, comodamente attribuito al “barbaro jihadista” Bin Laden (in realtà massone pure lui, affiliato anch’esso alla medesima Ur-Lodge). La “Hathor Pentalpha”, sorta all’inizio degli anni ‘80 per volere di Bush padre, appena battuto da Reagan alle primarie repubblicane, raccolse il gotha dei futuri “golpisti” del Pnac, il Piano per il Nuovo Secolo Americano: George W. Bush e suo fratello Jeb Bush, Dick Cheney e Donald Rumsfeld, Paul Wolfowitz e la stessa Condoleezza Rice. Oltre a Bin Laden (Al-Qaeda) e Al-Baghdadi (Isis), la “Hathor” avrebbe reclutato un ideologo come Samuel Huntington (“La crisidella democrazia”, Commissione Trilaterale), insieme a Donald e Robert Kagan, Douglas Freith, Irving e William Kristol, Dan Quayle. Con loro Richard Perle, Karl Rove, Bill Bennett e il politologo Michael Leeden. Una rete trasversale, con affiliati in Medio Oriente: Oman, Bahrein, Qatar, Arabia Saudita e persino Iran (tra gli iraniani coinvolti, l’ex presidente Hashemi Rafsanjani).

Obiettivo: destabilizzare ferocemente il pianeta, creando a tavolino il presunto “scontro di civiltà” tra Occidente e mondo islamico. Punta di lancia dell’operazione: Israele (era il premier Ariel Sharon l’uomo della “Hathor” a Tel Aviv). Ma arabi e israeliani non dovevano essere acerrimi nemici, anziché compagni di merende e di avventure anche terroristiche? Certo, ma solo in teoria, spiega Magaldi: in realtà sono tutti massoni, in quella cabina di regia. E la vera geopolitica – al di là della narrazione dei media – passa per i circoli come la “Hathor”, incarnazione infernale dell’ala più reazionaria della supermassoneria occulta, apolide e sovranazionale. Convergenze insospettabili: dirigenti sauditi in riunione con Sharon e col presidente turco, il “fratello” Recep Tayyip Erdogan, insieme a un bel po’ di potenti europei: l’ex cancelliere tedesco Gehard Schröder, l’allora primo ministro spagnolo José Maria Aznar, l’intramontabile Tony Blair, il polacco Aleksander Kwasniewski e il francese Nicolas Sarkozy – più un paio di italiani: l’allora presidente del Senato, Marcello Pera, nonché Antonio Martino, all’epoca ministro berlusconiano e già segretario della Mont Pelerin Society. Vero e proprio tempio ideologico dell’ultra-destra economica europea, la Mont Pelerin: culla dell’oligarchia neoaristocratica che ha incubato, progettato e imposto l’austerity per infliggere la camicia di forza a paesi come l’Italia, alle prese con la nascente globalizzazione.

 

 

Il primo a parlarne in termini espliciti è stato Paolo Barnard, nel saggio “Il più grande crimine”, uscito prima ancora della crisi italiana del 2011. La tesi: si trattava, semplicemente, di cancellare la memoria della Presa del Bastiglia. Il mitico 14 luglio? Un incidente della storia: aprì l’Europa a qualcosa di mai prima sperimentato – la democrazia contemporanea – spalancando le porte alla modernità del ‘900: Stato di diritto, suffragio universale. Traduzione euro-atlantica successiva: economia sociale, conquiste civili e diritti del lavoro. Bene, tutto questo doveva finire. E in modo drammatico: col terrorismo stragista della strategia della tensione (Al-Qaeda, Isis) o col terrorismo finanziario (rigore europeo). Per volere di chi? Dei soliti noti, gli antichi baroni. O meglio: l’entità che un tempo costituitiva il nerbo dell’Ancien Régime, cioè l’aristocrazia feudale più parassitaria. Le era toccato finire sfrattata dal potere (politico) dal 14 luglio in poi? Niente paura: si sarebbe ripresa tutto, e con gli interessi, mantenendo le grandi leve della finanza. Finanziarizzare l’economia e ridurre gli Stati in bolletta, senza più sovranità monetaria? Il gioco perfetto dei leggendari Rothschild, padroni d’Europa (e di un pezzo d’America) da tre secoli a questa parte.

Nei suoi libri, un ricercatore come Pietro Ratto ricostruisce il ruolo di casati ebraici tedeschi come quello dei Warburg, in realtà di origine veneta, poi soci in affari con i Rothschild – di cui sempre Ratto prova anche l’apparentamento coi Rockefeller, mediante matrimoni strategici. Dettaglio inquietante: gli stessi grandi finanzieri contribuirono a sovvenzionare Hitler all’alba della sua tragica epopea. Non solo: è stato accertato che proprio il Terzo Reich – al suo esordio – fu un poderoso sponsor occulto del sionismo, favorendo l’espatrio degli ebrei tedeschi verso la Palestina e finanziando il primo colonialismo ebraico in Terrasanta. Scioccante? Quasi quanto il libro “L’altra Europa”, pubblicato dal vicentino Paolo Rumor, nipote del più volte primo ministro democristiano Mariano Rumor. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il padre dell’autore – Giacomo Rumor – agiva come 007 per conto di monsignor Montini, futuro Paolo VI, allora responsabile dell’intelligence vaticana. Gli Alleati già sapevano che avrebbero vinto, e volevano progettare in anticipo l’Europa del dopoguerra. Fin qui, tutto bene: logico che gli Usa si rivolgessero al Papa, visto che l’Italia era ancora in mano a Mussolini, e che l’antifascismo era largamente comunista. Ma un giorno l’esoterista francese Maurice Schumann, gollista e interlocutore di Rumor, svelò al cattolico italiano chi c’era veramente, dietro al piano: la Struttura. Una cupola esclusiva, ininterrottamente al potere, nel mondo, da quasi 12.000 anni.

 

 

 

Fantasie? Non secondo l’archeologo Loris Bagnara, che ha verificato sul campo: le indicazioni di Rumor (cioè di Schumann) corrispondono in modo impressionante con la geografia e la toponomastica dei luoghi dove si sarebbe costituito quell’antico potere, nato in Mesopotamia e poi trasferitosi nell’Egitto dei faraoni prima di approdare in Palestina e quindi nel Mediterraneo fenicio e poi greco-romano. L’eminente politologo Giorgio Galli, autore della prefazione del libro di Rumor, conferma: i nomi citati dal dossier-Schumann sono perfettamente coerenti con la mappa del vero potere, anche di quello euro-atlantico del Novecento. Politici, industriali e finanzieri: tutti esoteristi, vincolati al reciproco segreto sull’origine della Struttura, sostanzialmente iniziatica, risalente – a loro dire – attorno al 9.500 avanti Cristo, tra le rive del Tigri e quelle dell’Eufrate, cioè dove Zecharia Sitchin attribuisce agli Anunnaki, i misteriosi Figli delle Stelle, la “fabbricazione” dell’homo sapiens nella versione poi narrata dai Sumeri. Di quella storia – avverte Mauro Biglino, già traduttore ufficiale delle Edizioni San Paolo – la Bibbia non è che la fotocopia: la Genesi descrive la nascita di Eva mediante clonazione genetica, proprio come la pecora Dolly, ad opera degli Elohim come Yahvè, cioè i Figli delle Stelle palestinesi.

Autore di culto in Italia, pubblicato anche da Mondadori (trecentomila copie vendute), a Biglino nessuno contesta la riscoperta letterale della Bibbia: l’interpretazione teologico-spiritualista del testo si rivela completamente infondata (Yahvè non era “Dio”, ma solo uno dei tanti Elohim citati). Semmai, la Bibbia – ammesso sia attendibile, visto che è stata manipolata ininterrottamente fino al medioevo – propone un’altra storia: la nascita dell’umanità attuale, così improvvisamente evoluta, sarebbe opera dell’ibridazione genetica dei Figli delle Stelle, che avrebbero immesso il loro Dna in quello dei primitivi ominidi. Biglino è rispettato anche ad Harvard, dove alla facoltà di medicina si raccomandano i suoi libri. E sulla sua ipotesi stanno convergendo decine di scienziati, che lo hanno messo a capo di un progetto di ricerca senza precedenti: studi interdisciplinari, anche archeologici, per verificare quel che la Bibbia racconta, alla lettera. E le religioni monoteiste? La prima, l’ebraismo, secondo Biglino sarebbe nata attorno al VI secolo avanti Cristo, quando Yahvè sparì di colpo, in seguito all’avvento dei babilonesi che sottomisero gli ebrei. Da allora, dice lo studioso, ad assumere la leadership del popolo ebraico furono i sacerdoti, cioè la casta degli ex “maggiordomi” di Yahvè: furono loro, manipolandola, a trasformare la Bibbia nel “libro sacro” che non era mai stato.

 

 

 

Quando poi l’Impero Romano – oltre mezzo millennio dopo, nel 70 dopo Cristo – represse duramente gli ebrei distruggendo il Tempio di Salomone a Gerusalemme, gli stessi sacerdoti contrattarono il loro futuro con i nuovi padroni: cedettero ai romani il Tesoro del Tempio, in cambio di una vita agiatissima nella capitale imperiale, da cui poi – attraverso svariati passaggi – diedero vita alla nuova religione, il Cristianesimo cattolico, ufficialmente coniato da Costantino nel 325 al Concilio di Nicea. Lo stesso Paolo Rumor, attingendo al memoriale Schumann, sostiene che la mitica Struttura si sarebbe spezzata in due tronconi, a Gerusalemme, proprio attorno all’Anno Zero. Di recente, Biglino ha accennato a libri di prossima uscita, dal contenuto ulteriormente dirompente: attraverso accurate analisi di fonti d’archivio, emerge una sconcertante continuità nel potere europeo attraverso i secoli, con in primo piano – da Gerusalemme a Roma, fino al Nord Europa – sempre le stesse famiglie. La sua tesi è nota: attraverso la Bibbia, saremmo stati finora governati da un unico schema di potere, concepito sotto forma di dominio. Lo stesso sistema finanziario attuale, che regge il pianeta, è quello enunciato da Yahvè: potrai prestare denaro ma non richiederlo, perché chi riceve denaro in prestito ne diventa schiavo. E a proposito: dov’è finito, Yahvè? Sicuri che sia sparito per sempre dalla circolazione?

Se un giorno si scoprisse che gli Elohim come quello che gestiva la famiglia di Giacobbe sono qui tra noi e controllano tutto – dice Biglino – certo non me ne stupirei: secondo la Bibbia potevano vivere anche 30.000 anni. Assurdo? Mica tanto: la distanza fra i loro 30 millenni e i nostri 90 anni è infinitamente più piccola di quella che separa una tartaruga gigante (200 anni) da una farfalla che viva solo 24 ore. Di giorno in giorno, si moltiplicano scoperte che sconquassano le vecchie certezze archeologiche: la Piramide di Cheope (vera datazione, 20.000 anni) sembra essere una potente “fabbrica di energia”: è presidiata dai fisici che vi osservano gli stranissimi fenomeni che ospita, come l’abbattimento di particelle subatomiche. A Visoko, in Bosnia, sono state scoperte le più grandi piramidi della Terra, risalenti a 30.000 anni fa. E al largo dell’India spuntano città sommerse – probabilmente dal maremoto di 11.500 anni fa (il Diluvio Universale?), scatenatosi proprio nel periodo in cui a Göbekli Tepe, in Turchia, fu precipitosamente abbandonato il tempio più antico della Terra, in un’area in cui gli scavi rivelano che la nascita dell’agricoltura risale addirittura al Mesolitico. Scoperte che costringono a retrodatare la nostra storia, cancellando quello che fino a ieri credevamo di sapere.

 

 

 

Sotto certi aspetti, è come se le incredibili scoperte dell’archeologia odierna costringessero a ripensare la stessa geopolitica attuale. E’ così? Si perde tempo – ripete Magaldi, dal canto suo – se ci si ferma ancora a valutare la crisi globale come semplice scontro tra nazioni: c’è ben altro, dietro le quinte. Se lo domandava anche Barnard: vi siete mai chiesti come mai la politica non riesce mai a mantenere le sue promesse? E perché le cose vanno di male in peggio, nonostante il pianeta non sia mai stato così ricco, vista la nostra capacità esponenziale di produrre beni, grazie alla vertiginosa rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni? Colpa dell’élite neo-feudale, si risponde Barnard. Ed è un’élite non certo illuminata, aggiunge Magaldi: si tratta di un’oligarchia del denaro, reazionaria, neo-conservatrice, il cui massimo livello di potere – al di sopra delle entità paramassoniche come il Bilderberg – è rappresentato dalle 36 Ur-Lodges che dominano il globo. E se ci fosse dell’altro ancora, sopra le invisibili superlogge? Magari la “Yahvè SpA”, affidata a emissari collaudatissimi? E’ l’interrogativo che rilancia Biglino, convinto che gli Elohim (come gli Anunna sumeri, i Theoi greci, i Deva indiani) potrebbero non essere affatto scomparsi, dopo aver “fabbricato” noi, i sapiens. Anzi, aggiunge lo studioso: sarebbe perfettamente plausibile scoprire, un giorno, che dietro ai maggiori potentati terrestri vi siano proprio “quelli là”, i Figli delle Stelle, l’un contro l’altro armati: in fondo è lo schema proposto e ripetuto in tutti i libri antichi, compresa la Bibbia.

tratto da: (clicca qui)

Mi sembra la dimostrazione che l’indipendenza non si può sperare di ottenerla seguendo l’iter elettorale; è necessario crearla di fatto rendendoci, prima di tutto, indipendenti sul piano economico e giuridico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La questione indipendentista catalana ha implicazioni sempre più internazionali, un intrigo che coinvolge vertici politici europei e organi giurisdizionali sovranazionali.

La Corte europea dei Diritti dell’Uomochiamata ad esprimersi sui rapporti tra il Tribunale costituzionale di Madrid e il parlamento catalano, ha respinto all’unanimità la domanda di tutela proposta da Carles Puigdemont, ex presidente della Generalitat da un anno e mezzo lontano dal suolo iberico per sfuggire a un ordine di arresto per ribellione e sedizione, da Carme Forcadell, ex presidente del parlamento catalano in carcerazione preventiva, e altri deputati regionali.

I leader della causa separatista ritenevano che l’Alta Corte di Madrid annullando – in accoglimento di un ricorso dei socialisti catalani – la seduta parlamentare del 9 ottobre 2017, convocata per la formale dichiarazione di nascita della Repubblica catalana, avesse violato i diritti politici riconosciuti dalla Convenzione universale dei diritti dell’uomo. I giudici di Strasburgo hanno invece ritenuto necessaria quella decisione di sospensione dell’adunanza parlamentare perché maturata in un contesto politico e sociale denso di tensione nel quale era da considerare prevalente l’interesse alla protezione dell’ordine pubblico. La Corte europea ha poi posto l’accento sul ruolo cardine del Tribunale costituzionale, organo che con varie sentenze si era già pronunciato sulla illegittimità del referendum sull’indipendenza, unilateralmente convocato dai partiti separatisti, e quindi sulla necessità di dare una attuazione effettiva alle decisioni dell’Alto organo interno.

Un duro colpo per la propaganda indipendentista la quale non ha mai smesso di sottolineare come in ambito europeo si sarebbe affermata quella giustizia negata in Spagna da organi centralisti e, a loro dire, faziosi.

Non è questo l’unico intreccio lungo l’asse Madrid-Barcellona-Bruxelles.

I principali leader del separatismo catalano, Carles Puigdemont e Oriol Junqueras (dal 2 novembre 2017 in carcerazione preventiva per ribellione e sedizione), sono stati eletti deputati del Parlamento europeo appena rinnovato. Tuttavia l’incertezza politica e istituzionale che imperversa in Spagna si riverbera anche sull’iter burocratico per l’assunzione della carica di parlamentare europeo, tentennamenti conditi da elementi per certi versi paradossali. La procedura infatti si completa con un atto imprescindibile: il giuramento sulla Costituzione (lo impone l’articolo 224 della legge elettorale), quindi Puigdemont, prima che a Bruxelles, dovrebbe recarsi a Madrid per l’adempimento della formalità. Ma qui sorge l’intoppo: una volta poggiato piede a Madrid l’ex president verrebbe immediatamente arrestato. Una strettoia politica, con le istituzioni comunitarie che attendono le proclamazioni validate dagli uffici di Madrid, la polizia spagnola pronta a dare esecuzione ad un ordine di arresto e il leader Puigdemont in un limbo, bloccato da una formalità che non può essere delegata. I suoi legali intanto denunciano come proprio quei passaggi burocratici imposti dalla Spagna siano contrari alle norme europee, tant’è che essi non sono richiesti negli altri paesi Ue.

Un vicolo cieco nel quale si sono insinuati i partiti unionisti (Populares, PSOE e Ciudadanos) i quali hanno chiesto al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani di sospendere la proclamazione degli eurodeputati spagnoli in attesa del completamento delle formalità da parte della Giunta elettorale di Madrid.

Non è l’unica questione aperta, in queste ore si dibatte anche sul destino politico di Junqueras, il leader di ‘Esquerra Republicana’ (ERC) non ha problemi a prestare giuramento, tuttavia una volta avvenuta la proclamazione ci si chiede se potrà godere dell’immunità e quindi partecipare alle sedute parlamentari. Molte fonti sostengono che Junqueras sarà sospeso, misura già adottata nei suoi confronti per lo scanno conseguito al parlamento nazionale.

Tasselli di un puzzle inestricabile, con la questione catalana che è la grande sfida per il leader socialista Pedro Sánchez. Ora lo è anche per l’Europa.

tratto da: (clicca qui)

Il saggista e filosofo Michel Onfray dà alle stampe un libro nel quale costruisce una teoria della dittatura appoggiandosi all’opera di George Orwell. In questo libro afferma che noi siamo entrati In un tipo di società totalitaria che distrugge la libertà, abolisce la verità e nega anche la natura.

 

Lei non esagera sostenendo che la Francia del 2019 assomiglia alla società di “1984” di Orwell?

Certamente no. E credo anche che il fatto stesso che se ne dubiti provi anche che ci siamo dentro!
La dittatura ha un passato molto lungo. Prende il suo nome da Roma dove si davano ad un uomo i pieni poteri per risolvere un problema, pieni poteri che egli restituiva poi senza colpo ferire, una volta compiuta la sua missione . La dittatura ha lasciato il mondo occidentale con l’imperatore di Mongolia Gengis Khan nei secoli XII e XIII e poi con Tamerlano, l’Emiro di Transoxiana nel secolo seguente. È poi tornata in Europa con Savonarola nel secolo XV e poi con Cromwell, Calvino, Robespierre e il suo comitato di salute pubblica, eccetera.
Ebbene, la maggior parte delle volte si pensa alla dittatura guardando ai fascismi bruni e rossi di Hitler, Stalin, Mao, Pol-Pot. La nostra incapacità di rappresentarci il fenomeno a partire da periodi lunghi ci costringe ormai a non saper pensare più l’argomento della dittatura all’infuori del nostro più recente passato. Però Hitler e Stalin non sono la misura eterna ed extra-storica della dittatura. (si legga anche: “Michel Onfray sulla via di Damasco”)

Perché Lei si è basato sull’Opera di Orwell per teorizzare la dittatura?

Faccio l’ipotesi che Orwell sia un pensatore politico al livello di Machiavelli o di De La Boétie e che “1984” permette di considerare gli aspetti di una dittatura post-nazista o post-staliniana nelle forme di cui esamino l’esistenza nella nostra epoca.
Quando ho dovuto sintetizzare il mio lavoro, ho proposto lo schema di una dittatura di tipo nuovo, che suppone un certo numero di obiettivi: distruggere la libertà; impoverire il linguaggio; abolire la verità; sopprimere la storia; negare la natura; diffondere l’odio; aspirare all’Impero.

E come si realizza tutto ciò ?

Per distruggere la libertà bisogna: assicurare una sorveglianza continua; distruggere la vita personale; sopprimere la solitudine; rallegrarsi nelle feste obbligatorie; uniformare l’opinione pubblica, e denunciare il pensiero come criminale.
Per impoverire il linguaggio bisogna: praticare un linguaggio nuovo; utilizzare un linguaggio ambiguo; distruggere alcune parole; oralizzare il linguaggio; parlare un linguaggio unico; sopprimere i classici.

Per abolire la verità bisogna: insegnare l’ideologia; strumentalizzare la stampa; propagare delle notizie false; costruire la realtà.

Per sopprimere la storia bisogna: cancellare il passato; riscrivere la storia; inventare i ricordi; distruggere i libri; industrializzare la letteratura.

Per negare la natura bisogna: distruggere il piacere di vivere; organizzare la frustrazione sessuale, igienizzare la vita., e la procreazione medicalmente assistita ( PMA).

Per diffondere l’odio bisogna: crearsi un nemico; fomentare delle guerre; psichiatrizzare il pensiero critico; realizzare l’ultimo uomo .

Per aspirare all’ Impero bisogna: formattare i bambini; gestire l’opposizione; governare con le élites; asservire le persone grazie al progresso; dissimulare il potere.

Chi potrebbe dire che non siamo in questa situazione ?

Alcuni cristiani hanno teorizzato e praticato la resistenza spirituale contro il totalitarismo come i resistenti della Rosa Bianca contro la Germania nazista. È una sorgente di ispirazione per Lei ?
Ah sì certo, eccome! Ma confrontare non è ragionare. La nostra dittatura non attacca i corpi, distrugge solo gli animi e questo è un altro modo di distruggere i corpi lasciandoli in vita…
Nel 2008 ho pubblicato un’opera teatrale con le Edizioni Galilée, “Il sogno di Eichmann”.
Vi ponevo il problema dell’obbedienza e della resistenza facendo incontrare in sogno Eichmann e Kant qualche ora prima dell’esecuzione di Eichmann. Durante il suo processo il nazista aveva detto che si era limitato ad agire kantianamente, cosa che Hannah Arendt aveva messo in discussione e rifiutato nell’opera “ Eichmann a Gerusalemme”. Io invece dimostravo che purtroppo Eichmann aveva letto molto bene Kant.
La dedica di questa opera teatrale era la seguente: “In memoria di Inge Scholl e della Rosa Bianca”.

La Sua libertà di parola sulla sinistra o anche sull’Islam infastidisce. È necessario prendersi il rischio di una presa di posizione pubblica su argomenti vietati, con il rischio di essere linciati com’è stato il caso recente di Agnès Thill (1) che si è espressa sulla procreazione assistita o di Francois Xavier Bellamy (2) che ha preso posizione sull’aborto?
Io mi prendo gioco di quello che la stampa del potere pensa di me. non è lei che misura il mio valore. Ma comunque distribuisco ugualmente le mie riflessioni a tutte le stampe meglio se d’opposizione. Nessun giornalista e neanche nessun uomo di potere potrebbe fermare la mia penna o la mia parola. Se bisogna pagare questa libertà con l’esclusione dal Servizio Pubblico senza che nessun giornalista se ne stupisca, ebbene, l’ho pagato, non è un prezzo alto! La misura del mio valore si trova nell’opinione e nel giudizio di 3 persone delle quali ormai soltanto una è vivente. Anche se io scrivo ancora sotto lo sguardo scomparso dei miei due morti. Ormai non penso, non parlo, non scrivo più che sotto lo sguardo di una sola persona – e questo è l’infinito lusso della vera libertà, ne sono ben consapevole….

La teoria di genere è il prodotto di una società totalitaria ?

È il prodotto di una società il cui obiettivo è di condurre una guerra totale alla natura per fare in modo che tutto, proprio tutto, diventi artefatto, un prodotto, un oggetto, una cosa, un artificio, un utensile, ovvero in altre parole: un valore mercantile. Nell’arco di cento anni vi è la possibilità di un capitalismo integrale nel quale si produrrà tutto e dunque tutto si comprerà e tutto si venderà. La teoria di genere è una delle prime pietre di questo carcere planetario. Essa prepara il “transumano” che è l’obiettivo finale del capitalismo. In altre parole: non la soppressione del capitale come credono i neomarxisti, ma la sua affermazione totale, definitiva, irreversibile.

Concedendo l’accesso alla procreazione assistita alle coppie di donne, la filiazione biologica sarà sostituita da una “filiazione di intenzione”. Secondo Lei questo contribuirà all’instaurarsi di una società totalitaria, come descritto nel libro “1984”?

Questo è da comprendere all’interno del processo di snaturamento e trasformazione artificiale della realtà. Si rinnega la natura, la si distrugge, la si disprezza, la si sporca, la si devasta, la si sfrutta, la si inquina, e poi la si sostituisce con qualcosa di artificiale. Per esempio con i corpi: più ormoni, più ghiandole endocrine, più testosterone, ma comunque cose che alterano l’equilibrio endocrino! Cercate di capire.. Oppure anche le iniezioni ormonali per quelli che vogliono cambiare sesso. Questo odio della natura, questa guerra di distruzione dichiarata alla natura è propedeutica al progetto “transumanista”

D’altra parte non sono mai stato padre biologico, ma grazie ad un matrimonio con la donna che è lo sguardo vigile sotto il quale ora io scrivo, a seguito dell’adozione dei suoi due figli adulti, sono diventato padre e nonno del bambino di quella che è diventata la mia figlia adulta: dunque non sono contro una “filiazione di intenzione” perché io stesso ne incarno il progetto, ma il tutto deve essere all’interno di una logica nella quale non si priva il bambino dei punti di riferimento ai quali ha diritto. Ho molto combattuto contro la metapsicologia della psicanalisi freudiana e posso dire che mi ritrovo nella battaglia di alcuni psicanalisti che si oppongono a questa scomparsa del padre, in favore sia della comparsa di un doppio padre sia di quella di una doppia madre.

L’incendio di Notre-Dame è stato un elettroshock per molta gente ma è anche stata l’occasione di riscoprire un’eredità architettonica e spirituale . Era una presa in giro per la società “nichilista” che Lei denuncia ?

Io mi sono opposto alla lettura di questo o di quell’altro che riciclavano le vecchie bestialità del pensiero magico: punizione divina, segnale inviato da Dio, avvertimento inviato ai miscredenti… Ho anche sentito dire che la mano di Dio aveva allontanato dal fuoco la famosa corona di spine del Cristo, senza riuscire a capire come mai questa stessa mano aveva potuto contemporaneamente permettere il Corto Circuito oppure l’innesco doloso!
Al contrario, ho raccontato in “Decadenza” che l’avventura della Sagrada Familia di Barcellona faceva senso: decisa e cominciata nel XIX secolo, continuata ma mai riuscita ad essere terminata nel XX secolo, comunque benedetta da un Papa che ha abdicato nel XXI secolo, e poi teatro di un attentato islamista fortunatamente sventato, era un concentrato della storia del Cristianesimo decadente . (Leggete anche: “Michel Onfray piange Notre Dame de Paris.)

Dalla finestra del mio ufficio vedo l’abbazia degli Uomini costruita da Guglielmo il Conquistatore 1000 anni fa: in una trentina di anni, ha costruito due abbazie in questa sola la città – senza parlare del castello e degli altri edifici laici… bisogna dire che la velocità del Paraclito non è più la stessa! Ma l’incendio di Notre-Dame entra in un’altra prospettiva: mentre aspettiamo le conclusioni dell’inchiesta incaricata, si tratta di un incidente nel quale Dio non ha avuto più potere che lo Spirito del Tempo.

Samuel Pruvot e Hugues Lefèvre

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